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Mi sembra interessente il parere dell'Agenzia delle Entrate, che pare interpreti il tutto come Procacciatore d'affari occasionale fino a 5000 euro.
http://www.fiscoitalia.com/news.asp?id=981
http://www.altalex.com/index.php?idstr=30&idnot=954
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In quei pareri si deduce che il committente dovrebbe pagare in ritenuta d'acconto, ma questo Google non lo fa. Non ci pensa nemmeno a versare l'IVA per condo del publisher!
Conseguentemente il publisher risulta totalmente evasore al fisco rispetto al compenso ricevuto, non avendo egli possibilità di dichiararlo altrimenti, per i motivi sopra citati e che qui brevemente riepilogo.
- Non trattasi di lavoro occasionale in quanto la prestazione supera i 30 gg l'anno
- Non trattasi di compensi percepiti a seguito di "obblighi a fare, non fare, permettere" in quanto non previsti dal contratto/accordo (non registrato) con Google.
- Non trattasi di redditi da affitto di bene mobile o immateriale in quanto anche qui non è previsto in alcun punto dell'accordo/contratto (non registrato)
E tengo a precisare che i contratti di affitto di beni e quelli derivanti da obblighi per i quali si percepisca un compenso hanno l'OBBLIGO di essere registrati
- Non trattasi di reddito da lavoro dipendente per ovvi motivi.
Altri tipi di dichiarazioni (lavoro autonomo, e redditi da impresa) prefigurano il possesso di partita IVA e altre incompense a seconda dell'inquadramento.
Allora tu se fossi un piccolo webmaster senza p.IVA come lo dichiareresti quel compenso al fisco? e come lo dichiari invece adesso che sei impresa?
C'è anche un altro punto: L’iscrizione a ruolo degli agenti d’affari in mediazione è obbligatoria anche per coloro che svolgono l’attività in modo occasionale;
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La figura del procacciatore d'affari occasionale è quella che a mio avviso si presta meglio, anche meglio del contratto di affitto. Ma ci sono obiezioni anche in questo caso.
La questione dei 30 giorni è poi assurda nel caso del procacciatore d'affari, e quindi si è occasionale P. A. se si guadagna meno di 5000 euro.
L'iscrizione non è obbligatoria e non è obbligatoria la partita Iva. Su internet ci sta un bel sito sul procacciotore d'affari e dove ti puoi leggere queste cose.
Peccato che ora non ricordo l'indirizzo, ma lo trovi.
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Non serve la partita IVA sotto una certa soglia di ricavi se si viene pagati in ritenuta d'acconto ma questo Google no lo fa.
Google non versa alcuna IVA per conto del publisher e quindi quest'ultimo la deve versare in proprio.
Quanto sopra premettendo che il procacciatore occasionale sia l'inquadramento giusto, ed io rimango convinto del contrario
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Chi ospita adsense consente la conclusione (al pubblico) di una più complessa campagna pubblicitaria (organizzata e gestita principalmente da adsense)....
... la sentenza della Corte di giustizia Ue che ho citato altrove definisce servizio pubblicitario qualsiasi parte di una campagna pubblicitaria....
... un servizio pubblicitario reso in maniera continuativa, con una innegabile organizzazione di mezzi (computer, software, spazio hosting), capitali (investimento per la creazione del sito e il suo mantenimento) e persone (lavoro di qualsiasi natura del proprietario attorno al proprio sito) rende tale attività pienamente rientrante tra quelle di cui all'art. 2195 del Codice Civile e dunque attività d'impresa....
... tale attività continuativa è per il fisco produttrice di reddito d'impresa....
... il reddito d'impresa è tale anche se di un solo euro.
E' totalmente da escludere il lavoro autonomo (professionisti).
Nuove impostazioni di commentatori sembrano escludere i servizi pubblicitari e far rientrare la figura nel procacciamento d'affari, ma certo ben difficilmente si potrebbe dire occasionale in quanto sicuramente continuativo. Il procacciamento d'affari continuativo è comunque produttivo di reddito d'impresa (si torna al medesimo punto).
Dopo di che si può tentare di escogitare stratagemmi per cercare di deviare verso altre categorie reddituali (es. redditi commerciali occasionali), ma ben difficilmente la vedo cosa possibile in quanto il DPR 917/86 è ben rigido nel definire le categorie esistenti.
Paolo
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Salve a tutti.
Il discorso, come sempre su questo forum, si è fatto interessante, tuttavia mi pare che ci siamo allontanati dal quesito di partenza: la soluzione proposta da Yogunet è fiscalmente valida o no?
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Sarebbe interessante saperlo...
Loro in effetti stanno esercitando quella attività e per ora non mi risulta che siano stati bloccati dalla Guardia di Finanza..Resta però da sapere se è lecito partecipare degli utili pubblicitari rimanendo gestori del proprio sito. Puzza di attività imprenditoriale.
Un po' come potrebbe fare un grande giornale online qualora affidasse la pubblicità sui propri spazi ad un società di pubblicità e marketing.
