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aids: ci stanno dicendo la verità, oppure.....
Anche pochi giorni fa, in una puntata di Ulisse, mi è nuovamente capito di vedere come l'aids venga presentato come un virus specifico, situazione sostenuta da molti ma non da tutti, e così con maggiore soddisfazione mi accingo a postare queste righe che ho preparato da tempo e con molte ore di lavoro.
Con le righe seguenti, è mia intenzione partecipare ai lettori di questo forum quelle che attualmente sono mie esperienze e conoscenze, anche a seguito di ricerche che ho fatto in tal senso nel corso di un lungo periodo, circa un argomento attuale di cui ho avuto modo di udire sempre e soltanto una unica versione, quella ufficiale, mentre ho potuto scoprire di persona che sull'argomento ne esiste almeno un'altra, molto poco nota ai più, e soprattutto ben differente dalla prima. E ciò, logicamente, senza voler io indicare ad altri quale delle due versioni sia la migliore.
Specifico che non sono nè medico, nè paramedico, nè ricercatore scientifico, ma un comune cittadino che ha ritenuto interessante dedicare "qualche" ora del suo tempo per approfondire le proprie conoscenze circa un argomento attuale e per certi suoi aspetti controverso.
Ancora tendo a precisare che con quanto dirò non è mia intenzione sostenere l'una o l'altra tesi circa un aspetto della situazione che non può essere da me valutato direttamente non avendone io nè i mezzi nè le capacità per poterlo fare; con il mio dire, ripeto, intendo solamente partecipare delle conoscenze e delle esperienze, lasciando a ciascuno la più grande libertà di orientarsi a proposito a suo piacimento, nella più ampia convinzione che l'acquisizione di nuovi punti di vista può unicamente ampliare l'orizzonte delle nostre conoscenze, facilitando così il nostro dover discernere.Quando nel nostro paese fu data conoscenza di una nuova terrificante malattia, si era negli anni '80, la stessa fu presentata come un autentico flagello che negli anni successivi avrebbe raggiunto un livello di altisima diffusione tra i popoli e ben presto, a seguito di una campagna martellante che aveva sortito risultati forse superiori a quanto ci si sarebbe potuti attendere, si iniziarono a vedere degli spot televisivi che spiegavano anche come l'aids NON si sarebbe contratto.
In effetti in molti eravamo terrorizzati dal dubbio di poter essere già degli infettati, dato che tanti dei comportamenti che venivano descritti "a rischio", altro non erano che comportamenti usuali e comuni di tanti, forse non di tutti, ma comunque certamente dei più.
Tanto per fare un solo esempio, a quei tempi l'uso del preservativo era quasi sconosciuto e veniva praticato quasi unicamente da chi si accompagnava con le prostitute; anche come metodo anticoncezionale si preferivano altre vie, specie a seguito di una scoperta relativamente recente, la pillola, che nel decennio precedente aveva avuto una larga diffusione.In tale stato di cose, udire tutto ciò che veniva detto circa le possibilità di contagio, circa i modi di vita che si sarebbero dovuti adottare al fine di evitare un contagio sicuro che avrebbe certamente ottenuto chi non si fosse attenuto alle linee guida che venivano date, oltre che sconvolgere il sereno vivere di tanti, e di tante famiglie, era situazione tale da far pensare che tutta la storia potesse essere frutto della mente contorta di qualche moralista più che di una autentica verità, ma a sostegno della veridicità del tutto c'era il parere indiscutibile della classe medica che in pieno appoggiava tali tesi.
Rimaneva soltanto da capire da dove fosse scaturito tale nuovo virus che in passato sembrava non fosse mai esistito; a tale proposito potei udire più versioni, ma la più singolare fu una tesi secondo cui dall'abbattimento delle sequoie dell'Amazzonia si sarebbe liberato un qualche microbo, latente forse da secoli, che poi, diffondendosi, avrebbe generato l'epidemia.
Come si può ben comprendere, il sopraggiungere di tale nuova situazione, presentata come un sicuro flagello futuro, aveva prodotto un disorientamento totale soprattutto nei giovani e fu proprio in tali situazioni che anche ai "non addetti ai lavori" sorse la volontà di poter capire qualcosa in più in materia, pur dovendo limitare in tal senso le proprie voglie di conoscenza alla lettura di qualche testo o al colloquiare con qualche persona più addentro nell'argomento, dato che allora di internet neanche si era iniziato a parlare.
Fu così che un giorno, per puro caso, passando davanti ad una edicola vidi esposto un numero di una rivista ben nota e famosa in campo nazionale (di questa rivista darò gli estremi più sotto) che mai si era occupata dell'argomento e che invece, in quell'occasione, usciva con un numero speciale proprio per dare una versione del problema aids molto differente dalla linea ufficiale. Il mio "studio" sull'argomento iniziò da lì e poichè quanto potei leggere mi sconvolse letteralmente, perchè in nettissima opposizione con la tesi ufficiale, cercai di allargare il campo delle mie ricerche; ben presto ebbi modo di scoprire che non tutti i medici erano dello stesso parere, in quanto alcuni non sostenevano affatto quanto veniva diffuso dalla medicina ufficiale circa la natura ed anche i metodi di trasmissione dell'aids, anzi dimostravano convinzioni ben differenti, ed uno di questi era il mio medico di base.Ancora vorrei ricordare un aspetto molto particolare di tutta la situazione: in quegli anni, così come più o meno anche oggi, la linea ufficiale parlava dell'aids come male altamente contagioso, trasmissibile soprattutto per via sessuale o con lo scambio tra drogati di siringhe sporche di sangue infetto; ora, se il sangue infetto era ritenuto veicolo di infezione al punto che parrucchieri, manicure e simili iniziarono a sterilizzare i loro attrezzi come mai fatto prima, non si riusciva a comprendere perchè mai una zanzara che avesse punto un soggetto infetto non avrebbe poi potuto contagiare le persone che avesse punto succesivamente. E poichè nessuno era certo di poter evitare la puntura di una zanzara infettata da un precedente puntura fatta ad un soggetto malato, veniva in qualche modo sminuita la validità di tante attenzioni nei modi di vita che venivano indicati come necessari per evitare il contagio.
