• Bannato User Attivo

    Mio cugino è benestante e veste continuamente, dalle mutande alla cravatta, Lacoste e Armani. Come tutti, si veste tutti i giorni. Dunque è impresa?
    E' evidente che non è così.
    Io gioco a tennis continuamente tutto l'anno almeno 3 volte a settimana. Ho una racchetta Donney e quando vado a giocare ci sono nel nostro centro almeno 400 persone per volta che mi vedono e mi chiedono della mia racchetta. Dunque sono impresa.
    E' evidente che non è così.
    Ho un ristorante ed uso piatti e bicchieri della Casolaro S.P. A (non so se esiste), li uso tutti i giorni continuamente. Dunque faccio pubblicità e devo essere impresa (agenzia pubblicitaria), oltre al fatto di esserlo già ristorante.
    Ho un sito internet è propongo itinerari turistici nel mio paese (o regione) e nella descrizione di cosa vedere, cosa fare, propongo anche dove mangiare inserendo il nome di ristoranti, pizzerie, con link verso i siti di queste aziende.
    Sto facendo pubblicità? Devo essere impresa? Non mi conviene, quindi devo togliere il sito.
    E' evidente che non può essere così. Sarebbe come limitare tutto e tutti. Quasi non possiamo più fare il passaparola, che altro non è che un link umano. Così come il link rimanda ad un sito il mio passaparola rimanda ad un ristorante. I pubblicitari sanno bene quanto funzioni il passaparola.
    Mi viene in mente un'idea di impresa: ho molti amici, mi accordo con un ristorante e lo promuovo tutti i giorni tra i miei amici, magnificando la cucina, i prodotti, il cuoco .... Dunque devo essere impresa?
    Di questi esempi se ne possono fare a migliaia. Tutti hanno lo stesso minimo comune denomnitore: esposizione di un marchio/annuncio pubblicitario, in modo continuativo, e da cui forse si traggono dei guadagni (cosa che non si sa e di cui non si ha alcuna garanzia).
    Ma a mio avviso, modestissimo avviso, non possono rientrare assolutamente nel concetto di impresa.
    Adsense, lo esponi in 5 minuti, e forse genera degli introiti. A me capita, in alcuni giorni, di guadagnare zero dollari e nulla vieta che ciò capiti per tutto l'anno. Non c'è alcuna garanzia di essere visti, addirittura il sito potrebbe non essere visto da nessuno. Se nessuno lo vede la pubblicità non c'è? Se qualcuno lo vede la pubblicità c'è? Mi sembra di stare nel mondo della Fisica con il principio di Heisenberg.
    Si dirà, ma tu metti adsense con l'idea di fare pubblicità ed introiti. E' vero. Ma faccio lo stesso con i link ad altri siti, che non sono pubblicità.
    Non tutti fanno lo scambio 1 a 1. Io accetto tutti i link a siti legali e mi piace la reciprocità senza farne obbligo. Altri, motori di ricerca, ti chiedono di segnalare un sito web. Non per questo fanno pubblicità.
    I link, cioè il collegamento tra i siti, non può essere dichiarato annuncio pubblicitario, perchè è l'anima di internet. Senza il link non si avrebbero i milioni di collegamenti che mi fanno passare da Google a Virgilio al mio sito, al Corriere ...
    Non possono esserlo. Dichiarare che un link è fare pubblicità è dichiarare la morte di internet.

    Se passasse l'idea che chiunque esponga una pubblicità (marchio/annuncio) in modo continuativo debba essere impresa ci ritroverremo ad essere tutti impresa e per di più ad introiti zero o quasi. Cioè falliti prima di cominciare.

    A mio avviso, la cosa è da valutare in tutt'altro modo. Ossia, non basta riconoscere da qualche parte un fenomeno continuativo di esposizione di una marchio pubblicitario per dichiarare in automatico che si sta facendo pubblicità in senso imprenditoriale e che dunque si debba essere impresa.

    Bisogna, invece, valutare l'organizzazione di chi espone questi annunci o marchi. Valutare la sua organizzazione, vedere se è a carattere imprenditoriale, continuativa, ... Dopo aver fatto quest'analisi si può giudicare se si ha bisogno di una partita iva o di essere impresa.
    Bisogna fare il distinguo sull'azione che compie il webmaster. Vedere se compie azione di impresa in tutto e per tutto o se invece somiglia a qualcosa che sembra un'impresa.
    Compro un'auto ogni 3 o 4 mesi, sono per questo un rivenditore di auto?
    Compro tre o 4 pezzi di terreno o case all'anno e li rivendo, sono per questo un venditore di immobili?
    Compio delle azioni che generano reddito, le compio nell'arco di un anno, ma non ho bisogno di alcuna partita iva o di essere impresa.