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Chi espone nel proprio sito web (ancor più se con molti accessi) delle pubblicità di qualsiasi natura e genere si pone quale ultimo tramite verso il pubblico finale di una più complessa campagna pubblicitaria e dunque offre "servizi pubblicitari" (principio da Corte di Giustizia UE immediatamente applicabile in Italia).
Se si offrono servizi pubblicitari con regolarità/continuità si diviene imprenditori .... e ciò con certezza senza alcuna validità di digressioni sul tempo impiegato a metter un codice su un sito web costruito negli anni.
L'attività diviene dunque d'impresa ed il reddito prodotto è d'impresa.... senza alcuno scampo tra professionisti, occasionali, redditi diversi ecc.
Da lì discendono i numerosi adempimenti amministrativi, fiscali e previdenziali di un inquadramento regolare.
Se poi si cercano scappatoie facili e veloci, si può discutere di tutto, ma tutto sarà contestabile con grosse probabilità di successo per i verificatori.
Paolo
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Pazzesco però che non sia possibile per un webmaster amatoriale cercare quanto meno di ricoprire qualche spesa (basterebbe quella di hosting). Tra l'altro la cosa assurda è che nel mio caso, come nel caso di molti altri, ci sarebbe tutta l'intenzione di regolarizzarsi di fronte al fisco e pagare tutte le tasse possibili e immaginabili. Ma aprire la partita IVA, IMPS, ecc. per 30-40 ?/anno che mi frutterebbe Adsense mi sembra assurdo.
La cosa però che mi chiedo è la seguente: allo Stato non converrebbe comunque incassare le tasse sui miei 40? e su quelli di migliaia di altri webmaster amatoriali? Inoltre, anche se in misura irrisoria, si tratterebbe di soldi provenienti da una socità estera e quindi di fatto un arricchimento del Paese (tanto più che Adsense invece i soldi li prende tranquillamente dalle società italiane -anche piccole e senza partita IVA come i B&B - che investono in pubblicità). Scusate per il mio linguaggio poco tecnico, ma nella vita mi occupo di tutt'altro (per fortuna aggiungo, vista la complessità della materia).
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Sono più che d'accordo con quanto da te espresso.
Purtroppo non esiste un regime per chi sta sotto diciamo i 1500 euro... se non l'applicazione sbagliata dei regimi occasionali (art. 67 lett. i DPR 917/86).
Dubito che se ne accorgeranno e dubito che siano realmente interessati a quelle che penso giudichino briciole.
Paolo
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ciao
volevo rimandare i lettori di questa discussione al mio post precedente e strettamente legato in cui proponevo di sollevare il problema delle piccole attivita' su web e magari anche di raccogliere firme su questo:
http://www.giorgiotave.it/forum/fisco-sul-web/46233-aprire-partita-iva-per-adsense-quando-conviene-3.html#post379169Tra l'altro, ho ricevuto un parere dall'Agenzia delle Entrate he, purtroppo, conferma in pieno quello che si sostiene su questo sito:
Gentile contribuente,
l'art. 4 dpr 633/72, stabilisce che l'esercizio di un' attività rientra nel campo di applicazione dell'Iva solo se viene esercitata per professione abituale. L'occasionalità, con la conseguente esclusione dall'Iva, si ha quando l'attività è posta in essere in modo accidentale o sporadico e senza che il soggetto abbia predisposto nulla per effettuarla.
Proprio in riferimento a tale ultima precisazione, pare di poter affermare che l'apertura di un sito web, con inserimento di banner pubblicitari a pagamento, possa configurarsi come attività di prestazione di servizi non occasionali anche in presenza di accessi saltuari.
Di conseguenza per lo svolgimento di tale attività si renderà necessaria l'apertura della partita Iva con la conseguente costituzione di impresa individuale.
Rivolgendosi all'Ufficio dell'Agenzia delle Entrate competente potrà valutare il regime fiscale, anche agevolato, più adatto alla sua situazione.
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Finalmente, mi sembra una ottima risposta dell'agenzia entrate.
Paolo
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In effetti è un ottima risposta nel senso che è chiara. Peccato non vada nella direzione in cui noi tutti avremmo sperato.
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Ma è logica ed in linea con il nostro attuale ordinamento giuridico. In effetti noi del settore avevamo qui sempre propugnato quella strada.
Paolo
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Che sia in linea con l'attuale ordinamento giuridico non v'è dubbio,
ritengo tuttavia che sia ben lungi dall'essere sostanzialmente equo e giusto.Equiparare ad attività imprenditoriale quella poca manciata di euro che riesce a guadagnare un piccolo webmaster dal suo sito amatoriale è concettualmente e moralmente sbagliato e credo che ciò sia pensiero comune al di la di cosa dice la legge.
A sostegno di questo "comune pensiero" vi è il fatto che non mi risultano attualmente attività ispettive o sanzionatorie da parte della Guardia di Finanza rispetto a siti amatoriali di privati che espongano annunci ad-sense.
