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- ADSENSE - solo con partita IVA?
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Io mio discorso non riguardava gli aspetti fiscali di Adsense, ma il rischio di impresa che include pure il rischio di sanzioni.
In una agiografia su Berlusconi si racconta che ha cominciato a far soldi vendendo appunti all'università, secondo voi aveva la partita IVA?
Lungi da me prendere come modello Berlusconi, ex presidente del consiglio che dall'alto della sua carica istituzionale tuonava "è morale evadere le tasse se sono troppo alte" http:// www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=45701, ma ritengo sbagliato l'accanimento che per stare sicuri bisogna sempre seguire le leggi più folli e le relative interpretazioni più fasciste, cioé quelle che ti danno minore libertà.
Abbiamo governanti che fanno leggi su degli aggettivi, "occasionale" che vuol dire? Per me può essere occasionale, perché non sono sicuro se il prossimo mese o anno continuerò, per te no, e dato che abbiamo un numero esagerato di leggi di difficile interpretazione prendendo sempre l'interpretazione più sicura (la più restrittiva) non possiamo fare nulla.
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@RockyMountains said:
Io mio discorso non riguardava gli aspetti fiscali di Adsense, ma il rischio di impresa che include pure il rischio di sanzioni.
In una agiografia su Berlusconi si racconta che ha cominciato a far soldi vendendo appunti all'università, secondo voi aveva la partita IVA?
Lungi da me prendere come modello Berlusconi, ex presidente del consiglio che dall'alto della sua carica istituzionale tuonava "è morale evadere le tasse se sono troppo alte" http:// www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=45701, ma ritengo sbagliato l'accanimento che per stare sicuri bisogna sempre seguire le leggi più folli e le relative interpretazioni più fasciste, cioé quelle che ti danno minore libertà.
Abbiamo governanti che fanno leggi su degli aggettivi, "occasionale" che vuol dire? Per me può essere occasionale, perché non sono sicuro se il prossimo mese o anno continuerò, per te no, e dato che abbiamo un numero esagerato di leggi di difficile interpretazione prendendo sempre l'interpretazione più sicura (la più restrittiva) non possiamo fare nulla.Il rischio di impresa da che mondo e' mondo c'e' sempre stato...
Purtroppo ogni attivita' che apre ogni giorno e' a rischio di impresa...
Molte attivita' IMPRENDITORIALI proprio per questo rischio,per la recessione e altre 100 cause chiudono (io ne sono un portavoce) e si ritrovano spesso con dei debiti insoluti...
Questo perche' spesso molti aprono un attivita' perche' non trovano lavoro e cercano quindi di crearsi una fonte remunerativa.
Questo significa che ci si butta ad aprire un'impresa senza consocerne le modalita',i rischi,i possibili introiti e tutto questo perche' NESSUNO AIUTA LA NUOVA IMPRESA. Tutto questo fa si che SPESSO si chiuda dopo poco e in PERDITA.
Si sta quindi peggio di prima.
Lo stato non aiuta ma non per questo bisogna arrendersi.
Poi volendo si puo' sempre andare all'estero.(se te lo permettono)
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@xtiger said:
Il rischio di impresa da che mondo e' mondo c'e' sempre stato...
Certamente, ma il rischio di impresa cresce con l'aumentare dei costi fissi e dell'incertezza.
Uno stato che mette alle nuove imprese costi fissi (vedi INPS) e fa leggi di difficile interpretazione aumenta il rischio di impresa.@xtiger said:
Lo stato non aiuta ma non per questo bisogna arrendersi.
Lo stato NON deve aiutare, aiuta fin troppo (l'intento dichiarato sarebbe quello), con leggi e leggine, sovvenzioni, spesso sono soldi sprecati o regalati ai soliti furbini, ma che vanno a gravare su tutti tramite le tasse, anzi su quelli che le pagano.
Così come non dovrebbe proteggere imponendo la beneficienza a categorie di persone nei confronti di altre (i proprietari di case nei confronti degli inquilini, gli imprenditori nei confronti dei dipendenti, ecc. dando per scontato che l'inquilino o il dipendente sia sempre un poveraccio e la controparte uno sporco capitalista) oppure recintando la categoria facendo sorgere rendite di posizione (professionisti, negozianti, ecc.)Abbiamo la fortuna di lavorare in un settore nel quale si può veramente partire da 0 o quasi, e ci dobbiamo complicare la vita a fare un business plan magari con la consulenza di Accenture per vedere se i 25 euro di Aruba saranno recuperati, ma no, con Aruba non si può partire, non è professionale, e allora partiamo con un'housing, 3 sedi in tutta Italia, e 20 dipendenti a tempo indeterminato, e stai sicuro che il rischio di fallimento lo conosci subito da vicino.
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Ragazzi quindi per chi ci guadagna meno di 5.000 ?uro all'anno, non è indispensabile la partita IVA?
E ora una domanda generica: di solito, con quale traffico e quanti click si arriva a 5.000 euro all'anno?
grazie
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ragazzi nessuno che mi risponde gentilmente? grazie
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@p2pmaster said:
E ora una domanda generica: di solito, con quale traffico e quanti click si arriva a 5.000 euro all'anno?
grazie
Ciao p2pmaster, questo è molto molto soggettivo. Se immaginiamo un cpc di 0,05 ? a click la risposta è semplice con 100.000 click all'anno. Tieni conto di un ctr approssimativo del 4% (abbastanza veritiero in genere, ma cambia da sito a sito) e fai i tuoi calcoli.
Comunque sono stime assolutamente inattendibili. Non sono calcoli che è possibile fare a priori.
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Certo, era solo per regolarmi con il discorso della partita IVA.
A questo punto, essendo certo di non arrivare a quelle cifre, faccio passare i guadagni di adsense come "redditi diversi"?
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Azzo, qui non saprei come consigliarti, fai come fanno molti, senti un commercialista !
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ok grazie
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Il seguente blogger, in base a quanto dice il dott. Spataro, dichiara che sotto i 5000? non è necessaria la Partita IVA.
Sinceramente non ci capisco + nulla. Alcuni dicono che è necessaria perché vendendo spazi pubblicitari si sta facendo impresa, altri dicono di nocreareonline.it/2008/01/20/disinformazione-adsense-piva-no-problem-ce-spataro/