• User Newbie

    Rogito con postille??? Uhmmmm!

    Ciao a tutti!
    Spero di ricevere qualche dritta perchè non sono per niente ferrata in materia giuridica, purtroppo. Con tutta modestia ignoro questioni anche elementari di Diritto...:rollo:
    Cercherò di essere sintetico.
    Io sono unica figlia ed alcuni mesi fa' purtroppo è venuta a mancare mia madre. Prima della sua morte lei è stata assistita da una donna per circa due anni che alloggiava (ed alloggia) nell' appartamento accanto a quello dei miei e che tuttora assiste una anziana signora. La donna mi ha mostrato da molto tempo l' interesse ad acquistare un appartamento in quello stabile/zona (mi parlava spesso di voler acquistare l' appartamento dove vive tuttora con tutta la sua famiglia: marito e due figli) e pare che ora, aiutando mio padre a svolgere alcune faccende di casa, lo abbia convinto a vendere l' appartamento in cui lui attualmente vive perchè ha saputo che quello dell' anziana signora non verrà venduto. Confida anche sul fatto che, poichè ha aiutato molto anche mia madre, potrà avere un occhio di riguardo sul prezzo dell' immobile.
    Mi ha accennato che il Contratto che lei vorrebbe stipulare debba tener conto del fatto che fino a quando mio padre è ancora in vita lei non potrà prendere possesso dell' appartamento; inoltre, vorrebbe contemplare nel Contratto, evenualmente, anche la sua assistenza a mio padre.
    Ovviamente per mio padre tutto ciò è allettante (lo reputa una fortuna), perchè lui crede che così avrà una persona che si occuperà di lui fino a quando sarà in vita, anche considerando che io, per lavoro, vivo a qualche centinaio di Km da lui.
    Mio padre è preoccupato di quello che gli potrà capitare in futuro sullo stato della sua salute e pensa che in questo modo avrà risolto i suoi problemi. Io gli ho risposto che se vuole un assistenza 24h su 24h forse è più logico rivolgersi ad un Centro Anziani anzichè ad una persona che svolge anche altri lavori tra cui qualche lavoretto per lui. Io sono un po' scettica sulla validità del contratto che si vuole stipulare e per questo vi chiedo innanzitutto se per Legge si può fare ed in quali termini può essere attendibile una assistenza ad un anziano legata al Contratto di un immobile...:?
    E poi l' assistenza continuerà ad essere soddisfacente? Se non lo sarà?
    Non avrà l' immobile?

    Mio padre mi ha già fatto capire che lui è d' accordo a voler sottoscrivere un Contratto siffatto.
    Ed io vi chiedo: dopo il decesso di mia madre io non divento proprietario del 50% dell' immobile? Dunque non ho voce in capitolo?
    Ringrazio sin d' ora chi mi darà delucidazioni, consigli e quant' altro occorrerà per approfondire i vari aspetti (taciti e non)della questione esposta.

    :ciauz:


  • User Attivo

    In teoria non ci vedo nulla di illegale.
    Se l'appartamento era intestato anche alla madre, allora la ripartizione non è in quei termini, ma esiste comunque il diritto su una quota.
    Per quanto riguarda le altre preoccupazioni, non è possibile prevedere se l'assistenza rimarrà uguale o no. Si potrebbe inserire anche questo nel contratto, ma tenendo presente che, in realtà, si tratta di una valutazione discrezionale molto difficile da verificare.


  • User Newbie

    @Giberavv said:

    In teoria non ci vedo nulla di illegale.
    Se l'appartamento era intestato anche alla madre, allora la ripartizione non è in quei termini, ma esiste comunque il diritto su una quota.
    Ah..si? Pensavo di no.
    Ed in quale percentuale? Fino a quando è in vita non è mio padre il proprietario al 100%?
    @Giberavv said:

    Per quanto riguarda le altre preoccupazioni, non è possibile prevedere se l'assistenza rimarrà uguale o no. Si potrebbe inserire anche questo nel contratto, ma tenendo presente che, in realtà, si tratta di una valutazione discrezionale molto difficile da verificare.
    Ed infatti, però pensavo che per Legge neanche si potesse fare...
    Ed è per questo che è una mia preoccupazione. Non voglio che alla fine sia solo un modo per ottenere un supersconto sull' acquisto dell' appartamento che i miei genitori, sacrifici dopo sacrifici (e debiti su debiti), hanno acquistato....


