• User Attivo

    ma davvero le prostitute sono così pericolose?

    Dopo la proposta di due parlamentari di riconoscere le prostitute come soggetti pericolosi, ritengo irrinunciabile argomentare su tale tema, pur se nei prossimi mesi non potrò seguire il forum se non che molto raramente; chiedo pertanto di non considerare il mio scritto, anche qualora non potessi rispondere, come il gesto di un cecchino che spara per poi fuggire, dando a tutti, eventualmente, appuntamento al prossimo autunno.
    Ancora, tengo a precisare che queste righe sono rivolte unicamente a chi riesce a comprendere che anche il poter decidere in proprio se contattare o meno una prostituta è indice di civiltà e libertà, in quanto nella possibilità di poter adottare o meno tali decisioni è intrinseco il rispetto di chi anche, secondo certi punti di vista, può pensare in modo "amorale" ma non contrario alle n/s leggi, ed è sottintesa la possibilità di poter operare una scelta, un indiscutibile indice della libertà di cui il cittadino può trovarsi a godere o meno.

    Circa l'argomento prostituzione ritengo che i principali problemi pervengano unicamente dal fatto che nessun governo dal dopoguerra ad oggi è riuscito o forse ha voluto legiferare in modo serio come in altri stati è da tempo stato fatto in modo razionale ed efficiente, al punto che, spero sia noto ai più, alcuni bordelli sono stati perfino quotati in borsa. -si cerchi con google battendo la stringa "bordelli quotati in borsa" senza le virgolette.
    Ancora, per concludere la premessa, specifico che non voglio ergermi ad unica difesa delle prostitute, ma credo sia tempo di sfatare molte falsità, anche in relazione alla possibilità, per persone maggiorenni, di potersi accompagnare con chi meglio si preferisce, a pagamento o meno, senza che lo stato debba sindacare anche su tale aspetto della n/s vita privata.
    Ancor meno a mio avviso possono essere messe in atto restrizioni di carattere locale, come ad esempio le contravvenzioni di portata esorbitante per i clienti, senza alcun segnale stradale che informi di tale situazione, restrizioni che di fatto tentano di aggirare la normativa nazionale secondo cui prostituzione e frequentazione di prostitute non sono attività illecite.

    In primo luogo si sa che il fenomeno della prostituzione è designato anche come il mestiere più antico del mondo; se tale è la verità, viene da chiedersi chi può avere tanta fantasia di pensare di eliminare tale fenomeno che invece potrebbe essere regolamentato e quindi arginato secondo le migliori esigenze della nostra collettività; a tale proposito gioverebbe ricordare che il proibizionismo in per se non ha mai dato buoni risultati, e ricordare cosa è successo in America al tempo del proibizionismo sarebbe davvero sufficiente per aprire la mente ad altri orizzonti.

    E' notizia degli ultimi giorni la volontà di due politici di voler riconoscere nelle prostitute un motivo di pericolo e di attacco alla moralità.
    Eppure chi è mai passato accanto ad una prostituta sa che non gli è scoppiato nulla in tasca nè sotto i piedi, perchè la prostituta, al contrario del proibizionismo, di per se non è pericolosa, almeno nella accezione comune del termine.
    La prostituta sta li, chi vuole la contatta, chi non è d'accordo può tirar dritto; al contrario di tante altre persone, ivi compresi certi politici, dice a tutti ciò che fa, non si nasconde, non ha maschere, non evoca dubbi in chi, guardandola, si possa chiedere che stia facendo.
    E' vero che alcune di loro vestono talvolta in modo succinto, ma come vedremo sotto non è questo l'aspetto saliente della questione in quanto laddove si voleva percorrere la strada dell'intransigenza nei confronti delle prostitute, anche in presenza di abbigliamenti "normali" non sembra si siano avute risposte differenti da parte degli organi preposti ai controlli.
    Certamente anche tra le prostitute possiamo trovare persone più o meno valide, gentili o meno, cortesi od arroganti, ma ciò dipende dalla propria indole, dal proprio carattere, e non certo dal fatto di essere una prostituta.

