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- Codice fiscale come ostacolo alle vendite
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@'Alessio [OkPrezzi.it said:
']Beh, la soluzione indicata da Fabio mi pare abbastanza pratica, no?
Ho bisogno del tuo codice fiscale per questo questo e quest'altro motivo: se te lo ricordi ok, altrimenti non ti preoccupare e ci pensiamo noi; tu pensa solo ad inserire nome, data e luogo di nascita
(magari se ti stai registrando e quindi non te li dovrò più richiedere 'sti dati, al primo ordine ti invio anche un piccolo omaggio per il disturbo :D).Non dimenticare però:
- quello che ha detto giustamente Severo sui codici fiscali "particolari" che non possono essere ricavati da un generatore
- che comunque vai a chiedere dei dati molto personali che uno magari non vuole diffondere
- che è comunque una perdita di tempo per il cliente
- che non sempre un cliente si vuole registrare...spesso lascia i dati ogni volta che effettua un ordine
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@Sèvero said:
Oltre alle considerazioni già fatte da altri per un sistema del genere, esite il problema dei CF speciali, per sempio mia mogle si trova il nome complento nel CF addirttura fatto da 1 consonante e 2 vocali.
Poi pensa alle grosse città dove è possibile che due abbiano in teoria lo stesso codice fiscale, il secondo registrato ne avrà uno chje non rispetta le regole.
Ciao
Sèvero
Quoto. Sono casi limite, ma ci sono, e ci sono anche altre tipologie di casi che rendono inaffidabile il CF fai da te.
Ogni anno nascono, muoiono, si uniscono e si dividono dei comuni italiani, cambiano vari codici catastali, c'è chi al posto del nome scrive il cognome e viceversa, ci sono quelli che si firmano (e si fanno chiamare) con un nome che non è identico a quello di battesimo, ...Inoltre affinché il negoziante si generi il codice fiscale, deve obbligatoriamente chiedere, oltre al nome e cognome, dati che altrimenti non sarebbero necessari, come:
la data di nascita, il sesso, e il comune di nascitatanto vale che si impari sto codice fiscale, tanto ce l'avrà o se lo metterà nel portafoglio, vicino alla carta di credito, in un foglio di carta o lo legge dalla tessera sanitaria, che fra l'altro sarebbe meglio tenere con se
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Cara kya,
Le tue preoccupazioni erano anche le mie, però voglio tranquilizzarti.
Indubbiamente obbligare il navigatore a lasciarci il suo CF è un "passaggio" che ci induce a fare una serie di considerazioni teoriche sugli aspetti negativi della cosa.
Però da quando la normativa ci obbliga a farlo, in definitiva non ho riscontrato particolari penalizzazioni sugli ordinativi.
Sul sito dedicato alla vendita di orologi e gioielli che vedi in firma, che tra tutti i nostri ecommerce è quello che produce più vendite... non ci sono stati veramente problemi.
Qui non ho attuato il sistema spiegato ieri...Come potrai verificare personalmente, ricordiamo al cliente italiano che l'inserimento del CF è diventato obbligatorio al fine dell'emissione della fattura; agli esteri invece, non essendo obbligati a farlo, che possono inserire una stringa di fantasia tipo **
La stragrande maggioranza dei clienti, indica senza problemi il suo CF, i pochi furbi vengono contattati dalla voce di una operatrice del customer care se maschi oppure di un operatore se femmine che gentilmente gli spiega telefonicamente le ragioni della nostra richiesta, oppure
per mail firmandosi come Lorenza oppure Marco a seconda del sesso.Trattandosi di clienti che hanno già fatto in ogni caso l'ordine tutti e senza problemi ci hanno sempre lasciato il codice omesso in fase d'ordine.
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Ciao Fabio,
grazie per il tuo contributo.
Posso farti una piccola osservazione? Vorrei confrontarmi su questa cosa.Non credi che i tuoi clienti nel comprare un gioiello o un orologio (che hanno per ovvi motivi un certo prezzo) siano maggiormente portati a lasciarti un loro documento in quanto trattasi di acquisti importanti?
