• User

    Rischio di causa legale per 1 fotografia

    Buongiorno a tutti e grazie in anticipo a chi vorrà rispondere al quesito.

    Sto ricevendo via email (non pec) delle richieste da uno studio legale estero (in UE) per violazione del diritto d'autore. La violazione è l'utilizzo di 1 fotografia su un blog con AdSense (quindi uso commerciale). Probabilmente la violazione c'è, anche se l'immagine risulta piuttosto diffusa sul web ed utilizzata anche da altri siti senza specifiche di copyright, dai quali suppongo di averla presa (francamente non ricordo). La foto è un semplice panorama, senza marchi o altro, ma scattata da un fotografo professionista.

    La prima richiesta conteneva una lettera di "cease and desist" ed una richiesta danni di circa 1.000 euro, che per 1 fotografia utilizzata alcuni mesi mi sembra sproporzionato.
    Ho provveduto a rimuovere l'immagine ed ignorare ogni richiesta, mi sono guardato bene dal rispondere.

    Stanno insistendo con nuove email nelle quali chiedono sempre più soldi, siamo adesso a 3.000 euro, minacciando una causa nel Paese UE dove risiede il titolare del copyright. Per adesso nessuna lettera a/r ricevuta, ma a questo punto la aspetto, dato che nell'ultima c'è una scadenza oltre la quale faranno direttamente causa.

    So riconoscere lo spam, gli attori sono veri, le comunicazioni sono estremamente professionali e dettagliate, l'impostazione della cosa mi spaventa in quanto è evidente l'intento non conciliatorio, ma di fare più soldi possibili. Ipotizzo che sia una operazione "a tappeto" basata sulle verifiche di un noto servizio di tutela di diritti di immagini online che, a quanto ho letto, vive di richieste danni per violazioni di copyright.

    Avete qualche suggerimento?


  • User

    Premesso che usare immagini altrui senza accertarsi di non infrangere il copyright di nessuno è una cosa che non si fa, tuttavia... pur senza essere un avvocato - e quindi prendi con beneficio di inventario - mi viene da pensare che:

    1. In caso, dovrebbero scriverti a mezzo PEC o raccomandata. Una mail normale, vale come una comunicazione scritta su carta igienica. E naturalmente, devono scriverti in italiano.
    2. Nel caso, se tu risiedi in Italia e lavori dall'Italia, dovrebbero farti causa nel paese dove hai commesso il "crimine" e cioè in Italia, e non in un paese a caso dell'UE dove torna comodo a loro. Se ci pensi bene, immaginare che per una violazione del copyright avvenuta in Italia, ti facciano causa (ad esempio) in Portogallo fa ridere i polli, ed anche fosse, il magistrato portoghese poi che fa? Invia una rogatoria internazionale? E se alla fine emettesse una sentenza di condanna in contumacia a tuo carico (e qui siamo già nel fantascentifico) poi manda l'esercito portoghese a prelevarti a casa? Ripeto, non sono un avvocato.
    3. Per caso si tratta di Getty ? Fai una ricerca su Internet, ne raccontano delle belle...
      Insomma, io inizierei a prenderli sul serio quando dovesse scrivere un avvocato italiano; altrimenti significa che semplicemente ci provano, ma che provare a intentarti realmente causa non gli varrebbe neppure il costo da sostenere per pagare l'avvocato italiano che ti scrive una lettera. Mia opinione, eh!

  • User Attivo

    quanto ai punti di macantoni rispondo in temini giuridici:

    1. la mail ordinaria non è cata igienica ma un mezzo di comunicazione ordinario, la funzione della pec e/o della racomandata a/r è la prova della ricezione da parte del destinatario.
      Detto questo, in giudizio la ricezione di una mail può essere provata in diversi modi.
      sull'obligo di scriveti in italiano, non risulta da nessuna parte, anzi, considerato che lui ha ipoteticamente preso l'immagine su un sito straniero il proprietario può ben pensare che lui sappia la lingua del sito..
      2.il procedimento giudiziario può bene essere radicato nello stato di appartenenza del soggetto che assume violato il suo diritto d'autore, non sto a spiegarti il perchè, dovrei entrare in dettagli di natura girudica molto tecnici ..
      Quindi se le richieste ti sembrano ben motivate vere, forse è il caso di fr controllare queste comunicazioni che ti arrivano da parte di un legale, cosi potrà analizzare il tuo caso specifico.

  • User

    Grazie a chi mi ha risposto, i due punti di vista appaiono abbastanza diversi. Per macantoni: non è Getty.