    Chi trova che la prostituta rappresenti un pericolo, forse si riferisce a come la prostituta è costretta a lavorare lungo la strada, ma ciò è unica conseguenza del fatto che non le si è mai stato dato modo di avere uno spazio per esercitare il suo mestiere, arrivando talvolta, ultimamente anche in questi giorni, anche a pensare di poterle proibire di vendere il suo corpo; dicasi il "suo", non quello di altri.
    Certo molte sono sfruttate, è vero, ma ritengo che le istituzioni abbiano sempre fatto molto meno di quanto sarebbe stato possibile fare allo scopo di identificare gli sfruttatori; forse dietro a tutto ciò si trova una grande regia volta alla possibilità di non trovare nè sfruttatori nè altre soluzioni al problema, così che l'opinione pubblica possa più facilmente accettare soluzioni drastiche secondo cui il fenomeno dovrebbe essere combattuto e non regolamentato.
    In altre parole, chi vuole imporre alle donne di non vendere il proprio corpo ed ai clienti di non accompagnarsi con le prostitute, trova nell'argometo "sfruttamento" uno dei principali sostegni alla propria tesi, e poichè allo sfruttamento stesso sembra non potersi nulla opporre, l'unica situazione rimane quella di combattere prostitute e clienti, e così ci si illude di poter batter anche gli sfruttatori.

    Purtroppo, però, tale tesi è solamente un discorso ad effetto.
    Bandire la prostituzione, infatti, significherebbe di certo creare un mercato nero, in pratica quello che avvenne in America quando fu proibito l'alcol, situazione che produsse solamente disastri.
    Un evidente esempio di mercato nero ce l'abbiamo sotto gli occhi utti i giorni ed è quello della droga; le pene e l'impegno di chi deve controllare tale fenomeno sono forti anche nel nostro paese, ma il problema non è stato superato, anzi le attività legate a questo mondo sono sempre fiorenti. Nel nostro paese problemi ben più seri, quali la mafia, reclamano una attenzione degli organi di controllo ben maggiore di quanto attualmente non venga ancora fatto, e la creazione di altri settori della vita pubblica da dover assiduamente controllare per non creare mercato nero significherebbe allargare il fronte dei controlli con netto vantaggio dei delinquenti.

    Ancora, se la teoria di bandire la prostituzione fosse esatta e quindi ci si potesse riuscire, si sarebbe trovato il modo per sconfiggere il mestiere più antico del mondo, qualcosa di molto simile alla scoperta del moto perpetuo.

    Se la teoria fosse esatta, la stessa teoria si potrebbe applicare al campo degli stupefacenti: colpire gli utlimi anelli della catena, i consumatori, come nel caso della prostituzione si vogliono colpire i clienti, dovrebbe portare alla caduta dei produttori, situazione che si è già visto in pratica non funzionare.

    Ancora è da tener presente che quando ci si è mossi verso la possibilità di identificare gli sfruttatori, vera piaga di tutto il problema, si è sempre cercato di coinvolgere le poverette chiedendo alle stesse delle testimonianze, pur ben sapendo che se le stesse parlano, possono subire forti ritorsioni anche a carico delle famiglie rimaste in patria.

    E' appena il caso di ricordarci di quella giovane tra le prime albanesi giunte in Italia che, dopo aver denunciato gli sfruttatori, fu messa "al sicuro" presso delle suore, ma accadde che nella notte successiva i suoi "capi" andarono dalle suore, abbatterono la porta e si portarono via la poveretta, a cui sicuramente avranno poi offerto champagne e caviale, situazione di cui poi nessuno ha più parlato.
    Al contempo ci sono vari mezzi per arrivare agli sfruttatori agendo di ufficio, senza cioè coinvolgere le sfruttate, mezzi che per come si conosce non vengono usati e di cui nessuno parla; prima dell'ultimo allargamento delle frontiere europee non era difficile riconoscere ai bar, nei vari negozi ed anche alle casse di grandi supermercati delle città vicine ai luoghi di prostituzione persone vestite di tutto punto, quasi in modo ridicolo, che compravano quantità abnormi di merce o consumavano senza badare a spese e che al momento di pagare estraevano mazzi intere di grosse carte, oltre tutto l'oro che impunemente tali soggetti sfoggiavano. Un controllo sulle loro capacità di sostentamento e del loro titolo a soggiornare in terra italiana avrebbe detto certamente molto, ma mentre si è sempre fatto barba e capelli ad un rappresentante per una mancata bolla di accompagno, o a un commerciante per un mancato scontrino, a questa gente che spadroneggiava nel nostro paese nessuno ha mai fatto una indagine seria, magari a partire anche dai loro modi di vivere.

