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- Codice fiscale come ostacolo alle vendite
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@O-WK said:
Questo è un falso mito, comunque se serve al rientro delle ferie scrivo esattamente cosa si fà in caso di recesso etc... ma non è assolutamente complicato nè laborioso, per quanto riguarda il distrarre l'utente a mio giudizio è esattamente il contrario, in fase di acquisto non ha assolutamente nessuna distrazione, semmai l'ha con il codice fiscale...
Non sono certo un esperto di fisco & fatturazione, credo che qualche indicazione in tal senso non potrebbe che giovare.Paolo, tu che dici?
@O-WK said:
Occhio! qui si puo' perdere il cliente correndo il rischio di distrarlo e ti spiego sotto il perchè!
Hai parlato di agguerrito competitor che "magari spiega anche bene il tutto tra le modalità di pagamento, specificando che con l'introduzione della nuova finanziaria tenendo molto alla privacy dei propri clienti non vuole diffondere operazioni di acquisto in automatico per via telematica".
A questo punto, o è lui a distrarre dall'acquisto (e di questo gli saremo molto grati :D), oppure allo stesso modo saremo in grado noi di dare la nostra informazione al cliente che si appresta all'acquisto cercando di distrarlo il meno possibile, naturally.
Per tutta la comunicazione che andiamo a fare online esistono un'infinità di sfumature e modalità per dire la stessa cosa, starà a noi farlo nel migliore dei modi in funzione della circostanza: il checkout è una parte molto delicata del processo di vendita, ma questo non significa che ogni minimo intervento comprometterà sicuramente la vendita stessa.
Anzi, in certi casi un'informazione in più fornita con la giusta modalità, che certo non può essere uguale per ogni negozio/prodotto/cliente tipo/etc, può fare la differenza tra un acquisto e un carrello abbandonato.@O-WK said:
A prescindere che non capisco come possa una fattura mettere un briciolo di fiducia, ma ci sfugge che il cliente vede la fattura quando apre il pacco ( quindi l'acquisto l'ha già fatto e se tutto in regola è già pienamente soddisfatto ), non in fase di ordinazione, mentre proprio in fase di ordinazione noi gli andiamo a rompere le scatole chiedendogli il codice fiscale e magari peggiorando ancora la cosa spiegandogliene il motivo, io credo che la maggior parte degli ordini su internet sono molto meno ponderati di quelli fatti in negozio, pertanto dobbiamo sfruttare e sedare "l'impulso d'acquisto" in modo a noi più confacente.
A parte che la fattura potrebbe anche riceverla a mezzo e-mail ancor prima di ricevere il prodotto ordinato (DPR 633/72 e successive modifiche), è innegabile che quel foglio di carta (fattura o scontrino) trasmetta molta fiducia al cliente:- compro da un rivenditore che non evade - sì, lo so che nella realtà potrebbe anche non essere così, ma questa potrbbe essere una percezione del nostro cliente.
- ho una garanzia di 2 anni su quello che ho acquistato - anche questo non è un assunto, ma ha comunque una certa "forza", soprattutto in determinati settori.
- sensazione di "fisicità" della realtà commerciale - ma allora sono di ciccia come me!
Sicuramente ci sono settori, momenti e situazioni (addirittura singoli prodotti) per i quali il cliente compra "con la pancia", e questo può giocare a favore del merchant.
Solitamente accade alla prima esperienza di acquisto presso un e-shop, quella che molte volte è dettata dal fattore disponibilità e/o fattore prezzo e dal fattore must-have.
Con la fidelizzazione, aspetto al quale sono fermamente convinto che gli e-shop debbano puntare con assoluta priorità, credo che le cose cambino... ma rischiamo di andare OT.
Alla fine stiamo bene o male dicendo la stessa cosa: utilizziamo codice fiscale o quant'altro richiestoci dalla legge, tenendo sempre e comunque ben presenti alcuni aspetti fondamentali.
Per semplificare (molto) mi vengono in mente:- il mio cliente tipo,
- la mia realtà imprenditoriale.Chiaro che cercherò di rompere le scatole il meno possibile in fase di acquisto, ma starà a me far percepire al cliente che gli sto fornendo un'informazione importante e utile della quale mi sarà grato (pancia) e non un rompimento di scatole.
