• User Attivo

    Bah ti dirò che nell'agenzia in cui lavoro, il prezzo è simile, difatto, si prfesupponde che di siti come quello ne entrano almeno 4 al mese.


  • Super User

    @Nic0 said:

    Ora nbriani per curiosità (se non ti va non mi rispondere) un sito da 8 pagine che occupa non più di 20 ore il tuo personale quanto lo faresti pagare?

    non "conto" le pagine .. facciamo solo stime di ore di lavoro sui progetti..

    Il costo te l'ho già scritto sopra... mediamente il prezzo giornaliero che applichiamo per la realizzazione di un sito (e parlo SOLO della realizzazione di un sito) è quello... 20 ore = 2 gg e mezzo ... c.a 1000 € + iva 🙂

    Ma è una media... diciamo un parametro che teniamo in mente... ovvio che poi si possono fare valutazioni commerciali di molti tipi... dipende dalla numero di ore stimate, dal cliente, dal settore del progetto, dalle opportunità, dalla voglia di "entrare" su un nuovo prospect, dalle situazioni che capitano, se il lavoro ci piace e ci convince o meno, se il lavoro ti da una certa visibilità... insomma le variabili sono tali che poi in realtà un sito lo puoi regalare oppure vendere a 100.000 euro ! 🙂 (faccio per estremizzare, eh?!)

    :ciauz:
    Nicola


  • Super User

    Comunque Nic0 non perdere di vista una punto (ovvio) .. se il costo/giornata di una azienda (compresa la tua!) sarà piu' o meno fisso .. la variabile su cui ti puoi invece muovere è il tempo di realizzazione!

    Se hai un piccolo cliente da voler soddisfare che non ha grosse esigenze e ti chiede un sito statico di 8 pagine... bè, secondo me, devi essere pronto ed organizzato ( e questo fa parte del tuo know-out e dell'"investimento" che farai... piattaforme, template, moduli di programmazione, ecc ecc) a realizzare un lavoro nel genere nel minor tempo possibile...

    bè puo' anche darsi che un sito del genere possa essere fatto in 8 ore e venduto a 400 ? ... (di nuovo faccio esempi per estremizzare) senza aver creato "danni" alla tua azienda...:)

    :ciauz:
    Nicola


  • Super User

    per caritá per caritá... finalmente iniziamo ad abbattere qualche privilegio corporativo, e vogliamo fare dei listini di stato?

    no no no, mi rifiuto.

    il cliente che spende 79 euro per un sito (a proposito, fantastico il sito!) imparerá sulla propria pelle che razza di investimento ha fatto. d'altra parte, é vero pure che ci sono clienti che pagano un fottio di euri una cagata pazzesca di sito.

    con il tempo, la gente inizierá a valutare correttamente il valore di un sito web (e tutto il contorno, ovviamente). nel frattempo, é compito nostro spiegare ad un cliente perché il sito che facciamo noi costa 2000 euro in piú di quello precotto a 79 euro.

    p.s. sull'argomento, vi segnalo [url=http://www.searchadvertising.it/marketingblog/2006/09/11/agenzia-seo-le-nuove-re-mida/]questo post (si parla di SEO, ma il concetto é identico).


  • User Attivo

    nbriani il fatto è che sono ancora illuso di poter fornire un servizio veramente personalizzato, quindi senza "fretta", il mercato mi farà cambiare idea presto lo so 🙂 grazie dei consigli, è bello sapere che cmq non tutti sono gelosi delle proprie conoscenze (http://www.giorgiotave.it/forum/web-marketing/16775-perche-i-live-gt-non-vengono-ripresi-dai-blogger.html)

    Come dice must siti da pochi euro possono anche aiutarci a vendere meglio, visto che offriamo qualcosa di meglio.
    Ma però il dubbio è...

    devo fare i preventivi sui siti che dovrò fare o sull'opera di sensibilizzazione e informazione che faccio porta a porta ai clienti?


  • User Attivo

    Ciao Must, purtroppo credo che la cosa non sia così semplice...il mercato è stato già rovinato in passato e lo continua ad essere da chi, come hai detto tu, per tanto, fa cagate pazzesche...

    Questo fa si che quando un cliente, ormai derubato e truffato, ridecide di tentare un approccio al web, non si fidi, paghi molto poco e pretenda tanto dicendo..."ma come, per queste due cazzate ho pagato 40.000 euro, e tu per farmi pure meno me ne chiedi alterttante? No no, io pià di 1000 euro sta volta non investo..."