E la confusione su questi temi aumentò maggiormente quando si ebbe notizia che un ricercatore americano convinto della non veridicità di quanto veniva detto circa la natura del male, aveva annunciato di volersi iniettare una dose di liquido infetto allo scopo di dimostrare la valenza dei suoi punti di vista.
Inutile dire che in un primo momento questo tizio fu preso per matto, così come credo sia inutile dire che dopo il primo gran clamore seguito a tale annuncio, dai mezzi di comunicazione, allora soltanto stampa, radio e tv, non si ebbe più alcuna notizia sull'argomento, o perlomeno chi come il sottoscritto prestava vivissima attenzione all'argomento non riuscì a sapere più nulla; ciò accadde a me direttamente, così come accadde a tante persone di mia diretta conoscenza che come me cercavano in ogni modo di capire qualcosa di più circa la effettiva necessita di una vita in castità, così come in pratica veniva raccomandato.In quei tempi il mio medico di base era un mio quasi coetaneo, persona che conoscevo da sempre avendo io frequentato la scuola elementare con suo fratello minore; frequentando il suo studio come paziente, conobbi che oltre all'attività di medico di base, lo stesso esercitava una attività in proprio effettuando terapie particolari a base di ozono, cosa allora mai sentita dire ed ancor più singolare in quanto con tali metodi il medico sosteneva di poter fare terapia a bassissimi costi anche per malattie di rilevante gravità, malattie normalmente trattate con altre soluzioni terapeutiche di costo ben superiore; si trattava di un medico "alternativo" o forse, secondo punti di vista, di una pecora nera.
Poichè la cosa aveva destato in me grande curiosità, iniziai ad informarmi presso altri medici di queste terapie, potendo così conoscere che la validità di tali metodi era assolutamente indiscutibile e ben nota in tutto il mondo, sebbene gli stessi metodi non rientrassero proprio tra le linee della medicina più convenzionale, anzi, qualcuno con cui avevo più confidenza non esitò a dirmi che l'effettuazione di tali pratiche terapeutiche non era proprio ben vista da tutti, specie perchè con l'uso dell'ozono si eludeva il consumo di farmaci tradizionali, con conseguente discapito per le case farmaceutiche e del circuito commerciale; insomma il praticare tali terapie era per il medico un po' come camminare su di un campo minato.Intanto la propaganda circa l'utilità di sottoporsi ad un test per verificare se si fosse diventati sieropositivi si faceva sempre più martellante e così, dopo molto pensare, mi recai dal medico per ottenere la richiesta per effettuare il test, finendo così anch'io tra coloro che hanno ben foraggiato le case farmaceutiche che a tutt'ora producono il test.
Assicurandomi che avrei ottenuto quanto desideravo al fine di poter poi essere più tranquillo, il mio amico medico mi anticipò che certamente il risultato sarebbe stato negativo dichiarandosi anche ben pronto, qualora mi fosse stato gradito, ad una qualsiasi scommessa circa quello che sarebbe stato il risultato dell'esame stesso.
Volutamente tralascio la descrizione di come ho vissuto tale situazione, nè dico dell'ansia del dover cercare un laboratorio analisi in città diversa dalla mia, dopo aver ottenuto conoscenza, dallo stesso medico, delle zone in cui il sistema sanitario era già pronto per stilare una lista nera di coloro che fossero risultati positivi, quasi fossero degli appestati, e di quelle invece in cui ancora tali liste non si stavano stilando. Dico solo di aver ottenuto nettissima sensazione che chi mi effettuò il prelievo, pur cortese e professionale, non avrebbe trascorso accanto a me neanche un secondo più del tempo necessario alla effettuazione del prelievo stesso neanche a fronte di un pur lauto compenso.
L'esito del mio esame fu unviato al medico di base e così, durante un incontro in cui discutemmo della mia accertata negatività, potei apprendere che il suo modo di conoscere ed interpretare il tema aids era molto ben differente da quanto ufficialmente veniva diffuso, ed allo scopo di potermi dare ulteriori conoscenze in merito,il medico mi invitò ad un successivo incontro da doversi fare previo appuntamento, dato la complessità dell'argomento, ma tale incontro, anche per i motivi che seguono, non avvenne mai.Un bel giorno nella nostra città scoppiò un caso particolare che i giornali diffusero con enorme clamore, tanto da far subito pensare che dietro a tutto quanto doveva esserci qualcosa di ben più profondo di quanto veniva semplicemente scritto: un medico era stato sospeso dalla professione e tra i capi d'accusa, tra le altre cose, veniva citato anche il sudiciume che sarebbe stato scoperto nel suo studio.
Guarda caso si trattava proprio del mio medico di base il cui studio non avevo mai trovato se non che in condizioni di assoluta pulizia. Raccolta qualche indiscrezione tra i medici di mia conoscenza, risultò che con il suo fare non tradizionale quel medico aveva "pestato i piedi di qualcuno" e tale era la risposta per il suo comportamento; in pratica, una delle tante mine presenti nel campo su cui si stava muovendo, gli era scoppiata sotto i piedi.
Anche parlando personalmente con l'interessato ebbi le stesse risposte con l'assicurazione, però, che la vittoria in tribunale sarebbe stata sua.
La cosa andò avanti per un lungo periodo, qualche anno se ben ricordo, poi il medico fu assolto pienamente e riabilitato per aver i giudici riconosciute valide le sue tesi. Oggi quel medico opera con pieno successo, seppure in altra località, ma rimane il fatto che aveva pienamente ragione chi sosteneva come in campo medico ci si debba muovere senza tanto allontanarsi dalle linee guida, e ciò ha sempre più aumentato le mie convinzioni secondo cui anche per quanto all'argomento aids sarebbe certamente più semplice per tanti, specie per i ricercatori che vivono di sovvenzioni, "seguire il fiume" anzichè porsi contro corrente.