D'altra parte posso informare o rompere le scatole in entrambi i casi; sia spiegando il motivo per il quale sto chiedendo il codice fiscale per emettere fattura, sia nel caso opposto, per spiegare il motivo per il quale non emetterò fattura (che magari si sarebbe aspettato).
Questo invocare alla praivasi ad ogni piè sospinto pare essere il leit motiv dell'e-commerce nell'epoca del web 2.0.
Personalmente (e sottolineo, personalmente) me ne frego se mi viene chiesto il codice fiscale per i miei acquisti online, soprattutto se questo mi viene chiesto in conseguenza di una normativa di legge (giusta o sbagliata che sia tale legge, come probabilmente è sbagliata), le violazioni su internet le ravvedo altrove.
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@must said:
ma tanto, se saranno obbligati tutti, il cittadino italiano si abituerà alla normativa.
Sto scandagliando da oggi i BIG PLAYER di ogni settore (edreams, bol, ibs, yoox etc..), ma non mi pare di aver visto nessuna novità... voi avete visto qualcosa?? Di fatto se consideriamo loro che coprono il 90% del mercato vendita su internet e vediamo come si mmuovono sarebbe un miglior vantaggio per tutti i più piccoli.
Al momento MONCLICK richiede per i privati il CF obbligatorio, ma non per i possessori di P.IVA dove continuano a chiedere solo la P.IVA e non il CF.
La sensazione è quella di pieno marasma generale .. per me ci sarà la solita proroga.
Ciao Angelo
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Continua la mia indagine.
MrPRICE. Nel modulo d'acquisto riservato ai liberi professionisti esiste solo il campo P.IVA, ma NON qualla relativa al Codice Fiscale.
http://www.mrprice.it/Purchase/KartIntestazione.asp?TU=2&Registra=Falsestessa identica cosa per IBS
https://www.internetbookshop.itmi sbalglio o anche i BIG PLAYER sono in ritardo???
Ciao Angelo
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La fnac richiede il CF obbligatorio.
MediaWorld lo richiede ma non è chiaro se è obbligatorio o meno e comunque chiede un solo campo per CF oppure P.IVA. Ma è scorretto dato che per l'elenco clienti/fornitori serve anche il CF delle aziende, che non sempre coincide con la PIVA
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@Kya said:
La fnac richiede il CF obbligatorio.
MediaWorld lo richiede ma non è chiaro se è obbligatorio o meno e comunque chiede un solo campo per CF oppure P.IVA. Ma è scorretto dato che per l'elenco clienti/fornitori serve anche il CF delle aziende, che non sempre coincide con la PIVA Esatto se chiedi P.IVA obbligatoriamnete devi chiedere il CF, in quanto potrebbero NON coincidere. La cosa è ancora più vidente nelle ditte individuali o liberi professionisti.
Ciao Angelo
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minchia, mi vien voglia di lavare i vetri al semaforo...
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Bene, ho qui davanti a me il registro dei corrispettivi, alla fine ho optato per questa scelta.
Mi permette di non chiedere il codice fiscale al cliente, mi permette di non perdere tempo ad emettere fatture e di stamparle, mi consente insomma una gestione più agevole e veloce e nel frattempo facilità l'utente del mio sito.
Unico contro è la gestione dei resi, pare che la normativa non sia poi così limpida a riguardo, ma dato che comunque l'annotazione in negativo dell'iva nel registro dei corrispettivi non mi risulta essere obbligatoria, al massimo perderò l'iva su quei casi di recesso che per me sono rarissimi, arrivando a sfiorare lo zero.Voi alla fine per cosa avete optato?
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ciao volevo un chiarimento. Allora anche io vorrei optare per i corrispettivi, ma una cosa nn ho ben chiara. Da quali documenti ricavi l'importo da annotare nei corrispettivi. Penso che nn effettuarai ne ricevuta fiscale ne scontrino? Grazie
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Non li ricavi da un documento, ma dal costo dei prodotti che vendi.
Fai semplicemente la somma dei vari imponibili, applichi l'iva, ottieni il totale e lo segni.
Insomma i calcoli son gli stessi che fai per una fattura, solo che qui non devi stampar nulla, ma solo inserire il totale nel registro.