    Il nostro, si sa, è il paese delle intercettazioni telefoniche; ancora si sa che le prostitute legate al racket, quando di notte debbono spostarsi perchè vicino al loro posto di lavoro è accaduto un qualcosa di strano, ad esempio un incidente, di solito chiamano il "capo" o un "superiore" per ottenere informazioni sul da farsi e sul dove andare, dato che ciascuna ha il suo proprio posto di lavoro.
    Ancora è noto che la possibilità di individuare la localizzazione di un cellulare è tale che si può sbagliare soltanto di poche decine di metri; analizzare il traffico telefonico di un ponte radio vicino ad un luogo ove lavorano tante donne avrebbe potuto dare ottimi risultati, ma ciò, per come ci è dato di conoscere, non si è mai fatto.

    A mio vedere, se davvero si fossero voluti colpire i capi lo si sarebbe potuto fare da tempo, così come lo si sarebbe potuto fare con i mafiosi.

    Non per ultimo si deve considerare che molte donne oggi possono circolare liberamente nella comunità europea per raggiungere paesi più agiati di quelli di origine ove poi potersi poi prostituire. Questa donne non necessitano di visti o di grandi somme per lasciare il loro paese, come accadeva prima della caduta del muro e delle ultime frontiere, e quindi non sono soggette al racket perchè partono dalle loro case con propri mezzi; giunte a destinazione si possono prostituire senza dover dipendere da terzi, come fanno anche molte delle nostre donne all'estero, e come donne libere hanno tutto il diritto di mantenere la possibilità di poter gestire la propria vita come meglio credono, senza dover per forza subire le pressioni della chiesa o dei moralisti. Questo almeno è il mio punto di vista.

    Per quanto alla moralità, poi, ritengo che abbiamo davvero problemi di natura morale ben maggiore, anche se condivido che il sussistere di una amoralità non possa rappresentare motivo per giustificarne un'altra; credo però che ci sia sempre una preminenza dei problemi più gravi su quelli di portata minore, cosa che non sempre trova riscontro nelle decisioni di chi ci governa a livello locale e nazionale.

    E' notizia di quasi tutti i giorni che mafiosi e corrotti escono di continuo dal carcere perchè non si è riusciti a poterli giudicare secondo i tempi previsti, e senza che poi nessuno abbia mai subito punizione alcuna per questa grande inefficienza delle istituzioni.
    Se si pensa che per arrestare quei soggetti c'è gente che rischia la propria vita per poi far finire il tutto in una bolla di sapone...
    E questo è solo l'inizio di una lunga serie di situazioni a mio avviso ben più amorali che non una donna in gonna corta lungo la strada, che tutto sommato è cosa più immediata, più vicina alla natura umana che non il racket del pizzo che da decenni non si riesce ad arginare o mascalzoni da ergastolo che escono di galera per decorrenza dei termini di giudizio.
    Dalla morte di Libero Grassi (it.wikipedia.org/wiki/Libero_Grassi) sono passati quasi 20 anni ma ancora su tale fronte lo stato è assente, non impotente, assente. Ancora con troppo grande frequenza accade che chi denuncia estorsioni venga eliminato senza che lo stato riesca o forse voglia far nulla in tal senso. E 20 anni sono davvero lunghi!!

