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- Dicitura sulle fatture dal 1 gennaio 2016, regime forfettario
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Buongiorno a tutti, avrei una domanda per il dott. Russo, e comunque anche per chi conoscesse l'argomento e volesse rispondere. Sono un ingegnere libero professionista che si sta apprestando ad aprire la partita iva nell'anno 2016. Fino all'anno scorso si poteva accedere al regime dei minimi (5%), ma adesso il regime forfettario 2016 ha abrogato il precedente ed è un mix tra il vecchio e il forfettario stesso (almeno da quello che sto cercando di capire in questi giorni). Da quello che sto leggendo in questi giorni, l'aliquota ridotta del 5% dovrebbe comunque essere sempre confermata per le nuove partite iva, e sempre per il limite massimo dei 5 anni. Poi si passerà al 15%. C'è qualcuno che può confermarmi e rassicurarmi da questo punto di vista per evitare di incappare in spiacevoli sorprese? Grazie in anticipo a tutti per la disponibilità.
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Bgiorno SalvoAlex
in merito al tuo quesito ti confermo che con la nuova legge di stabilità 2016 tutti i precedenti regimi agevolati sono stati abrogati (fatta eccezione per chi vi aveva già aderito e lo sta adoperando per gli anni residui).
Pertanto le nuove p.iva dal 2016, come la tua che dovrai aprire, hanno la possibilità di accedere al regime pagando l'imposta del 5% per i primi 5 anni passando poi al 15% dopo, purché si tratti effettivamente di StartUp e conservino negli anni i requisiti per permanere in tale regime.
Non so se per l'apertura della tua P.IVA ti rivolgerai ad un consulente o vorrai procedere autonomamente, in ogni caso ricorda di inserire il codice "2" nel quadro "B" nel modello AA9/12 nella sezione "regime fiscale agevolato" in quanto in sede di apertura c'è l'obbligo di comunicare all'Ag. Entrate l'intenzione di beneficiarne (pur se di fatto il regime forfettario è considerato "naturale").
Buon lavoro
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Grazie mille Dott. Russo, quindi per startup si intende un libero professionista che inizia ora l'attività giusto? Il codice "2 "da inserire nel quadro "B" nel modello AA9/12 nella sezione "regime fiscale agevolato" lo dovrei fare mettere al commercialista, che deve comunicarlo all'Ag delle entrate per poter beneficiare dell'agevolazione al 5% (pur se di fatto il regime forfettario è considerato "naturale" al 5% e non più regime dei minimi)?
Grazie ancora per avermi dedicato il suo tempo, cordiali saluti e buon lavoro,
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si, start up si intende nuova attività, mai svolta prima (nel tuo caso ovviamente non si considera il praticantato come attività, quindi di fatto è nuova attività);
si, il codice 2 lo mette lui quando ti compila il modello per apertura p.iva;
sì, beneficerai del 5% per 5 anni e poi 15% (sempre che null'altro cambi in questi anni...)
il mio parere: sì, guardare al futuro ma tenere anche in considerazione che lo Stato ogni anno dice "questo è l'ultimo regime" e puntualmente lo cambia!
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salve,
vorrei sottoporre alla vostra attenzione un mio dubbio.
devo aprire partita iva ad un cliente.
é' un avvocato.
ho deciso di aprire partita iva con il regime forfettario L190/2014 (l.S. 2016).
Ho un dubbio però... lui è socio amministratore in una srl.
E' una causa ostativa? (perchè tra le cause ostative c'è partecipazione a Srl...ma trasparente)
Grazie
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Buongiorno Asorosa,
non sono riuscito a rispondere prima in quanto ho avuto problemi di accesso al sito, password ecc...