    C'è sfiducia, il sito web non viene percepito come valore, viene percepito il posizionamento ad esempio, è assurdo come il cliente percepisca "una vittoria" stare ai primi posti sui motori, senza di fatto ottenere conversioni.

    Il sito web è visto come una cosa senza anima e che quindi non ha valore. Il cliente vede il valore nelle conversioni, punto e basta. Poi se il sito è pure bello, meglio.


  • Super User

    @must said:

    per caritá per caritá... finalmente iniziamo ad abbattere qualche privilegio corporativo, e vogliamo fare dei listini di stato?

    no no no, mi rifiuto.

    il cliente che spende 79 euro per un sito (a proposito, fantastico il sito!) imparerá sulla propria pelle che razza di investimento ha fatto. d'altra parte, é vero pure che ci sono clienti che pagano un fottio di euri una cagata pazzesca di sito.

    con il tempo, la gente inizierá a valutare correttamente il valore di un sito web (e tutto il contorno, ovviamente). nel frattempo, é compito nostro spiegare ad un cliente perché il sito che facciamo noi costa 2000 euro in piú di quello precotto a 79 euro.

    p.s. sull'argomento, vi segnalo questo post (si parla di SEO, ma il concetto é identico).

    Must io ti voglio bene, ma non sono assolutamente d'accordo. Il mercato che si fa da solo è la più grande palla che ci hanno raccontato gli economisti. Serve, mio parere, regolamentazione in tutti i settori. Non qualcosa di stringente, ma almeno dei minimali su cui costruire un listino.

    Non è sempre vero che chi commissiona il sito a 79Euro poi si ravvede, può anche rinunciare al web...


  • Super User

    ok, rinuncia al web allora. é un problema suo, mica tuo o mio!


  • User Attivo

    Non sono daccordo Must, purtroppo il mercato è stato rovinato da chi pensava:"mo gli frego un botto di soldi, poi sti cavoli..."

    Ad ogni azione, corrisponde una reazione...


  • User Attivo

    @ideasnextdoor said:

    Non sono daccordo Must, purtroppo il mercato è stato rovinato da chi pensava:"mo gli frego un botto di soldi, poi sti cavoli..."

    Ad ogni azione, corrisponde una reazione...

    ma allora la soluzione non sono le tariffe minime, ma al messimo ordini di categoria che verifichino le capacità oppure la necessità di un esame per esercitare.

    Anzi, neanche l'albo/esame serve, perchè sarebe solo una cosa burocratica, come l'albo dei commercialisti. Semplicemnte ci sono persone che sanno fare ill oro lavoro e altre che non l osann ofare, come perle agenzie immobiliari, gli idraulici, e ogni categoria lavorativa. Semplicemnte chi non è capace farà un po' di danno e poi smeterà perchè alla lunga non ci campi.
    E peri clienti insoddisfati: saranno loro a decidere se riprovarci, cercando meglio la controparte, oppure non provarci, ma sono affari loro. Dubito che i clienti nani, tirchi e con scarse competenze siano essenziali per l'equilibrio del mercato


  • Super User

    @ideasnextdoor said:

    Non sono daccordo Must, purtroppo il mercato è stato rovinato da chi pensava:"mo gli frego un botto di soldi, poi sti cavoli..."

    Ad ogni azione, corrisponde una reazione...

    dunque, dopo la fregatura, l'imprenditore penserá "internet é una fregatura, si buttano solo via soldi". ok.
    poi peró questo imprenditore si accorgerá che altri imprenditori, grazie a internet, hanno aumentato considerevolmente il loro business. perché succede, vero? no perché, se non succede, allora ha ragione l'imprenditore che sfancula la rete. ma io dico che succede, e a quel punto...

    a quel punto, l'imprenditore dovrebbe essere in grado di dedurre che ha sbagliato qualcosa. e la volta successiva, stará piú attento, eviterá di ripetere gli stessi errori, etc.

    cosa significa questo? che la volta successiva, si rivolgerá a veri professionisti, non a caciottari. e se non lo fa, il problema é tutto suo.


  • User

    Mi inserisco nella discussione da "economista" e da conoscitore di marketing.
    Non ho una agency, non so da che parte farmi per programmare, ma sono laureato in economia e mi interesso al web marketing e all'e-commerce da diversi anni.

    Io la vedo così:

    1. Un imprenditore serio sa che internet è un'opportunità. In Italia abbiamo la "fortuna" che molti imprenditori non si siano ancora buttati sul web. Questo lascia molti spazi per chi, come me, sta cercando dei venture capitalist per lanciare numerosissimi progetti. Al tempo stesso mi rendo conto che renda il lavoro di uno sviluppatore monotono (fammi il classico sito aziendale.. una specie di depliant web) e sottopagato.