    Chi trova amorale una prostituta, abbia la determinazione di guardare una qualsiasi puntata di Report, programma che va in onda su rai, non su mediaset; reperisca sul web le trasmissioni di Report in cui si parla di denunce fatte dalla stessa trasmissione tempi addietro e contro cui nessuno ha alzato un dito. Personalmente preferirei una società con molte, molte prostitute ma nessun mafioso e nessun politico responsabile di ciò che viene ogni settimana denunciato dalla trasmissione di una giornalista coraggiosa. E questo sarebbe solo l'inizio, a mio avviso, di un nuovo modo di poter vivere nel nostro paese; per quanto ad integrazione a livello di vita sociale delle prostitute basterebbe guardare cosa si sta facendo in Germania e simili.

    Una riflessione su come le istituzioni hanno affrontato e continuano ad affrontare il problema prostituzione.
    E' noto che sino ad oggi nel nostro paese il prostituirsi non è reato, e così molto spesso si è cercato di colpire il cliente: lo zelo profuso dai tutori dell'ordine nel controllare l'auto dei clienti delle prostitute non è cosa nuova almeno in certe zone, ma oggi si è arrivati a chiedere che la legge individui nel cliente un reo a tutti gli effetti e ciò non solo in riferimento all'eventuale età minorile della prostituta.
    Principali fautori di tale tesi alcuni politici tra cui Di Pietro e il brillante Giuliano Amato, che ai tempi del suo governo riuscì, tra l'altro, a decurtare i n/s conti correnti dalla sera alla mattina senza preavviso alcuno, oltre che il ben noto don Benzi a rappresentanza dei cattolici.
    Credo che leggere l'articolo che indico appresso sulle intenzioni proprie di Amato spieghi molte cose sul modo di pensare di tali persone che in effetti sembrano più orientate a colpire prostitute e clienti per il fatto di non condividerne i punti di vista, che non a risolvere problemi di natura più prettamente pratica (notizie.interfree.it/cgi-bin/desc.cgi?id=122415 - alla prima parola anteponi http:doppio slash)

    Ma quali conseguenze hanno avuto tali scelte?
    E' scomodo, ma è doveroso ricordare come circa un quindici, venti anni fa, occhio e croce, si era operato un tale ostracismo nei confronti dei frequentatori delle prostitute che più di una persona, per la vergogna di essere stato riconosciuto ad aver frequentato una donna di strada, si sia ucciso. Una vergogna nazionale, questa dell'ostracismo.
    Quelle morti non sono un vanto, e dovrebbero farci riflettere parecchio, ma sembra siano davvero pochi a ricordarle: sono scomode e certamente non indicative di alcun tipo di carità cristiana, che invece viene tanto invocata specie dalla chiesa cattolica quando questa si occupa del fenomeno prostituzione. Anzi, addirittura c'è chi vorrebbe rischiare di sfasciare intere famiglie pur di colpire chi viene sorpreso a contattare prostitute.

    E che dire dei sequestri delle vetture a chi veniva sorpreso con una prostituta tante volte messi in atto specie più o meno negli stessi tempi nella zona di Perugia al punto che dovette intervenire il ministro Bianco, tanta era la facilità con cui le auto venivano sequestrate?
    L'accusa era la solita, di atti osceni in luogo pubblico anche se il fatto si svolgeva di notte in luogo isolato; al contempo quando si trovò la droga in parlamento il caso si chiuse in un battibaleno ed il servizio delle Iene neanche potè andare in onda.
    Ma anche nei casi dei sequestri a mio vedere lo scopo era evidente: la diffamazione del cliente operata per via istituzionale, una egemonia dello stato anche negli aspetti più intimi e reconditi della nostra vita privata.

