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5000 euro superati!
Ho superato la fatidica cifra e non ho p. IVA, ho sempre lavorato in ritenuta d'acconto (come traduttore ed interprete): mi dite che succede ora? Che devo fare? Ho paura di finire in qualche bega fiscale, aiuto!
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Ciao e benvenuto, c'è un topic in rilievo sulle collaborazioni occasionali che lo spiega.
Vai ad iscriverti alla gestione separata inps tempestivamente e poi comunicalo ufficialmente ai tuoi committenti perchè applichino e versino i contributi ai tuoi compensi.
Paolo
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Grazie per la risposta, ho letto l'articolo in rilievo, interessante. Questa settimana andrò da un commercialista per chiarire bene il tutto, ma volevo capire una cosa già ora con un esempio giusto per aver le idee davvero chiare: se ad esempio sono a quota è 6000 euro lordi, va calcolata la percentuale (poniamo il 18%) su 1000 euro e un terzo di quell'importo (ossia 60 euro su 180 euro) mi viene detrato da ciò che percepisco, e fin qui penso di aver capito. Ma gli altri 2 terzi (120 euro)? Li sborsa il committente in più, oltre i 6000 euro lordi insomma?? È una spesa in più per lui, un esborso non preventivato all'inizio?? E il committente non può rifiutarsi di farlo?
Grazie
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Sono nella stessa situazione di Raggiante e percepisco in lui la mia stessa estenuante situazione che si riflette anche nel rapporto coi committenti...sono web engineer, ho un contratto a progetto + contratti occasionali che a fine mese supereranno la soglia dei 5000. Penso di aprire p.iva a breve.
Aggiungo quindi tre domande a quelle di Raggiante:
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Non trovo nessun riferimento certo sulla percentuale da versare all'INPS: io ho già una posizione per il contratto a progetto, devo aprirne una seconda? Quanto è la ritenuta da applicare.
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Se ogni mese percepisco 100 dal mio datore di lavoro a progetto, dovendo ridiscutere gli accordi con partita iva quale sarebbe l'ammontare equivalente (per me e per la ditta) per la fattura mensile?
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Il mio commercialista mi dice che secondo lui con p.iva posso vendere hosting, me lo conferma un amico che lo fa e che negli studi di settore trova infatti domande circa il possesso di server e di spazio hosting, qui leggo che secondo alcuni servirebbe un'impresa individuale...vorrei avere un parere definitivo prima di aprire p.iva.
Grazie davvero per il servizio prezioso, questo forum è unico.
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@raggiante said:
Grazie per la risposta, ho letto l'articolo in rilievo, interessante. Questa settimana andrò da un commercialista per chiarire bene il tutto, ma volevo capire una cosa già ora con un esempio giusto per aver le idee davvero chiare: se ad esempio sono a quota è 6000 euro lordi, va calcolata la percentuale (poniamo il 18%) su 1000 euro e un terzo di quell'importo (ossia 60 euro su 180 euro) mi viene detrato da ciò che percepisco, e fin qui penso di aver capito. Ma gli altri 2 terzi (120 euro)? Li sborsa il committente in più, oltre i 6000 euro lordi insomma?? È una spesa in più per lui, un esborso non preventivato all'inizio?? E il committente non può rifiutarsi di farlo?
GrazieCapito perfettamente (anche se l'aliquota è ora molto più alta)..... il committente potrà interrompere o limitare il rapporto se non gli sta bene l'aggravio che è obbligatorio ed a suo carico.
Paolo
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L'ultima finanziaria ha innalzato la % al 23,5% (con alcuni freni).
L'iscrizione è la medesima e dunque la medesima è la gestione in cui effettua il versamento aggiuntivo per la collab. occasionale.L'ammontare equivalente deve essere oggetto di complesso calcolo del tuo commercialista in base a centinaia di altri dati..... incaricalo di fartelo.
L'hosting mi sembra attività davvero poco, ma poco, ma poco inquadrabile giuridicamente come attività di un professionista, nonostante quanto possa (ed è) riportato sugli studi di settore). Non ha contenuto intellettuale e si limita alla rivendita di uno spazio fisico da riempire con contenuti virtuali.... direi senza dubbio impresa..... se poi penso anche alle autorizzazioni ministeriali che se non erro debbono essere richieste.....
Paolo
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...preziosa risposta...23,5% quindi, altra buona ragione per passare a un regime fiscale meno ondivago...(alcuni freni?...soglie di reddito?!)
per l'hosting il mio amico rivende uno spazio di un Maintainer, il maintainer ha l'autorizzazione ministeriale non sapevo fosse richiesto per chi non lo è. Il servizio che eroga è si hosting (quindi vende spazio) ma è anche assistenza, servizio mail, gestione database: non può bastare questo a consentirne la fornitura con p.iva? del resto per quanto sopra c'è una prestazione intellettuale, per intenderci è ben diverso da vendere una mela o un computer.
Mi scuso per le molte domande ma sono frutto di molti dubbi!
Grazie per la disponibilità
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Situazione diversa se l'hosting è in pratica solo "rigirato" (rifatturato al cliente finale) ed è comunque la parte quantitativamente e qualitativamente assolutamente minore di una attività con contenuto intellettuale e consulenziale..... allora la vedrei possibile.
Sto comunque maturando la convinzione che il campo informatico possa essere affrontato più facilmente con un inquadramento da impresa individuale (seppur da professionista resti possibile e legittimo).
Paolo
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Buonasera Paolo,
questa sua convinzione mi interessa molto, perchè in effetti è il mio dubbio in questo momento di transizione. Mi scusi se approfitto di una persona che finalmente mi risponde con competenza e precisione: posso chiedere quali vantaggi vede in questo tipo di inquadramento? Da profano io vedo + costi (forse di apertura, immagino di contabilità: sbaglio?) e + responsabilità, cosa avrei come miglior ritorno?
Sto addirittura vagliando l'ipotesi di una .LLP, la cito qui perchè mi hanno detto che è una opzione legale a tutti gli effetti, se mi sbaglio mi scuso anticipatamente: è un'idea inopportuna?
(questo forum mi sta rendendo il fisco affascinante, non l'avrei mai detto!)
[e sempre grazie]
Emiliano
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Grazie,
di LLP non parlo, non opero mai con società di diritto estero se i soggetti coinvolti non sono davvero esteri o comunque risiedono colà. I vantaggi fiscali di oggi potrebbero bruciarsi in 3 minuti di lente puntata da parte di un verificatore, con guai ecc.
L'impresa individuale consente maggior libertà di azione.... ad un consulente informatico può capitare ad esempio di costruire un computer od una rete per un cliente (e dunque anche di fornire l'hardware e di lucrarci) oppure può voler mettere pubblicità sul suo sito web, oppure rendersi rivenditore di servizi informatici di terzi..... un professionista non potrebbe legittimamente fare queste attività.
La recente riforma portata dalla finanziaria inoltre genera anche un risparmi contributivo misurabile in circa tre punti percentuali.
E' vero che l'ultimissima corte di cassazione ha sancito l'esclusione da irap dei professionisti piccolissimi e mai delle imprese, ma basta davvero poco per non essere più piccolissimi.
Paolo