• User Attivo

    Concordato preventivo

    Un'azienda è stata ammessa al concordato preventivo con decreto del Tribunale. Il passivo in che momento viene determinato? Alla data di richiesta di ammissione da parte dell'azienda, alla data del decreto del tribunale, alla data dell'assemblea dei creditori o ad altro momento?
    Se un "dipendente" maturasse dei ratei successivamente alla data in cui l'azienda chiede il concordato come sarebbe tutelato alla fine?
    Grazie


  • User

    @clagiord said:

    Un'azienda è stata ammessa al concordato preventivo con decreto del Tribunale. Il passivo in che momento viene determinato? Alla data di richiesta di ammissione da parte dell'azienda, alla data del decreto del tribunale, alla data dell'assemblea dei creditori o ad altro momento?
    Se un "dipendente" maturasse dei ratei successivamente alla data in cui l'azienda chiede il concordato come sarebbe tutelato alla fine?
    Grazie

    Ciao,
    nel Concordato Preventivo il momento della "formazione del passivo" (virgolettato perché il concetto è più legato alla procedure fallimentare) non si perfeziona al momento dell'ammissione al concordato.
    Il passivo anche dopo quel passaggio obbligatorio è ancora determinato dal proponente la domanda, quindi non da organo terzo come nelle procedure fallimentari. Anche dopo la nomina del Commissario Giudiziale, che esprime con apposita relazione parere sulla domanda di concordato non si ha un'alterazione della situazione patrimoniale proposto dal debitore, potrà però discostarsene in maniera significativa (nella mia esperienza concreta ciò succede ma non particolarmente spesso). Dopo anche questo ulteriore passaggio ci sarà la fissazione della data per il voto dei creditori. Non ci sarà neanche in questa situazione una modifica dello stato patrimoniale essendo la funzione del voto unicamente l'accettazione o meno del concordato da parte dei creditori (chirografari o privilegiati rinunciatari).
    In conclusione lo stato patrimoniale che i creditori accettano (fatte salve le modifiche che spesso si vedono qualificate come "migliorative" e fatte motu proprio dall'imprenditore/debitore ostimolate dai creditori) è quello predisposto inizialmente nella domanda iniziale, che infatti non è altro che un approvazione di una proposta del debitore. nessun obbligo quindi. Infine vi sarà l'omologa del tribunale (la legge dice 6 mesi ma ti assicuro che i termini temporali del concordato sono spessi presi con "elasticità") e poi si potrà incominciare a liquidare le posizioni ai creditori. Ecco se volessimo forzare l'interpretazione potremmo dire che quello è il momento da te ricercato, il giorno dell'omologa.

    Per la seconda parte della tua domanda invece la risposta è più semplice, chi predispone la domanda di concordato (commercialisti come noi o meno) deve tenere conto anche dell'andamento prospettico dell'attività di gestione nelle more della procedura, infatti noi inseriamo proprio per coprire le spese, tra cui quelle che tu indichi, tre tipi di stanziamento nella domanda di concordato. Oltre a quelle di procedura, peraltro piuttosto salate, ci saranno le spese di "amministrazione straordinaria" e le spese per imprevisti.
    Infine se ci dovessero essere errori importanti di valutazione dei beni che non permettano di attingere le necessarie risorse per pagare i dipendenti questi potranno far conto sul fondo apposito dell'INPS (anche per il TFR) in quanto la omologa di sicuro ma alcuni ritengono anche la semplice ammissione al concordato, consentirà di attivare l'apposita procedura di rimborso dei debiti da lavoro non pagati.(la seconda opzione da me non è condivisisa in quanto non ritengo corretto attivare una procedura di rimborso a spese dell'Inps quando i privilegiati come i lavoratori potranno essere pagati interamente dal debitore)
    Occhio che il Concordato è infido per le sezioni di fallimentare dei tribunali, la semplice lettura dellla norma spesso non è sufficiente per capire le ratio che guida i provvedimenti. In bocca al lupo!