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quindi se ho capito bene non ci sono documenti che supportano quello che registri nei corrispettivi.. Fai una somma totale di quello che vendi nel giorno e lo registri? Niente altri documenti?
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Esatto
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@angelo_ew said:
Esatto se chiedi P.IVA obbligatoriamnete devi chiedere il CF, in quanto potrebbero NON coincidere. La cosa è ancora più vidente nelle ditte individuali o liberi professionisti.
Ciao Angelo
Ricevuto oggi Libroi dei corrispetti ed ho chiesto al commercialita se oltre alla P.IVA bisogna chiedere anche il CF risposta:
*Suuti sembrava che servisse poi hanno corretto il tiro ed è sufficiente la P.IVA e non anche il CF.
In ogni caso dalla P.IVA possono risalire a tutti i dati.*Ciao
Sèvero
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@Sèvero said:
- .... poi hanno corretto il tiro ed è sufficiente la P.IVA e non anche il CF. In ogni caso dalla P.IVA possono risalire a tutti i dati.* Hai un riferimento scritto? esempio numero circolare etc.. perchè di questi tempi ci sono troppo "rumors"?? Ora mi fido solo di roba scritta e certa.
Ciao Angelo
PS. Inoltre questa sera in CHAT con **KYA **si parlava di un'altra problematica legata ai corrispettivi di cui spero vivamente scriva.
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Angelo chiama e Kya risponde
Ok, passo ad esporre il dubbio, magari Paolo, il nostro fidato supercommercialista, saprà districare i nostri aggrovigliati pensieri.
Io devo segnare quello che ho venduto nella giornata o quello che ho incassato? Perchè se in un negozio fisico i due momenti collimano, in un negozio virtuale no.
Se io oggi faccio 2 vendite una da 50 e l'altra da 100 ma ricevo domani il pagamento di quella da 50 e dopodomani il pagamento di quella da 100 cosa segno?-
Segno oggi 150? E poi quando incasso come faccio a capire a quale corrispettivo corrisponde? Del resto se tra una settimana mi arriva il pagamento della signora Pina io come faccio a ricordarmi in quale giorno è stata effettuata la vendita, in modo da chiudere i conti e controllare che tutto torni? Essendoci nei corrispettivi solo il totale della giornata non saprò più a chi ho venduto quel giorno, non saprò più i singoli importi dei vari ordini...insomma non riuscirò più a ricondurre il pagamento alla relativa vendita.
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Oppure segno domani 50 e dopodomani 100? :?In pratica così si segnerebbe solo l'effettivo incasso. (e aggiungo che così si risparmierebbero casini coi contrassegni non ritirati, proprio perchè non si incassa nulla e non si segna quindi nulla)
Qualcuno ha qualche contributo da portare a riguardo?
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Scusate l'ignoranza in materia, ma se opto per la tenuta del registro corrispettivi che documentazione devo rilasciare al cliente? Devo dotarmi di registratore di cassa e rilasciare lo scontrino fiscale?
Grazie
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@sfo said:
Scusate l'ignoranza in materia, ma se opto per la tenuta del registro corrispettivi che documentazione devo rilasciare al cliente?
Nulla. Per legge puoi tranquillamente NON INSERIRE Nulla. Certo se inserisci un riassunto dell'ordine che non ha valore fiscale è meglio, almeno aiuti il cliente a controllare che nel pacco consegnato ci sia tutto quanto ordinato.
Ciaoooooooooooooooooooooooooooooo
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Allora un po di norme, anche se nn ho ben capito quali documenti dovremmo tenere nel caso B qualcuno ne sa di più....
NORME PER LA FATTURAZIONE
a)
RISOLUZIONE MIN. FIN. PROT.VI-12-1615 del 20.01.1994 con la quale le finanze hanno ammesso la possibilità che, nell’ambito delle Vendite per Corrispondenza, il cedente, per motivi di natura contabile e per un migliore controllo sulla movimentazione della merce, possa emettere benché non obbligato a farlo, una regolare fattura anche quando non richiesta dal cliente.
Di conseguenza può emettere una nota di rettifica a norma dell’art. 26 del DPR 633/72 per la restituzione della merce.
