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Dottore Commercialista e lavoro a progetto
Gentili colleghi, vi scrivo per risolvere un dubbio che riguarda me personalmente.
Mi sono iscritta da poco all'ordine dei dottori commercialisti, aprendo Partita Iva. A settembre avevo già iniziato un contratto di lavoro a progetto con una scuola di formazione, che si occupa di preparare gli studenti per il superamento dell'esame di maturità, con l'incarico di insegnare le seguenti materie:- matematica
- statistica
- economia aziendale
Ora, la scuola mi ha iscritto alla gestione separata Inps e mi effettua la trattenuta (8,90%) in busta paga.
Il mio dubbio è: sono obbligata a recedere dal contratto di lavoro a progetto ed iniziare a fatturare, inglobando la mia cassa di previdenza e la ritenuta da lavoro autonomo, oppure posso considerare tale reddito con non rientrante nella sfera di attrazione del lavoro autonomo?
Mi sento di dire, che la soluzione migliore sarebbe quella di fatturare, ma visto che la scuola mi riconosce un misero (ma proprio misero!) compenso orario lordo omnicomprensivo, da questo dovrei togliere cassa e ritenuta e capite come....posso essere colta da improvvisi attacchi di tirchiaggine!!!
Grazie a tutti coloro che si vorranno interessare!
Buon lavoro!!!
:):):)
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Ciao Arialibera e Benvenuta nel Forum GT.
Da quanto ne so io, non sono un commercialista, prestazioni professionali compatibili con la partita iva devono essere fatturate e non trattate in altro modo. In questo caso immagino che l'insegnamento di economia aziendale rientri all'interno delle prestazioni esecritabili da un commercialista.Infine, dalle prestazioni a progetto non sono esclusi gli iscritti agli albi professionali?
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Ti riporto interpello n 65/2008 del Ministero del Lavoro e dimmi cosa ne pensi
Oggetto: art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 ? incarico di collaborazione autonoma e contratto di collaborazione coordinata e continuativa a progetto.
La Confcommercio ha avanzato richiesta d?interpello per conoscere il parere di questa Direzione riguardo alla sussistenza o meno dei vincoli di cui agli artt. 61 e ss. del D.Lgs. n. 276/2003, in materia di contratto a progetto, nel caso di conferimento di un incarico di ?collaborazione autonoma? ad un soggetto, titolare di partita IVA ed iscritto alla Gestione separata INPS, che svolge un?attività non rientrante tra quelle per le quali sia prescritta l?iscrizione ad un albo o ad un ordine professionale.
In particolare si chiede, in caso di risposta affermativa, come coordinare le disposizioni riguardanti l?obbligo di erogazione del compenso e di predisposizione del relativo prospetto paga con l?obbligo del collaboratore titolare di partita IVA di emettere fattura.
Al riguardo acquisito il parere della Direzione generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro e dell?INPS, si rappresenta quanto segue.
Occorre, in via preliminare, inquadrare correttamente la fattispecie prospettata, dal momento che la soluzione della questione è differente a seconda che si tratti di collaborazione coordinata e continuativa ovvero di lavoro autonomo reso ai sensi dell?art. 2222 c.c.
In quest?ultimo caso, infatti, l?attività è svolta in completa autonomia da parte del lavoratore con riguardo in particolare alle modalità della prestazione; non vi è infatti alcun coordinamento con l?attività del committente né un inserimento funzionale del lavoratore nell?organizzazione
aziendale.
Viceversa, le collaborazioni coordinate e continuative sono caratterizzate ? oltre che dall?elemento qualificatorio essenziale, rappresentato dall?autonomia del collaboratore nello svolgimento della attività lavorativa dedotta nel contratto e dalla irrilevanza del tempo impiegato per l?esecuzione della prestazione ? dalla necessaria coordinazione con il committente. Secondo il modello approntato dal D.Lgs. n. 276/2003, inoltre, dette collaborazioni devono essere riconducibili, come modalità organizzativa della prestazione, ad uno o più specifici progetti o programmi di lavoro o fasi di esso, salvo i casi previsti dal comma 2 e dal comma 3 dell?art. 61.
Non essendo preclusa la possibilità per i soggetti titolari di partiva IVA di stipulare contratti a progetto, si ritiene corretto affermare che i compensi percepiti non in relazione allo svolgimento di attività di lavoro autonomo reso ai sensi dell?art. 2222 c.c., ma nell?ambito di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (anche nella modalità a progetto) debbano essere denunciati come redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ex art. 47, comma 1, lett. c bis) TUIR, con obbligo per il committente di consegna del prospetto paga al collaboratore (anche nelle forme della consegna di copia del Libro Unico del Lavoro ai sensi dell?art. 39, comma 5, del D.L. n. 112/2008), di versamento dei contributi previdenziali alla Gestione separata INPS e del premio assicurativo all?INAIL.
