• Super User

    Trent'anni dopo il rapimento di Aldo Moro

    Il 16 marzo 1978 Aldo Moro, fu rapito dalle Brigate Rosse mentre gli uomini della sua scorta furono uccisi.
    Il suo corpo fu fatto trovare nel bagagliaio di un'auto nel centro di Roma, a pochi metri di distanza dalle sedi del PCI e della DC il 9 maggio.

    http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=18366
    In questo video (che io non sono capace a postare...😊) la giornalista Miriam Mafai ripercorre i momenti del rapimento e i terribili giorni di prigionia.


  • Super User

    Un'altra pagina straziante della storia della nostra povera Italia.

    Io purtroppo non ne ho memoria. Ma i miei genitori me li raccontano come giorni bui, sia quelli del rapimento Moro sia quelli che hanno caratterizzato gli anni del terrorismo. 😞


  • Super User

    Purttroppo neanche io ne ho memoria... quello che so l'ho appreso dai racconti dei miei genitori e dai libri...
    Quelli furono anni difficili, in cui le Brigate Rosse colpirono uomini di destra e di sinistra; furono anni in cui il terrorismo neofascista metteva bombe e in cui una persona distratta cadde giù dalla finestra. E oltre ai due terrorismi ideologici si aggiunse un altro terrorismo: la mafia, che dagli anni Settanta in poi colpì uomini politici e magistrati.
    Anni difficili...
    Purtroppo anche i nostri anni, quelli di cui noi abbiamo memoria (Credo che io e Vampiretta abbiamo pressappoco la stessa età) non sono stati facili: la mafia ha ucciso Falcone e Borsellino, e lo Stato l'ha aiutata nell'opera, poi il G8....
    Gli anni terribili credo che non finiranno mai..


  • Super User

    Quelli furono anni difficili, in cui le Brigate Rosse colpirono uomini di destra e di sinistra;Condivido le vostre amare considerazioni e aggiungo solo un dettaglio importante:
    Aldo Moro era di centro e si batteva per appianare i contrasti e rendere meno evidenti le conflittualità.

    Le Brigate Rosse consideravano vincente la loro battaglia solo in un contesto sociale esasperato, dai confronti tesi ed estremizzati.

    Colpirono quindi le persone più eque e pacate, più moderate e capaci di proporre o creare azioni o interventi aggreganti tali da portare a progetti di concordia e pace sociale. 😞

    Edit:
    Ho letto solo ora questo articolo di oggi.
    Franco Piperno considera brave persone i Brigatisti, in quanto soldati sconfitti di una morale di guerra.

    Se mai l'avessero vinta quella guerra, ai giovani che avessero manifestato contro la loro dittatura, avrebbero fatto urlare viva polpot, tra una manganellata e l'altra in una Bolzaneto tutta rossa.:vai:


  • Super User

    @Andrez said:

    Colpirono quindi le persone più eque e pacate, più moderate e capaci di proporre o creare azioni o interventi aggreganti tali da portare a progetti di concordia e pace sociale. 😞
    E' questo che continuo a non capire, non che se avessero ucciso degli estremisti fosse stato giusto capiamoci, ma perchè andare proprio a uccidere chi forse proprio tramite la mediazione poteva apportare dei cambiamenti significativi in Italia e chi soprattutto faceva il suo lavoro con onesta e coscienza.

    Come dice gaetanuzza gli anni difficili non finiranno mai, mi viene da pensare alla canzone di Lennon "Imagine" sembra davvero così utopistica, lontana anni luci dalla realtà ancora più di quando fu scritta più di 30 anni fa.

    E io provo un senso di forte rabbia e repulsione quando continuo a vedere terroristi che hanno la facoltà di parlare in tv e di parlare in scuole e università. 😞 Forse può finire la respnsabilità penale scontando la propria pena, ma non può finire la responsabilità morale e civile specie quando i parenti prossimi delle vittime sono ancora in vita.