    Ed in tempi più moderni le supermulte a chi avvicina una donna per strada.
    Ma se si stabiliscono delle superpene sarebbe anche necessario avvisare gli utenti della strada di questa esistenza.
    A prescindere dalla validità di tali scelte, qualcuno ha mai visto un cartello indicante che la pena per fermarsi in quel tratto di strada ti può costare sino a mille euro, dicasi 1000 euro come accadeva a Rimini la scorsa estate?
    I cartelli ad indicare tali enormi pene non ci sono, ma se solamente ti fermi ecco che ti fanno pagare mille euro facendo conto sul fatto che pagherai e starai zitto per non farti scoprire come un frequentatore di "donnacce" perchè l'andare con una prostituta, cosa normale in tanti paesi, da noi è ancora motivo di essere additati come una persona particolare, quindi da redimere.
    E per far si che tali "imprese" potessero meglio riuscire, si è persino arrivati ad impegnare agenti in borghese, cosa che la dice lunga su quale tipo di repressione si è voluta esercitare, ma tale modo di fare delle istituzioni a mio avviso è molto pericoloso perchè destabilizzante della fiducia che il cittadino ripone nelle istituzioni stesse, dato che sono le istituzioni a dover insegnare al cittadino l'osservanza delle leggi ed il rispetto delle minoranze, sia anche di chi vede un rapporto a pagamento come qualcosa di normale, dato che le nostre leggi non lo proibiscono.

    Sempre Rimini la scorsa estate: multe a chi veste in modo discinto, senza però aver stabilito misura alcuna per non essere multati, e tale provvedimento poteva essere applicato solo alle prostitute; non una necessità, quindi, di evitare un vestire particolare, ma una necessità di evitarlo ad una data categoria di persone, una vera discriminazione, ritengo. E ciò, si ricordi, in un paese in cui prostituirsi non è reato.
    Allora le ragazze si sono vestite di tutto punto con pantaloni e maglietta accollata, ma ancora venivano e vengono tuttora cacciate, per come so, sia pure dalle fermate degli autobus perchè prostitute, situazione che mi risulta sia stata messa in atto anche nella civilissima Bologna, anche se certamente nessun giornale ne parla, e ciò quando il prostituirsi non è reato.

    Eccezione alle supermulte, invece, a Riccione, ove un Sindaco donna non ha condiviso la politica dei mille euro di multa, ma chi da Riccione si spostava a Rimini non trovava alcuna indicazione in merito, questa davvero, a mio avviso una situazione immorale, perchè il trovarsi 100 metri prima o dopo il confine comunale poteva costarti 1000 Euro, senza che nessuno te ne avesse dato avviso preventivo.

    Al contempo, sempre la scorsa estate a Rimini: per controllare i vu' cumprà che ormai sono gli unici padroni della spiaggia, specie in alcune zone, si mandano dei vigili che si sistemano con tavolino ed ombrellone lungo l'arenile, ma già il giorno successivo ombrellone e tavolino finiscono per essere "conquistati" dai vu' cumprà ed i vigili cacciati.
    Tale sconfitta delle istituzioni è forse più morale di una donna in gonna corta, o non rappresenta forse una ingiuria per ogni persona civile? E neanche a dirlo, tavolino e ombrellone non sono mai più stati riconquistati dall'istituzione che invece continuava ad accanirsi con le prostitute che pure non vendono merce contraffatta, nè fanno concorrenza con il loro lavoro agli esercizi commerciali in regola con le leggi del settore.

    Ed infine che dire delle femministe? Già, quelle che negli anni 70 gridavano "l'utero è mio e me lo gestisco io" che fine hanno fatto?
    Neanche esse hanno alzato voce alcuna quando le donne di strada avrebbero avuto necessità di un aiuto, magari per non essere cacciate sia anche dalle fermate dei bus soltanto perchè prostitute...!!

    Ma ancora una considerazione sulle contravvenzioni ai clienti: se la cosa fosse dettata da una esigenza prettamente pratica, come il liberare certe zone da un continuo andirivieni, sarebbe sufficiente istituire le zone a luci rosse.
    Il problema invece è rappresentato dal fatto che secondo alcuni si dovrebbe ancora legiferare su come cittadini maggiorenni e consenzienti possano contattarsi tra loro; il problema, si badi bene è che alcuni, ritenendosi chissà perchè dalla parte della ragione, vogliono impedire ad altri di poter tenere determinati comportamenti per altro non negati dalla legge.
    Ecco allora l'esosità delle contravvenzioni che nei loro importi non sono certamente proporzionati alla gravità dell'infrazione di una fermata momentanea, ecco per di più la volontà di coinvolgere addirittura la famiglia del "reo", inviando la contravvenzione a casa, nella speranza evidente che tale rischio che i familiari possano essere informati possa fungere da deterrente; a mio avviso una situazione demenziale e scandalosa, oltre che amorale perchè coinvolge di fatto la privacy degli interessati.