In altri termini, il soggetto titolare di partita IVA può rendere prestazione lavorativa in regime di collaborazione coordinata e continuativa a progetto solo qualora la stessa non rientri nell?ambito dell?attività ordinaria svolta professionalmente. In tale caso il relativo compenso non andrà a costituire reddito da lavoro autonomo, ma rientrerà nell?alveo di cui al citato art. 47 TUIR, senza obbligo di emettere fattura in quanto, trattandosi di reddito assimilato a quelli di lavoro dipendente, non è consentita l?applicazione dell?imposta per carenza del presupposto oggettivo (cfr. Min. Finanze circ. n. 207/E del 16 novembre 2000).
IL DIRETTORE GENERALE
(f.to Paolo Pennesi)
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@arialibera said:
La Confcommercio ha avanzato richiesta d’interpello per conoscere il parere di questa Direzione riguardo alla sussistenza o meno dei vincoli di cui agli artt. 61 e ss. del D.Lgs. n. 276/2003, in materia di contratto a progetto, nel caso di conferimento di un incarico di “collaborazione autonoma” ad un soggetto, titolare di partita IVA ed iscritto alla Gestione separata INPS, che svolge un’attività non rientrante tra quelle per le quali sia prescritta l’iscrizione ad un albo o ad un ordine professionale.
In altri termini, il soggetto titolare di partita IVA può rendere prestazione lavorativa in regime di collaborazione coordinata e continuativa a progetto solo qualora la stessa non rientri nell’ambito dell’attività ordinaria svolta professionalmente. In tale caso il relativo compenso non andrà a costituire reddito da lavoro autonomo, ma rientrerà nell’alveo di cui al citato art. 47 TUIR, senza obbligo di emettere fattura in quanto, trattandosi di reddito assimilato a quelli di lavoro dipendente, non è consentita l’applicazione dell’imposta per carenza del presupposto oggettivo
Ti ho citato la parte che ritengo più importante.
Tu sei una commercialista con partita iva e iscrizione ad un albo: ti domando (io non ne ho certezza); un commercialista è abilitato ad insegnare? Se si, immagino che tali prestazioni dovrà fatturarle.Considera inoltre che la nota da te citata riguarda professionisti NON iscritti ad albi professionali; per quanto riguarda questi ultimi mi pare vietato lo svolgere attività professionale con contratto a progetto.
Attendiamo comunque il parere di qualche esperto.
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Io cerco di partire da questo ragionamento (anche per appigliarmi alla condizione di maggior favore...:D:D:D) ..
Il mio incarico di lavoratrice a progetto NON NASCE in base alla mia competenza di Dottore Commercialista, ma in base a diverse caratteristiche personali che non richiedono alcuna abilitazione particolare..
Io vengo "ingaggiata" dalla scuola come semplice laureata, e stipulandomi un contratto di lavoro a progetto la sfera di determinazione del reddito è assimilabile a quella di lavoro dipendente..
Ora in corso di svolgimento del contratto, mi abilito alla professione, mi iscrivo all'albo e apro Partita Iva per esercitare la professione, che ricade nella mia attività principale..
E' vero che mi trovo ad essere iscritta contemporaneamente alla Gestione Separata e alla mia cassa di previdenza obbligatoria..e ciò rischia di farmi perdere i contributi che la scuola mi versa...ma considerando l'importo veramente esiguo sono disposta ad accettarlo.. anche in considerazione del fatto che non appena mi aumenterà il lavoro farò un effetto sostituzione....
Anche se insegno economia aziendale, è vero che fa parte del mio settore di attività, ma il punto è come vengo qualificata io dentro la scuola..cioè come esperta professionista o come docente qualsiasi...visto che la risposta è la seconda, a mio avviso, il reddito viene attratto dalla sfera del lavoro dipendente..
Ma ripeto, probabilmente è una considerazione a cui mi voglio appigliare, visto che se dovessi sottrarre dall'importo orario lordo cassa e ritenuta (4% + 20%), anzichè vedermi trattenere solo l'8,90% va a finire quasi che glieli devo dare io i soldi per insegnare ...Ma attendiamo comunque, come dici tu, interventi più illuminanti!