E questa tesi, purtroppo, trova conferma proprio in un testo, di cui ho terminato la lettura di recente, testo che offre punti di vista molto alternativi alla tesi ufficiale circa la natura ed altri vari aspetti dell'aids, nonchè alle terapie connesse a tale patologia.L'autore del testo suddetto è il dott. Duesberg, caposcuola della corrente secondo cui l'aids sarebbe un virus inventato.
Per quanto alla lettura, il testo, di cui più sotto darò tutti gli estremi, è davvero alla portato di tutti per la sua chiarezza e dovizia di particolari e ciò che di più sconcerta è il leggere quanti errori in passato la medicina abbia fatto nel valutare nuove malattie, errori che a detta dell'autore oggi vengono nuovamente ripetuti in relazione, appunto, all'aids.
Certamente al lettore comune mancano le basi per giudicare se ciò che si legge può essere falso o vero, ma è alla portata di tutti il poter immaginare quali sono i vantaggi economici per chi guadagna su tali situazioni ad iniziare da chi produce i test ed i farmaci, farmaci a tutt'oggi usati e che invece, a detta dell'autore, sarebbero assolutamente tossici e tra le prime cause di morte dei malati sottoposti a tali terapie anti aids.
Ancora è alla portata di tutti il poter valutare come una epidemia che si sarebbe dovuta grandemente diffondere, così come si diceva negli anni '80, in effetti non si sia mai diffusa come previsto, nè sia ancora stato trovato alcun vaccino di cui già si parlava molti anni addietro, e ciò, sempre secondo l'autore, perchè il tema aids, per come presentato oggi dalla medicina ufficiale, altro non sarebbe che una enorme falsità.Ricordando tutto ciò che venne detto e che viene ancor oggi sostenuto dalla medicina ufficiale circa le caratteristiche di tale malattia, al sol pensiero che possa esistere una differente verità di cui nessuno ha mai parlato, ritengo non possano esistere parole per esprimere il senso più profondo di sconcerto, di rabbia e di profondissima condanna, nonchè esecrazione, per tutte quelle parti, nessuna esclusa, che in un modo o nella'ltro avrebbero cercato di trarre vantaggio per la propria parte, sia esso vantaggio economico o di qualsiasi altra natura, ivi comprese quindi anche tutte quelle parti che avessero cavalcato una situazione non del tutto vera al fine di portare anche nel nostro paese una ondata di moralità nuova e "necessaria" al fine di evitare un contaggio forse inesistente.
Alcuni passi del testo:
Pag. 188 e 189
Il primo postulato di Koch dice:Il microbo deve essere trovato in tutti i pazienti affetti dalla malattia. [... ]
E' quanto succede in tutte le malattie virali classiche: un millilitro di sangue(da cinque a dieci gocce) di un paziente affetto da epatite B contiene circa dieci milioni di particelle virali. Parimenti, sintomi simili a quelli dell'influenza appaiono solo in presenza di un milione di particelle di rinovirus per millilitro di muco nasale, e da uno a cento miliardi di particelle di rotavirus per grammo di feci accompagnano la diarrea. Ma nel corpo della maggior parte dei malti di Aids non si trovano particelle virali.Pag. 193
La trasmissione naturale (l'autore sta parlando delle trasmissione del virus) tramite rapporto sessuale non protetto è stata studiata in coppi cosiddette "discordanti", cioè donne sieronegative sposate a emofiliaci sieropositivi oppure omosessuali maschi sieronegativi che hanno rapporti con partner sieronegativi. Questi studi hanno rilevato un dato menzionato raramente: dopo aver neutralizzato il virus con la risposta immunitaria, una persona sieropositiva ha bisogno in media di mille rapporti sessuali non protetti per trasmettere questo virus una sola volta.Pag. 206
Le malattie infettive colpiscono indiscriminatamente entrambi i sessi.
La prima legge epidemiologica delle malttie virali dice che maschi e femmine vengono colpiti in uguale misura, perchè nessun virus o microbo predilige un sesso o l'altro. Questa legge si applica a tutte le malattie infettive che colpiscono larghi strati della popolazione. Per esempio, l'influenza, la polio, la sifilide, l'epatite, la tubercolosi, la polmonite e l'herpes sono tutte patologie che non scelgono le vittime a seconda del sesso o dell'appartenenza a specifici gruppi a rischio.
Al contrario, l'Aids colpisce soprattutto individui appartenenti a pochi gruppi a rischio, individuati di recente: persone che si drogano da tempo e i loro figli, omosessuali maschi che fanno uso di droga, emofiliaci sotto trattamento con il Fattore VIII, una sostanza che favorisce la coagulazione del sangue.Pag. 233
La rivoluzione sessuale degli ultimi vent'anni ha provocato un aumento di tutte le maggiori malattie veneree, compresa sifilide, gonorrea, clamidia e verruche genitali. Lo stesso è accaduto con l'epatite B. Tutte queste patologie infettive si sono diffuse fuori dalle loro riserve originarie, attaccando la popolazione in generale, donne e uomini quasi in misura uguale. L'Aids, invece, è rimasto assolutamente limitato ai gruppi a rischio originari. Oggi, a dieci anni dalla sua comparsa, (la prima edizione del testo risale al 1996) la sindrome viene diagnosticata in omosessuali, tossicodipendenti ed emofiliaci nel 95% dei casi, esattamente come dieci anni fa.
[...] L'Aids non è contagioso e non è una sola malattia. Morti tragiche, spreco di tempo e denaro, un dibattico pubblico isterico su un virus innocuo: ecco quali sono i frutti nati da un ambiente scientifico cresciuto a dismisura e ormai troppo vasto per produrre vera scienza.Ci sono poi altri passi davvero interessanti, oltre che assolutamente sconcertanti, almeno a mio avviso, ad esempio laddove l'autore condanna i farmaci oggi usati per combattere l'aids, primo fra tutti l'Azt.