    A Rimini, sempre la scorsa estate, si è dovuti arrivare ad un incontro con le autorità nel corso del quale il prefetto ha dovuto diffidare chi avrebbe voluto riprendere con telecamera i clienti delle prostitute per poi pubblicare il tutto su you-tube, mentre nei confronti delle prostitute si è addirittura pensato di ricorrere all'Interpol per poter loro recapitare le contravvenzioni alle proprie residenze nei paesi di origine, e ciò evidentemente sempre con il tentativo di intimidire clienti e prostitute partecipando i loro comportamenti ai rispettivi familiari, in pratica un autentico ricatto morale, almeno per ciò che è il mio modo di intendere il rispetto della privacy altrui; e val la pena ricordare che si tratta di provvedimenti di natura locale, che in effetti cozzano con l'orientamento più generale della disciplina nazionale che di fatto non vieta alle donne il prostituirsi nè ai clienti la frequentazione delle prostitute.

    Ancora esiste il gravissimo problema di chi sotto la propria abitazione si ritrova un mercato notturno.
    Se si volesse trovare una soluzione definitiva a tali problemi, basterebbe indicare alle prostitute ove poter lavorare e certamente le interessate sarebbero le prime a spostarsi perchè guadagnarsi da vivere in serenità è situazione gradita a tutti, specie poi a chi svolge un lavoro per sua natura non troppo semplice, ad iniziare dall'essere cacciate da qui e da lì solo in base a qualche disposizione locale, finendo così per essere discriminate solamente per una scelta di vita che peraltro non è in contrasto con le leggi del nostro paese.

    Ora un'idea, vorrei dire un suggerimento a chi non dovesse trovarsi proprio d'accordo con quanto ho sin qui esposto e magari mi starà già deridendo.
    In questi giorni in cui di nuovo e maldestramente si è cercato di farci cadere in un ennesimo trabocchetto al punto di arrivare a descrivere le prostitute come qualcosa di pericoloso ed amorale in termini aprioristici, mentre in altri paesi queste persone possono fruire regolarmente di previdenza ed assistenza pagando i relativi contributi, abbi la determinazione di farti un giro e avvicinare una prostituta, specie se non l'hai mai fatto, tenendo presente che di solito non mordono e neanche puzzano -come invece capita tanto spesso a chi le frequenta al punto che molte di quelle che lavorano in casa facendosi propaganda sul web, sono spesso costrette ad invitare i loro clienti a lavarsi per bene prima di presentarsi ad un incontro; cercare sul web per credere-.
    Per evitare contravvenzioni vacci a piedi, e vai da solo per non incuterle timore. Tieni presente che vedendoti arrivare potrà pensare a te come ad un malintenzionato, ce ne sono molti, quindi cerca di non fare movimenti bruschi, di camminare normalmente, di essere te stesso. Quando le sarai vicino trattala come tratteresti la tua mamma, tua sorella o una cara amica, falle un sorriso, salutala cordialmente, offrile una sigaretta, presentati con un nome come si fa tra gente civile, senza fare il pagliaccio nè guardarla come fosse un ufo anche se il suo vestire potrà sembrarti strano, se la trovi bella diglielo senza timore, e vedrai che la sua persona e il suo fare in genere non saranno comunque così pericolosi; di certo non ti accoltellerà, non ti chiederà pizzi e neanche ti farà multe in base a leggi locali ignote ai più; se dovessi trovarla scortese pensa a quante "scortesie" ti vengono usate ogni giorno senza neanche che tu te ne accorga ormai più, come il fare una fila interminabile per pagare un ticket o per assolvere una pratica da cui non puoi sfuggire, o a quante volte ti hanno fermato in auto trattandoti in modo non proprio cortese, oppure quante volte ti sei presentato in un ufficio per chiedere qualche informazione e ti hanno raccontato lucciole per lanterne, e magari ne hai poi subito anche le conseguenze.
    Forse non ci avevi mai pensato, ma tutte queste e ben altre sono autentiche "scortesie istituzionali", storie di tutti i giorni a cui ci hanno costretto tante volte da averci noi fatto erroneamente l'abitudine e di fronte a cui, certamente, l'eventuale scortesia di una prostituta sarebbe proprio cosa da nulla.

