• User Newbie

    partita Iva o società per un lavoratore dipendente

    Volevo sottoporre una situazione simile a quella di Alexesprit e richiedere un ulteriore approfondimento:
    sono un lavoratore DIPENDENTE, dirigente di industria; vorrei intraprendere parallelamente un'attività di collaborazione con una società ESTERA che si trova nella comunita Europea. Il lavoro consiste nel trovare clienti che questa società fornirà direttamente riconoscendomi delle commissioni.
    Questi sono i dati di massima:
    Reddito lordo da lavoro dipendente: 65.000 Euro
    Reddito previsto per i primi 3 anni: 15.000 Euro anno.
    Costi da detrarre Auto,ristoranti, benzina Tot 10.000 anno
    Come sarebbe la tassazione?Sottolineo il pagamento arriverebbe dall'estero.
    Quale sarebbe la soluzione migliore: partita iva o società esempio SRL?
    Quale sarebbe il regime agevolato che più mi conviene?
    Altra ipotesi, se aprissi una società alla quale verrebbero pagate le commissioni, e questa società rilasciasse dei dividendi ai socì, come cambierebbe il discorso, sarebbe in'idea da percorrere?
    Grazie


  • Moderatore

    Visto il reddito esiguo la soluzione migliore secondo me sarebbe aprire una ditta individuale (agente di commercio?), aderendo magari al regime dei minimi che prevede costi di gestione bassi, sia dal punto di vista delle imposte (20% di IRPEF sostitutiva) che dal punto di vista dei costi di gestione contabile annuale (commercialista).
    Questo reddito derivante dall'attività con partita iva, non avrebbe conseguenze sul tuo reddito come lavoratore dipendente.


  • User Newbie

    Prima di tutto grazie per la risposta.
    Cambierebbe qualche cosa per il fatto che le commissioni arrriverebbero dal'estero, sempre comunita Europea.
    Irpef sostitutiva al 20% come la calcolo?, sul fatturato o sul margine?
    Escluderei agente di commercio perchè l'attività potrebbe diventare anche di compravendita. L'Altra ipotesi, se aprissi una società alla quale verrebbero pagate le commissioni, e questa società rilasciasse dei dividendi ai socì, che fossero miei familiari, potrei evitare di comparire nella società?


  • Moderatore

    L'irpef del 20% si calcola sulla differenza fra ricavi incassati e costi pagati nell'anno.
    Non vi sono problemi sulla residenza UE della società a cui fa riferimento.
    Se costituisce una società, ad esempio una srl, comunque comparirà come socio ed eventualmente amministratore.
    Il problema in questo caso sarebbe relativo ai costi sia di imposte, per forza di cosa maggiori, sia del commercialista perché rispetto ad una ditta individuale contribuente minimo, gli adempimenti sono decisamente maggiori e questo ha logicamente un costo.


  • User Newbie

    ok quindi sicuramente devo escludere la SRL ed andare sulla ditta individuale,
    ma se fatturo in commissioni 10k euro, e tra macchina benzina e ristoranti ho spese per altrettanti 10k Euro, non avrò da pagare Tasse a fine anno?
    Con la ditta individuale potrei anche fare attività di compravendità o va specificato esattamente se sia un' agenzia o compravendità?
    Cambia qualche cosa se le commissioni arrivassero sempre dalla stessa società?


  • Moderatore

    Se chiudi in pareggio o in perdita ovviamente non paghi l'irpef sostitutiva.
    Bisogna trovare il codice attività più corretto per l'attività che in concreto andresti a svolgere. Rivolgiti ad un commercialista così da affrontare bene la questione.
    Sul fatto che il tuo cliente sia sempre lo stesso non genera problemi.