    2. Quando ho fatto delle consultazioni con delle web agency per il primo progetto che sto per lanciare quello che mi ha colpito è stata la difficoltà nel capire il lavoro dell'agenzia in questione. Non sono uno che non capisce nulla di pc o di internet, ma fra tutte le proposte che ho avuto mi riusciva molto difficile andare a discriminare tra quelle davvero simili (chiaramente ho scartato quelle che mi chiedevano 3000 euro quando le altre me ne chiedevano 12000). Quando cercate di vendere un prodotto non dimenticatevi di fare capire a un cliente PERCHE' il vostro prodotto vale di più. Evidenziate anche la più piccola stupidata che può tornargli utile, fornite dei risultati di progetti precedenti. Fate capire perchè valete di più.

    3. Non credo che la corporazione sia la strada per risolvere il tutto. Ogni distorsione del mercato provoca solo una perdita di efficienza dell'economia. Caro Catone, non è questione di frottole raccontate dagli economisti. Guarda la crescita USA, Irlanda o Cina e fai il confronto con l'Italia. Si tratta di un confronto tra 3 paesi con una bassissima regolamentazione in campo economico mentre l'Italia si distingue per una pesante regolamentazione. L'Italia ha una crescita media degli ultimi 10 anni intorno a 1 punto e mezzo di PIL. Gli altri nel caso peggiore crescevano del 3%.
      Uno che ha una formazione scientifica come uno sviluppatore dovrebbe arrendersi ai fatti.
      Il mercato provoca delle disuguaglianze e qui può entrare in gioco il modello sociale europeo, ma non si può pensare di risolvere i problemi regolamentando. A meno che non si voglia finire come l'URSS..

    Purtroppo devo scappare ora, avrei altri punti da scrivere 😄


  • Super User

    @aldwin said:

    1. Non credo che la corporazione sia la strada per risolvere il tutto. Ogni distorsione del mercato provoca solo una perdita di efficienza dell'economia. Caro Catone, non è questione di frottole raccontate dagli economisti. Guarda la crescita USA, Irlanda o Cina e fai il confronto con l'Italia. Si tratta di un confronto tra 3 paesi con una bassissima regolamentazione in campo economico mentre l'Italia si distingue per una pesante regolamentazione. L'Italia ha una crescita media degli ultimi 10 anni intorno a 1 punto e mezzo di PIL. Gli altri nel caso peggiore crescevano del 3%.
      Uno che ha una formazione scientifica come uno sviluppatore dovrebbe arrendersi ai fatti.
      Il mercato provoca delle disuguaglianze e qui può entrare in gioco il modello sociale europeo, ma non si può pensare di risolvere i problemi regolamentando. A meno che non si voglia finire come l'URSS..

    Purtroppo devo scappare ora, avrei altri punti da scrivere 😄

    Non ho capito questa frase: "Uno che ha una formazione scientifica come uno sviluppatore dovrebbe arrendersi ai fatti." 🙂

    Sono un collega anche io, laureato in Economia e Commercio, pur occupandomi di web da almeno 10 anni e pesantemente progressista.

    Che l'intervento statale abbia comportato dei disastri in Italia non ci piove. Ma io, ovviamente, non mi riferivo certamente a quel tipo di intervento. Parli degli ultimi dieci anni? Non contano, paghiamo i 50 precedenti.

    Io sto parlando di interventi di vigilanza. Perchè anche la mancanza di questi ultimi provoca distorsioni di mercato ed il web, perdonami, ne è il classico esempio.

    Sinceramente credo che molti dati economici che continuano a propinarmi quali dati di lungo periodo, siano invece dati di breve periodo, perchè l'economia di mercato (all'americana) esiste da troppo poco tempo per giudicare la sua reale efficacia, quindi, forse, mie personalissime opinioni, prendile per quelle che sono, si potranno avere dati di lungo periodo tra due o trecento anni e per quel che mi riguarda saranno dati fallimentari, il potere sarò concentrato nelle mani di pochissimi e, in molti più di ora, patiranno la fame. Anzi, bestemmio :D, per me il libero mercato, esasperato come lo è ora, porterà al monopolio, vedi un po' tu...

    Ad ogni modo, credo di aver annoiato molti e di aver reso certi altri della mia pazzia :), perciò, non essendo un discorso a tema, direi, eventualmente di continuare in pvt.