  • User Attivo

    Ripeto, niente di illegale.
    Per quanto riguarda la proprietà, bisogna vedere da chi è stato acquistato l'appartamento.
    Se acquistato insieme dai coniugi, allora la quota che era della madre va divisa sulla base di quanto previsto per la successione legittima (o secondo il testamento, se ce n'è uno).
    Se la divisione avviene secondo la successione legittima, allora una quota va al coniuge e un altra al figlio, nella misura del 50% a testa (se il figlio è uno solo).
    Se invece acquistato solo dal padre e intestato solo a lui, allora finchè è vivo tutto rimane a lui.
    Anche l'assitenza materiale ha un determinato costo (basti pensare agli stipendi delle badanti, ad esempio). Per cui può essere compreso nel contratto. L'unica cosa che è difficile da verificare è il livello di questa assistenza.


  • User Newbie

    Ok. Grazie, molto chiaro.
    Io, non volendo ORA sottoscrivere un contratto che impegni l' appartamento mio e di mio padre (anche perchè per me e mio padre non c' è alcun vantaggio reale...) per ragioni che poi mi si potrebbero rivolgere contro, come ad esempio una liquidità disponibile e che potrebbe essere usata a favore dell' acquirente facendo leva sulla condizione di debolezza di mio padre, ad esempio perchè il mutuo diventa molto gravoso da sopportare e tale insofferenza potrebbe far impietosire mio padre (come già sta accadendo ora), posso produrre una dichiarazione, oggi, che mi impegna, dopo l' eventuale decesso di mio padre, a vendere a QUELL' acquirente, ad esempio con un 20% di sconto sul prezzo che viene calcolato dal Mercato Immobiliare, l' appartamento in questione?
    In modo da dimostrare il mio interesse e la mia riconoscenza verso quell' acquirente e soprattutto dimostrarlo a mio padre, ora, finchè sarà in vita!
    Una dichiarazione siffatta come andrebbe fatta e cosa deve riportare x essere vincolante per le due parti? Testimoni, ecc.?
    :ciauz:


  • User Newbie

    Nada???


  • User Attivo

    Si pone un problema in più, perchè è da valutare attentamente se si tratta di un negozio mortis causa, una cessione di eredità futura, oppure un contratto in cui la morte è solo condizione per la validità del negozio. Infatti, nelle prime due ipotesi non si può fare, la terza invece si.
    Se il bene è ancora di tuo padre, allora temo che la soluzione non sia praticabile.


  • User Newbie

    @Giberavv said:

    [cut]
    Se il bene è ancora di tuo padre, allora temo che la soluzione non sia praticabile.

    Il bene, come scrivevo sopra, dovrebbe essere al 50% mio ed al 50% di mio padre perchè l' immobile era di mio padre e mia madre che è deceduta (comunione dei beni).


  • User Attivo

    Non è esatto. Se l'immobile era 50% ciascuno allora si divide per due la quota della madre: diventa 75% del padre e 25% del figlio.


  • User Newbie

    @Giberavv said:

    [cut]
    Se la divisione avviene secondo la successione legittima, allora una quota va al coniuge e un altra al figlio, nella misura del 50% a testa (se il figlio è uno solo).
    [cut]
    Allora non avevo capito per niente bene...:?
    Però non mi sembra che ciò che tu hai scritto possa far nascere equivoci...:?

    Dunque, delle famiglia siamo soli io (sono figlia unica) e mio padre che aveva la casa in comunione di beni con mia madre. Ora che mio padre è in vita cosa mi spetta? Quali decisioni posso prendere?
    Un accordo scritto e vincolante con l' aspirante acquirente che scrivevo sopra è fattibile?
    :ciauz:


  • User Attivo

    I genitori erano comproprietari dell'immobile.
    Se si fossero separati ancora in vita avrebbero avuto ciascuno il 50%. la morte comporta lo scioglimento della comunione.
    Tuo padre ha diritto al 50% come comproprietario. Il restante 50% viene diviso per successione ereditaria. Se non c'è testamento allora il patrimonio del defunto va per metà al coniuge e per metà al figlio (visto che è uno solo).
    Ne consegue che tuo padre che ha già il 50% aggiunge un altro 25%. l'altro 25% invece va a te.
    Per quanto riguarda la fattibilità dell'accordo, ho dei dubbi per un motivo.
    La legge esclude che una persona possa compiere atti di qualunque genere su un'eredità che ancora non ha. Inoltre esclude che possa compiere atti di disposizione definiti mortis causa, cioè che abbiano per scopo di disporre del proprio patrimonio alla propria morte.
    Per questi motivi, il contratto non è attualmente realizzabile. Perchè dovrebbe essere invece un contratto con condizione sospensiva che, trattandosi della morte di tuo padre, la legge guarda con sospetto.
    Inoltre tu non puoi impegnare la futura eredità, proprio perchè essendo futura ancora non ce l'hai e non sai se potrai mai averla.
    Comunque si tratta di una questione abbastanza complicata, come avrai avuto modo di capire. Ti consiglio di rivolgerti ad un legale che possa esprimere un parere più approfondito tenendo conto di tutta la situazione.