• User

    Alternativa all'emissione della fattura nell'e-commerce...

    Salve a tutti,
    ormai il 2007 è vicinissimo ... ( e per questo vi faccio i miei auguri :ciauz: )...
    Il problema dell'emissione o meno delle fatture per l'attività di vendita per corrispondenza deve essere risolto in questi giorni. Io sono della teoria che richiedere il codice fiscale sia un ostacolo, soprattutto per le piccole realtà. Chi è già cliente, forse nn avrà problemi , conosce già il nostro lavoro, ma i nuovi clienti.. come ci valuteranno? Logicamente bisogna considerare anche l'articolo che uno vende... Ma a parte tutti questi discorsi che sono già stati affrontati volevo chiedervi dei chiarimenti.

    Nel 2005 ordinai da una ditta tramite internet (una ditta importante italiana). All'arrivo del materiale controllai i documenti allegati. Questi mi avevano inviato una BOLLA suddivisa in due parti identite. Solo l'intestazione cambiava. In una veniva riportata "PROMEMORIA DI SPEDIZIONE" e nell'altra "DISTINTA DI SPEDIZIONE" da rendere insieme a gli eventuali resi. Ora ho controllato sul sito in questione è ho visto che al momento della registrazione nn viene richiesto l'inserimento del codice fiscale.

    Ma come agisce questa ditta secondo voi? Annota il tutto nei registro corrispettivi? Emette una fattura o autofattura alla fine del mese?

    Grazie per tutti i chiarimenti e buon 2007!!!!!


  • User

    Girando per internet ho trovato questo

    i casi possibili della vendita al dettagli, per me sono due:

    1. per chi fa come prima attivita' vendita al dettaglio in loco, e vende anche per corrispondenza come attività secondaria, puo' benissimo battere sempre lo scontrino fiscale e metterlo nel pacco, ai fini della garanzia... infatti, chi ha dichiarato all'agenzia delle entrate un codice iva per l'attività primaria relativo alla vendita al dettalgio in loco, credo non sia autorizzato a registrare corrispettivi non certificati, e pertanto deve sempre ed in ogni caso emettere lo scontrino fiscale....Magari si dovrebbe chiedere al commercialista, se uno puo' dichiarare pure un codice iva secondario quello della vendita al dettaglio per corrispondenza, ed evitarsi la battitura dello scontrino nei casi di vendita per corrispondenza...

    2. chi fa solo ed esclusivamente vendita al dettaglio per corrispondenza (di beni), non ha alcun obbligo di certificare i corrispettivi, che tradotto, significa non ha alcun obbligo di emettere scontrino o ricevuta fiscale, ed a fine giornata si passa gli incassi (avvenuti ovviamente per banca, paypal o postepy) nel registro dei corrispettivi (lo vendono alla buffeti).
      La merce viaggera' priva di documenti aventi valore fiscale (bastera' solo l'ordine stampato)...
      Se ogni tanto, si troverà qualche cliente in ufficio che vuole della merce, in quel caso, e solamente in quel caso, gli emette la fattura fiscale (completa ovviamente di codice fiscale obbligatorio)... in tal caso, in alternativa si potrebbe emettere una ricevuta fiscale al posto dello scontrino fiscale, in quanto una legge del 1996 ha equiparato scontrino fiscale e ricevuta fiscale, equiparandoli a tutti gli effetti di legge. Ciò evita di spendere inutilmente 1000 euro per un registratore di cassa, e in quei pochi casi, uno scrive manualmente la ricevuta fiscale (che si deve acquistare appositamente numerata alla buffet*i)

    secondo voi ha ragione?