    L'idea della corporazione, è un'idea buttata lì, onestamente, pur poco efficace, migliorerebbe cmq la situazione attuale, dove la forbice tra il prezzo minimo di un prodotto e il prezzo massimo non si può più definire tale, dove non si riesce a capire chi è il professionista, chi l'amatore e chi il cialtrone.

    Far capire al cliente la portata del tuo lavoro? Non è sempre una soluzione praticabile. Vuoi per l'ignoranza del cliente in materia, vuoi per le difficoltà di alcuni degni colleghi constituenti aziende unipersonali ad improvvisarsi commerciali di se stessi. Ecco che con delle regole definite a priori si potrebbero evitare almeno questi incenvenienti. Ne sorgerebbero altri? Sicuro! Ma, credo in valore assoluto, meno devastanti di quelli attuali.

    Concludo dicendo che ho molto apprezzato il tuo intervento, pur non condividendo alcune delle cose che hai detto. Ti invito pertanto a tornare spesso su queste lande!

    :ciauz:


  • User

    Credevo fossi uno sviluppatore pure tu 😉

    Continuo a essere contrario all'idea di nuove corporazioni. Perchè non ribaltare la prospettiva? Invece di una corporazione a tutela degli sviluppatori una serie di certificazioni a tutela dei consumatori.

    Mi spiego meglio: si potrebbe creare un ente che si occupa di definire degli standard qualitativi minimi, al raggiungimento dei quali viene rilasciata una determinata certificazione. Per comodità supponiamo che esistano le certificazioni Oro e Argento.

    I requisiti per la certificazione Oro devono essere sicuramente molto impegnativi e non alla portata di tutti. In questo modo quelle web-agency che la ottengono hanno un grande vantaggio dal punto di vista dell'immagine rispetto alle altre, mentre il cliente che deve far sviluppare un progetto molto complesso sa che ricorrendo a un'agency certificata Oro non avrà problemi.

    D'altro canto un cliente che volesse un lavoro non troppo impegnativo potrà rivolgersi a un'agency certificata Argento, che rispetti determinati requisiti professionali e deontologici.

    In un sistema di questo tipo il prezzo continua ad essere determinato dal mercato (ed è quindi il prezzo ottimale) e l'asimmetria informativa viene ridotta. Questo sistema permette sia la tutela del consumatore (che non si vede imposti tariffari) e la remunerazione delle agency capaci (quelle che hanno ottenuto una delle due certificazioni) con prezzi superiori a quelli medi del mercato: la sola riduzione delle asimmetrie informative infatti rende il consumatore disposto a pagare di più uno stesso progetto, a parità delle altre condizioni.

    Parliamo ora di qualcosa di più immediato e realizzabile: il commerciale per le web-agency.
    Si tratta di un aspetto imprescindibile nell'economia di oggi. Molti sanno fare, pochi sanno vendere.
    Vedo 3 soluzioni per chi avesse un'agency che non è in grado di coprire interamente i costi di un commerciale:

    1. Cercare la fusione con altre web-agency o con studi pubblicitari tradizionali. In questo modo la maggior dimensione dell'azienda e le nuove competenze permetterebbero da un lato di accettare più progetti, dall'altro di remunerare un commerciale.
    2. Consorziarsi con altri imprenditori individuali ed assumere un commerciale che curi gli interessi di tutti quelli nel consorzio.
    3. Cercare un commerciale da remunerare a progetto esclusivamente per i progetti più importanti. Non è necessario l'aiuto del commerciale per un sito da 400 euro, ma se vi spunta un tizio che vuole un sito da 10000 l'aiuto di un commerciale valido può darvi un grosso vantaggio sulla concorrenza.

    Concludo con un accenno sulla durata delle economie di libero mercato. L'esempio più longevo è quello USA che prima come colonia e poi come stato indipendente ha avuto sempre un'economia di libero mercato. Dopo circa 2 secoli e mezzo gli USA sono lo stato più ricco del mondo, ma con forti disuguaglianze al suo interno. Credo che il problema del libero mercato sia quello di premiare i meritevoli sacrificando quelli che non hanno avuto la possibilità o non sanno essere al pari degli altri.

    L'approccio europeo prevede un welfare state a sostegno di questi. Si tratta di rinunciare a una fetta di ricchezza complessiva per ridurre le disuguaglianze tra gli stati sociali. La scelta dipende da considerazioni politiche più che economiche a mio parere.


  • Super User

    @aldwin said:

    Credevo fossi uno sviluppatore pure tu 😉

    Odi le corporazioni però vuoi per forza incorporarmi!:D
    Sono uno sviluppatore con un background eonomico alle spalle, tutto qui...

