- Home
- Categorie
- Società, Web e Cultura
- GT Fetish Cafè
- Libera Scienza in libero stato di Margherita Hack
-
Libera Scienza in libero stato di Margherita Hack
Libera Scienza in libero stato di Margherita Hack è un libro diverso dai soliti della famosa astrofisica italiana.
Parla di scienza ma non è un libro di divulgazione scientifica bensì una scorrevolessima e piacevole chiacchierata con un'intellettuale che ha da dire e ridire su:- la politica,
- l'organizzazione della nostra Università,
- la ricerca scientifica in Italia,
- la Chiesa Cattolica,
- il nostro futuro.
I primi capitoli sono dedicati alla scuola e all'Università con un rapidissimo viaggio dagli anni 30 del secolo scorso fino alle ultimissime riforme.
La Hack propone le sue idee per una riforma del settore e non si tira indietro a criticare, ma anche a elogiare, le riforme fatte da ogni parte politica del corrente schieramento; insomma ce n'è per tutti.Si passa poi alle considerazioni sulla Chiesa Cattolica e il suo ruolo, diffidente, nei confronti della scienza; attenzione che secondo la Hack c'è chi riesce a fare peggio della Chiesa.
Infine gli ultimi capitoli sono dedicati alla ricerca spaziale italiana, di primo piano, al sistema degli osservatori astronomici e al sistema Trieste.
Le mie considerazioni adesso, cosa non mi è piaciuto e cosa si.
Non mi è piaciuto il fairplay perché ho avuto modo di ascoltare delle interviste alla Hack sul suo libro e diciamo che "di persona" davanti al cronista si è lasciata andare molto di più. Davvero peccato.Mi è piaciuto tantissimo il tema attualissimo e importantissimo per il nostro futuro, ovvero il ruolo fondamentale della ricerca di base, ricerca che se non ben alimentata non darà vita alle idee che saranno poi oggetto della ricerca applicata, poi dello sviluppo delle tecnologie e infine nella progettazione industriale di nuovi prodotti strategici per la nostra economia.
Mi permetto adesso di mescolare una citazione che esula dal libro, una recente cena del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, con la citazione di un discorso dello stesso Presidente riportato a pag. 55.
Ritengo importante questo bricolage perché ridà attualità e importanza al testo.Lo scorso 18 febbraio il presidente degli Stati Uniti ha organizzato una cena con i rappresentanti delle più influenti società tecnologiche della nazione.
Perché il futuro economico di una nazione occidentale si basa sulla ricerca di nuove tecnologie per la creazione di nuovi servizi e prodotti, per creare una prospettiva economica stabile, un migliore ambiente in cui vivere e in definitiva una migliora qualità della vita.
Ecco perché per reagire alla crisi si deve investire nella ricerca applicata e in quella di base come mai si è fatto prima a costo di rinunciare anche ad altre cose ritenute dai più necessarie.
Occorre osare per riguadagnare il primato tecnologico i cui frutti si potranno cogliere solo tra 10 e più anni ed è necessario che sia lo Stato ad investire perché le aziende pubbliche non oseranno mai rischiare così tanto per il futuro della collettività.Vi auguro una buona lettura.
V.N.
-
Ciao Valerio.
Troppo tempo ho fatto passare prima di passare da queste parti; me ne scuso.
Due brevi considerazioni — sulle tue impressioni più che sul libro.
La prima: forse la Hack voleva provare a parlare a un pubblico più vasto e argomentare prima di litigare, così ha evitato di "artigliare" il problema con l'arsenale completo di forza retorica di cui è capace. Viviamo in tempi oscuri, in cui un pensiero e la sua espressione devono essere più che perfetti e anche un filino "moderati" per poter far breccia nelle menti di una società che vive ormai di conflitti e litigi, invece che di dialoghi e dibattiti.
La seconda: lo dico da "interno" a quello che hai chiamato «il sistema-Trieste»; qualcosa di veramente buono si può fare. Certo, occorrono condizioni abbastanza peculiari (ma tutt'altro che impossibili da realizzare) e una visione politica che vada al di là del singolo periodo, della singola amministrazione e del singolo uomo, ma si può fare. Lo stanno facendo, qui, e molto ma molto bene.
Il Paese ha (ancora per poco) gli strumenti culturali e le persone giuste per poter costruire qualcosa di duraturo, che faccia per davvero la differenza. Imparare da chi è a buon punto in questo percorso invece di distruggere indiscriminatamente come da più parti si cerca di fare è la sola via per la salvezza di un territorio che, forse inconsapevolmente, volge ormai al declino.
P.S. Se ti piacciono le polemiche ben condotte e un po' più "sanguigne" ti consiglio un libro di Paola Mastrocola, Togliamo il disturbo, sulla scuola italiana e sulla condizione pietosa in cui è stata ridotta, dalla sinistra prima e dalla destra poi.
-
Questa discussione non poteva sperare di avere una replica migliore se non quella di chi quotidianamente vive da protagonista nel mondo della Ricerca Scientifica e ci sta dando una testimonianza autentica e genuina che ancora qualcosa di buono si riesce a fare, oggi, in Italia, nonostante i troppi problemi e gli innumerevoli ostacoli.
Grazie.
-
@vnotarfrancesco said:
Libera Scienza in libero stato di Margherita Hack è un libro diverso dai soliti della famosa astrofisica italiana.
Mi è piaciuto tantissimo il tema attualissimo e importantissimo per il nostro futuro, ovvero il ruolo fondamentale della ricerca di base, ricerca che se non ben alimentata non darà vita alle idee che saranno poi oggetto della ricerca applicata, poi dello sviluppo delle tecnologie e infine nella progettazione industriale di nuovi prodotti strategici per la nostra economia.
"Lo scorso 18 febbraio il presidente degli Stati Uniti ha organizzato una cena con i rappresentanti delle più influenti società tecnologiche della nazione.
Perché il futuro economico di una nazione occidentale si basa sulla ricerca di nuove tecnologie per la creazione di nuovi servizi e prodotti, per creare una prospettiva economica stabile, un migliore ambiente in cui vivere e in definitiva una migliora qualità della vita.
Ecco perché per reagire alla crisi si deve investire nella ricerca applicata e in quella di base come mai si è fatto prima a costo di rinunciare anche ad altre cose ritenute dai più necessarie.
Occorre osare per riguadagnare il primato tecnologico i cui frutti si potranno cogliere solo tra 10 e più anni ed è necessario che sia lo Stato ad investire perché le aziende pubbliche non oseranno mai rischiare così tanto per il futuro della collettività."
V.N.Non ho letto il libro, ma conosco la valenza di Margherita Hack per cui presto lo comprerò.
Sull'argomento "ricerca" credo che senz'altro possiamo trovare nelle varie epoche dei 150 anni di Unità d'Italia lezioni da imparare sia in termini negativi che positivi, fermo restando due cose:
- non stiamo dietro nessun altro paese per numero di scienziati d'eccellenza (almeno finora, magari li facciamo migrare all'estero)
- se si procede con i tagli alla ricerca giustificandoli con cattivo uso dei soldi investiti, (vedi riforma Gelmini), piuttosto che aumentare gli incentivi alla ricerca controllando la gestione severamente non si fa altro che aiutare le potenze egemoni a crescere economicamente a spese nostre (l'italiano è per lo più il consumatore delle tecnologie altrui).:x
ciao
marlomb