Per sintetizzare questa parte del libro, nella quale si sotiene anche che sarebbe l'uso di droghe e non il sesso a provocare l'aids, cito quanto si legge aPag. 373
La lista di pazienti celebri che morirono sotto terapia con Azt per la loro fiducia nella classe medica comprende Rudolf Nureyev, che morì nel 1993, Rndy Shilts, autore del bestseller "And the Band Played On", che morì nel 1994, e tanti altri.Ma forse è ancor più singolare quanto si legge a
Pag. 475
Sia negli Stati Uniti che in Europa, l'Aids presenta tutte le caratteristiche di una patologia non infettiva e per varie ragioni è probabilmente la conseguenza dell'enorme diffusione nel consumo di droga che si è registrata negli utlimi anni.Come dicevo, è palese che al cittadino comune e per primo al sottoscritto viene a mancare ogni possibiltà di valutare se possa essere vero o meno ciò che in questo testo si sostiene, ma il solo dubbio che su tali argomenti si possano essere diffuse delle "non verità" è certamente argomento conturbante, ed a tal proposito va sottolineato come non si sia mai sentito dire, nè ieri nè oggi, che l'uso di droghe e non il sesso sarebbe la principale ragione dell'insorgenza dell'aids, come invece in questo testo si sostiene.
Espongo gli estremi del testo di cui ho parlato e che è stato da me acquistato presso una Libreria Mondadori al prezzo di neanche 10 Euro.
Autore: Peter H. Duesberg
Titolo dell'opera: AIDS IL VIRUS INVENTATO
Editore: Baldini Castoldi Dalai
Traduzione dall'Americano di Laura Bardare
Titolo originale: Inventing the AIDS virus
by Peter Duesber and Bryan J. Ellison
Copyright del 1996
Ultimo Copyright in ordine di tempo 2004, 2005 Baldini Castoldi Dalai editore S.p.A. Milano
ISBN 88-8490-523-0Estremi della rivista di cui ho parlato nella prima parte:
Fotografare supplemento al n. 3/89
Direttore responsabile: Vittorio Sermarini
Distributore: Sodip s.r.l. Via Zuretti 25 Milano tel. 02-67709
Fotocomposizione e pellicole: Velox, Via Tiburtina, 196 00185 Roma
Fotografare novità Reg. Tribunale di Roma n. 14613
Cesco Ciapanna EditoreAncora, per chi volesse documentarsi ulteriormente, segnalo il sito
un sito davvero ben ampio, entro al quale si potrà trovare, tra l'altro, una quantità grandissima di link; faccio presente che non proprio tutti questi link sono funzionanti, cosa che certamente può rivelarsi poco invitante, ma personalmente ho considerato che la preparazione di tutto questo materiale, così come anche le spese di hosting, saranno probabilmente sostenute da singoli privati che hanno evidentemente scelto di porsi controcorrente anzichè "seguire il fiume", un po' insomma come fece il mio amico medico, e per tali motivi sono riuscito ad apprezzare maggiormente i link funzionanti, che poi sono la gran parte.
Per gli stessi motivi personalmente ringrazio chi ha voluto contribuire alla diffusione di una teoria forse vera o forse no, ma comunque certamente molto scomoda da sostenere, così come ben illustrato nel suo libro dal dott. Duesberg.Per finire, constatata la delicatezza dell'argomento, chi volesse approfondire ulteriormente la discussione si senta libero di potermi contattare anche in pvt, tenendo però conto che nel periodo estivo, causa impegni di lavoro, non potrò essere molto attivo
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Tesi interessante e ben esposta.
Nei limiti del rispetto della privacy, invito a dibattere il tema qui nel topic ed usare i pvt solo per situazioni personali.
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Per questioni personali inerenti un conoscente, ho passato moltissimo tempo ad informarmi su questioni inerenti le malattie del sistema immunitario, compreso l'AIDS (più esattamente è l'HIV). Ho anche letto, per stralci, il libro di Duesberg e, fermo restando che non essendo medico non sono assolutamente in grado di dare un giudizio sulla questione, ho maturato comunque la convinzione che nella tesi di Duesberg ci sia molto di vero, o quantomeno la medicina ufficiale non ci dice tutta la verità. Del resto i casi in cui la medicina ufficiale ci tiene nascoste le cose (vedi VIOXX:x), sono molti.
Mi permetto, quindi, di riassumere in poche (si fa per dire) parole, la situazione come la ho ricostruita.E? risaputo che le grandi epidemie sono oggi sostanzialmente scomparse, e le malattie infettive sono raramente la causa di morti, ma non è dato comune il fatto che la maggior parte di queste malattie, come la tubercolosi e la polmonite, hanno cominciato a scemare già prima dell?introduzione di cure efficaci, e ciò perchè molto spesso queste malattie vengono combattute dal miglioramento delle generali condizioni di vita delle persone, igieniche e alimentari, cosa che si nota soprattutto nei paesi maggiormente sviluppati.
Infatti gli esseri umani convivono da sempre con batteri, alcuni dei quali sono addirittura indispensabili per l?uomo, come l?escherichia coli che, presente nell?intestino, aiuta la digestione. Alcune malattie, come la pellagra, che in passato erano credute causate da batteri, ora si sa che sono in realtà dovute a carenze alimentari.Purtroppo esiste una diffusa tendenza a considerare un virus o un batterio come la causa di ogni malattia, e da qui la loro continua ricerca.
Secondo alcuni scienziati, questo errato modo di precedere è alla base della bufala del secolo, l?AIDS. Alcuni scienziati di fama mondiale sostengono, infatti, che il retrovirus HIV non esista, in quanto non esiste alcun documento ufficiale che ne provi l?esistenza, ed inoltre, non esiste alcuna prova che esso, semmai esistente, causi realmente l?AIDS.Il virus HIV, sostengono questi scienziati, non è mai stato isolato né fotografato, e le recenti ricerche del Progetto Genoma hanno contestato anche il concetto di retrovirus medesimo. Questo spiegherebbe perché venti anni di cure per l'AIDS non hanno ottenuto sostanzialmente alcun risultato.