    Continuo a essere contrario all'idea di nuove corporazioni. Perchè non ribaltare la prospettiva? Invece di una corporazione a tutela degli sviluppatori una serie di certificazioni a tutela dei consumatori.

    Certo può essere una soluzione alternativa degna di nota. L'unico limite per la certificazione (e ti assicuro che ho lavorato molto a contatto con certificatori ISO e con associazioni di categoria) è che, spesso, tale pratica garantisce la "forma" del lavoro, non la "sostanza".
    Ma, ripeto, la considero un'idea valida quanto la mia.

    Mi spiego meglio: si potrebbe creare un ente che si occupa di definire degli standard qualitativi minimi, al raggiungimento dei quali viene rilasciata una determinata certificazione. Per comodità supponiamo che esistano le certificazioni Oro e Argento.

    Qui, scusami, però sei troppo vago. "Si potrebbe?" Chi crea questo ente? Perchè se mi dici lo Stato vai in contraddizione con quanto detto in precedenza. Se mi dici, invece, che sono le stesse web agencies a creare l'associazione, allora, mi sa, che arriviamo, di fatto, ad una sorta di corporazione. 🙂
    Ma anche prescindendo da questo punto, qual è lo standard qualitativo minimo? Uno dei problemi del web è che non ci sono standard qualitativi universalmente riconosciuti. Mi spiego: a mio parere un sito è migliore di un altro se genera più ROI, me ne frego dell'aspetto grafico, me ne frego che sia bello, deve farmi arrivare più soldi, questo è il punto. Ma, ti assicuro, sono in pochi a pensarla come me e, spesso, quella che è sempre sembrata una valutazione oggettiva non mi appare più tale.

    I requisiti per la certificazione Oro devono essere sicuramente molto impegnativi e non alla portata di tutti. In questo modo quelle web-agency che la ottengono hanno un grande vantaggio dal punto di vista dell'immagine rispetto alle altre, mentre il cliente che deve far sviluppare un progetto molto complesso sa che ricorrendo a un'agency certificata Oro non avrà problemi.

    Uhm qui ho qualche dubbio. La certificazione, come si diceva, si riferisce al metodo di realizzo, non al risultato. Per cui potrebbe verificarsi che in molti vanno dalle aziende senza certificazione Oro, spendendo meno e ottenendo più o meno lo stesso risultato.

    In un sistema di questo tipo il prezzo continua ad essere determinato dal mercato (ed è quindi il prezzo ottimale) e l'asimmetria informativa viene ridotta. Questo sistema permette sia la tutela del consumatore (che non si vede imposti tariffari) e la remunerazione delle agency capaci (quelle che hanno ottenuto una delle due certificazioni) con prezzi superiori a quelli medi del mercato: la sola riduzione delle asimmetrie informative infatti rende il consumatore disposto a pagare di più uno stesso progetto, a parità delle altre condizioni.

    Questo in teoria, non so in pratica... Certo con una corporazione ci sono i medesimi rischi e le medesime incertezze. Quello che conta è superare lo stallo attuale e quindi si migliorasse anche solo del 10% la situazione odierna, ok, venga la certificazione.

    Parliamo ora di qualcosa di più immediato e realizzabile: il commerciale per le web-agency.
    Si tratta di un aspetto imprescindibile nell'economia di oggi. Molti sanno fare, pochi sanno vendere.
    Vedo 3 soluzioni per chi avesse un'agency che non è in grado di coprire interamente i costi di un commerciale:

    1. Cercare la fusione con altre web-agency o con studi pubblicitari tradizionali. In questo modo la maggior dimensione dell'azienda e le nuove competenze permetterebbero da un lato di accettare più progetti, dall'altro di remunerare un commerciale.
    2. Consorziarsi con altri imprenditori individuali ed assumere un commerciale che curi gli interessi di tutti quelli nel consorzio.
    3. Cercare un commerciale da remunerare a progetto esclusivamente per i progetti più importanti. Non è necessario l'aiuto del commerciale per un sito da 400 euro, ma se vi spunta un tizio che vuole un sito da 10000 l'aiuto di un commerciale valido può darvi un grosso vantaggio sulla concorrenza.

    Queste sono buone idee, nulla da dire.

    Concludo con un accenno sulla durata delle economie di libero mercato. L'esempio più longevo è quello USA che prima come colonia e poi come stato indipendente ha avuto sempre un'economia di libero mercato. Dopo circa 2 secoli e mezzo gli USA sono lo stato più ricco del mondo, ma con forti disuguaglianze al suo interno. Credo che il problema del libero mercato sia quello di premiare i meritevoli sacrificando quelli che non hanno avuto la possibilità o non sanno essere al pari degli altri.