    I diritti non esclusivi di una piccola foto di un panorama hanno un costo di mercato minore di 10 euro. E' evidente che chiedere da subito oltre 1.000 euro di risarcimento sia una richiesta sproporzionata, ma anche il semplice parere legale di un avvocato che ne sappia di diritto internazionale, ha un costo che non è ragionevole in rapporto all'infrazione. Mi sembra inoltre di capire che in causa il titolare del copyright può chiedere al giudice cifre assurde di risarcimento, ecco che la cosa assume proporzioni gigantesche. Ovvio che la parte lesa ha diritto di chiedere quanto ritenga opportuno, ma mi chiedo (e vi chiedo) se e come è tutelato un cittadino UE di fronte ad una situazione del genere.
    In caso di citazione, come la vedreste una denuncia per truffa alla Pol.post?


  • User Attivo

    prima cosa, evidentemente chi ha scattato la foto e chi lo difende non pensa che i diritti legati a quella immagine siano esclusivi.
    L'entità della richiesta a titolo di risarcimento deve essere motivata altrimenti è infondata! Di contro chi riceve la richiesta può dimostrare che l'enitità della richiesta è troppo alta.

    Sull'avvocato che ne sappia di "diritto internazionale" come dici tu, fai conto che si parla di questioni di competenza girusidizionale, cosa che hanno studiato tutti gli avvocati e sulla quale tutti dovrebbero saperti rispondere (si spera). Il costo ovviamente è commisurato alla difficoltà del quesito e ll'eventuale assitenza data.

    Un cittadino all'interno della ue si tutela per mezzo del proprio avvocato - che per il suo lavoro è giusto che venga pagato come tutti gli altri lavoratori - e il giudice dovrebbe condannare la parte perdente a pagare le spese processuali!


  • User

    Totinio: le tue considerazioni sono sicuramente giuste in linea di principio, ciò che vado cercando con questa discussione è un parere mirato al caso specifico.

    Qualunque avvocato per dare un parere sulla questione dovrebbe tradurre una dozzina pagine in inglese con considerazioni tecniche e divagazioni di ogni tipo del sedicente studio legale estero, con riferimenti a normative internazionali, penali, una cosa studiata a tavolino come molto complessa, per spiazzare proprio sul campo della complessità legale (e quindi dei costi legali).

    Se mi permetti la domanda, tu cosa faresti? Investiresti questi 2-300 euro di avvocato per un parere in questa fase?


  • User Attivo

    ti ricordo che il forum è fatto per discussioni generiche, non per ricevere consulenze specifiche.

    Ad ogni modo, ti consiglierei di spendere dei soldi e rivolgerti ad un legale, infatti, molto difficilmente riuscirai a tovare da solo on line una risposta puntuale ai tuoi quesiti, vista la complessità della materia (cosa peraltro da te ammessa..)

    Ciao


  • User

    @totinio said:

    quanto ai punti di macantoni rispondo in temini giuridici:

    1. la mail ordinaria non è cata igienica ma un mezzo di comunicazione ordinario, la funzione della pec e/o della racomandata a/r è la prova della ricezione da parte del destinatario.
      Detto questo, in giudizio la ricezione di una mail può essere provata in diversi modi.

    La mail normale è paragonabile ad una lettera semplice lasciata nella cassettina della posta. Tra il fatto che tutto può essere provato in diversi modi, ed il fatto che lo sia davvero, ci passa un abisso. Ci sarà un motivo per cui hanno inventato la PEC, no?
    Dal punto di vista tecnico, a meno che uno non ammetta di averla ricevuta, dubito che si possa avere FACILMENTE la prova opponibili in giudizio che è stata ricevuta. Anche metodi tecnici quali la ricevuta di ritorno (ma bisogna averla inviata) oppure l'immagine con il pixel di tracciamento (ma bisogna aver aperto l'immagine) può essere confutato, perché il log non viene mantenuto da una terza parte certificata; occorrerebbe come minimo il log del provider del ricevente oppure una perizia sul computer del ricevente, ma dubito che un giudice sano di mente autorizzerebbe qualcosa di simile per una causa del genere; e poi, anche fosso, perché posso sempre dire che la mail viene usata anche da altri (vedi Bossetti, che dice che quelle ricerche non le ha fatte lui).

    sull'obligo di scriveti in italiano, non risulta da nessuna parte, anzi, considerato che lui ha ipoteticamente preso l'immagine su un sito straniero il proprietario può ben pensare che lui sappia la lingua del sito..