Il dottor Robert GALLO nel 1984 annunciò in una conferenza stampa di aver scoperto il retrovirus HIV, e che esso era la probabile causa dell?AIDS, e lo stesso giorno brevettò il test dell?AIDS (per il quale riceve l?1% dei proventi, e grazie al quale si è arricchito). Gallo, però, non aveva mai pubblicato niente della sua ricerca, né aveva sottoposto le sue ricerche alla revisione di colleghi, insomma un illustre sconosciuto !
Quando in seguito le sue ricerche furono pubblicate si notarono dei problemi, e le sue ricerche furono in parte contestate. Le procedure di laboratorio che Gallo e i suoi collaboratori utilizzavano per provare l'isolamento vennero osservate soltanto nel 36% dei suoi pazienti di Aids, e soltanto l?88% era positivo al test ?degli anticorpi HIV?. Inoltre, per assicurare che soltanto i pazienti in AIDS e non l'intero gruppo di controllo risultasse positivo al test degli anticorpi, egli aveva diluito il sangue 500 volte. A diluizioni minori troppi soggetti sani del gruppo di controllo risultavano positivi al test. Questi fatti avrebbero dovuto essere sufficienti a gettare seri dubbi sulle affermazioni di Gallo che egli avrebbe scoperto un nuovo retrovirus come ?probabile causa dell'AIDS?. Invece non accadde nulla.A tutt?oggi non esiste ancora alcuna foto del virus HIV , nonostante oltre 10.000 studi sull?argomento, ma l?opinione mondiale crede alla sua esistenza. Lo stesso Gallo, e il suo collega MONTAGNIER, non sono mai stati in grado di spiegare al premio nobel Kary MULLIS (inventore della Polymerase Chain Reaction), come l?HIV provochi l?AIDS.
Peter DUESBERG , membro della National Academy of Science, oltre che docente presso l?università di Berkeley in California, pioniere nella ricerca dei retrovirus e primo scienziato ad aver isolato il gene del cancro, è uno dei più prestigiosi dissidenti sulla ricerca riguardante l?AIDS, in particolare mettendo in dubbio che l?AIDS sia trasmesso per via sessuale. Dal 1987, quando pubblicò sulla rivista Cancer Research un articolo in cui contestava le ?verità? sull?HIV, ha subito un continuo attacco personale, tanto che il direttore del prestigioso Lancet lo ha definito come ?lo scienziato vivente più diffamato in assoluto?. Tuttavia le sue idee non sono state ancora confutate, però si continua ad asserire che ?...dovrebbe essergli impedito di parlare in televisione. Sì, una linea auspicabile sarebbe quella di impedire i confronti televisivi con Duesberg? (Nature, 1993).
Anche gli stessi test dell?Aids, l?Elisa e il Westernblot, non sono affatto attendibili, in quanto imprecisi e forieri di numerosi falsi positivi. Tanto che all?inizio si considerava positivo un individuo con una sola banda di positività, adesso se ne pretendono di più. In paesi diversi si richiedono configurazioni diverse per valutare la positività, in Australia servono 4 bande, in Africa basta 1 sola banda. Il sistema di valutazione varia addirittura da laboratorio a laboratorio di uno stesso stato e da un giorno all'altro si possono riscontrare risultati differenti. Un documentario della BBC andato in onda nel 1996 mostrò che un campione di sangue fornito da un volontario fu valutato tre volte positivo e due volte negativo nello spazio di un mese. Quindi non esistono nemmeno criteri standard per la valutazione della positività.
Esistono oltre 60 fattori estranei all?HIV che possono determinare un test positivo, poiché la falsa reattività è spesso associata ad un aumento delle immunoglobuline, cosa che si verifica in presenza di malaria, di varie infezioni, ma anche di una vaccinazione antinfluenzale o addirittura in caso di gravidanza. Ciò comporta che un paese come l?Africa, dove la popolazione è esposta ad una miriade di infezioni, avrà una reattività molto più alta ai test rispetto ad altri paesi, una falsa reattività ovviamente.
Lo stesso fatto che la maggior parte dei sieropositivi vive bene e a lungo da a pensare. Si è parlato di malati asintomatici, ma alcuni sostengono, invece, che i test per la sieropositività non hanno alcun valore.Secondo Duesberg l?HIV si comporterebbe come uno qualsiasi dei numerosissimi innocui microbi presenti nell?organismo umano, ?infettando? solo una minima parte di cellule, in maniera tale da essere del tutto innocuo. Il fatto che tanti sieropositivi siano in salute dopo moltissimi anni sarebbe la prova che l'HIV non è letale.
Alcuni estimatori dell?HIV sostengono che il virus in questione ha un?incubazione molto lenta (all?inizio di parlava di 18 settimane, adesso si parla di 20 anni !), peccato che tutti i virus conosciuti hanno un?incubazione molto breve, di giorni o al massimo settimane.
Addirittura la corte di Dortmund, il 15 Gennaio 2001, ha emesso una sentenza di condanna ad 8 mesi, con sospensione della pena, in un procedimento per Genocidio contro le Autorità Sanitarie Federali Tedesche e contro il Parlamento della Repubblica Federale Tedesca. Le autorità sanitarie erano accusate di aver diffuso informazioni e foto false relative all?isolamento del virus HIV, e il Parlamento Tedesco era accusato di aver assecondato tali menzogne nonostante fosse a conoscenza dal 1994 del fatto che il virus HIV non è mai stato isolato, e che conseguentemente nessun test poteva essere approvato ed utilizzato per definire infette persone che, sane prima del test, sono poi morte dopo un trattamento con farmaci antiretrovirali. La tesi dell?accusa, e cioè che né Montagnier (1983) né Gallo (1984) avevano isolato alcun virus in connessione con l?AIDS e che il Bundestag era dal 1994 a conoscenza di tale fatto, è stata provata sulla base di un documento registrato negli archivi del German Bundestag stesso col numero DS 12/8591. Dopo la sentenza i ricorrenti hanno indirizzato una lettera nella quale descrivono le motivazioni e le conclusioni del procedimento legale a:- ONU, Office of the High Commissioner for Human Rights, Mary Robinson
- Tutti i capi di Stato e tutti i capi di Governo
- Tutte le Organizzazioni Governative.