    La domanda cruciale deve essere: cosa fa il signor X proprietario del sito Y? Esercità effettivamente un'azione imprenditoriale? o solo occasionale? (e nel mondo di internet la parola occasionale ha un significato totalmente diverso da quello previsto nel Decreto sull'Iva)
    Bisogna, ancora, chiedersi: Quante volte aggiorna il sito, quante ore di lavoro ci dedica? Quanto visitatori ha? Produce un reddito oltre i 3000 euro o 4500? Possiede alle spalle un'attivittà consolidata e abituale?
    Da questo studio può emergere che un sito internet è il terminale di un'azione pubblicitaria, ma non è detto a priori.

    La cosa più semplice è valutare non tanto l'azione del webmaster ma il risultato annuale. Se si supera i 4500 euro di guadano, minimo d'impresa, per pagare le tasse, in automatico si è impresa a tutti gli effetti.
    Forse sarebbe anche il caso di introdurre una nozione semplificata di impresa del web, nella quale far rientrare i tanti siti internet che somigliano ad imprese ma che non lo sono affatto, anzi vanno avanti solo per la passione di chi li costruisce.

    Saluti


  • Bannato User Attivo

    Ho letto il tuo articolo sul sito http://www.fiscoitaliano.altervista.org/scambiobanneriva.htm
    Molto interessante.
    Voglio aggiungere una sola cosa a proposito dei banners e dei link, che hanno lo stesso trattamento fiscale, sebbene tu riconosca ai link un valore grafico/artistico diverso da quelle dei banner.
    E' dimostrato che i link testuali producono in termini di click e quindi di guadagni molto di più dei banners stessi.
    Con adsense, poi, la cosa è ancora più evidente essendo gli annunci correlati con il testo contenuto nel sito stesso.
    Quindi, a maggior ragione, il link testuale dovrebbe essere ritenuto un veicolo pubblicitario, come giustamente affermi, e ciò indipendemente da quanti introiti generi o non generi un sito.
    Ne discende da tutta la nostra riflessione che mettere un link equivale, almeno in linea di principio, ad essere dichiarati impresa.
    Internet da che era per tutti è diventato per pochi, solo coloro che possono pagare 3 o 4 euro l'anno in beneficenza allo Stato. Pagare contributi Inps, Commercialista, ecc. per avere un sito con un link. Oppure devo avere un sito senza link, il che è assurdo.

    Per quanto mi riguarda c'è proprio un errore di concetto, che nasce dal voler applicare le nostre Leggi, non pensate per il mondo virtuale, senza adattamenti e riflessioni. Purtroppo questo non è possibile e farlo genera paradossi se non addirittura antinomie legali.
    Bisogna dunque introdurre nuovi concetti fiscali, nuovi soggetti fiscali, rivedere il concetto di abituale e continuativo.
    Un sito è di per se stesso "continuativo" e non può essere occasionale. Pagato il dominio esiste almeno per un anno. Ma ciò non può implicare in qualche modo una nozione di impresa.
    Qualcosa di simile è successo nel momento in cui si voleva far diventare ogni sito una testata giornalistica. Poi la cosa è stata risolta con la nozione di aggiormento occasionale e non continuativo.

    Un ulteriore esempio:
    Il Forum è un sito internet in cui, mi maschero da multiutente, e mi faccio pubblicità in continuazione con link di vario genere. Lo faccio a costo zero e a danno del titolare del sito. Essendo lui il responsabile.
    Tutti i forum devono scomparire o rischiano di essere danneggiati per voler fare della beneficenza.
    Questo è un altro esempio, ma riflettendo sul mondo di internet ne usciranno fuori a migliaia.

    Saluti e speriamo che chi di dovere rifletta bene prima di sentenziare.
    A proposito, vorrei fare una ricerca sull'approccio fatto in altri paesi. Ne sai qualcosa? o conosci qualche sito in cui se ne parla?
    Ciao


  • Super User

    Purtroppo capisco benissimo i vostri sfoghi e condivido le preoccupazioni per una legislazione fiscale inadatta ad inetrnet, ma ad oggi ci troviamo ad avere a che fare con quella.... che prevede pochi concetti e chiari:

    • che adsense sia il terminale di una campagna pubblicitaria è certo;
    • che adsense necessiti un'esposizione continuativa è certo;
    • che adsense generi ricavi seppur minimi quasi ogni giorno è certo (parlo di siti normali);
    • che vi sia scopo di lucro continuativo del publisher è certo;
    • che la nostra legge iva individui l'abitualità all'esercizio di una impresa quale presupposto soggettivo di imposizione è certo (Art 4, comma 1 e seguenti DPR 633/72);
    • che rendere servizi pubblicitari in maniera continuativa sia impresa è giuridicamente certo (art 2195 C.C.)

    che dunque si sia di fronte ad impresa soggetta ad iva... per le vigenti leggi mi pare altrettanto certo.

