• User

    si, start up si intende nuova attività, mai svolta prima (nel tuo caso ovviamente non si considera il praticantato come attività, quindi di fatto è nuova attività);
    si, il codice 2 lo mette lui quando ti compila il modello per apertura p.iva;
    sì, beneficerai del 5% per 5 anni e poi 15% (sempre che null'altro cambi in questi anni...)
    il mio parere: sì, guardare al futuro ma tenere anche in considerazione che lo Stato ogni anno dice "questo è l'ultimo regime" e puntualmente lo cambia!


  • User Newbie

    salve,
    vorrei sottoporre alla vostra attenzione un mio dubbio.
    devo aprire partita iva ad un cliente.
    é' un avvocato.
    ho deciso di aprire partita iva con il regime forfettario L190/2014 (l.S. 2016).
    Ho un dubbio però... lui è socio amministratore in una srl.
    E' una causa ostativa? (perchè tra le cause ostative c'è partecipazione a Srl...ma trasparente)
    Grazie


  • User

    Buongiorno Asorosa,
    non sono riuscito a rispondere prima in quanto ho avuto problemi di accesso al sito, password ecc...
    Ad ogni modo il tuo quesito ha un duplice aspetto da tenere in considerazione:
    il primo, di facile risoluzione, riguarda il fatto che non è preclusa la possibilità di accedere al forfettario per gli amministratori di srl in regime ordinario (quindi non "trasparenti"), ma questo vale per tutte le attività COMMERCIALI; difatti, un esercente attività commerciale (non professionale) nel regime forfettario può essere tranquillamente amministratore di srl (non trasparenti) esercenti attività commerciali;
    il secondo è un po' più complesso e riguarda una fattispecie non strettamente collegata al regime fiscale, ma alla caratteristica del soggetto in questione e quindi da valutare in base al caso specifico...mi spiego meglio:
    un avvocato (o un commercialista, un ingegnere, ecc) è di per sé un professionista e, a prescindere dal regime fiscale adottato, non può essere imprenditore, causa conflitto di interessi; la domanda è: quando si acquisisce la qualifica di imprenditore che va in conflitto di interessi con la qualifica di professionista? per meglio comprendere la questione farò alcuni esempi:

    1. se l'avvocato con p.iva (e ripeto, qui non interessa il tipo di regime fiscale adottato, la questione è di carattere generale) è amministratore di una srl avente ad oggetto attività professionali (es. società tra avvocati o comunque di servizi professionali) nessun problema;
    2. se l'avvocato con p.iva è amministratore di una srl commerciale (es. un ristorante o un negozio di abbigliamento, ecc...) emerge la problematica che richiede una riflessione più approfondita:
      2.1) se l'avvocato con p.iva è solo amministratore e non socio, si assume che lo stesso sia svolgendo un incarico (quello di amministratore) per un suo cliente, e pertanto l'Ag. Entrate non pone limite in quanto lo stesso non risulta essere qualificabile come imprenditore, ma l'esercizio dell'incarico può rientrare nell'ambito dell'attività professionale;
      2.2) se l'avvocato con p.iva è amministratore e socio della srl allora si ritiene che: a) se la quota di partecipazione nella società è rilevante (es. socio al 50%) si assume che lo stesso abbia un potere decisionale forte, si pensi al voto in assemblea, e pertanto lo stesso ha acquisito la qualifica di imprenditore e non può svolgere contestualmente l'attività professionale!; b) se la partecipazione in srl è minoritaria e quindi lo stesso non ha un potere decisionale rilevante, non assume qualifica di imprenditore (al riguardo non so dire quale deve essere la percentuale massima di proprietà quote srl, sul fatto non esiste un parere chiaro e delineato dell'Agenzia la quale - difatti - valuterebbe singolarmente caso per caso).
      Si deve inoltre tener conto che la qualifica di "imprenditore" comporta anche degli obblighi previdenziali ecc... che sono diversi da quelli dei professionisti.

    Spero di essere stato sufficientemente chiaro per una prima riflessione sul caso, in quanto la questione prospettata non è di semplice risoluzione e soprattutto non ha una definizione di tipo standard e deve essere valutata per il singolo caso specifico, di cui non hai esposto - e quindi non conosco - le caratteristiche.
    Qualora, dopo aver analizzato il tuo caso specifico, ti accorgessi di aver adottato una soluzione contraria a quanto sopra e quindi a "rischio controlli" e conseguente contestazione della posizione del soggetto, puoi sempre riparare adottando al più presto una soluzione diversa che chiarisca al Fisco (e di conseguenza anche all'ente Previdenziale) la posizione del tuo cliente (avvocato).

    Per qualsiasi altro chiarimento, o qualora avessi bisogno di una consulenza specifica, puoi contattarmi anche in privato.
    Saluti e Buon Lavoro


  • User Newbie

    Buona sera dott. Russo
    la ringrazio per la risposta esaustiva e precisa e per aver posto all'attenzione un caso molto importante!
    L'avvocato è socio al 25 % e amministratore... Lei dice che potrebbe essere incompatibile?


  • User

    Beh, anche se la partecipazione al 25% non determina un vero e proprio controllo decisionale dell'azienda, assume natura di "Partecipazione Qualificata" e potrebbe, ma -ripeto- potrebbe, portare l'ufficio a fare considerazioni poco favorevoli; purtroppo, come già menzionato nella precedente risposta, al riguardo non è possibile fornire un orientamento univoco.
    Tuttavia, se mi trovassi personalmente nella situazione del tuo cliente opterei, qualora possibile, per una di queste soluzioni:

    • lasciare l'incarico di amministratore per preservare la quota; o, viceversa
    • cedere la quota per conservare l'incarico
      e contemporaneamente stare tranquillo.
      Mi spiace non poter dare una risposta più concreta, ma purtroppo è argomento molto controverso.
      Saluti

  • User Newbie

    grazie comunque è stato un vero piacere scambiare informazioni.


  • User Newbie

    Buonasera vorrei porre una domanda:un contribuente minimo art. 27 D.L. 98/2011, lavoratore autonomo ha la possibilità di lavorare in una scuola per 9 ore settimanali. Possono coesistere lavoro dipendente e lavoro autonomo? Grazie


  • User

    Sicuramente anche per questo quesito bisogna valutare aspetti differenti:

    • se la scuola è pubblica e pone limiti all'esercizio di attività di impresa per motivi di incompatibilità, allora il problema può esserci (da verificare però anche in base al tipo di attività svolta autonomamente);
    • se la scuola è privata nessun problema di incompatibilità.
      Buon lavoro

    Aggiungo che per sua normativa, il regime agevolato 2011 (superminimi) non poneva di base vincoli di incompatibilità tra lavoro autonomo e dipendente, mentre per i dipendenti pubblici di vari settori -come gli insegnanti- sussiste il divieto di svolgimento di attività di impresa o da dipendente (a prescindere comunque dal regime, agevolato o meno), per questo bisogna vedere di che tipo di scuola si tratta e di che tipo di collaborazione/lavoro si tratta...
    Saluti


  • User Newbie

    E' una scuola paritatia.


  • User

    Sarebbe il caso di verificare nel regolamento dell'Istituto in questione; se nulla è previsto, nessun problema.


  • User Newbie

    Grazie mille