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Server in Islanda massima libertà
Vorrei commentare la notizia apparsa sul Fatto Quotidiano circa la possibilità di trasferire i server in Islanda per la libertà garantita al Web.
Dal punto di vista legale cosa comporterebbe?Per esempio se acquisto un dominio in licenza e il mio nome non risulta in nessun servizio di WHOIS, i server li affitto in islanda (e quindi fisicamente i dati risiedono in quel paese), e il tutto lo amministro dall'Italia da un pannello di controllo remoto e inviando i codici sorgente via ftp.
Dovrei lo stesso rispettare tutte le leggi italiane? Per esempio le norme sulla privacy? (che proteggono la privacy degli utenti ma non la mia).
Per non parlare di "legge bavaglio" e simili.
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Ciao Miky81,
a prescindere dalla circostanza che la legge in questione non è ancora in vigore in quanto mancano i regolamenti attuativi (a quanto mi risulta), vorrei precisare che una risposta generale non è possibile in quanto si dovrebbero distinguere le varie fattispecie, illeciti civili, reati penali ecc....
In generale si può dire che mantenendo la residenza in Italia si deve rispettare la legge italiana anche se i server sono all'estero, per cui solo dando la gestione del sito in Islanda ad uno del luogo si evitano problemi, inviando la documentazione affinchè chi risiede in Islanda possa metterla online.
Ovviamente la legge in questione, secondo quanto ho letto, proteggerebbe l'anonimato dei gestori residenti in altri paesi, ma questo è altro discorso. Bisognerà vedere quando entrerà in vigore, comunque.