• Moderatore

    Da un recente studio...

    Da un recente studio sul comportamento dei consumatori è emerso che (cito testualmente):
    "I non acquirenti sarebbero più propensi ad acquistare on-line se potessero autorizzare il pagamento dopo aver ricevuto la merce (78%)..."
    Mi sembra un punto molto interessante, che ne pensate?

    Come applicare concretamente una politica di vendita di questo genere?

    Il sistema di contrassegno non vi può rientrare: da quel che capisco io (magari mi sbaglio) il cliente vorrebbe riceve la merce, spacchettarla, provarla e solo se pienamente soddisfatto pagarla.
    Sembra che indicare come restituirla non basti...

    Ovviamente, il consumatore non vuole tirar fuori i soldi per un oggetto che ha visto solo su un monitor e vuole essere assolutamente certo dell'acquisto.
    Dall'altra parte, il venditore ha il problema del post-pagamento, dei ritardi, senza dimenticare il terrore per una possibile mancata remunerazione; inoltre bisogna aggiungere a tali paure anche il tempo che si perderebbe per seguire tali procedure.

    A voi la parola. 😄

    P.S.
    Per completezza di informazione lo studio fatto è scaricabile qui:
    http://www.contactlab.com/paper_netcomm/download_preview/76/695/e-commerce-consumer-behaviour-report-2011-69500.html


  • User Attivo

    Discorso interessante.
    A leggere superficialmente questo post a qulcuno verrebbe da dire: "Certo che il consumatore preferirebbe pagare solo dopo aver provato la merce!", ma la cosa è meno banale e scontata di quanto sembri.
    Il commercio elettronico oggi si sta diffondendo oltre modo, anche grazie alla forte spinta dei canali sociali presenti sul Web, e sta raggiungendo molte attività che fino a qualche tempo fa non avrebbero di certo pensato alla vendita online. Mi riferisco a tipi di attività che trattano prodotti un po' più difficili da vendere a distanza, che richiedono che l'utente possa vederli dal vivo, toccarli, magari annusarli! Tutte cose che è difficile fare attraverso un monitor. Esempi del genere potrebbero essere la vendita di stoffe particolari che richiedono l'uso del tatto per convincere l'utente all'acquisto, oppure prodotti per i quali la componente olfattiva è determinante, come profumi ed essenze poco diffuse in commercio.
    Per tutti gli utenti di questi ipotetici negozi online diviene fondamentale, quindi, avere la possibilità di provare la merce prima di pagare, senza doversi avvalere della possibilità (e del disagio) del diritto di recesso.
    Riuscire a trovare la soluzione a simili problemi permetterebbe a molte più attività di allargare la propria rete di vendita (oggi confinata fisicamente) al mercato di Internet.


  • ModSenior

    Ciao lazzo85, una piccola premessa, la mia risposta potrà sembrare un po' polemica, lo è in effetti, ma non nei tuoi confronti.

    Ho letto anche io quella ricerca a seguito dell'eco mediatico suscitato proprio dalla frase e dai commenti che hai riportato tu.
    Innanzitutto, forse a causa delle mie lacune o incapacità, non mi è chiaro su quale target è stata sviluppata la ricerca, parliamo di B2B o B2C?
    Visto che il report si chiama "E-Commerce Consumer Behaviour Report 2011", se interpretiamo la parola "consumatore" come fa la legge Italiana, allora parliamo di persone fisiche che acquistano per scopi privati non riferibili all?attività imprenditoriale e professionale eventualmente svolta (DLgs 6/112005, n.206).

    Quindi è una ricerca sul B2C.

    In secondo luogo non capisco la metodologia con le quali sono state poste le domande, se erano aperte, chiuse a scelta, poste in confronto diretto rispetto ad concorrente. Sarebbe importante per capire e interpretare le risposte, cambia tutto.

    Infine, da imprenditore, davanti ad un consulente di marketing che mi proponesse di inserire una simile forma di pagamento per la mia vendita a privati nel settore B2C, chiederei i nomi di quelle aziende (come esempi di successo da imitare) che hanno attuato una simile politica e hanno avuto successo sia dal punto di vista commerciale (aumento delle vendite), sia dal punto di vista finanziario (flussi di cassi), e infine dal punto di vista del rating bancario (il rapporto crediti esigibili/ fatturato incide sulla valutazione di accesso al credito bancario e di conseguenza sulla capacità di investire per far crescere la propria ditta).

    Valerio Notarfrancesco


  • Moderatore

    @codencode
    Concordo in pieno con quanto hai detto. 🙂

    @vnotarfrancesco
    Hai ragione, non è spiegato benissimo (anzi per niente) come è stata svolta quella ricerca.
    Però dicono:

    l?indagine si basa su più di 62.000 interviste online fatte a clienti e prospect di 32 tra i maggiori siti e-commerce italiani.
    Quindi io la interpreto come uno studio su B2C fatta attraverso un sistema automatizzato on-line con risposte chiuse.

