• User

    Estensione .si

    Voglio acquistare un dominio, ma ovviamente con estensione .it o .com o con le estensioni comuni il nome e tutte le sue varianti sono saturate. Siccome ci sono i domini con estensione .si che mi sembrano simpatici e in gran parte liberi con key forti italiane, mi chiedo: ha senso registrare con questo tipo di estensione?


  • ModSenior

    Ciao lisp1960,
    secondo me certe estensioni hanno senso in base al nome a dominio scelto, ossia se c'è una particolare assonanza o un significato particolare del nome a dominio associato all'estensione... per il resto io preferisco restare sui classici o sui geografici in base al sito.


  • User

    La mia scelta era dettata proprio dall'assonanza es casa.si o casa.in usando l'estensione indiana. Ma quello che volevo sapere e' se a livello di serp sono svantaggiato quando un utente italiano fa una ricerca ad esempio sulla key casa, ovvero, GG predilige la key nel nome del dominio e se ne frega dell'estensione in quanto di fatto le pagine del sito sono in italiano ?


  • User Attivo

    Avevo letto da qualche parte una approfondita discussione sul fatto che un .com fosse in qualche maniera avvantaggiato rispetto ad un .info (i .info sono molto meno inflazionati dei .com, ed anche nudi e crudi a prima registrazione costano spesso molto meno).

    Dopo fiumi di bytes spesi in non-mi-ricordo-quale-forum, si era giunti alla conclusione che non ci sono sostanziali differenze in termini di SEO.

    Ergo: probabilmente un .si non ha svantaggi particolari rispetto ad un .it
    (a parte il fatto di essere discretamente più costoso per la prima registrazione ed il successivo mantenimento).


  • ModSenior

    C'è molta differenza invece.

    Un ccTLDs come ad esempio un .it o .de o un .si è un segnale molto forte per il motore di ricerca su quale sia il target geografico di destinazione del contenuto del sito,
    e Google utilizza anche questa informazione per personalizzare i risultati che mostra nelle ricerche.

    Inoltre, mentre per un dominio gTLDs come ad esempio un .com si può impostare e variare negli strumenti per webmaster di Google la destinazione, non si può fare per i ccTLDs.
    Quindi se si registra un .it questo verrà associato da Google all'Italia e non si potrà cambiare, un .de alla Germania un .si alla Slovenia.
    @Guida di Google said:

    cTLDs (country-code top-level domain names). These are tied to a specific country (for example .de for Germany, .cn for China), and therefore are a strong signal to both users and search engines that your site is explicitly intended for a certain country.
    Per approfondire consiglio questo post del blog ufficiale di Google:
    googlewebmastercentral.blogspot.com/2010/03/working-with-multi-regional-websites.html

    Valerio Notarfrancesco


  • User Attivo

    @vnotarfrancesco said:

    Per approfondire consiglio questo post del blog ufficiale di Google:
    googlewebmastercentral.blogspot.com/2010/03/working-with-multi-regional-websites.html

    Articolo veramente interessante.
    Nel quale comunque rilevo un paio di quelle espressioni sibilline (nelle quali Google è maestra) che dicono qualcosa ma senza confermarlo troppo...

    Ad esempio:

    Use of a ccTLD is generally a strong signal for users since it explicitly specifies a single country in an unmistakable way.

    E tra i commenti, un "mr. Google" risponde:

    @djn Using ccTLDs for non-country-specific content can sometimes be confusing, but we're pretty good at recognizing global sites hosted on ccTLDs (many "international" sites use their home ccTLD for their global sites). If you choose to have an additional gTLD with the same content, I'd use either redirects or a rel=canonical link element to make it clear which version you prefer to have indexed.

    Se fosse completamente ed inossidabilmente vero quanto lasciato intendere dal post del blog di webmastercentral, bisognerebbe spiegare alcuni fenomeni...

    Ad esempio, i 12373 abitanti dell'isola di Tuvalu risulterebbero tutti affetti da mania web-compulsiva, avendo un mercato di oltre 350000 domini .tv... 🙂

    Viceversa, verrebbe da pensare che i .it dovrebbero essere discretamente diffusi nel mondo anglosassone, sfruttando l'"it" come pronome (bid.it, ask.it, buy.it, rent.it ecc.), cosa che invece NON è... :mmm:


  • ModSenior

    @Rubalo said:

    [...]rilevo un paio di quelle espressioni sibilline (nelle quali Google è maestra) che dicono qualcosa ma senza confermarlo troppo
    Hai perfettamente ragione, anzi, a volte dicono una cosa e non è così.
    Ti interesserà sicuramente allora questa sera l'evento gratuito "Matt Cutts & Google: le ultime dichiarazioni su cui ho molti dubbi + GT Master Club"
    @Rubalo said:
    oltre 350000 domini .tv
    Significa semplicemente che Google è in grado di rilevare se il contenuto di un sito ospitato su un ccTLD si rivolge ad un pubblico internazionale o lacale, e non basta solo la lingua in cui è scritto il contenuto, infatti il ccTLD è un segnale forte ma non univoco.
    E' ovvio il motivo per cui è molto gradita l'estensione.
    @Rubalo said:
    .it dovrebbero essere discretamente diffusi nel mondo anglosassone, sfruttando l'"it" come pronome (bid.it, ask.it, buy.it, rent.it ecc.), cosa che invece NON è... :mmm:
    Qui ci sono casi in parte diversi.
    Nel caso di ask.it e rent.it, sono le pagine, o meglio le sezioni, riservata al mercato italiano di aziende internazionali: ask.com e rentitcarrentals.com.
    Per buy.it è come per per i domini.tv.

    Valerio Notarfrancesco