    Quindi, se tu mi scrivi in una lingua a caso dell'unione europea (ad esempio in ungherese, greco, finlandese, ecc) io dovrei capire quello che mi scrivi? E' mio diritto che mi si rivolga nella mia lingua; in tribunale, se l'imputato parla una lingua diversa, gli si procura un interprete. E chi lo ha detto che lui la foto l'ha trovata in un sito in lingua inglese? Non si ricorda dove l'ha trovata. Non si ricorda dove l'ha trovata, magari era in un sito italiano che a sua volta l'aveva prelevata da un sito in lingua inglese. Oppure, era capitato per caso in un sito in una lingua "x" che non conosceva, non ha capito quello che c'era scritto ma ha visto l'immagine che gli piaceva.

    2.il procedimento giudiziario può bene essere radicato nello stato di appartenenza del soggetto che assume violato il suo diritto d'autore, non sto a spiegarti il perchè, dovrei entrare in dettagli di natura girudica molto tecnici ..
    Quindi se le richieste ti sembrano ben motivate vere, forse è il caso di fr controllare queste comunicazioni che ti arrivano da parte di un legale, cosi potrà analizzare il tuo caso specifico.

    Questo, francamente, non mi pare uno di quei casi per cui delle persone sane di mente potrebbero fare veramente causa: perché sarebbe troppo complicato, lungo e costoso anche per loro, e dagli esiti incerti non solo sul punto giuridico ma anche su quello economico: è costoso per te, ma non credere che andare fino in fondo sarebbe gratis pure per loro: se anche vincono e il giudice, dopo anni, ti condannasse al pagamento delle spese processuali, loro dopo averci speso tanti soldi, sanno per sicuro che tu li avresti quei soldi per poterli pagare e rientrare dell' "investimento" che hanno fatto?

    Come minimo, fossi io (che ripeto: non sono un avvocato) aspetterei che a scrivermi sia un avvocato iscritto all'ordine, ed ignorerei ogni comunicazione via email ordinaria.

    Serva solo di lezione, che prendere un'immagine su Internet solo perché sta lì, è una cosa che non si fa.


  • Per la lingua posso rispondere io ... ci sono ALCUNE delle lingue della comunità che possono essere usate ... NON TUTTE.
    L'inglese é sicuramente tra queste.


  • User

    Art. 122 c.p.c

    In tutto il processo è prescritto l'uso della lingua italiana. Quando deve essere sentito chi non conosce la lingua italiana, il giudice può nominare un interprete. Questi, prima di esercitare le sue funzioni, presta giuramento davanti al giudice di adempiere fedelmente il suo ufficio.

    art. 6 comma 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo

    Ogni accusato ha segnatamente diritto a:
    [..]
    e. farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nell?udienza.

    Ora, una MAIL non è un processo, e che uno accetti uno possa accettare una transazione extra-giudiziale anche in una lingua diversa dalla propria lingua madre è un conto, ma se dovessero notificarmi atti processualmente rilevanti, dovrebbero farlo in italiano, altrimenti in sede processuale posso semplicemente dire "Non ho capito cosa c'era scritto".


  • Tanto per parlare, senza dare alla cosa l'aria di una cosa seria e per amore della discussione ...

    Resta da stabilire quale sia la "sede processuale" in un simile caso.
    Se italiana va tutto bene ... altrimenti ...

    Il primo articolo riguarda il NOSTRO sistema giudiziario e non necessariamente quello estero.

    Il secondo attesta il diritto all'interprete DURANTE il processo e non PRIMA.

    Questo per quanto riguarda il lato giudiziario, il riscuotere poi quanto dovuto ... quello é tutto un altro discorso e potrebbe risultare impossibile per il creditore.


  • User

    La giurisdizione in tema di copyright è complicata, ci sono una moltitudine di casi e sottocasi. La regola generale (ci sono delle sentenze in merito) è che il giudice è competente solo limitatamente ai danni causati nel territorio su cui cade la propria giurisdizione. Ad esempio, se il mio copyright è tutelato in 14 paesi europei, se mi rivolgo al giudice di uno di questi paesi, posso avere riconosciuti i danni solo in relazione a quelli subiti in quel paese.

    Si comprende facilmente, come non è del tutto agevole la cosa, per chi intenta una causa internazionale in tema di copyright; al colpevole, poi, potrebbe pure costare tanto di spese processuale, ma anche chi intenta la causa dovrebbe anticipare ingenti somme di denaro a fronte - per una violazione minuscola come questa - di risarcimenti danni che saranno probabilmente riconosciuti nell'ordine di qualche decina di euro.

    Gli avvocati, poi, hanno tutto l'interesse a portare avanti le cause, ed in un certo senso possono anche aver ragione che in punto di diritto la causa possa essere fondata; ma realisticamente, questa gente qua, non farà mai causa e spera solo di racimolare qualche soldo impaurendo le persone.

