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- Amici del Fetish, dopo il cambiamento c'è il mantenimento...
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Il mistero s'infittisce...
[Comunque, anche nel 2011 siamo riusciti a buttarla subito nel laido andante...
Bene, tutto come da tradizione. :D]
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Bongiorno misteriosi.
Questa mattina, come è mia abitudine, la prima cosa che faccio è preparare il caffè e leggere i vostri messaggi. Ho sperato di leggere la soluzione al mio mistero di ieri, ma niente.Con calma ho controllato e ho commesso un'esattezza ieri sera riportando che Google Suggest per la parola "Sgnola" mi proponeva risultati inerenti pratiche sessuali.
E' la funzione di Google che presupponendo che tu abbia sbagliato termine ti propone prima i risultati di un'altra parola.
Che io sappia, ma potrei sbagliare, il correttore (non so come si chiami ufficialmente) non è personalizzato.Quindi io scrivo Sgnola e Google scrive, hmm Valerio, ma tu forsi cercavi ...
Ecco qui quanto. Non capita anche a voi?Buona colazione e buona giornata.
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Aa.....
Ecco perchè...
Buona giornata gente...
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@vnotarfrancesco said:
Quindi io scrivo Sgnola e Google scrive, hmm Valerio, ma tu forsi cercavi ...
Ecco qui quanto. Non capita anche a voi?Da bravo (aspirante) ricercatore in Fisica, ho fatto l'esperimento in prima persona.
Il risultato:
Did you mean: Stagnola?
e ancora non comprendo la sottesa zozzeria...
[]
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Forse.... la moglie dello spagnolo...?
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@Leonov said:
Da bravo (aspirante) ricercatore in Fisica, ho fatto l'esperimento in prima persona.
Il risultato:
e ancora non comprendo la sottesa zozzeria...
[]
Da bravo (emulo) vice aspirante scienziato, amante della ricerca, con la passione che mi spinge verso lo studio della natura umana, se scrivo su google.it "Sgnola" mi scrive
Forse cercavi: spagnola Primi 2 risultati visualizzati
e i primi due risultati sono la pagina di Wikipedia sull'omonima pratica sessuale e poi un forum in cui una giovane utente chiede consigli su come svolgere questo giochetto intimo con il proprio ragazzo.Su google.com scrive
Did you mean: spagnola
ovviamente i risultati sono diversi e di altro genere.
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Buon giorno a tutti fanciulli e fanciulle!
Dopo aver passato una notte alquanto burrascosa, mi ritrovo in ufficio
con il mio amico mal di testa e un sacco di cose da fare@Leonov: ho fatto la richiesta di diventare moderatrice e con pazienza sto aspettando che il capo supremo mi dia l'esito
Se dovesse andar male la mia richiesta sappiate che non vi libererete di me è una minaccia
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@Anika said:
ho fatto la richiesta di diventare moderatrice e con pazienza sto aspettando che il capo supremo mi dia l'esito
@ Valerio: Ok, lo ammetto, un po' ho barato; anche a me restituiva subito "Spagnola" invece di "Stagnola", però per default ormai da anni faccio ricerche solo su Google.com e non ".it", quindi mi ritrovo con un filtro linguistico a monte per questo genere di fraintendimenti.
@ Marco:
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@tutti: SIETE FANTASTICI
Riuscite a strapparmi sempre un sorriso
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Felice sera, cari amici.
Sono un po' mogio, oggi: torno da una passeggiata che mi ha visto acquistare i biglietti per tornare a Trieste (di nuovo lontano da casa, dal calore dei genitori, dalla sicurezza della mia amata "bolla" alla quale mi ero rapidamente riabituato, durante le vacanze) e fare presumibilmente gli ultimi acquisti della mia vita in una cartoleria del mio rione che sta per chiudere e che mi ha visto cliente affezionato fin da quando andavo all'asilo.
In quel negozio ho comprato il mio primo vero astuccio per pennarelli, matite e oggetti di cancelleria – un superbo, indistruttibile, capiente portapenne di Mordillo in colore verde con orli gialli che qualche anno fa, dopo un piccolo intervento di restauro, è tornato pienamente operativo e oggi custodisce tutti i miei "ferri del mestiere" collezionati in giro, fonte di stupore per colleghi e insegnanti.
