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    Contributi al tessuto industriale 2.0

    Buonasera,

    Una considerazione di massima relativamente a scelte di carriera (e di vita) in ambito professionale informatico: possiamo lavorare sapendo di stare davvero contribuendo ad un nostro futuro personale e collettivo?

    Dopo il mio diploma tecnico premiato per i risultati ottenuti e un tentativo incerto di prendere la laurea mi son trovato a lavorare per aziende del territorio (centro-nord Italia) con una grande capacità come coder a cui mi son quindi dedicato per i successi 10 anni in varie modalità e forme, dall'impiego full-time per anni al lavoro come consulente dedicato o quasi, tipicamente producendo migliaia e finanche milioni di righe di codice per un prodotto per i risultati aziendali di ricerca e sviluppo, risoluzione debito tecnico, migliorie in generale ma anche manutenzione ordinaria. Solitamente il mio lavoro veniva apprezzato, a volte magari visto come un po' costoso dall'amministrazione (che magari segue un piano aziendale più classico), ma comunque portava vantaggi e innovazione e risolveva spesso in modo definitivo problemi connaturati nello storico aziendale, tanto che nel territorio ero diventato rinomato e avevo ottenuto anche possibilità di collaborazione con università nell'insegnamento e avuto attività di divulgazione e improntamento tecnologico al pubblico generalizzato attraverso collaborazioni e pubblicazioni online. Tutto sembrava procedere bene e che il futuro mi prospettasse nuove interessanti collaborazioni e una posizione come Architetto Software conclamata dai raggiungimenti di carriera: app native realizzate con tecnologie non presenti dalla concorrenza in Italia, app multipiattaforma dedicate e realizzate dietro contratto a costi competitivi anche per grandi clienti finali, upgrade totale di vecchie piattaforme su nuovi framework full-optional (responsive, multilingua, sicuri e resi davvero mantenibili per gli anni a venire, ecc) e consegnati chiavi in mano ai team di sviluppo interni, grande lavoro di intelletto spesso reso disponibile gratuitamente ai clienti che richiedevano aiuto tecnico.

    Nonché manifesto a fine 2019 la voglia una volta conclusi progetti in corso di avere un respiro più internazionale e di conoscere la Germania, ma sebbene in modo inizialmente celato, da quel momento l'atteggiamento dei clienti é andato cambiando radicalmente nei miei confronti: progetti completati, accettati e pronti non venivano più mandati in produzione, alcuni clienti hanno dichiarato il fallimento del progetto in corso senza alcuna motivazione e sono scomparsi (arrecandomi tra l'altro gravi danni per il bilancio economico della mia attività), e ulteriori richieste di collaborazione o valutazione sono spesso state oggetto di grave abuso personale e nelle procedure verso la mia persona a quel punto addirittura negando l'evidenza e di fatto lasciando la mia attività, fino a quel punto di successo e benvista, impossibilitata a trovare alcun sostentamento. La sistematicità di questi comportamenti é documentata da ampia corrispondenza di molte aziende che si propongono con nomi e mission molto serie sul territorio Italiano.

    Insomma, dopo avermi sfruttato bene bene nel momento in cui ho manifestato di voler raccogliere i frutti del mio lavoro e con un po' di indipendenza passare a attività che potevano avere del vero rilievo nel panorama tecnologico chi mi era sempre stato a fianco non ha trovato alcun interesse né per la mia vita né per i possibili buoni esiti per la collettività e dai miei manifestati buoni intenti.

    Quello che vi chiedo cari internauti del Forum é: ma secondo voi davvero possiamo collaborare con una realtà che si dimostra così chiusa e forse invidiosa? Non abbiamo tutti un po' di responsabilità di rendere il nostro ambiente all'avanguardia e dimostrare che siamo persone che costruiscono il futuro per noi e per gli altri piuttosto che degli scalda-sedia in un ufficio?

    Jackie Degl'Innocenti


    giorgiotave 1 Risposta
  • Community Manager

    @jack01 ha detto in Contributi al tessuto industriale 2.0:

    Quello che vi chiedo cari internauti del Forum é: ma secondo voi davvero possiamo collaborare con una realtà che si dimostra così chiusa e forse invidiosa? Non abbiamo tutti un po' di responsabilità di rendere il nostro ambiente all'avanguardia e dimostrare che siamo persone che costruiscono il futuro per noi e per gli altri piuttosto che degli scalda-sedia in un ufficio?

    Che bel tema.

    Posso dirti che da noi, in azienda (non collaborazioni esterne), siamo molto felici quando la persona arriva con le idee chiare. È capitato raramente però.

    Però quando capita è davvero bello. Per raccontarne una: una volta un ragazzo ci disse chiaramente che voleva venire da noi perché lo riteneva un trampolino di lancio per la sua carriera da imprenditore.

    Lo abbiamo sostenuto e abbiamo fatto un percorso insieme sapendo tutto quello che sarebbe successo.

    Ma non sempre è così.

    Nel tuo caso mi viene da dire che hai collaborato con persone chiuse, sembra.

    Però la mia domanda ora è: cosa stai facendo ora?

    Perché da quello che scrivi la tua posizione è molto interessante all'estero, anche in Remote.

    Grazie di cuore per aver aperto una discussione così bella 🙂