• User Newbie

    part-time 50% e programmatori...

    Salve a tutti, come già scritto nell'area benvenuti, sono nuova di questo forum; sperando di non fare domande eccessivamente banali o ripetere semplicemente domande fatte millemila volte, mi accingo a porre domanda con (temo) semplice risposta/risposte multiple....

    Situazione lavorativa al giorno d'oggi: sono dipendente di una software house (tipologia contratto: impiegato. Mansioni svolte: principalmente programmazione), con contratto a tempo indeterminato part-time 50%. Siccome pare che non ci sia modo di ottenere il full-time, mi stavo guardando intorno per capire cosa altro io possa fare, possibilmente mantenendo il contratto dipendente... fino ad ora ho fatto consulenze (ma anche programmi) con formula di ritenuta d'acconto, ma molte porte rimangono chiuse perchè a molti farebbe comodo 'interagire con un titolare di partita iva', perchè così potrebbero scaricare costi (così mi è stato detto in multiple occasioni, quindi ci 'credo').
    A questo punto mi chiedo: potrei aprire una forma di partita iva come 'programmatore' ? O entrerebbe in uno spinoso argomento di 'conflitto di interessi', anche se i miei clienti non fossero gli stessi della ditta per la quale lavoro?

    In teoria se dovessi scegliere la via del 'regime dei minimi' non dovrei avere un problema di quel tipo, corretto? (Anche contando il fattore 'part-time minore o uguale al 50%' e forse pure per il fattore che la programmazione è un lavoro intellettuale (o non è visto in tale ottica?) Nel caso ci sarebbe il discorso del pagare all'INPS il 17% o sarebbe gestione completamente separata e con percentuale del 24 e più % ?

    Altre tipologie di regime invece mi bloccherebbero su quell'aspetto, anche questo è corretto?

    Nel caso in cui io possa aprire partita iva, dovrei iscrivermi al cciaa in quanto programmatrice (per poter, in casi estremi, comprare spazio virtuale/spazio web/affittare parte cloud conto terzi per hostare servizi su web/servizi con interfaccia web, ma anche eventualmente inserire nel lavoro anche il costo dell'hardware, tipo smartcard o persino pc che andranno a finire al cliente finale) ?

    Faccio domande così precise perchè ho provato a sentire già a 'titolo gratuito' un paio di commercialisti, ma mi avevano risposto picche. E' anche vero però che non conoscevano bene la parte relativa al regime dei minimi, quindi prima di chiedere ancora in giro provavo a informarmi leggermente, almeno non farò faccia da pesce lesso quando mi inizieranno a parlare di decreti o altro 😛

    Grazie mille per le eventuali risposte (anche se dovessero essere un secco: 'no, non puoi aprire partita iva perchè sei in palese conflitto di interessi' 🙂 )

    Roberta


  • Super User

    Per i lavoratori dipendenti esiste il divieto di legge di svolgere attività in concorrenza con quella del datore di lavoro.
    Divieto superabile se il datore stesso ti dà il via libera (preferibilmente in forma scritta).
    Quindi, cerca prima di tutto di parlare con lui e avere il suo permesso (bisogna anche vedere nel dettaglio se quel che intendi fare costituisce effettivamente concorrenza, ma ad occhio direi proprio di sì)... di tutto il resto sarà bene preoccuparsene dopo, prima occorre superare questo macigno.

    La concorrenza, comunque, non è legata nè al fatto che tu abbia partita IVA o svolga prestazioni occasionali, nè che si tratti o no di lavoro intellettuale: sono aspetti formali, mentre quello che conta davvero è se porti via o no clienti al tuo datore di lavoro, fosse anche per dieci euro.