Sempre lì ho reperito ogni sorta di quaderni, refill, pastelli a cera e classici, matite e micromine, in un arco temporale di ventidue anni (e ancora stasera i cassetti del negozio e gli scaffali del magazzino in disarmo mi hanno regalato una boccetta di vero inchiostro simpatico, l'ultima scatola di refill per micromine da diametro 0,7, un planisfero fisico/politico in formato A4 e una riserva di mini-gomme per portamine, con corredo di belle buste da lettere in colori antichi e pregiati).
Ero certo che il negozio avrebbe vissuto più di me, invece nulla: svanirà presto e in tempi troppo brevi se ne perderà la memoria. Via un'insegna, nuovi gestori, clienti inediti, esercizio nuovo di pacca e nessuno ricorderà più cosa c'era lì prima, cosa è stato quel luogo.
Tutto cambia intorno a me: le persone crescono, si spostano, partono e viaggiano lontano, più di quanto io possa andare per ripescarli tutti quanti; gli amici si sposano (qualcuno si è pure già riprodotto), i negozi falliscono e le tradizioni credute immutabili scivolano nell'oblio.
Ciò esprime vitalità, rigenerazione, la storia del "cerchio della vita" e io lo apprezzo, ma c'è in esso anche un'idea inesorabile di smarrimento, trasformazione irreversibile e apertura verso l'ignoto che mi lasciano perplesso e lievemente malinconico.
Tutto qua.
So che da domani ci saranno nuove storie, nuove tradizioni, nuovi riti per fondare un'idea di stabilità: li aspetterò, li coglierò e li farò miei con entusiasmo genuino.
Stasera però è il momento del ricordo, del saluto commosso e grato a quella cartoleria e a chi l'ha custodita fedelmente per tanti anni, facendone il punto focale e lo snodo passante di emozioni, stupori e gioie.
È il minimo che si può fare in termini di omaggi dovuti e tributi d'uopo, non credete?
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Ciao come va qua?
Io ho sonnooooo...
Ma il nostro corpo ha batterie al litio?
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@Leonov said:
È il minimo che si può fare in termini di omaggi dovuti e tributi d'uopo, non credete?
Ma certo che si, anche perché se ogni tanto non ci fermiamo a ricordare, come potremmo progettare il futuro che vogliamo e a ricaricare le nostre batterie al litio?Anche io ho un ricordo simile.
Qualche anno fa è dovuta chiudere una libreria storica di Torino.
Era aperta fin dall'inizio del '900, si trovava in Piazza CLN di fronte alla statua che allegoricamente ritrae la Dora Riparia.
La proprietaria è una persona squisita e tra le persone più preparate che abbia mai conosciuto, era come se racchiudesse dentro di se tutti i libri che vendeva. Sapeva tutto ed era sempre a conoscenza di tutti i nuovi titoli, dai linguaggi di programmazione alla medicina al giardinaggio.
In più la cosa strabiliante è che quasi sempre uscivi con il libro che volevi, non dovevi prenotarlo.
Parlavi con lei, ti consigliava raccontandoti le recensioni, poi ti indicava un angolo della sua libreria che magari non avevi mai visto prima, là dietro le scale a chiocciola oltre la pila dei libri di psicologia, gira a destra e troverai una piccola scaletta che ti porta al pianerottolo di sotto.
E lì ti si apre un enorme tavolo, ma davvero enorme come mai visti nemmeno nei film con sopra tanti di quei libri tutti ordinati per argomento e là potevi trovare il libro che stavi cercando.Poi Berners Lee inventò il web e dopo 10 anni addio libreria.
Ma non tornerei indietro, il web ha portato anche tantissimi vantaggi e sono convinto che le persone di buona volontà sono e saranno sempre in grado di trarre il meglio da ogni cosa o situazione.Chi sa poi che bella bolla ti creerai tra un po' a Trieste.
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Che belli i ricordi...
sono quelli che mi fanno sentire viva...
Passare per quelle stradine, dove da piccolina giocavo con i miei amichetti...
In quella cartoleria dove impazzivo per le penne tutte colorate...
E non poteva mancare il bottegaio di fiducia dove nel pomeriggio si andava tutti insieme a fare merenda e nessuno pagava, ma faceva segnare sul conto della mamma...il mitico "Libero" cosi si chiamava.Adesso invece vedo i miei nipoti chi vivono solo di play station...sono proprio cambiati i tempi
Buona giornata e grazie per avermi fatto fare un bel tuffo nel passato!
un sorrisone
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Buona giornata a tutti,
e dopo aver ricordato alcuni nostri bei momenti, cosa che mi fa sempre piacere, buttiamoci a costruire il domani che vogliamo, non prima di una bella tazza di caffè fumante.Avete appeso la calza?