E per lo stesso motivo non pensi che una ragazza che magari compra da me un piccolo perizoma sportivo o che può comprare da qualcun altro un vasetto di marmellata da 4 euro magari si faccia più problemi a lasciare i suoi dati per un acquisto di importo così irrisorio?Io credo che a livello psicologico questa cosa possa influire abbastanza. Certo, non in maniera così pesante da farti perdere chissà quanti ordini, ma sai meglio di me che si cerca di ottimizzare tutto il processo di vendita per non perdere mai i clienti potenzialmente interessati, quindi anche le sfumature (se le vogliamo considerare così) diventano importanti.
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Rispondo all'ultima domanda di Kya
Be certo che si; infatti la soluzione del sito di orologeria è diversa rispetto a quelle che ho spiegato ieri mattina.
Però, consentimi di esprimere una considerazione personale.
Nel sito di orologeria, non vendiamo esclusivamente prodotti di grosso valore, anche oggetti trendy al di sotto dei 100 ? eppure.... il fatto di trovare un vasto assortimento e la comodità della consegna in 24 ore a casa loro, bypassa il "problema" del CF.
Credo conti tantissimo l'impulso che ha spinto l'utente su quel sito e la reale volontà di acquistare, la necessità di doverlo fare li... Nel tuo caso, correggimi se sbaglio, secondo me molte clienti acquistano online perchè si vergognano a farlo in un negozio tradizionale.
C'è della biancheria intima, anche di pregievole fattura e prodotta da importanti aziende; non mi riferisco quindi a roba "da letto", perdonami per il liguaggio da mercato, che molte donne non acquisterebbero in negozio perchè si vergognano.
Il fatto di poterla acquistare online è uno stimolo per lasciarti senza problemi il codice fiscale.
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La tua osservazione è corretta, anche se non hai centrato il Target...io ho quasi esclusivamente clienti uomini che fanno regali alle loro donne! E quindi a maggior ragione si vergognano del negozio tradizionale, per diversi motivi.
Questa potrebbe essere un argomento assolutamente a favore del CF, ti do ragione.Però questo è un esempio concreto in un campo particolare, probabilmente in altri campi non succederebbe la stessa cosa. Esempio: acquisto di un libro da 7 euro che posso trovare anche a 4 km da casa mia e ci passo davanti tutti i giorni mentre vado al lavoro.
Mi pare che dalla discussione stia venendo fuori che comunque l'opportunità di richiedere il codice fiscale dipenda da diversi fattori e non se ne possa fare una generalizzazione.
Ovvio che qui a me non interessa il mio singolo campo, ma si fa per discutere in generale, confrontarsi e crescere con le esperienze di tutti.
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ma tanto, se saranno obbligati tutti, il cittadino italiano si abituerà alla normativa.
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@Dell'Orto Fabio said:
Il codice fiscale viene generato secondo dei parametri ben precisi, delle regole insomma....
Infatti quando si diventà papà e si devono fare per il pargolo tutte le registrazioni del caso, dati anagrafici ecc... nel momento in cui si richiede il codice fiscale, l'impiegato dell'ufficio utilizza un software e non certo dei codici random
Morale:
http://www.linklavoro.it/index.asp?f=generatore_codice_fiscale.aspAttenzione ad una cosa però. Ci sono codici fiscali formalmente errati ma del tutto validi. Non so quanto siano frequenti, ma ce ne sono diversi ed a me ne capitò uno lo scorso anno.
Più che altro, non fidatevi dei sistemi di calcolo automatici al 100%, potrebbero dar problemi, soprattutto potrebbero non accettare un codice fiscale corretto perchè il controllo con l'algoritmo di calcolo non lo riconosce.Comunque, per quanto riguarda l'effetto psicologico e deterrente, bhe, sicuramente è un gradino in più e se si può evitare è meglio.
Non tutti hanno il codice fiscale a portata di mano o hanno voglia di inserirlo.
Aggiunge un campo (tra l'altro problematico) in più nella registrazione.
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@must said:
ma tanto, se saranno obbligati tutti, il cittadino italiano si abituerà alla normativa.