Effetti della lettera: nessuno !
Il virus HIV in realtà non è un virus ma un retrovirus, cioè non contiene DNA ma RNA, un codice utilizzato dai processi cellulari per trasferire informazioni dal nucleo, dove risiede il DNA, ai ribosomi, dove si assemblano proteine. Di retrovirus ne sono stati individuati ed isolati circa 200, tutti assolutamente innocui, tutti tranne l?HIV che oltre ad essere assolutamente terribile è anche l?unico mai realmente isolato. Successive ricerche hanno confutato l?esistenza stessa dei retrovirus: le strutture biochimiche ed i processi enzimatici che avevano giustificato tale ?scoperta? sono risultati appartenere alla cellula e non al presunto ospite.
Continuando, si sa che i virus vengono combattuti dal sistema immunitario, e si sa che sono gli anticorpi ad identificare ed eliminare il virus, e si sa che solo gli anticorpi che hanno già ottenuto dei successi sul virus cominciano a duplicarsi incessantemente per costituire cellule specializzate sufficientemente numerose per affrontare ed eliminare il virus. Si sa quindi che la presenza di anticorpi attesta la vittoria del sistema immunitario ed il superamento della malattia. Questo è vero sempre, tranne che per l?HIV !
Si sa che all?infezione segue l?incubazione, durante la quale il virus si moltiplica rapidamente, fin quando la sua concentrazione porta al manifestarsi della malattia e all?attivazione del sistema immunitario: la prima battaglia è quella più difficile perché il nemico si presenta in forze avendo potuto, ancora sconosciuto, moltiplicarsi indisturbato. Dopo la prima sconfitta il virus può rimanere latente, guardato a vista, ed eventuali successivi scontri si risolvono rapidamente a favore del sistema immunitario: se c?è una battaglia che il virus può vincere questa è la prima, dopo difficilmente il virus riesce ad avere ragione del sistema immunitario che ha già trovato adeguate difese contro di esso. **Questo è vero sempre, tranne che per l?HIV !
**Infatti il virus viene sconfitto immediatamente dal sistema immunitario senza neanche mostrare segni della propria presenza, diventa latente per un tempo che può essere biblico, e si risveglia poi con conseguenze nefaste senza che il sistema immunitario possa opporre la benché minima resistenza. Per spiegare questa sua particolare attitudine è stato definito un ?lentovirus? !!!!
Lo si è anche definito ?elusivo? e ?mutante? per spiegare la sua capacità di non farsi individuare dagli scienziati o eliminare dagli pseudo nucleotidi (AZT). Poi vista questa sua supposta capacità si è potuto suggerire di utilizzare l?azione combinata di più farmaci (il cocktail HAART) con vantaggi evidenti per le case farmaceutiche che invece di farsi concorrenza possono spartirsi una torta ancora più grande.
Si sa che l?evoluzione ha impiegato un miliardo di anni per far assumere agli organismi unicellulari la nostra meravigliosa complessità. E va da se che per un miliardo di anni il sistema immunitario si è sviluppato vincendo tutte assolutamente tutte le sue battaglie contro i virus, altrimenti non saremmo qui a parlarne. E non ha usato l?AZT. Poi è arrivato l?HIV e quello che è stato vero per un miliardo di anni improvvisamente non lo è più.
Il vaccino è una forma indebolita del virus di cui mantiene le sembianze ma non l?intraprendenza, è un virus depotenziato, una specie di identikit che si fornisce al sistema immunitario per consentirgli di selezionare e allertare i suoi anticorpi migliori, quelli capaci di combattere con successo quel virus. Se mai il virus si presenta, il sistema immunitario è già pronto e può agire rapidamente evitando l?insorgere della malattia. Il male viene combattuto comunque dagli anticorpi, non dal vaccino che serve solo per predisporre gli anticorpi giusti. Secondo la tesi ufficiale, tutti i soggetti infettati dall?HIV sviluppano spontaneamente gli anticorpi entro 2-4 settimane dall?infezione, tant?è che il test rileva proprio la presenza di tali anticorpi. A cosa potrà mai servire un vaccino per l?HIV è uno dei più grandi misteri della storia dell?umanità. Se poi consideriamo che questo virus è mutante il mistero si infittisce: quale identikit verrà fornito al sistema immunitario? Se poi ci ricordiamo che il virus HIV non è mai stato isolato allora possiamo solo pensare al miracolo: l?identikit di una entità che nessuno ha mai visto né conosciuto !Ma allora, se l?AIDS non è causata dall?HIV, che cosa è ?
In realtà l?AIDS, secondo i detrattori della teoria del retrovirus HIV , sarebbe solo un definizione che comprende un alto numero di malattie conosciute, che vengono definite AIDS se associate ad un test positivo. Se hai la tubercolosi ma il test è positivo, dicono che hai l?AIDS, se il test è negativo, allora hai solo la tubercolosi.
La stessa definizione di AIDS solleva dei dubbi. I Center of Disease Control americani, nel 1993 decisero che chi aveva un numero di linfociti inferiore a 200, anche se sano, veniva dichiarato malato di AIDS, raddoppiando così in una sola notte i casi di AIDS negli Stati Uniti (una cosa simile è accaduto con il diabete !). Ad ogni revisione della definizione aumentano i malati. Anche per la definizione vi è una differenza marcata tra gli Stati. Ad esempio in Africa generalmente non si richiede il test HIV (perché troppo costoso!), ma è sufficiente avere tre dei principali sintomi clinici, perdita di peso, febbre e tosse, più un sintomo minore, come un prurito, per essere dichiarati affetti dall?AIDS. Quindi se hai la malaria, oppure sei semplicemente vittima della malnutrizione, rischi di entrare comunque nelle statistiche dell?AIDS. Questo comincia a spiegare perché l?Africa è il paese più colpito da questa malattia.Anche riguardo alla trasmissione dell?AIDS sono sorti molti dubbi. Innanzitutto per anni i pazienti malati di AIDS sono stati curati da medici ed infermieri non vaccinati, e nonostante ciò non si rilevano vittime di AIDS tra i medici. Poi la trasmissione sessuale è stata smentita da studi che stabiliscono una possibilità di trasmissione dell?AIDS per via sessuale pari allo 0,0009 per contatto sessuale. Cioè, solo dopo 3.330 rapporti sessuali (9 anni con un rapporto al giorno) si raggiunge il 95% di probabilità di infezione !