    Hai presente le lettere della RAI inviate a chi non ha l'abbonamento? Non è che la RAI non ha ragione, ma non gli conviene procedere e si limita alle lettere. Di tanti, poi qualcuno paga.

    Riguardo alla lingua, è un diritto dell'uomo di poter avere un processo equo, e nell'equità del processo rientra il diritto alla difesa. Se mi si cità in giudizio in una lingua che non conosco e non posso intervenire per difendermi perché non ho capito cosa c'è scritto nella citazione, viene calpestato il mio diritto ad un processo equo.


  • User Attivo

    @macantoni ti ringrazio per la disanima di quanto ho scritto, è sempre bello essere citati (scientificamente parlando, non in giudizio, ovvio!)

    Detto questo confermo le mie argomentazioni che ti ripeto essere fatte in punta di diritto (ho scritto "in termini giuridici"), e che criceto ha condiviso con me.

    Oltre a questo ti posso solo dare un consiglio spassionato che sei libero di seguire o meno, evita di fare "mappazzoni" copia e incolla dal web di norme giuridiche, bisogna saperle identificare, classificare, etc.. per capire quali applicare nel caso concreto. Se i professionisti studiano anni e anni, e continuano a farlo durante tutta la carriera un motivo ci sarà!

    Poi ognuno sarà liberissimo di rivolgersi o meno a questi professionisti e fare tutto da soli! Certo, poi i risultati spesso si vedono in giro..


  • User

    @totinio, come ho detto diverse volte non sono un avvocato. E' però quindici anni che lavoro sul web, e mediamente una volta ogni due/tre anni c'è qualche avvocato che mi chiede soldi con qualche pretesto campato in aria. Ad oggi, li ho messi tutti in riga, da solo e senza mai assumere un avvocato per difendermi.

    Non metto in dubbio la complessita del diritto, e so benissimo che gli avvocati studiano anni, a cui segue il praticantato, ecc. ecc. La loro professionalità, il tempo che hanno speso per formarsi, lo riconosco ed è giusto che sia pagato, quando realmente serve. Detto questo, accanto a tanti avvocati che svolgono eticametne il loro lavoro - sicuramente la maggior parte - ce ne sono anche alcuni che usano il diritto come una clava per terrorizzare la gente, prospettando scenari apocalittici se non si va per vie legali. Purtroppo, va anche detto che la crisi economica, ha anche aumentato il numero di avvocati affamati e disposti a qualche compromesso con l'etica professionale per qualche cliente in più.

    Ripeto, non è mia intenzione denigrare la categoria nel suo complesso, che complessivamente è sana ed è un asset importantissimo per la società. Tuttavia, bisogna sempre prendere le cose con buon senso e vederle nella sua giusta dimensione; a volte, quando si è direttamente colpiti, si tende a ingigantire cose che in realtà sono minuscole ed improbabili. Il caso in questione, è secondo me uno di questi.

    In punto di diritto hanno (forse) ragione loro. Dico (forse) perché poi bisogna vedere il caso specifico. Tuttavia, il punto di diritto è una cosa, e la concretezza delle cose è un'altra. Per come la vedo io, questi signori non faranno mai realmente causa al nostro ChelOne, perché sarebbe troppo lunga, costosa e dagli esiti incerti in rapporto

    1. Alla possibilità di una effettiva vittoria in giudizio
    2. all'ammontare probabilmente molto eseguo del risarcimento danni che un giudice potrebbe realmente riconoscergli
    3. alla possibilità che poi il soccombente realmente sia in grado di pagare il risarcimento danni o che effettivamente lo paghi, con ulteriori successivi strascichi

    Poi, è logico che se vai da un avvocato, occorre a mio avviso tenere conto che l'avvocato ha tutto l'interesse a sottolineare gli aspetti giuridici e le conseguenze nefaste che ignorare le loro mail può comportare. Ma, posto che in punto di diritto, l'avvocato possa avere teoricamente ragione, quanto è in realtà concreto il rischio che si venga realmente chiamati in giudizio? Questo c'è scritto nei libri di dirittto? Possono farlo, ma lo faranno?

    Cosa dice il codice, che lo faranno o non lo faranno? Il codice non lo dice, naturalmente. Può dirlo l'esperienza ed il buon senso. La mia esperienza, è che non lo fanno. Scrivono per email? Un avvocato serio che ha cose serie da dirmi mi scrive con raccomandata, anche per essere sicuro che la lettera l'ho ricevuta. Mi scrive in inglese? Un avvocato serio che ha cose serie da dirmi, mi scrive in italiano per essere sicuro che io abbia capito quel che vuole dirmi.