Lancio un provocazione! E se un nostro agguerrito competitor (che magari è anche più conosciuto di noi) non lo richiede perchè non fà fatture ma usa il registro dei corrispettivi, e magari spiega anche bene il tutto tra le modalità di pagamento, specificando che con l'introduzione della nuova finanziaria tenendo molto alla privacy dei propri clienti non vuole diffondere operazioni di acquisto in automatico per via telematica?
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@O-WK said:
Lancio un provocazione! E se un nostro agguerrito competitor (che magari è anche più conosciuto di noi) non lo richiede perchè non fà fatture ma usa il registro dei corrispettivi, e magari spiega anche bene il tutto tra le modalità di pagamento, specificando che con l'introduzione della nuova finanziaria tenendo molto alla privacy dei propri clienti non vuole diffondere operazioni di acquisto in automatico per via telematica?
Mi sa che si complicherebbe un po' la vita in caso di resi, recessi e mancate consegne, oltre al rischio di distrarre l'utente dall'acquisto.Con questo non voglio dire che la via del registro corrispettivi non sia da prendere in considerazione, ma sarà il caso che ogni merchant ne valuti con attenzione l'applicazione alla propria realtà.
Basti pensare agli e-shop di articoli per adulti: recesso pressochè inesistente.Altrettanto bene può essere spiegato il motivo per il quale sto chiedendo il codice fiscale, magari cercando di sottolinearne i vantaggi per il cliente stesso?
Una fattura può iniettare un briciolo di fiducia in più nell'e-commerce, quella fiducia che in Italia spesso latita anche grazie ad una cattiva informazione da parte dei media?
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Mi sa che si complicherebbe un po' la vita in caso di resi, recessi e mancate consegne, oltre al rischio di distrarre l'utente dall'acquisto.
Con questo non voglio dire che la via del registro corrispettivi non sia da prendere in considerazione, ma sarà il caso che ogni merchant ne valuti con attenzione l'applicazione alla propria realtà.
Basti pensare agli e-shop di articoli per adulti: recesso pressochè inesistente.Altrettanto bene può essere spiegato il motivo per il quale sto chiedendo il codice fiscale, magari cercando di sottolinearne i vantaggi per il cliente stesso?
Una fattura può iniettare un briciolo di fiducia in più nell'e-commerce, quella fiducia che in Italia spesso latita anche grazie ad una cattiva informazione da parte dei media?
Quoto tutte le tue considerazioni.
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Non sono d'accordo ... si era capito?
@'Alessio [OkPrezzi.it said:
']Mi sa che si complicherebbe un po' la vita in caso di resi, recessi e mancate consegne, oltre al rischio di distrarre l'utente dall'acquisto.
Questo è un falso mito, comunque se serve al rientro delle ferie scrivo esattamente cosa si fà in caso di recesso etc... ma non è assolutamente complicato nè laborioso, per quanto riguarda il distrarre l'utente a mio giudizio è esattamente il contrario, in fase di acquisto non ha assolutamente nessuna distrazione, semmai l'ha con il codice fiscale...
@'Alessio [OkPrezzi.it said:
']
Con questo non voglio dire che la via del registro corrispettivi non sia da prendere in considerazione, ma sarà il caso che ogni merchant ne valuti con attenzione l'applicazione alla propria realtà..Qui concordo pienamente
@'Alessio [OkPrezzi.it said:
']
Altrettanto bene può essere spiegato il motivo per il quale sto chiedendo il codice fiscale, magari cercando di sottolinearne i vantaggi per il cliente stesso? ;)..Occhio! qui si puo' perdere il cliente correndo il rischio di distrarlo e ti spiego sotto il perchè!
@'Alessio [OkPrezzi.it said:
']
Una fattura può iniettare un briciolo di fiducia in più nell'e-commerce, quella fiducia che in Italia spesso latita anche grazie ad una cattiva informazione da parte dei media?A prescindere che non capisco come possa una fattura mettere un briciolo di fiducia, ma ci sfugge che il cliente vede la fattura quando apre il pacco ( quindi l'acquisto l'ha già fatto e se tutto in regola è già pienamente soddisfatto ), non in fase di ordinazione, mentre proprio in fase di ordinazione noi gli andiamo a rompere le scatole chiedendogli il codice fiscale e magari peggiorando ancora la cosa spiegandogliene il motivo, io credo che la maggior parte degli ordini su internet sono molto meno ponderati di quelli fatti in negozio, pertanto dobbiamo sfruttare e sedare "l'impulso d'acquisto" in modo a noi più confacente.
