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Corso di Poesia PaginaUno
Corso di scrittura creativa in poesia
Non c’è nulla di più lontano dall’istinto e dall’immediatezza della poesia, che è invece un lento e, a volte, sfibrante lavoro in cui tecnica, equilibrio formale ed immaginazione devono raggiungere un punto di unione che ci meraviglia, che ci fa dire che quella e solo quella è poesia.
Questa la premessa di un corso che non vuole indagare e insegnare la poesia e, men che meno, la Poesia, ma far capire qual è la cifra della poesia contemporanea, come si scrive oggi in poesia, qual è il suo linguaggio e il suo dis-correre.
Costruire un nuovo mondo, quello poetico, che sia fonte di conoscenza e, pertanto, non il riflesso di propri sentimenti e riflessioni, ma ricerca di una dimensione comune in cui la condizione dell’uomo, di ogni uomo, si riconosca, implica l’accettazione e la capacità di manipolare il patrimonio tecnico che non è un mezzo, ma parte integrante della visione dle mondo che il poeta propone.
Senza dimenticare la tradizione, ovviamente, senza dimenticare il bagaglio tecnico indagato nel passato, ma focalizzando l’attenzione sugli autori di oggi sia italiani sia stranieri per capire le diverse strade che la poesia contemporanea propone.
In sintesi, accanto alla lettura e all’analisi degli autori, anzi, attraverso loro, il corso prevede una “robusta” parte teorica centrata sulle figure retoriche e sul bagaglio tecnico che la poesia del Novecento ha proposto come determinanti nel fare poesia.
Solo così, l’obiettivo del corso, cioè l’arrivare a scrivere poesia, potrà essere raggiunto con la consapevolezza e la riflessione necessarie da parte dei corsisti. Che da parte loro dovranno portare una sola “dote”: la loro immaginazione!
Felice Bonalumi, scrittore e giornalista, consulente di relazioni pubbliche, docente di un corso di scrittura d’azienda all’Università IULM di Feltre. Come giornalista si occupa di arte, come scrittore pubblica per le Edizioni San Paolo e come poeta con le edizioni Pulcinoelefante.
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Va bene/d'accordo... Busso alla porta, sento da dentro che mi si dice 'avanti', apro/entro, saluto e chiudo la porta; forse dalla stessa voce (un uomo 'felice') mi si dice ancora 'prego, s'accomodi', e io mi accomodo su una sedia di una diecina predisposte a uditorio; infine guardo lui/guardo in giro, riguardo lui e... Che cosa ha da chiedere/da fare un uomo che scrive da una vita poesia ad un 'corso di poesia/pagina uno' che gli si sta prospettando così nutrito, così gratuito, così facile? Non saprei... Però posso ascoltare, e so/saprei farlo anche di buon grado. Poi, magari, mi si chiederà pure qualche cosa... (Ma già penso tutto dentro rintanato: saprò rispondere?...) eu.ro
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Già prima si bruciavano i maestri,
non i libri nè altro.
I maestri, buoni o cattivi che fossero.Poi si pensò di scrivere nell'aere,
non su carta nè altro.
Le digitali tracce di irrequieta umanità.Infine si scelse di sotterrare gli autori,
non nomi in firma nè link.
Per eu.ro stavolta a spada tratta parteggio.[(E lo torturo con le mie insulsaggini,
non-rime nè versi.
Ma dinanzi a me eu.ro è maestro, e carta, e autore.)]Accolgo umilmente sì tanto e denso prologo,
dò il benvenuto e mi attesto per il benservito.Ma attendo risposte e rime.
E penne che precedano nomi,
e animi pronti a misurarsi nella mischia.[...] ma ci chiamano e andiamo [...]