    Logicamente resta un mio giudizio, la mia personale opinione... ora attendiamo interventi ministeriali o legislativi opportuni.... potremmo discuterne per ore... ma solo sperando in interventi legislativi fatti cum grano salis.

    Paolo


  • Bannato User Attivo

    Le tue motivazioni sono sicuramente più pertinenti delle mie.

    Mi sembra di capire da quest'ultimo tuo intervento che forse lo scambio link non implichi attività d'impresa: un link non è il terminale di alcuna azione pubblicitaria, non è continuativa (oggi c'è domani chissà), non genera guadagni (l'unico obbiettivo è aumentare le visite non necessariamente i guadagni, visto che lo scambio si fa anche tra siti che non vendono niente).
    Quindi ritengo che almeno i link non sono ( a mio avviso) considerati come elementi di un terminale di una campagna pubblicitaria.

    Gli annunci adsense sono in primis dei link, ma chiaremente pubblicitari, però subiti dal webmaster e con tutte le conseguenze del caso.

    Pertanto, se il titolare di un terreno sul quale viene messo un cartello pubblicitario, diventa automaticamente impresa per il fatto che l'agenzia affituaria abbia messo il cartello e vi pubblichi, a suo piacere, degli annunci, allora sono anche d'accordo su quanto sostieni.

    Altrimenti c'è una chiara omissione da parte dell'agenzia delle entrate.
    Saluti


  • Bannato User Attivo

    In Spagna hanno analoghi problemi con Adsense, ma li parlando di dover essere autonomi.
    http://www.forobuscadores.com/foros/index.php?showtopic=4230&st=20

    Proverò a cercare in Francia, Germania ed Inghilterra.


  • Bannato User Attivo

    In Francia sembra tutto più chiaro. Devi essere un libero professionista o autonomo.
    Vedi il sito (in francese)
    http://www.droitdunet.fr/par_profils/lecture.phtml?type=profil_createur&it=7&id=103

    Saluti


  • Bannato User Attivo

    In Germania hanno le idee confuse. L'Iva è al 16% ma non sanno come pagare e cosa devono fare.

    http://www.ayom.com/topic-9335.html (in tedesco)


  • Super User

    E' evidente dunque che anche per le legislazioni straniere si tratta di attività "professionale"... in Italia non posso che risottolineare che l'attività deve essere di tipo imprenditoriale (con le attuali norme ed anche con le future visto che dal 01.06.06 le cose saranno anche più regolate ed individuate visto il Reg. CE 1777 del 2005, che tratta di pubblicità e banner sui siti web).

    PS complimenti per la tua "poliglotticità" !


  • User Newbie

    scusa ma "attività imprenditoriale".....?
    stiamo parlando di 50 euro l'anno se va bene....
    norme, leggi....
    è assurdo


  • Super User

    Purtroppo non esiste un limite, nelle norme attuali, di rendimento dell'attività.

    Lo so, se il legislatore fosse al corrente di questi nuovi business... potrebbe intervenire... la questione è che è indietro sulle attività tradizionali figuriamoci suquelle della new economy.

    Paolo


  • Bannato User Attivo

    Sì, sembra essere sempre attività professionale. Però autonomo o co.co. co. è differente.
    Ma la discriminante è il guadagno.
    E' evidente che chi guadagna 100 euro l'anno, o 1200 dollari l'anno, dovrà togliere gli annunci adsense. Guadagna 1200 dollari l'anno e paga tra contributi, ragioniere,... 3000 euro (se gli va bene).
    Aspettiamo e vediamo cosa faranno.
    Ciao


  • User Newbie

    Ma fatemi capire quindi: io possiedo 3 siti web che nel loro insieme superano ampiamente i 7.500 euro annui, ma sono siti che appunto gestisco per passione e che non hanno come obiettivo la vendita pubblicitaria, devo necessariamente aprire P.IVA per regolamentare questi introiti oppure posso dichiararli nella voce "Redditi diversi" del modello unico quando faccio la dichiarazione dei redditi?

    Scusate ma ci si capisce poco in tutto questo. :mmm: