• User

    @bondurant said:

    I merchants dovrebbero anzi cogliere questi dati e leggerli nella giusta prospettiva, tipo:
    sito in norvegese (93% online shoppers) per la fine dell'anno?? :vaiii:

    Personalmente punterei molto sui mercati finnici e scandinavi.
    Le condizioni climatiche, l'elevato livello di informatizzazione e il fascino che esercitiamo come italiani sono tre condizioni di estremo valore.

    Inoltre, l'inglese è parlato diffusamente e questo evita la necessità di sviluppare il sito - e l'assistenza clienti - in lingue diverse.

    :71: Barbara


  • User

    E se il problema fosse anche legato all'offerta? Molti compratori online, comprano da negozi italiani, vuoi per abitudine, vuoi per altri motivi. Purtroppo in Italia l'offerta di negozi online seri, ben fatti e che non siano le solite 3 pagine fatte con OsCommerce sono veramente pochi rispetto a quello che si può trovare al di la delle alpi.

    Chi frequenta i vati forum che hanno a che fare con il commercio elettronico si rende conto in poco tempo come, siano sempre le solite persone che discutono di E-com. In sintesi la realtà italiana è molto indietro e questo a mio avviso è da considerarsi più un vantaggio che uno svantaggio.

    Sta a chi si occupa di E-com ogni giorno cercare di migliorarsi, offrendo ai propri clienti una vera opportunità di acqusito sul web e non solo un canale alternativo di vendita.

    ciao


  • User

    @nic1970Bis said:

    E se il problema fosse anche legato all'offerta? Molti compratori online, comprano da negozi italiani, vuoi per abitudine, vuoi per altri motivi. Purtroppo in Italia l'offerta di negozi online seri, ben fatti e che non siano le solite 3 pagine fatte con OsCommerce sono veramente pochi rispetto a quello che si può trovare al di la delle alpi.

    Non posso che essere d'accordo.
    Sull'argomento da pochissimo abbiamo organizzato un convegno :mmm:

    :71: Barbara


  • User Attivo

    @salus said:

    E se il problema fosse anche legato all'offerta? Molti compratori online, comprano da negozi italiani, vuoi per abitudine, vuoi per altri motivi. Purtroppo in Italia l'offerta di negozi online seri, ben fatti e che non siano le solite 3 pagine fatte con OsCommerce sono veramente pochi rispetto a quello che si può trovare al di la delle alpi.

    Chi frequenta i vati forum che hanno a che fare con il commercio elettronico si rende conto in poco tempo come, siano sempre le solite persone che discutono di E-com. In sintesi la realtà italiana è molto indietro e questo a mio avviso è da considerarsi più un vantaggio che uno svantaggio.

    Per quanto riguarda i "soliti" siti posso essere concorde con te in parte, nel senso che ci sono alcuni siti italiani grossi per le categorie principali (libri, DVD, videogiochi, tecnologia in generale, moda) ed altri siti (molti direi) più piccoli per tutte le altre categorie merceologiche che per il momento vanno meno in rete (giardinaggio, accessori per la casa, gastronomia, ferramenta e tantissimi altri).
    C'è un perchè però e si chiama budget. Se uno shop in un settore che già va bene può permettersi investimenti sul sito, che quindi ne innalzano la qualità generale, un merchant più piccolo, con meno budget a disposizione non può farlo. Questo è più eveidente in Italia perchè l'audience di alcuni siti è per forza di cose limitato, anche per via della lingua.
    Faccio un esempio off-line ma che rende l'idea.
    Parle del settore videogiochi che conosco meglio, ma può essere applicato a qualsiasi altro settore. Sul mercato americano per esempio, un prodotto di nicchia ha il vantaggio di essere distribuito, all'interno di un'unica nazione e con un'unica lingua per la localizzazione, ad un'audience potenziale di milioni di potenziali clienti.
    Quello che da noi sarebbe un gioco flop o di nicchia da 1000 pezzi scarsi in America potrebbe fare tranquillamente 50000 pezzi. E non solo per una predisposizione maggiore all'acquisto, ma anche per una mera questione di numeri.

    Stessa cosa vale per i siti. Uno shop in america o comunque in lingua inglese, ha un mercato potenziale di milioni di utenti, va da se che anche un piccolo imprenditore potrebbe avere motlo soddisfazioni nella vendita di prodotti on-line e quindi di contro investirebbe anche di più sul suo shop.

    In Italia, uno shop che vende articoli per il giardinaggio oppure articoli per modellisti, per quanto possa avere un buon giro d'affari non avrà mai un budget considerevole da asegnare al sito in se, come tecnologia intendo. Poi magari a livello di servizio è perfetto perchè si appoggia su una struttura già esistente.
    E' anche vero che è un problema di cultura imprenditoriale, ma questo fa parte del gioco. Chi lo capirà nei prossimi anni resterà a galla e seldamente al suo posto, gli altri invece chiuderanno i loro shop. Si chiama concentrazione di mercato ed è fisiologico che ci sia. Come in una foresta che nasce, rimarranno solo gli alberi che per primi arriveranno più in alto.