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Dunque... Dove eravamo rimasti...
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@ Valerio: librai come quelli che descrivi stanno regolarmente scomparendo dal territorio; è vero, tramite internet i lettori si stanno emancipando e sono in grado di reperire molte fonti remote senza grandi difficoltà, ma il rapporto personale con il negoziante che era in grado di fornire lo spunto illuminante o il consiglio casuale capace di cambiare una giornata o una vita è una risorsa alla cui perdita non riesco a rassegnarmi convintamente.
Per di più, alcuni di quei piccoli librai erano spesso anche editori che oggi diremmo ben "geolocalizzati" sul territorio, capaci di scovare autori di qualità e di immettere sul mercato le loro opere.
Se a Roma non avessimo avuto la storica libreria Eredi Virgilio Veschi la cultura italiana avrebbe perso il fondamentale contributo alla Relatività Generale di Carlo Cattaneo; il vecchio editore Li Bassi a Palermo ci ha lasciato la Grammatica Inglese di Grasso e Bottalla, ancora oggi insuperata; sui volumi della piccola ma agguerrita Ghisetti e Corvi (ora riassorbita come molte altre realtà locali dai colossi dell'editoria commerciale) molti studenti di liceo hanno incontrato per la prima volta la Geometria Euclidea.
Tra non molto in Italia presumibilmente sfonderà Amazon: sarà un giorno importante per la distribuzione e forse (ho i miei dubbi, però) anche per l'editoria piccola e media, però i rapporti umani col libraio onnisciente dal guizzo imprevedibile – quasi un bibliotecario prodigo – andranno tutti quanti allegramente a farsi benedire.
Stesso dicasi per l'aspetto "culinario": Anika mi ha ricordato quando, a scuola, andavo a comprare dei cornetti in un piccolo forno semi-nascosto –*chiamato "donna Ketty", presumo dal nome della signora Concetta che lo gestiva – che riforniva molti bar e locali nei dintorni, ma che ai ragazzi faceva pagare a prezzo scontatissimo le brioches e qualche dolce appena sfornato.
Noi apprezzavamo, compravamo e consumavamo nei pressi dell'entrata dell'anonimo esercizio (si potevano anche riscaldare i pezzi appena acquistati in un grande forno elettrico vicino alla porta, sotto lo sguardo divertito e materno di proprietaria e panettieri).
Ora, è certamente possibile che questo rapporto umano possa comparire in altre forme, però forse sono invecchiato io, forse non conosco più i posti segreti dove accade tutto ciò, forse è una realtà ormai dissolta, ma è un fatto che da troppo tempo non ho comprato un cornetto caldo appena sfornato, né ho ascoltato un consiglio illuminante da parte di un libraio, né mi sono lasciato guidare da un esperto di materiali di cancelleria per acquistare novità e chicche.
Sono diventato più deciso e sicuro (controllo sempre prima su internet, poi ordino), ma allo stesso tempo meno aperto all'interazione sociale e allo scambio "alla fonte".
Per un mondo che si vuole stia virando sempre più verso le realtà sociali non mi sembra un gran passo in avanti. O sbaglio?
P.S.: Per la calza adesso provvediamo...
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@Nimue del Lago said:
Dunque... Dove eravamo rimasti...
Mi sembra che è dall'anno scorso che non ci sentiamo.
Giusto?
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Saluti a tutti.
Primo pomeriggio di studio dopo un po' che non maneggiavo libri e articoli; mille miliardi di cose da fare e come sempre pochissimo tempo per concludere tutto.
Di buono però c'è che, per portare a termine un compito assegnatomi, sono stato costretto a esplorare la Rete per dare una ripassata al mio claudicante written English (sullo spoken English meglio far calare un pietoso sipario, vero Nimue? ) e come sempre internet non ha tradito le mie aspettative, ben consigliandomi e indirizzandomi.
Ad ogni modo, quando torno alla SISSA conto di prendere in prestito il corposo Chicago Manual of Style e leggere con attenzione un po' di paragrafi orientati a un radicale miglioramento della mia scrittura in lingua inglese.
[Tanti anni spesi a imparare come produrre testi in un Italiano decente e poi si è costretti a ripartire da zero con una nuova lingua: ma scegliersi per una volta la strada facile no, vero? ]
, a dopo!