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L'ex ministro Sirchia riflette...
Riporto uno stralcio dell'intervento dell'ex ministro Sirchia al FADOI (Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti) molto significativo a mio avviso, che ne dite? I medici devono imparare a fare counseling...
"La fuga dei pazienti nella medicina alternativa rischia di spazzare via i camici bianchi 'tradizionali' se non si correrà ai ripari per ?riconquistare? gli assistiti.
Un allarme lanciato dal Ministro della Salute, Girolamo Sirchia che, intervenendo al VII Congresso nazionale FADOI (Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti) in corso a Roma, invita i medici a ritrovare il dialogo con i pazienti e l?umanità che deve contraddistinguere la professione, per evitare ?fughe? verso alternative non riconosciute dall?evidenza scientifica o addirittura verso i maghi.
Per Sirchia il successo della medicina alternativa è anche ?colpa? dei medici troppo ?tecnici?, a volte bravi e superspecializzati, che dimenticano però alcune esigenze del paziente, come l?ascolto e il sostegno psicologico.
?L?aumento del ricorso alle medicine alternative - ha detto Sirchia - è un segnale importante da non trascurare. Il fatto che 9 milioni di persone si rivolgano, per i piccoli disturbi, non al medico ma ad altri tipi di ?conforto? ha un significato?. I cittadini, infatti, secondo Sirchia, ?trovano in queste alternative l?ascolto e l?attenzione che non hanno altrove. Questo ci deve far riflettere perché nel passato il medico era il referente di tutti i mali fisici e psicologici. Oggi non è più così?.
Per correggere il tiro Sirchia ha consigliato agli internisti di puntare sul dialogo con il paziente.
?Il medico non può essere solo un bravo tecnico - ha continuato - ma deve offrire anche sostegno globale all'assistito. I medici devono tornare ad essere olistici: ciò significa avere una visione globale del paziente?.
Sirchia si è poi rammaricato che il medico ?sia diventato sempre meno protagonista della sanità e sempre più impiegato dello Stato?. E ha ricordato che la sanità ?non deve essere considerata solo una palla al piede, un peso per le casse dello Stato, ma può divenire un settore propulsivo nel mondo economico, soprattutto se si punta sulla qualità e su una giusta concorrenza con il resto dell?Europa?. "
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Mi pare una buona riflessione, certo magari dovrebbe anche farne una circa le lobby delle case farmaceutiche e l'uso eccessivo di farmaci per patologie anche banali. E sopratutto anche sul fatto che spesso troppi medici sono ancorasi sulle proprie idee e non prendono minimamente in consierazione le medicine alternative, questo lo trovo molto sbiagliato.
Io dal canto mio devo ringraziare una delle cosidette medicine alternative, cioè l'omeopatia.
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@Vampiretta said:
Mi pare una buona riflessione, certo magari dovrebbe anche farne una circa le lobby delle case farmaceutiche e l'uso eccessivo di farmaci per patologie anche banali. E sopratutto anche sul fatto che spesso troppi medici sono ancorasi sulle proprie idee e non prendono minimamente in consierazione le medicine alternative, questo lo trovo molto sbiagliato.
Io dal canto mio devo ringraziare una delle cosidette medicine alternative, cioè l'omeopatia.
Sì credo anch'io che la maggioranza dei medici sia ancorata alla formazione universitaria in senso stretto, credo tuttavia sia una questione culturale.
Negli altri paesi europei gli operatori "alternativi" sono riconosciuti dalla legge, mentre qui in Italia è tutto in alto mare a partire dagli osteopati sino ad arrivare ai counselor.
Sembra che in Italia si abbia paura del confronto, mah...
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Si oltretutto generalizzando sulle malattia alternative, e facendono un'unica massa informe da evitare come la peste, non si fa altro che generare confusione nel cittadino.
Ovviamente alcune medicine alternative non riesco a curare ciò che cura la medicina tradizionale, insomma non ho mai sentito di tumori curati con l'omeopatia per esempio. Ma per esempio ho sentito di malati sotto chemio che contrastano gli effetti collaterali con terapie alternative, omeopatica, agopuntura etc. Speriamo prima o poi anche l'Italia faccia un passino avanti in questo senso, se non fosse per altro per la libertà di scelta del singolo paziente.