    @Andrez said:

    Franco Piperno considera brave persone i Brigatisti, in quanto soldati sconfitti di una morale di guerra.
    Il problema è che la guerra era solo la loro, secondo questo ragionamento io domani potei decidere di essere in guerra con lo stato italiano, ammazzare un esponente dello stato e dire "eh si, ma è la mia morale di guerra"?. Secondo me si farnetica a volte. Questa è una pagina oscura di una fetta della sinistra italiana, finchè non prenderà una posizione chiara e netta sulla questione non si andrà molto avanti, in effetti per alcuni versi la parte della sinistra più "estrema" sembra ancora ferma al '68.

    Che faccia il paragone con guerre sparse nel mondo mi sembra un pochino demagogico, fermo restando che personalmente non ritengo chi va in guerra un eroe, ma questa è una mi personalissima visione della cosa che non vuole offendere nessuno.


  • Super User

    E' questo che continuo a non capire, non che se avessero ucciso degli estremisti fosse stato giusto capiamoci, ma perchè andare proprio a uccidere chi forse proprio tramite la mediazione poteva apportare dei cambiamenti significativi in Italia e chi soprattutto faceva il suo lavoro con onesta e coscienza.Perché come ho scritto, le Brigate Rosse consideravano vincente la loro battaglia solo in un contesto sociale esasperato, dai confronti tesi ed estremizzati.

    Quando i rapporti tra le classi divengono tranquilli e pacati, quando vengono appianati momenti di tensione ed ognuno ha (ottiene, riceve, conquista) un suo spazio dignitoso nel quale vivere serenamente con la sua famiglia e nel quale esprimere liberamente la sua soggettiva personalità ... chi glielo fa fare di andare in piazza, fare casini e/o rivoluzioni?

    Le opposte forze estreme, per poter proporre/imporre estremi rimedi, (cioè loro stessi) hanno necessità di esasperare gli animi, far degenerare conflitti, rendere invivibile ed inaccettabile la qualità della vita a larghe fasce di cittadini.

    Per questo le brigate rosse ed i loro fiancheggiatori, hanno colpito chi cercava di appianare le tensioni e proporre soluzioni ragionevoli ai conflitti sociali.
    In una situazione di massima instabilità data da rapporti sociali invivibili ed inaccettabili, in una esasperazione di questi conflitti che porti ad una rivolta generalizzata delle masse, i grandi leader ***capi supremi, ideologhi e profeti rossi ***di quella rivolta, quelli che hanno saputo indicare la giusta via al popolo arrabbiato sollevandolo, possono poi manipolarne a piacere la grande forza d'urto e di consenso iniziale, creando un bel regime a loro personale somiglianza, più o meno feroce, umano o spietato, come da esempi di Lenin, Castro o Pol Pot.

    Ma se tutto è tranquillo, se i conflitti sociali vengono risolti da uomini politici saggi ed onesti, e le masse sono appagate e felici ... chi ci va in piazza a farsi sbudellare per conquistare il potere da consegnare nelle loro mani?

    Berlinguer in quegli anni aveva compreso l'importanza di andare oltre la conquista del 51% dei consensi al fine di poter imporre duramente scelte politiche opposte al restante 49%, ma di individuare un progetto politico (il compromesso storico) che fosse condivisibile da una vasta fascia di cittadini, lavoratori e cattolici. Aldo Moro, che aveva capito molto bene l'importanza di quel progetto, si stava muovendo (stava muovendo la DC di allora) in quella direzione.

    Non vi sono purtroppo solo le brigate rosse a giocare a questo gioco, e questo (esasperare e far degenerare i conflitti ed i contrasti) è quanto da diverse parti si è cercato e si sta ancora cercando paurosamente di indurre in Italia in questi ultimi anni.


  • Super User

    Si ho capito cosa intendevi, grazie per la spiegazione. 😉

    Quel che fa rabbia è pensare che chi usa questo tipo di violenza adduce la scusa di volere un Italia migliore soprattutto per le fasce più povere. Pensa se la volevano peggiore.

    Sarà che io sono stata cresciuta a non usare mai la violenza, al massimo per difendermi da altra violenza fisica e trovo inaccetabile nascondersi dietro un dito in quel modo. Anche quelli sembrano giochi di potere che poco hanno a che vedere con l'uguagliana tra le classe sociali.