E credo che sia sotto gli occhi di tutti che più della metà degli annunci ad-sense sia asposta su Blog o siti amatoriali privi di partita Iva.Ad-sense è uno strumento pubblicitario che la multinazionale Google S.p.a. propone sostanzialmente in tutti i paesi in cui sia vigente il libero mercato e tali impedimenti giuridici e fiscali sono tipici italiani.
A mio parere il Legislatore dovrebbe prevedere per micro-attività imprenditoriali al di sotto di una certa soglia (babysitting, dogsitting, ripetizioni private, aiuto domestico etc etc) una tassa forfettaria e l'esenzione INPS.
In finanziaria si parlava di qualcosa del genere o sbaglio?
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Umm...Discussione super interessante. Però quanti ma...Insomma c'è molta confusione. Almeno per uno come me che di fisco e leggi ci mastica poco.
Vorrei quindi chiedervi una delucidazione.
Fra un mese dovrebbero arrivarmi i primi 100$ da google adsense, tirati su con fatica in circa dieci mesi, che mi ripagherebbero di qualche costo e fatica.
Io però non ho partita IVA. Cosa devo fare quindi? Bloccare i pagamenti? Oppure posso far finta di nulla. Tengo a precisare che il mio scopo non è fare il furbo, anche perchè con 100$ all'anno e con l'euro straforte i miei guadagni sarebbero proprio minimi...Non so sono confuso.
Spero in vostri chiarimenti. Saluti & Grazie
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Caro MMC12, leggendo e rileggendo varie discussioni al riguardo, io ho fatto proprio così, cioè ho rinunciato a guadagnare quella miseria che mi avrebbe permesso di coprire i costi di hosting e ho tolto tutta la pubblicità Adsense (per fortuna ero ancora lontano dai 100$). E' profondamente ingiusto, visto che questi spiccioli saremmo tutti disposti a dichiararli sul 730, ma di rischiare, per giunta per così poco, proprio non me la sono sentita. Che devo dire: se un giorno il mio sito (www.girofoto.it) raggiungerà i 5000 visitatori unici al giorno forse comincerò a pensare di aprire partita iva e tutto il resto, per il momento .... siamo in Italia.
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Esistono innumerevoli risposte al quesito in topic vecchi. Invito dunque alla preliminare ricerca prevista dal regolamento.
Poalo
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Grazie a Tutti per le risposte.;)
Mi sono informato meglio guardando numerose pagine del forum e sembra che anche con i pagamenti bloccati non potrei usare adsense, poichè non ho partita IVA...La cosa non mi lascia perplesso, di più.:():
A questo punto non so cosa fare...Perdere i 100$ guadagnati con tanta fatica non sarebbe per me il massimo...:?
Trovo comunque tutto ciò ai limiti dell'assurdo.
Se qualcuno ha qualche suggerimento...
Saluti;)PS OT Non sono ancora riuscito a trovare le differenze tra lavoratore autonomo e ditta individuale, qualcuno avrebbe un link da postare sull'argomento. Con cerca non ho trovato nulla di esaustivo...Grazie;)
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@MMC12 said:
Grazie a Tutti per le risposte.;)
Mi sono informato meglio guardando numerose pagine del forum e sembra che anche con i pagamenti bloccati non potrei usare adsense, poichè non ho partita IVA...La cosa non mi lascia perplesso, di più.:():
A questo punto non so cosa fare...Perdere i 100$ guadagnati con tanta fatica non sarebbe per me il massimo...:?
Trovo comunque tutto ciò ai limiti dell'assurdo.
Se qualcuno ha qualche suggerimento...
Saluti;)PS OT Non sono ancora riuscito a trovare le differenze tra lavoratore autonomo e ditta individuale, qualcuno avrebbe un link da postare sull'argomento. Con cerca non ho trovato nulla di esaustivo...Grazie;)
se ti interessa, io sono lavoratore autonomo e ditta individuale. E ho modificato l'attività in camera di commercio inserendo anche la vendita di banner pubblicitari, (vendita più che altro diretta piuttosto che con Google, e non nel sito che ho in calce alla firma).
Ad un certo punto mi sono accorto che c'era diversa gente nelle tue condizioni, e cioè con un minimo di guadagno all'anno per cui non aveva la convenienza di aprire una propria partita IVA. Avevo pensato di proporre i miei banner Google nei siti di questi, in cambio di una certa % di guadagno. In pratica ricevevo io i soldi da Google e dopo giravo a loro un tot come prestazione occasionale, e quindi non soggetta a tassazione sotto un certo limite, mi pare 7.500. Ma poi mi sono accorto che la cosa mi poteva esporre ad una facile bannatura, in quanto i click fraudolenti sono all'ordine del giorno. Tra l'altro, dopo aver tolto le tasse e la parte dell'utile per me resta relativamente poco. Insomma non è un problema di facile soluzione.Infine, non per fare terrorismo, ma penso che ci sia anche la possibilità che un giorno o l'altro la Finanza chieda a Google o alle società simili, tutti i rendiconti dei pagamenti fatti in Italia, e quindi alla fine ci mettono poco a capire chi paga le tasse e chi no: basterebbe un iniziale controllo incrociato fra chi riceve i soldi e chi ha la partita iva idonea a questa attività.