    Infine, da imprenditore, davanti ad un consulente di marketing che mi proponesse di inserire una simile forma di pagamento per la mia vendita a privati nel settore B2C, chiederei i nomi di quelle aziende (come esempi di successo da imitare) che hanno attuato una simile politica e hanno avuto successo sia dal punto di vista commerciale (aumento delle vendite), sia dal punto di vista finanziario (flussi di cassi), e infine dal punto di vista del rating bancario (il rapporto crediti esigibili/ fatturato incide sulla valutazione di accesso al credito bancario e di conseguenza sulla capacità di investire per far crescere la propria ditta).
    Piacerebbe anche a me avere delle case history (sempre che ce ne siano), ma ciò che lo studio rileva è quest'aspetto che vorrebbero trovare i clienti in un ecommerce.
    Mi sembra infatti di capire che non lo hanno trovato... 😄


  • User Newbie

    Buon pomeriggio a tutti,
    l?E-Commerce Consumer Behaviour Report contiene i risultati di un?indagine che abbiamo realizzato anche quest?anno in collaborazione con Netcomm con l?obiettivo di analizzare i più diffusi comportamenti d'acquisto online: i 32 Merchant che hanno aderito al progetto hanno invitato gli utenti presenti nei propri database a rispondere ad un questionario web based.
    Come già è stato riportato nei precedenti interventi, 62.000 persone (tra acquirenti e non acquirenti, clienti o prospect iscritti alle newsletter di questi siti e-commerce) hanno completato il questionario permettendoci quindi di raccogliere un grande numero di informazioni sulle motivazioni di acquisto e di non acquisto, sui fattori che li spingerebbero ad acquistare di più o a compiere il primo acquisto online.
    I rispondenti, che naturalmente non rappresentano l?intera popolazione italiana, fanno quindi parte di una fetta di utenti che hanno già familiarità con Internet e che fanno parte della customer base di questi 32 operatori del settore e-commerce: in questa ottica, i dati presenti nel Report possono diventare spunti interessanti per le aziende che vogliono conoscere abitudini e comportamenti dei consumatori e trarne suggerimenti per sviluppare il proprio business online.
    Federica


  • ModSenior

    Ciao Federica, innanzitutto ti do il benvenuto nel forum gt.

    Ci potresti confermare quindi uno dei nostri dubbi, ovvero se l'indagine aveva come l'obiettivo l'analisi dei più diffusi comportamenti d'acquisto online nel B2C?

    Valerio Notarfrancesco


  • User Newbie

    Ciao @vnotarfrancesco e grazie per l'accoglienza!
    Confermo che l'indagine aveva come obiettivo l'analisi dei comportamenti e abitudini d'acquisto online nell'ambito B2C.
    Grazie, Federica


  • User Newbie

    @vnotarfrancesco :
    Vorrei conoscere anch'io le aziende che mandano la merce, la fanno aprire e poi si fanno pagare, e soprattutto i loro profitti...

    Credo che il punto sia culturale, e che non ci sia nulla di errato nel chiedere soldi prima dell'invio della merce. Negli altri paesi, come in Inghilterra, l'ecommerce ha una % di acquirenti rispetto all'intera popolazione molto più alta che qui, e li nessuno regala niente.
    Credo che lavorare sulla fiducia, costruirsi un nome che faccia da garanzia, lavorare sulle politiche di reso sia l'unica strada.
    Col tempo i consumer si abitueranno, come hanno fatto nel resto d'Europa.

    ( secondo me il 50% di questi non acquirenti non farebbero l'acquisto nemmeno se glielo si porta di persona )

    Io penso che la fiducia la si acquisti di più con una politica di reso molto favorevole (per l'acquirente), soprattutto se applicata anche nei casi border line...


  • Moderatore

    Sarebbe bello sapere quali sono state le domande.
    "I non acquirenti sarebbero più propensi ad acquistare on-line se potessero autorizzare il pagamento dopo aver ricevuto la merce (78%)"
    Ma è stata proposta quest'opzione così come la leggo fra le possibili risposte? Se fosse così, allora credo che questo dato sia poco significativo.
    Se invece questa risposta è emersa in altro modo (do per scontato che sia un metodo serio ed efficace) allora il problema sarebbe più grave e la conclusione potrebbe essere che c'è ancora molta sfiducia.
    Parlando però di esperienza "sul campo" io vedo un crescente aumento della fiducia ( avolte mi stupisce anche).
    Mettendola sullo scherzo, si potrebbe vedere che percentuale di clienti vorrebbe ricevere la merce senza pagare del tutto 😉