Ad ogni modo il tuo quesito ha un duplice aspetto da tenere in considerazione:
il primo, di facile risoluzione, riguarda il fatto che non è preclusa la possibilità di accedere al forfettario per gli amministratori di srl in regime ordinario (quindi non "trasparenti"), ma questo vale per tutte le attività COMMERCIALI; difatti, un esercente attività commerciale (non professionale) nel regime forfettario può essere tranquillamente amministratore di srl (non trasparenti) esercenti attività commerciali;
il secondo è un po' più complesso e riguarda una fattispecie non strettamente collegata al regime fiscale, ma alla caratteristica del soggetto in questione e quindi da valutare in base al caso specifico...mi spiego meglio:
un avvocato (o un commercialista, un ingegnere, ecc) è di per sé un professionista e, a prescindere dal regime fiscale adottato, non può essere imprenditore, causa conflitto di interessi; la domanda è: quando si acquisisce la qualifica di imprenditore che va in conflitto di interessi con la qualifica di professionista? per meglio comprendere la questione farò alcuni esempi:- se l'avvocato con p.iva (e ripeto, qui non interessa il tipo di regime fiscale adottato, la questione è di carattere generale) è amministratore di una srl avente ad oggetto attività professionali (es. società tra avvocati o comunque di servizi professionali) nessun problema;
- se l'avvocato con p.iva è amministratore di una srl commerciale (es. un ristorante o un negozio di abbigliamento, ecc...) emerge la problematica che richiede una riflessione più approfondita:
2.1) se l'avvocato con p.iva è solo amministratore e non socio, si assume che lo stesso sia svolgendo un incarico (quello di amministratore) per un suo cliente, e pertanto l'Ag. Entrate non pone limite in quanto lo stesso non risulta essere qualificabile come imprenditore, ma l'esercizio dell'incarico può rientrare nell'ambito dell'attività professionale;
2.2) se l'avvocato con p.iva è amministratore e socio della srl allora si ritiene che: a) se la quota di partecipazione nella società è rilevante (es. socio al 50%) si assume che lo stesso abbia un potere decisionale forte, si pensi al voto in assemblea, e pertanto lo stesso ha acquisito la qualifica di imprenditore e non può svolgere contestualmente l'attività professionale!; b) se la partecipazione in srl è minoritaria e quindi lo stesso non ha un potere decisionale rilevante, non assume qualifica di imprenditore (al riguardo non so dire quale deve essere la percentuale massima di proprietà quote srl, sul fatto non esiste un parere chiaro e delineato dell'Agenzia la quale - difatti - valuterebbe singolarmente caso per caso).
Si deve inoltre tener conto che la qualifica di "imprenditore" comporta anche degli obblighi previdenziali ecc... che sono diversi da quelli dei professionisti.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro per una prima riflessione sul caso, in quanto la questione prospettata non è di semplice risoluzione e soprattutto non ha una definizione di tipo standard e deve essere valutata per il singolo caso specifico, di cui non hai esposto - e quindi non conosco - le caratteristiche.
Qualora, dopo aver analizzato il tuo caso specifico, ti accorgessi di aver adottato una soluzione contraria a quanto sopra e quindi a "rischio controlli" e conseguente contestazione della posizione del soggetto, puoi sempre riparare adottando al più presto una soluzione diversa che chiarisca al Fisco (e di conseguenza anche all'ente Previdenziale) la posizione del tuo cliente (avvocato).Per qualsiasi altro chiarimento, o qualora avessi bisogno di una consulenza specifica, puoi contattarmi anche in privato.
Saluti e Buon Lavoro
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Buona sera dott. Russo
la ringrazio per la risposta esaustiva e precisa e per aver posto all'attenzione un caso molto importante!
L'avvocato è socio al 25 % e amministratore... Lei dice che potrebbe essere incompatibile?
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Beh, anche se la partecipazione al 25% non determina un vero e proprio controllo decisionale dell'azienda, assume natura di "Partecipazione Qualificata" e potrebbe, ma -ripeto- potrebbe, portare l'ufficio a fare considerazioni poco favorevoli; purtroppo, come già menzionato nella precedente risposta, al riguardo non è possibile fornire un orientamento univoco.
Tuttavia, se mi trovassi personalmente nella situazione del tuo cliente opterei, qualora possibile, per una di queste soluzioni:- lasciare l'incarico di amministratore per preservare la quota; o, viceversa
- cedere la quota per conservare l'incarico
e contemporaneamente stare tranquillo.
Mi spiace non poter dare una risposta più concreta, ma purtroppo è argomento molto controverso.
Saluti
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grazie comunque è stato un vero piacere scambiare informazioni.
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Buonasera vorrei porre una domanda:un contribuente minimo art. 27 D.L. 98/2011, lavoratore autonomo ha la possibilità di lavorare in una scuola per 9 ore settimanali. Possono coesistere lavoro dipendente e lavoro autonomo? Grazie
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Sicuramente anche per questo quesito bisogna valutare aspetti differenti:
- se la scuola è pubblica e pone limiti all'esercizio di attività di impresa per motivi di incompatibilità, allora il problema può esserci (da verificare però anche in base al tipo di attività svolta autonomamente);
- se la scuola è privata nessun problema di incompatibilità.
Buon lavoro
Aggiungo che per sua normativa, il regime agevolato 2011 (superminimi) non poneva di base vincoli di incompatibilità tra lavoro autonomo e dipendente, mentre per i dipendenti pubblici di vari settori -come gli insegnanti- sussiste il divieto di svolgimento di attività di impresa o da dipendente (a prescindere comunque dal regime, agevolato o meno), per questo bisogna vedere di che tipo di scuola si tratta e di che tipo di collaborazione/lavoro si tratta...
Saluti
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E' una scuola paritatia.
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Sarebbe il caso di verificare nel regolamento dell'Istituto in questione; se nulla è previsto, nessun problema.
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Grazie mille