Infatti, l?AIDS rimane confinato a ben specifici gruppi di individui, i tossicodipendenti (32% in USA, il 60% in Italia), generalmente colpiti da infezioni multiple, omosessuali maschi (62% in USA, 42% in Europa), in quanto utilizzatori di sostanze afrodisiache e rilassanti per la muscolatura sfinterica, emofiliaci e politrasfusi (11% in USA e 3% in Europa).Nonostante le catastrofiche cifre dei media, le previsioni sull?AIDS sono state ampiamente smentite, in quanto la sua diffusione é in continuo decremento. E? vero altresì che c?è la diffusa usanza di presentare dati cumulativi, e non di anno in anno come regolarmente si dovrebbe fare, oltre che aumentare artificialmente i casi di AIDS, ampliando la categoria.
Anche le terrorizzanti cifre diffuse sulla diffusione dell?AIDS in Africa e nei paesi del Terzo Mondo non sono altro che stime, senza alcuna precisazione sui metodi per ottenere quei risultati. Questo modo di presentare i dati, è ovvio, deriva spesso dal desiderio di ottenere nuovi fondi per le ricerche. In realtà dal 1999 al 2004 i casi di AIDS in Africa erano solo 81.565, a fronte di 800 milioni di persone, di cui 10 milioni sono i morti annuali, ed almeno un milione per la sola malaria. Una volta in Africa si moriva per la malaria, e oggi si muore ancora per la malaria, solo che la chiamano AIDS !
La differenza è importante, se sei solo un morto di fame, nessuno si interessa di te, ma se sei un malato di AIDS, ci sono ben 750 organizzazioni internazionali che, a fronte di cospicui finanziamenti governativi, sono pronte a coprirti di cibo ed aiuti. Quindi, come suggerisce il microbiologo Harvey BIALY, sono stati gli ingenti fondi internazionali a spingere medici e politici a riclassificare come AIDS malattie già presenti da secoli nel continente nero.
Nel 2000 alcune multinazionali farmaceutiche proposero di usare farmaci per l?AIDS, come l?AZT, massicciamente su donne incinte e neonati, per la cura e la profilassi dell?infezione da HIV. Il presidente sudafricano MBEKI convocò una conferenza internazionale per un dibattito sugli effetti tossici dell?AZT e sulle alternative terapeutiche di trattamento all?AIDS. Nonostante alla conferenza partecipassero eminenti studiosi, iniziò un linciaggio nei confronti del presidente sudafricano classificato come pazzo e uccisore di bambini africani. Dalla conferenza uscì fuori, come temevano le multinazionali, un raro momento di reale informazione sull?AIDS e l?inizio della crisi sul collegamento HIV-AIDS.Proprio l?AZT è stato messo sotto accusa, tutti ricordano il caso del famoso cestista Magic Johnson che rifiutò di prenderlo e, nonostante fosse stato dato per spacciato, sta ancora bene, ha vinto le olimpiadi del 92 e di recente ha dichiarato di essere guarito dall?AIDS !
Ma questo è vero per moltissimi altri, mentre non si conoscono casi di persone che siano sopravvissute alla cura dell?AZT.L?AZT nacque come farmaco antitumorale, ma rimase accantonato per 20 anni perché si dimostrò altamente tossico (è impiegato per il veleno dei topi !), ma poi fu riconvertito come farmaco anti-HIV. Ben sei studi ne hanno provato la tossicità, e gli studi provano che i pazienti non ne traggono alcun beneficio, anzi vi è un numero di decessi maggiore tra i pazienti trattati con l?AZT che in quelli non trattati. Tra le conseguenza dell?AZT abbiamo: distruzione del sistema immunitario, distruzione del midollo osseo, distruzione dei tessuti e della flora batterica intestinale, linfoma, atrofia dei muscoli, danni al fegato, al pancreas, alla pelle e al sistema nervoso. Una persona sana sottoposta ad un trattamento continuativo con AZT in pochi mesi subirebbe effetti devastanti, simili, ma guarda un po', a quelli dell'AIDS conclamato, fino ad arrivare ad un tasso di mortalità prossimo al 100%. Eppure, questo farmaco continua ad essere utilizzato come cura per l?AIDS, rendendo ricca la Wellcome, casa farmaceutica produttrice.
Per evitare questi devastanti effetti si è suggerito di combinare più farmaci a dosaggi più bassi, i famosi cocktail, riuscendo così ad allargare il numero di pazienti sottoponibili alle presupposte cure.Purtroppo, anche se tali dati sono ben conosciuti dagli addetti ai lavori, il grande pubblico ne sa ben poco, perché ogni tentativo di portare queste notizie alla massa si scontra con inaspettate e feroci censure.
Il motivo è presto detto. Di anno in anno le somme raccolte per la lotta all?AIDS si moltiplicano (6 milioni di dollari solo nel 2004), molti scienziati coinvolti nella ricerca possiedono società che vendono test e hanno soldi in partecipazioni societari, organismi statali ricevono miliardi di dollari di sovvenzionamenti, insomma per molte persone il problema non è tanto la crescita dell?AIDS, ma la sua eventuale scomparsa, come causa di possibili fallimenti a catena.Ovviamente tutto questo non è certo, perchè un vero e proprio dibattito, tra scienziati, sul punto, non si è mai avuto, ma c'è quanto basta per avre dei dubbi, dei forti dubbi, sulla verità ufficiale.