    E se invece ancora non ti senti di fare tale prova, sentiti libero di contattarmi anche in pvt, sono certo che con qualche suggerimento in più potrai riuscire nell'impresa e così potrai giudicare tu stesso sulla pericolosità di una persona armata solo di profumo, vestiti e preservativi.

    Ringrazio chi mi ha letto sin qui, nella speranza di esser riuscito a dare un piccolo contributo alla possibilità veder le cose in modo un po' più equo e verosimile, di non farci di nuovo infinocchiare con le chiacchiere.


  • Super User

    Io trovo l'argomento molto interessante e ti ringrazio per il tuo post che mette in luce molte contraddizioni del nostro Paese.

    Io trovo scandaloso che si possa ritenere le prostitue pericolose per la moraltà o la legalità di una Paese. E trovo ancora più scandoloso che le si voglia punire con la prigione, ma a questo punto se ciò avviene pretendo che lo stesso trattamento venga applicato anche al cliente. Non si può fare figli e figliastri. Perchè se fosse vero che le prostitute minano la moralità è pur vero che nessun cliente è obbligato da nessuno a frequentarle, dunque vuole che la sua maralità sia minata e allora che paghi anche lui.

    Detto questo che può sembrare una pradosso ma perdonatemi io la penso così, prendetela come una mia mera opinione personale.

    Io credo però che non si possa neanche prescindere dal fatto che moltissime prostitute non fanno questo mestiere per scelta ma perchè obbligate se non rapite e schiavizzate. Non lo dico perchè ci tengo a fare demagocia ma perchè ce ne sono esempi in tutta Italia.
    Ma purtroppo SEMBRA non esserci modo ne di metterle al sicuro ne di poter far finire in galera i loro sfruttatori.
    Secondo me la trovata di rifarsi legislativamente sulla prostituzione non ha nulla a che vedere con il voler combattere il fenomeno del racket, ma è un'altra piccola tacchetta verso una completa non laicità dello Stato in nome di una morale che non è di tutti ma solo di una parte dei cittadini.

    Io personalmente non sono favorevole alle case chiuse, proprio perchè moltissime sono obbligate, sono convinta diventerebbero dei lagher. Io credo che a forza di vederle sulle strade qualcuno ne sentirà prima o poi il peso morale di aiutare queste donne, ovviamente chi vuole, a venirne fuori. Sono molte quelle che contattate in strada da associazioni sono poi riuscite ad uscirne. Nelle case chiuse, chi potrebbe più contattarle? Non tiriamo fuori la storia dei controlli... perchè purtroppo i controlli in Italia si sa il tempo che trovano.

    Ma credo che ci sia ancora un punto da affrontare. Non spetta a me il giudizio sui clienti che non infrangendo nessuna legge si rivolgono al sesso a pagamento. Ma io credo sia una forte forma di maschilismo, in Italia l'emancipazione femminile e maschile intesa come liberarsi di un profondo maschilismo che impregna l'animo maschile, è ancora molto molto lontana. E questo non è certo visibile solo con i clienti che frequentano le prostitute, è palese guardando la nostra TV, sfogliando i nostri giornali, dagli stipendi ineguali tra uomini e donne di pari grado lavorativo etc etc.

    Morale, se la prendono sempre con l'anello "debole" della catena!!!