    Per quanto riguarda invece "i soliti noti" sui forum, anche qui credo sia fisiologico. Perchè i grossi operatori non frequentano le comunità e mai lo faranno. Gli interventi che vengono fuori sono di operatori (proprietari o collabotori/dipendenti) che hanno tempo e voglia di condividere la propria esperienza con gli altri. La maggior parte però sono persone alle prime armi che chiedono informazioni su "come far cosa e perchè".


  • User

    che tristezza questi dati.
    Ma aimè veritieri, io ho l'esperienza diretta con la mia regione.
    Penso che anche sotto quest'aspetto, siamo indietro di anni luce.
    Il computer viene scambiato talvolta per un forno a micro onde, e l'adsl in alcune zone è solo un utopia.
    A causa di queste carenze in automatico ne risente anche l'e-commerce.
    Ma di chi è la colpa????


  • User Attivo

    La colpa è della gente che non accende il cervello e dei media principali (TV in testa) che rimbambisce le persone con contenuti inutili. Così non c'è progresso.

    Aggiungo anche che è anche un po' colpa dei merchant, anche se nel nostro paese siamo nella maggior parte dei casi ancora a livello di "cantinari".
    Abbiamo pochi esempi di eccellenza, sicuramente meno di 50.


  • @canaily said:

    Ma di chi è la colpa????

    Non esiste cultura e formazione informatica in Italia... quando viene fatta non sempre è all'altezza.

    Nelle scuole vedo che qualcosina (informatica ed inglese) viene insegnato ed è già molto di più rispetto a quando andavo a scuola io (sono giovane) ma molti miei coetanei non riescono ad accendere un computer o sono molto molto limitati nell'uso, figuriamoci a fidarsi di comprare su internet. Ed un 30enne è potenzialmente un ottimo consumatore. Consideriamo poi la formazione informatica di un quarantenne cinquantenne solitamente inferiore ad un ventenne trenenne... su 52 milioni di italiani quanti hanno la cultura informatica per acquistare? Consideriamo che poi devono anche destreggiarsi con diffusioni di adsl a macchia e con i telegiornali che parlano di internet ed ecommerce solo per parlare di frodi o virus o pedofilia.

    Avendo scavallato tutto questo bisogna anche trovare un "fornitore" di ecommerce serio e professionale...


  • Moderatore

    Aggiungerei che in Italia c'è molta diffidenza. Una dimostrazione è il successo delle carte prepagate, chiaro segno di paura delle truffe (all'estero non mi risulta che la gente paghi così volentieri un servizio/prodotto prima di beneficiarne).
    Certo che l'ignoranza c'entra molto e che non viene fatto molto per educare ad utilizzare strumenti nuovi in modo sicuro: forse per pura ignoranza ma forse anche a causa di pressioni da parte di non so chi (per esempio lo ripeto sempre, le banche spiegano il charge back ai possessori di carte di credito?)
    Comunque io sono sinceramente ottimista, i dati indicano miglioramenti e anche se in ritardo prima o poi le percentuali vendite online/tradizionali anche in Italia si allineeranno con il resto del mondo.
    A proposito, una curiosità: i nostri dati di vendita indicano che il centro Italia avrebbe meno compratori onnline rispetto al sud ed al nord. Vi risulta?


  • User Attivo

    @Webtronic said:

    A proposito, una curiosità: i nostri dati di vendita indicano che il centro Italia avrebbe meno compratori onnline rispetto al sud ed al nord. Vi risulta?

    Potrebbe anche essere per semplici motivi legati alla distribuzione della popolazione.

    Il grosso al centro Italia lo fa il Lazio grazie a Roma e Napoli.
    Se vendete prodotti che è facile trovare nelle grandi città allora siete tagliati fuori da questi grossi centri ed il resto della popolazione ha poco peso.

    Bye


  • Moderatore

    @Icelord said:

    Il grosso al centro Italia lo fa il Lazio grazie a Roma e Napoli. Se vendete prodotti che è facile trovare nelle grandi città allora siete tagliati fuori da questi grossi centri ed il resto della popolazione ha poco peso.

    In realtà da quelle città gli ordini arrivano. Quello che mi stupisce di più sono i dati della Toscana, dove abbiamo oltretutto la nostra sede. Si tratta di una regione abbastanza industrializzata.. sarà forse che magari c'è una distribuzione off-line più capillare, ma ho anche dei dubbi più pessimistici su un area che dovrebbe esssere abbastanzata avanzata dal pnto di vista dell'innovazione.