    L'approccio europeo prevede un welfare state a sostegno di questi. Si tratta di rinunciare a una fetta di ricchezza complessiva per ridurre le disuguaglianze tra gli stati sociali. La scelta dipende da considerazioni politiche più che economiche a mio parere.

    Sarò palesemente di sinistra, preferisco l'approccio europeo, anzi, in certi settori, quali sanità, lavoro e istruzione mi piacerebbe un intervento statale ancora più spinto. Ma ognuno è libero di pensarla come gli pare. 🙂

    :ciauz:


  • User

    @Catone said:

    Odi le corporazioni però vuoi per forza incorporarmi!:D
    Sono uno sviluppatore con un background eonomico alle spalle, tutto qui...

    Non farla così drammatica dai, era una battuta 😄

    Certo può essere una soluzione alternativa degna di nota. L'unico limite per la certificazione (e ti assicuro che ho lavorato molto a contatto con certificatori ISO e con associazioni di categoria) è che, spesso, tale pratica garantisce la "forma" del lavoro, non la "sostanza".
    Ma, ripeto, la considero un'idea valida quanto la mia.

    Qui, scusami, però sei troppo vago. "Si potrebbe?" Chi crea questo ente? Perchè se mi dici lo Stato vai in contraddizione con quanto detto in precedenza. Se mi dici, invece, che sono le stesse web agencies a creare l'associazione, allora, mi sa, che arriviamo, di fatto, ad una sorta di corporazione. 🙂
    Ma anche prescindendo da questo punto, qual è lo standard qualitativo minimo? Uno dei problemi del web è che non ci sono standard qualitativi universalmente riconosciuti. Mi spiego: a mio parere un sito è migliore di un altro se genera più ROI, me ne frego dell'aspetto grafico, me ne frego che sia bello, deve farmi arrivare più soldi, questo è il punto. Ma, ti assicuro, sono in pochi a pensarla come me e, spesso, quella che è sempre sembrata una valutazione oggettiva non mi appare più tale.

    Provo a rispondere con ordine.
    Innanzitutto quando penso a un ente di certificazione statale o parastatale che però non si occupi solo degli sviluppatori ma che applichi questo concetto a tutte le professioni ora oggetto di un sistema corporativo.
    L'idea di base rimane quella di spostare la tutela dal professionista al consumatore, essendo consci del fatto che il professionista capace non può che essere premiato da un sistema di questo tipo.

    Non vedo un conflitto tra un ente di questo tipo e un'economia liberale. Un'ente del genere svolge un servizio a tutela del consumatore, così come gli organismi antitrust. Ti ricordo che la prima legge antitrust fu creata proprio negli USA (lo Sherman Act di metà '800).

    Tutte le obiezioni che poni sono validissime e centrano in pieno il problema di mettere in piedi un sistema di certificazioni. A mio parere la cosa potrebbe essere risolta con delle commissioni che elaborino i requisiti prendendo in considerazione i punti di vista sia dello sviluppatore che del cliente, cercando di fissare parametri il più possibile oggettivi.

    Ad esempio risulta difficile usare parametri esclusivamente di tipo economico perchè lo scarso successo di un sito fatto ad arte può essere legato all'esser stato creato per un'idea di scarso successo o all'incapacità dell'azienda di monetizzare un'idea buona.

    I requisiti ideali dovrebbero essere un mix di procedure di lavoro, di regole deontologiche da rispettare e di valutazioni positive dai clienti passati, con un occhio anche alla redditività dei siti creati. Come tradurre nella pratica questo concetto risulterà molto complicato, ma non credo sia impossibile.

    In una situazione in cui l'asimmetria informativa regna sovrana anche un sistema certificativo non pienamente efficiente genererebbe comunque un beneficio per la società. Bisogna poi avere il coraggio di analizzare e pensare continuamente a come modificarlo in meglio, magari attraverso automatismi che ne prevedano la revisione ogni 3-5 anni.

    Uhm qui ho qualche dubbio. La certificazione, come si diceva, si riferisce al metodo di realizzo, non al risultato. Per cui potrebbe verificarsi che in molti vanno dalle aziende senza certificazione Oro, spendendo meno e ottenendo più o meno lo stesso risultato.

    Come ti dicevo bisogna cercare di creare un sistema efficiente. Il termine che ho usato, certificazione, non lo immagino come uno schema rigido di formalismi da rispettare, ma più come una serie di indicatori della qualità del lavoro da rispettare.
    Diventa più difficile da implementare, ma molto più utile.

