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- Azienda UK acqusta da azienda italiana e rivende ad altra azienda in Italia.
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Ciao,
l'operazione da te descritta potrebbe essere catalogata come una triangolazione,
per quanto riguarda l'IVA, la prima impresa italiana effettuerebbe cessioni intracomunitarie non imponibili (ai sensi dell'art. 41 D.L. 331/1993);
l'impresa inglese effettuerebbe, invece, acquisti intracomunitari (assoggettati ad iva ai sensi dell'art. 38 D.L. 331/1993):
gli acquisti intracomunitari, sotto il profilo contabile, comportano la cosiddetta “doppia registrazione”, vale a dire che il contribuente integra la fattura ricevuta dall’operatore comunitario con l’ammontare dell’imposta, provvedendo inoltre a registrarla nel registro delle fatture emesse (in tal modo si crea il debito d’IVA); correlativamente è ammessa la detrazione dell’imposta per il pari importo, cosicché la fattura viene anche annotata sul registro degli acquisti (artt. 45 e 47 del decreto legge citato). Così operando, l’effetto pratico dell’acquisto, sotto il profilo dell’IVA, diventa neutro per il cessionario (IVA a debito e IVA in detrazione si compensano, annullandosi).la seconda impresa italiana, che compra dal fornitore stabilito nel Regno Unito, effettuerebbe acquisti intracomunitari che seguono il trattamento contabile sopra citato (IVA a debito e IVA in detrazione si compensano, annullandosi), ma l’imposta è applicata quando, a sua volta, quest’ultima provvederà a rivendere il bene in ambito nazionale, in tal caso, infatti, emetterà fattura “aggiungendo” l’IVA e verrà così ad assumere il reale ed effettivo debito d’imposta (consistente nell’obbligo di versare all’Erario l’importo pari all’IVA pagatagli dal cliente italiano).
cordiali saluti.
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Ringrazio per la risposta.
DUBBIO: se la merce non espatria puo' comunque essere assimilato ad una vendita intracomunitaria?
Mi sembra comunque sensato che l'azienda UK "debba" pagare l'IVA all'azienda che produce e poi, vendendo il prodotto alla terza azienda italiana, riapplicare l'IVA che sara' in questo luogo maggiore di quella pagata dato che comunque verrebbe applicato un ricarico. In questo modo l'azienda UK si troverebbe ad avere incassato piu' IVA di quella che dovrebbe pagare per il primo acquisto non compensandosi.
Diciamo che sto cercando di capire dal lato dell'azienda UK.
Per quanto riguarda la tassazione, diciamo che l'azienda non ha stabile organizzazione in ITA e che tutte le pianificazioni, decisioni, gestione, etc. avvengono in Regno Unito.
Come viene tassato il profitto di tale vendita? L'azienda UK e' tassabile in ITA?
Grazie
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@colexxx said:
Ringrazio per la risposta.
DUBBIO: se la merce non espatria puo' comunque essere assimilato ad una vendita intracomunitaria?
Nel tuo esempio... certamente!
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Tutto il discorso e' improntato su quello.. Se il produttore ed il cliente sono in ITA ma il brevetto e tutta l'attivita' di pianificazione logistica (e tutto quello che riguarda l'azienda quindi attivita' di ricezione degli ordini, etc) e' in UK, la merce deve espatriare e tornare in ITA? Non riesco a capire questo punto.
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Dunque VINCPIC e CRICETO, come funziona con iva e tasse?
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@colexxx said:
Come viene tassato il profitto di tale vendita? L'azienda UK e' tassabile in ITA?
Grazie
In base al "worldwide taxation principle", i profitti generati dalle operazioni di vendita effettuate dall'azienda UK, senza stabili organizzazioni in Italia, dovrebbero essere assoggettati ad imposta sui redditi in UK.
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Ok e per il discorso Iva quindi, non si paga e non si applica, giusto?
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@colexxx said:
Dunque VINCPIC e CRICETO, come funziona con iva e tasse?
Colexxx se vuoi puoi contattarmi in privato e spiegarmi bene tutti i dettagli del tuo caso... vedrai che troveremo una soluzione specifica
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@colexxx said:
Ok e per il discorso Iva quindi, non si paga e non si applica, giusto?
L'impresa UK applicherà l'iva solo se effettuerà cessioni di beni in ambito nazionale (quindi, non cessioni intracomunitarie non imponibili). Pertanto, solo in tal caso dovrebbe versare l'iva!
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Penso che criceto abbia capito bene il tuo caso e trovato la soluzione giusta :).
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@criceto said:
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Mi pare che uil caso prospettato sia questo:ESEMPIO N. 2 - Un imprenditore italiano IT1 vende della merce ad altro imprenditore francese FR. Il contratto di acquisto/vendita prevede che tale merce sia consegnata a un cliente italiano IT2 di FR, direttamente in Italia da parte di IT1.**
In tal caso, due sono i rapporti che si vengono a instaurare:- il primo tra il soggetto italiano (IT1) e il soggetto francese (FR) con IVA;
- il secondo tra il soggetto francese (FR) e il cliente italiano (IT2);
Per la cessione effettuata dal soggetto italiano (IT1) nei confronti del soggetto francese (FR) è previsto che:
- l?impresa italiana (IT1) fattura con IVA al cliente francese in quanto l?operazione è priva del requisito territoriale (la merce non esce dal territorio dello Stato); per la cessione effettuata dal soggetto francese (FR) nei confronti del soggetto italiano (IT2) è previsto che: l?impresa francese (FR) emette fattura senza IVA alla ditta italiana (IT2);
- l?impresa italiana (IT2), ai sensi dell?art. 17, comma 2, D.P.R. n. 633/72, adempie gli obblighi di fatturazione e di registrazione secondo le disposizioni degli articoli 46 e 47 del D.L. 30 agosto 1993, n. 331; pertanto, integra la fattura ricevuta e la annota sia nel registro IVA vendite che in quello degli acquisti. Non si tratta di operazione intracomunitaria per la quale è necessario compilare il Modello INTRASTAT, bensì di acquisto interno.
Grazie è esattamente questo il caso.
Per quanto riguarda l'IVA siamo d'accordo che l'azienda FR la paga ad IT1 però non la può applicare alla fattura che emette per la vendita ad IT2 la quale deve integrare la fattura con l'aliquota vigente.
In questo caso l'IVA per FR diventerebbe un costo quindi?
E per quanto riguarda la tassazione sul profitto, questa sarebbe applicata solo dallo stato Francese o anche da quello Italiano?
Rigrazie