  • User Attivo

    Uno dei dipendenti di azienda ammessa al concordato preeventivo ha ricevuto dal Commissario giudiziale una comunicazione della proposta di concordato preventivo della propria azienda.
    Fra le varie informazioni è richiesto l'invio di un estratto conto con l'ammontare del credito vantato e le ragioni dell'eventuale privilegio.
    Anche tutti i dipendenti individualmente (sono oltre 150) devono presentare questo "estratto conto"?
    Credo che nessun dipendente sia in grado di certificare i propri crediti tanto complessa è la materia.
    O sarà uno studio di consulenti del lavoro incaricato di redigere per tutti questo documento?
    Grazie della cortese risposta.


  • User

    @clagiord said:

    Uno dei dipendenti di azienda ammessa al concordato preeventivo ha ricevuto dal Commissario giudiziale una comunicazione della proposta di concordato preventivo della propria azienda.
    Fra le varie informazioni è richiesto l'invio di un estratto conto con l'ammontare del credito vantato e le ragioni dell'eventuale privilegio.
    Anche tutti i dipendenti individualmente (sono oltre 150) devono presentare questo "estratto conto"?
    Credo che nessun dipendente sia in grado di certificare i propri crediti tanto complessa è la materia.
    O sarà uno studio di consulenti del lavoro incaricato di redigere per tutti questo documento?
    Grazie della cortese risposta.
    Credo ci sia stato un errore nel recapitare la comunicazione allo specifico destinatario. Non credo possibile che un professionista abilitato alla gestione della procedura in oggetto chieda ad un dipendente di giustificare il titolo di privilegio. Notoriamente il dipendente è privilegiato, punto.
    più realisticamente avranno fatto un acomunicazione unica per tutti, sia professionisti che altre forme di collaborazione chiedendo di esplicitare se presente la propia "qualità" di privilegio, perchè non tutti i professionisti ne dispongono negli stessi gradi.
    Per il resto il mio consiglio è, visto che siete in tanti, di andare da un buon professionista del settore che con una cifra tra i 10 e i 15 euro a testa sarà in grado di dirvi come azionare i diritti dei dipendenti nell'apposita gestione INPS prevista per questo tipo di procedure.
    Infine un chiarimento tecnico
    il debito della società verso i dipendenti NON è accertato facendo seguito alla richiesta di parte ma unicamente con riferimento a documenti contrattuali.
    eventualmente la richiesta del dipendente, se difforme dalle risultanze contabili, si trasformerà in petitum (ammontare richiesto in via giudiziale) e, bada bene, sottoposto a rito ordinario di cognizione.
    Il che vuol dire che con molta probabilità si farà "causa" ad una società inesistente (se concordato liquidatorio) al momento della decisione effettiva.


  • User Attivo

    Scusi l'ignoranza.
    Se ho capito il dipendente non deve fare quindi assolutamente nulla: sarà l'Azienda debitrice tramite un suo consulente del lavoro a presentare e documentare i crediti di ciascuno.
    Cosa significa "......come azionare i diritti dei dipendenti nell'apposita gestione INPS prevista per questo tipo di procedure"?
    Grazie ancora-


  • User

    @clagiord said:

    Scusi l'ignoranza.
    Cosa significa "......come azionare i diritti dei dipendenti nell'apposita gestione INPS prevista per questo tipo di procedure"?
    Grazie ancora-

    Significa che se non esistono nella società risorse sufficienti per pagare il dovuto (si pensi al TFR che i dipendenti devono ricevere e che se mantenuto in azienda dopo la riforma previdenziale, andrebbe da quest'ultima a voi pagato) l'INPS gentilmente favorisce il dovuto in sostituzione della società stessa.

    Mi raccomando però, non offenderti, ma ti suggerisco dopo questo nostro breve scambio di messaggi di rivolgerti a qualcuno che gestisca queste cose professionalmente. Il Forum è un interessante posto dove trovare idee ma poi il fai da te in queste cose è altamente sconsigliato.


  • User Attivo

    Grazie dell'informazione e del consiglio.
    Saluti.


  • User

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