    Questo in teoria, non so in pratica... Certo con una corporazione ci sono i medesimi rischi e le medesime incertezze. Quello che conta è superare lo stallo attuale e quindi si migliorasse anche solo del 10% la situazione odierna, ok, venga la certificazione.

    Non solo in teoria. E' il classico problema della macchina usata. Tutti noi siamo disposti a pagare meno una macchina usata perchè non siamo sicuri sia in perfette condizioni. Se la sapessimo essere in perfette condizioni saremmo disposti a pagare fino al suo valore di mercato. Perchè la gente è più disposta a comprare macchine usate in concessionaria, per esempio sotto il marchio Top Class?

    Perchè quelle auto hanno una sorta di certificazione (Top Class per l'appunto) da parte della concessionaria che comunica all'acquirente: "Ehi, sta macchina è buona, te lo garantisco io".

    Sarò palesemente di sinistra, preferisco l'approccio europeo, anzi, in certi settori, quali sanità, lavoro e istruzione mi piacerebbe un intervento statale ancora più spinto. Ma ognuno è libero di pensarla come gli pare. 🙂

    Vero. A mio parere invece bisognerebbe sfoltire di molto l'intervento statale in questi settori.
    Mi piacerebbe molto vedere una vera sanità privata (non parassitaria come quella di oggi) competere con il pubblico, magari con lo Stato che eroga al cittadino l'equivalente del costo per il servizio pubblico della prestazione necessaria, lasciando al cittadino la libertà di scegliere se usufruire del servizio presso il servizio pubblico o presso un privato integrando la differenza.

    L'istruzione: perchè dobbiamo avere la stragrande maggioranza delle scuole private di stampo religioso? Sarebbe interessante avere scuole di formazione private, con professori realmente capaci e con attrezzature moderne ed efficienti.
    In questo caso lo Stato potrebbe intervenire pagando la retta per la quota di costi che sarebbe comunque di competenza statale e lasciando alla famiglia il compito di integrare la differenza.

    Nel medio-lungo la domanda per istruzione pubblica e sanità pubblica diminuirebbero e lo stato potrebbe chiudere numerosi ospedali e licenziare personale inefficiente.

    Ma, come si diceva, qui si va sulla politica 🙂


  • User Attivo

    Scusate se sono energico nella mia risposta ma la questione mi sta molto a cuore.
    Allora io ho la partita iva e ogni sito che sviluppo lo fatturo (ho paura della finanza e delle multe pertanto non faccio 1? di nero).
    Io mi sono dato queste regole:

    • un sito deve avere almeno 5-6 pagine
    • un sito deve costare al cliente almeno 1300 - 1400 ? + IVA
    • non accettare lavori sotto costo per fame o per non bruciare il cliente

    Insomma internet è un canale commerciale potentissimo allora perché devo fare un sito di una concessionaria a 1000 euro comprensivo di parte dinamica e poi lui nel giro di 2 mesi vendersi 5 macchine viste dal sito (dati forniti dal cliente non me li invento io...)

    Insomma la professionalità va fatta pagare, il giusto ma va fatta pagare.

    Un'azienda di miei "amici" fa siti a 300 - 400 euro (con fattura) siti che definire di MER*A è poco eppure anche loro fanno il discorso "lo faccio a poco e poi entro", tutte cazzate!!!!

    Il sito di cui sopra del concessionario faceva parte di un progetto riguardante 2 siti, bene dopo avermi buttato giù il prezzo del primo sito in previsione del secondo per il secondo voleva un prezzo ancora più basso, risultato: NON GLIEL'HO FATTO!!!!!

    Mi sono sentito dire "ma come per 300 euro si perde un cliente come me?" (concessionario di Torino molto importante).
    Volete sapere la mia risposta? "No, è lei che per 300 euro si perde un professionista come me!"

    Se tutti noi cominciassimo a tirare fuori le palle sensibilizzando gli imprenditori che un sito a poco e come comprare una camicia cinese magari anche loro capirebbero che bisogna spendere per avere.

    Un luogo comune ma che io ripeto sempre nei miei incontri commerciali è "chi spende poco spende due volte" ed è vero!

    Quindi colleghi cari non abbiate paura di alzare la voce e di imporvi con il responsabile degli acquisti o con l'amministratore dell'azienda.

    Cazzo ma ore e ore passate a leggere forum, articoli, blog a sperimentare ad ottimizzare a misurare a valutare chi me le paga?

    Io non voglio fare lavori usa e getta, non metto la mia firma su lavori fatti giusto per raccimolare 2 spiccioli.