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@O-WK said:
Questo è un falso mito, comunque se serve al rientro delle ferie scrivo esattamente cosa si fà in caso di recesso etc... ma non è assolutamente complicato nè laborioso, per quanto riguarda il distrarre l'utente a mio giudizio è esattamente il contrario, in fase di acquisto non ha assolutamente nessuna distrazione, semmai l'ha con il codice fiscale...
Non sono certo un esperto di fisco & fatturazione, credo che qualche indicazione in tal senso non potrebbe che giovare.Paolo, tu che dici?
@O-WK said:
Occhio! qui si puo' perdere il cliente correndo il rischio di distrarlo e ti spiego sotto il perchè!
Hai parlato di agguerrito competitor che "magari spiega anche bene il tutto tra le modalità di pagamento, specificando che con l'introduzione della nuova finanziaria tenendo molto alla privacy dei propri clienti non vuole diffondere operazioni di acquisto in automatico per via telematica".
A questo punto, o è lui a distrarre dall'acquisto (e di questo gli saremo molto grati :D), oppure allo stesso modo saremo in grado noi di dare la nostra informazione al cliente che si appresta all'acquisto cercando di distrarlo il meno possibile, naturally.
Per tutta la comunicazione che andiamo a fare online esistono un'infinità di sfumature e modalità per dire la stessa cosa, starà a noi farlo nel migliore dei modi in funzione della circostanza: il checkout è una parte molto delicata del processo di vendita, ma questo non significa che ogni minimo intervento comprometterà sicuramente la vendita stessa.
Anzi, in certi casi un'informazione in più fornita con la giusta modalità, che certo non può essere uguale per ogni negozio/prodotto/cliente tipo/etc, può fare la differenza tra un acquisto e un carrello abbandonato.@O-WK said:
A prescindere che non capisco come possa una fattura mettere un briciolo di fiducia, ma ci sfugge che il cliente vede la fattura quando apre il pacco ( quindi l'acquisto l'ha già fatto e se tutto in regola è già pienamente soddisfatto ), non in fase di ordinazione, mentre proprio in fase di ordinazione noi gli andiamo a rompere le scatole chiedendogli il codice fiscale e magari peggiorando ancora la cosa spiegandogliene il motivo, io credo che la maggior parte degli ordini su internet sono molto meno ponderati di quelli fatti in negozio, pertanto dobbiamo sfruttare e sedare "l'impulso d'acquisto" in modo a noi più confacente.
A parte che la fattura potrebbe anche riceverla a mezzo e-mail ancor prima di ricevere il prodotto ordinato (DPR 633/72 e successive modifiche), è innegabile che quel foglio di carta (fattura o scontrino) trasmetta molta fiducia al cliente:- compro da un rivenditore che non evade - sì, lo so che nella realtà potrebbe anche non essere così, ma questa potrbbe essere una percezione del nostro cliente.
- ho una garanzia di 2 anni su quello che ho acquistato - anche questo non è un assunto, ma ha comunque una certa "forza", soprattutto in determinati settori.
- sensazione di "fisicità" della realtà commerciale - ma allora sono di ciccia come me!
Sicuramente ci sono settori, momenti e situazioni (addirittura singoli prodotti) per i quali il cliente compra "con la pancia", e questo può giocare a favore del merchant.
Solitamente accade alla prima esperienza di acquisto presso un e-shop, quella che molte volte è dettata dal fattore disponibilità e/o fattore prezzo e dal fattore must-have.
Con la fidelizzazione, aspetto al quale sono fermamente convinto che gli e-shop debbano puntare con assoluta priorità, credo che le cose cambino... ma rischiamo di andare OT.
Alla fine stiamo bene o male dicendo la stessa cosa: utilizziamo codice fiscale o quant'altro richiestoci dalla legge, tenendo sempre e comunque ben presenti alcuni aspetti fondamentali.