In via normale ed abituale , essendo la Vendita per Corrispondenza una forma di vendita al dettaglio al consumatore finale, è prevista la tenuta di un REGISTRO DEI CORRISPETTIVI sul quale devono essere annotati gli importi lordi di IVA delle merci inviate ai clienti, con le particolarità indicate nelle risoluzioni del Ministero delle Finanze che seguono.b)
RISOLUZIONE MIN.FIN 527575 - DG. II. - DIV. XXV DEL 8.2.73.
Con essa il Ministero delle Finanze ha consentito che l’Azienda di Vendita per Corrispondenza procedesse alla liquidazione dell’IVA sulla base dell’ammontare complessivo delle operazioni effettuate mensilmente annotando, riassuntivamente, l’ammontare complessivo dei corrispettivi, distinti per aliquota, diminuito dei corrispettivi concernenti i prodotti restituiti nello stesso periodo distinti anch’essi per aliquota, nel medesimo registro previsto dall’art. 24 DPR.633/72 (registro dei corrispettivi).
Ciò in luogo dell’annotazione giornaliera, alla condizione che l’Azienda si obblighi ad effettuare, mediante il suo centro meccanografico, per i singoli prodotti spediti o restituiti in ciascun mese registrazioni analitiche. Nel supporto magnetico formato dal centro meccanografico devono risultare, prodotto per prodotto, il numero progressivo annuale, i dati di identificazione del destinatario, la specie di prodotto spedito o restituito durante ciascun mese e il prezzo di vendita IVA inclusa.c)
RISOLUZIONE MIN.FIN. 502030 DG. II. - DIV. XXV DEL 16.5.73.
Resi e non pagati: con essa il Ministero delle Finanze riconosce che in caso di corrispettivi annotati a fronte dei quali vengono realmente confermati e pagati corrispettivi di entità inferiore documentati (per dispersione di merce; silenzio del cliente che né conferma, né paga; differenza di importo tra rateale annotato come corrispettivo e unica soluzione realmente pagato, ecc.); e poiché il corrispettivo si materializza al momento del perfezionamento del contratto cioè molto spesso, con il pagamento (effetti traslativi sospesi), si rende necessaria una rettifica a conguaglio.
Pertanto, in questi casi nei quali la vendita, di fatto, non si realizza non è dovuta l’IVA e il non pagato può essere detratto dal corrispettivo (art. 26 DPR 633/73).
Spese postali: inoltre, ammette il Ministero delle Finanze che molto spesso le condizioni contrattuali di vendita stabiliscono che le spese postali di spedizione siano a carico dell’acquirente.
Quando esiste effettivamente tale condizione di anticipazione di spese postali per conto del cliente esse non rientrano nell’imponibile IVA (art. 15,3 DPR 633/73).
Stabilisce anche che in tutti questi casi devono porsi in essere prove documentali idonee ad immediati controlli dell’Amministrazione Finanziaria.d)
REGISTRATORI DI CASSA.
E’ prevista l’esenzione.
Nota:
Le risoluzioni del Ministero delle Finanze emesse in risposta di specifici quesiti assumono valore generale quando riguardano un’intera categoria di soggetti.
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Ok, allora se ho capito bene tenendo il registro dei corrispettivi:
- non devo rompere le scatole al mio cliente e chiedergli il codice fiscale
- non devo rilasciare nessun documento fiscale
In pratica me la devo sbrigare da sola, compilando questo registro ... mi sembra troppo semplice, ci deve essere una fregatura da qualche parte, e perché il mio commercialista non mi ha detto niente, (o meglio mi ha detto che le mie alternative erano o fare fatture con codice fiscale o comprarmi un registratore di cassa e rilasciare scontrino+ tenuta registro corrispettivi)?
Nessuno di voi sa dove posso trovare informazioni in + su questo registro dei corrispettivi?
Grazie, senza questo forum sarei persa nei meandri di questa burocrazia
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queste norme valgono ange per il codice di attività G.52.61.4 ?
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Sempre io scusate, ma che cos'è il :" supporto magnetico formato dal centro meccanografico devono risultare, prodotto per prodotto, il numero progressivo annuale, i dati di identificazione del destinatario, la specie di prodotto spedito o restituito durante ciascun mese e il prezzo di vendita IVA inclusa."?
Grazie ancora