Il primo dubbio che mi è venuto è: perché spendere tanti miliardi inutilmente per l?AIDS, quanto vi sono tantissime malattie che potrebbero essere facilmente curate con quei soldi, tipo tubercolosi, polmonite, malaria, diarrea, per cui muoiono oltre 3 milioni di africani ogni anno ?http://www.ilvirusinventato.it/
http://www.disinformazione.it/aids-hiv.htm
http://www.disinformazione.it/terapiaHIV.htm
http://www.disinformazione.it/citazioniAIDS.htm
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ti condivido in pieno e ti faccio i miei complimenti per la bella esposizione e per aver dato un ottimo contributo a diffondere un così importante argomento.
A chi leggendo le righe di bsaett potesse venire qualche dubbio sulla veridicità di quanto detto, faccio presente che la quasi totalità degli argomenti si trova esposta nello stesso modo anche nel libro di Duesberg.
Rimane la speranza che potranno essere in molti a leggere questa discussione, e per quanto ognuno potrà maturare un suo proprio punto di vista circa l'argomento trattato, almeno si potrà conoscere che la voce ufficiale non è affatto la sola esistente, voce che, anzi, si trova ad essere controbattuta da persone di mestiere con argomenti di portata davvero sbalorditiva e difficili a reperirsi nei comuni mezzi di informazione.
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Io vi ringrazio fortemente per questa discussione.
Personalmente non ne sapevo niente e i dubbi mi piacciono!Come dicevate io non ho mezzi per confutare ne una tesi ne un'altra purtroppo. Ma da quel che ho letto, fosse vera l'ipotesi non convenzionale mi viene molto da pensare che oltre a un mero fattore economico ci sia anche la volontà di continuare a mostrare il sesso (e non solo) come qualcosa di sporco, di pericoloso e con tutte le conseguenze che questo consegue portare all'emarginazione di determinate categorie di persone. E inoltre un modo per "scremare" quelli che da sempre vengono considerati più ad alto rischio di AIDS omosessuali, drogati. E' giusto una sensazione personale che ho avuto leggendo i vostri due post.
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Scusate la confusione, ma è la prima volta che leggevo questa cosa e ora il mio cervello frigge un po'. :():
Una cosa però non mi è chiara... mi sembra che ne sapete abbastanza dunque chiedo a voi.
Da quel che ho capito tutti i problemi dei malati di AIDS che giungono poi alla morte sono dati dai farmaci che gli vengono somministrati per il presunto virus. Ho capito male?
Ma prima che ci fossero questi farmaci, non c'erano casi di morte con un collasso fisico simile a quello dato dal presunto virus dell'AIDS?
Dunque sostanzialmente una persona ha una malattia che viene classificata come AIDS e curata come tale con farmaci che distruggendo cellule sane e malate porta alla morte dell'individuo?
Un unico dubbio ho sempre avuto in merito, a me personalmente non è mai capitato di sentire persone che stavano male e il medico gli ha consigliato di fare il test per l'HIV. Mi sembra più classico invece l'esempio di persone che ritengono di aver avuto i cosiddetti "comportamenti a rischio" e scoprono di avere l'HIV e dopo cominciano i problemi. Ma bho è solo una mia supposizione, però è una cosa che mi girava in testa da un po'.
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@Vampiretta said:
Ma prima che ci fossero questi farmaci, non c'erano casi di morte con un collasso fisico simile a quello dato dal presunto virus dell'AIDS?
Difficile rispondere a questo. Per quello che ho potuto leggere su questa materia, e capire (non sono medico, lo ribadisco), casi di morte assimilabili all'AIDS sono sempre esistiti. Ciò non vuol dire molto, poichè se l'HIV è stato scoperto nel 1984, doveva già esistere prima, infatti ci sarebbero casi che analizzati a posteriori potrebbero essere considerati di AIDS. Oppure potrebbero essere conseguenti ad altre malattie (in Africa con la dissenteria ci muori).
Da quello che ho capito della posizione dei dissidenti, non è che dicono che l'AIDS non esiste, quanto piuttosto che non è provata la correlazione tra HIV (il retrovirus, del quale non vi sarebbero prove che esiste) e l'AIDS. Insomma, non è detto che la condizione AIDS sia dovuta necessariamente al retrovirus HIV.
E' molto interessante notare che al giorno d'oggi, per definire l'AIDS, si fa riferimento a due sistemi importanti, uno consigliato dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità (WHO) con la frase 'regole da utilizzare in ambienti con risorse limitate', e l'altro raccomandato dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), sistema 'da utilizzare nei paesi in via di sviluppo'. Due pesi e due misure. Se vivi in Africa, considerato che molti paesi africani non possono permettersi il costoso test per l'HIV, rischi di essere etichettato come malato di AIDS se hai la dissenteria, mentre in USA o in Europa non accade così.
C'è da pensare !Poi che esistano farmaci che fanno più male che bene, non c'è bisogno di ipotizzare, basta ricordare il caso del VIOXX . Per il VIOXX (se ne è parlato su Rai3, Report, di recente), pare che la casa farmaceutica e la FDA sapessero che poteva far male fino a uccidere, eppure lo hanno distribuito ed autorizzato lo stesso.
La Wellcome, oggi Glaxosmithline, aveva l'AZT e non poteva utilizzarlo. Forse hanno fatto pressione per poter sfruttare un farmaco che comunque deve essere costato loro milioni di dollari di ricerca ?
E poi, il fatto che la maggioranza dei malati di AIDS sono omosessuali, tossicodipendenti, e anche non bianchi (i bianchi malati di aids spesso sono soggetti con vite sregolate), potrebbe essere rilevante ?Facciamo un conto dei non americani che invadono (pacificamente si intende) gli USA ogni anno, e dei non europei (musulmani, gente dall'est, cinesi, ecc....) che si stanziano in Europa. Loro hanno una elevata crescita demografica, noi americani ed europei no. Potrebbe essere considerato un problema per chi governa un paese europeo o gli USA ?