Per semplificare (molto) mi vengono in mente:- il mio cliente tipo,
- la mia realtà imprenditoriale.Chiaro che cercherò di rompere le scatole il meno possibile in fase di acquisto, ma starà a me far percepire al cliente che gli sto fornendo un'informazione importante e utile della quale mi sarà grato (pancia) e non un rompimento di scatole.
D'altra parte posso informare o rompere le scatole in entrambi i casi; sia spiegando il motivo per il quale sto chiedendo il codice fiscale per emettere fattura, sia nel caso opposto, per spiegare il motivo per il quale non emetterò fattura (che magari si sarebbe aspettato).
Questo invocare alla praivasi ad ogni piè sospinto pare essere il leit motiv dell'e-commerce nell'epoca del web 2.0.
Personalmente (e sottolineo, personalmente) me ne frego se mi viene chiesto il codice fiscale per i miei acquisti online, soprattutto se questo mi viene chiesto in conseguenza di una normativa di legge (giusta o sbagliata che sia tale legge, come probabilmente è sbagliata), le violazioni su internet le ravvedo altrove.
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@must said:
ma tanto, se saranno obbligati tutti, il cittadino italiano si abituerà alla normativa.
Sto scandagliando da oggi i BIG PLAYER di ogni settore (edreams, bol, ibs, yoox etc..), ma non mi pare di aver visto nessuna novità... voi avete visto qualcosa?? Di fatto se consideriamo loro che coprono il 90% del mercato vendita su internet e vediamo come si mmuovono sarebbe un miglior vantaggio per tutti i più piccoli.
Al momento MONCLICK richiede per i privati il CF obbligatorio, ma non per i possessori di P.IVA dove continuano a chiedere solo la P.IVA e non il CF.
La sensazione è quella di pieno marasma generale .. per me ci sarà la solita proroga.
Ciao Angelo
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Continua la mia indagine.
MrPRICE. Nel modulo d'acquisto riservato ai liberi professionisti esiste solo il campo P.IVA, ma NON qualla relativa al Codice Fiscale.
http://www.mrprice.it/Purchase/KartIntestazione.asp?TU=2&Registra=Falsestessa identica cosa per IBS
https://www.internetbookshop.itmi sbalglio o anche i BIG PLAYER sono in ritardo???
Ciao Angelo
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La fnac richiede il CF obbligatorio.
MediaWorld lo richiede ma non è chiaro se è obbligatorio o meno e comunque chiede un solo campo per CF oppure P.IVA. Ma è scorretto dato che per l'elenco clienti/fornitori serve anche il CF delle aziende, che non sempre coincide con la PIVA
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@Kya said:
La fnac richiede il CF obbligatorio.
MediaWorld lo richiede ma non è chiaro se è obbligatorio o meno e comunque chiede un solo campo per CF oppure P.IVA. Ma è scorretto dato che per l'elenco clienti/fornitori serve anche il CF delle aziende, che non sempre coincide con la PIVA Esatto se chiedi P.IVA obbligatoriamnete devi chiedere il CF, in quanto potrebbero NON coincidere. La cosa è ancora più vidente nelle ditte individuali o liberi professionisti.
Ciao Angelo
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minchia, mi vien voglia di lavare i vetri al semaforo...
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Bene, ho qui davanti a me il registro dei corrispettivi, alla fine ho optato per questa scelta.
Mi permette di non chiedere il codice fiscale al cliente, mi permette di non perdere tempo ad emettere fatture e di stamparle, mi consente insomma una gestione più agevole e veloce e nel frattempo facilità l'utente del mio sito.
Unico contro è la gestione dei resi, pare che la normativa non sia poi così limpida a riguardo, ma dato che comunque l'annotazione in negativo dell'iva nel registro dei corrispettivi non mi risulta essere obbligatoria, al massimo perderò l'iva su quei casi di recesso che per me sono rarissimi, arrivando a sfiorare lo zero.Voi alla fine per cosa avete optato?
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ciao volevo un chiarimento. Allora anche io vorrei optare per i corrispettivi, ma una cosa nn ho ben chiara. Da quali documenti ricavi l'importo da annotare nei corrispettivi. Penso che nn effettuarai ne ricevuta fiscale ne scontrino? Grazie