    Poi, ripeto, è la mia opinione da non-avvocato. Ognuno ragioni con la propria testa, e nel bene o nel male, sia responsabile di quello che fa o non fa.


  • User Newbie

    Ciao Chelone,
    Com'è andata a finire poi con la richiesta danni per una fotografia? Proprio in questi giorni mi sono venuto anch'io a trovare nella tua situazione per una foto pubblicata su un sito che gestisco in modo amatoriale. Anche nel mio caso chi mi ha scritto è stato direttamente un avvocato che chiedevo una mia dichiarazione firmata. Io, forse sbagliando, ho risposto, non con la dichiarazione firmata, ms scusandomi e dicendo che avevo già tolto la foto ( cosa che ho fatto subito) L'avvocato è tornato alla carica chiedendo un totale di ?1800 fra danni multe e suo compenso. L'intento di far cassa è chiaro , ma mi chiedo se c'è qualche possibilità che possa istruire una causa qui in Italia.
    Grazie in anticipo


  • User

    @Andreapatro said:

    Ciao Chelone,
    Com'è andata a finire poi con la richiesta danni per una fotografia?

    Ho deciso di gestirla in maniera professionale. Ho inviato tutte le comunicazioni al mio avvocato, che ha provveduto a fare una verifica: l'avvocato esiste, le leggi citate sono corrette, ed è regolare che, in caso di processo, il foro competente sarebbe estero. Una bella grana, quindi. Ma abbiamo anche indagato sul reale valore della foto: le opere dell'autore vengono vendute online dallo stesso per pochi euro.
    A fronte di questo, abbiamo inviato una proposta di tacitazione di 400 euro, che è stata prontamente accettata.
    Ulteriore cosa che abbiamo previsto a tutela, la firma da parte loro di nulla più volere e che non ci sono altre violazioni. Abbiamo pagato e non li abbiamo più sentiti.

    Dalla modalità che descrivi, sembra la stessa procedura. L'avvocato scrive da Berlino e il cognome inizia per B.?


  • User Newbie

    Il cognome di questo è F.
    Considerando che il sito è amatoriale, che guadagnerà si e no 100 euro all'anno in pubblicità Adsense, speravo francamente di ignorarlo.
    Ho chiesto in via ufficiosa a degli avvocati amici e mi hanno detto che che se insiste rispondere semplicemente che la sua richiesta è infondata e che non è dimostrato alcun danno al suo cliente.
    In ogni caso, considerando il valore economico della foto nessuno si prenderebbe la briga di fare una causa in Italia....spero.
    Tra l'altro la foto è utilizzata in decine e decini di siti.


  • User

    @Andreapatro said:

    Il cognome di questo è F.
    Considerando che il sito è amatoriale, che guadagnerà si e no 100 euro all'anno in pubblicità Adsense, speravo francamente di ignorarlo.
    Ho chiesto in via ufficiosa a degli avvocati amici e mi hanno detto che che se insiste rispondere semplicemente che la sua richiesta è infondata e che non è dimostrato alcun danno al suo cliente.
    In ogni caso, considerando il valore economico della foto nessuno si prenderebbe la briga di fare una causa in Italia....spero.
    Tra l'altro la foto è utilizzata in decine e decini di siti.

    Le iniziali sono F.B, in effetti non sono sicuro di quale sia nome e quale cognome!
    Quanto guadagna il tuo sito è secondario. La causa, eventualmente, viene fatta nel foro più comodo a lui, e sta a te eventualmente l'onere di difenderti all'estero, cosa che da sola costa più dell'eventuale danno! Su questo, è evidente, fanno leva per ottenere un po' di soldi subito.
    La domanda che ti devi porre è: andranno a fondo o è un bluff? Nel mio caso ho valutato che c'erano probabilità che la cosa andasse avanti, e ho preferito evitare problemi peggiori.


  • User Newbie

    Scusa l'ignoranza, se mi cita un tribunale tedesco sono tenuto a presentarmi? Come funziona?


  • User

    @Andreapatro said:

    Scusa l'ignoranza, se mi cita un tribunale tedesco sono tenuto a presentarmi? Come funziona?

    Il problema è proprio quello: non sei obbligato a costituirti, ma se non ci vai non ti puoi difendere e saranno probabilmente accolte le richieste dell'accusa. Ma soprattutto, l'eventuale somma fissata dal giudice può essere riscossa in Italia, anche con un decreto ingiuntivo (norme UE).