    Un'ultima puntualizzazione, non sono ricco di famiglia nè vivo di rendita ma i lavori sottopagati non li prendo, piuttosto non esco per 2 settimane se sono a corto ma chi vuole i miei servizi li deve pagare per quello che valgono.

    E per poterci far pagare come dico spesso ad amici e come scrivo su forum e blog bisogna informare i nostri imprenditori, bisogna acculturarli su internet come canale di comunicazione, commerciale, relazionale.

    Spero di non avervi annoiato:D
    Ciaooo


  • User

    Caro F@bri, hai pienamente ragione.

    Per me ai tuoi amici servirebbe qualcuno che li aiuta a vendere, così come potrebbe servire anche a te. Perchè non vi consorziate e assumete un bravo esperto di marketing?
    Secondo me avreste tutti quanti meno problemi e non dovresti più stare 2 settimane a casa di tanto in tanto


  • User Attivo

    Fabri, il tuo atteggiamente è sicuramente meritevole e pochi sono disposti ad agire così.
    In effetti per 300 euro di sconto magari ti beccavi un bel cliente, sicuro di averci guadagnato a rifiutarlo?

    Però quando ci sono da pagare stipendi, affitti, ecc..ecc...pur di portare a casa la pagnotta i 300 euro di sconto si fanno spesso...


  • User Attivo

    Be fortunatamente commercialmente sono bravino o comunque non sto mai fermo 🙂

    Secondo me avreste tutti quanti meno problemi e non dovresti più stare 2 settimane a casa di tanto in tanto
    La mia fortunatamente era una frase d'esempio, non mi è ancora capitato di stare dei giorni a girarmi i pollici anche se comunque riesco sempre a trasformare esperienze negative in positive cioè se avessi dei giorni non produttivi mi metterei a leggere forum blog e tutto quello che trovo in merito alla parte SEO quindi comunque mi arricchirei culturalmente.
    Fabri, il tuo atteggiamente è sicuramente meritevole e pochi sono disposti ad agire così.
    In effetti per 300 euro di sconto magari ti beccavi un bel cliente, sicuro di averci guadagnato a rifiutarlo?
    Be per 300 euro sicuramente io non ci ho guadagnato perché il lavoro non l'ho preso ma era una questione di principio. E poi comunque il mio nome è già sul sito più importante pubblicizzato a tappeto in Torino, fermate del pullman, cartelloni, radio, trasmissioni televisive di reti locali, quindi... 😄

    Molti di noi e lo dico senza voler accusare nessuno spesso si abbassano i pantaloni di fronte a amministratori magari coi capelli bianchi che prendono il contratto tirano una rigaccia sul prezzo e scrivono quello che vogliono.

    Io no!

    L'ultimo che ci ha provato è stato un amministratore di circa 60 anni (capelli bianchi e tono della voce alto) prima delle vacanze preventivo per rifacimento sito 1900 lui sbarra e fa 1500, raga 400 euro in botto così non sono pochi poi non si parla di 7-8000 euro che i 400 potresti, e sottolineo potresti, scontarglieli ma su 1900 proprio no.

    (Mia reazione) Risatina sbarro i suoi 1500 e scrivo 1750.
    Lui alzando la voce mi informa che ha un'offerta in mano della vecchia agenzia che gli ha fatto il sito a 1500, gli ho risposto semplicemente dicendo:
    Questo sito le ha portato qualcosa?
    Risposta: No!

    Allora io sono capace e il mio impegno è massimo ma se lo vuole fare con me sono 1750 diversamente torni al suo vecchio fornitore.

    Dopo 10 minuti ha firmato:D

    Un aspetto che spesso non si considera è la decisione e il carattere molti di noi sono dei guru del settore grafici, SEO, programmatori talentuosi ma carenti nell'approccio commerciale e talvolta emotivi.

    Fidatevi di me, se siete sicuri delle vostre capacità prima o poi il mercato lo capisce, all'inizio bisogna fare tantissimi contatti commerciali perchè non tutti dicono sì e soprattutto la vostra qualità probabilmente non è ancora conosciuta ma col tempo.

    Io parlo per me, miro ad un mercato locale qui della mia zona e facendo le cose per bene, ottenendo risultati cliente per cliente la voce per forza di cose si diffonde "sai che mi arrivano molti ordini da internet..." e una delle domande prima o poi sarà "ma chi ti ha fatto il sito?" e a quel punto è fatta.

    Dai ragazzi tutti insieme impegnamoci e partiamo sempre convinti prima di ogni colloquio di lavoro e comunque convinti non vuol dire rigidi. 😉

    Ciaooo