• User Newbie

    Giovane praticante avvocato non abilitata

    Salve,
    lavoro come praticante avvocato in uno studio legale e, ai fini di un riconoscimento di un rimborso spese mensile, mi hanno chiesto di aprire la partita iva per fatturare questa "remunerazione".
    Poichè non sono ancora abilitata (potrò abilitarmi, volendo, solo tra un anno) sto valutando ogni possibile alternativa alla partita iva poichè è un costo che andrei a sostenere avendo solo un esiguo reddito di 6000Euro!!!
    L'alternativa sarebbe un contratto di borsa di studio di cui ho sentito parlare ma che non so come funzioni e che tipo di agevolazioni comporti in termini fiscali, nè so che tipo di tassazione prevede.
    Potreste darmi una mano?Anche perchè fino a che non trovo la soluzione non potrò essere pagata...
    Vi ringrazio


  • User Attivo

    Mi sfugge quali sarebbero i presunti "costi" di una partita IVA aperta nel regime dei minimi...

    In pratica devi conservare un po' di carte, a fine anno fare un po' di somme e sottrazioni, e presentare poi la dichiarazione dei redditi.
    Niente libri contabili, niente commercialista, niente dichiarazioni periodiche o altri adempimenti...

    E allora?


  • Consiglio Direttivo

    @Rubalo said:

    E allora?

    Ci sarebbe o la cassa forense o al limite la gestione separata inps, che comunque non è poco!

    Ciao EmanuelaTT e Benvenuta nel Forum GT 🙂
    Hai valutato di farti fare un contratto a progetto?


  • User Attivo

    @lorenzo-74 said:

    Ci sarebbe o la cassa forense o al limite la gestione separata inps, che comunque non è poco!

    I costi previdenziali ci sono sempre e comunque, con qualsiasi inquadramento.

    Hai valutato di farti fare un contratto a progetto?

    I contributi previdenziali per un COCOPRO o per un professionista nel regime dei minimi sono assolutamente identici.
    Anzi, in realtà sono minori per un professionista nel regime dei minimi, in quanto può detrarre dall'imponibile previdenziale dei costi che per il COCOPRO non sono ammessi.
    Se poi c'è l'obbligo di iscrizione alla cassa forense, può darsi che ci sia un minimale annuo... ma questo è tutto da verificare.


  • Consiglio Direttivo

    Ciao Rubalo...
    Ovvio che quello che dici tu, sacrosanto, accade in un mondo giusto e perfetto.
    Con un cocopro per lo meno i contributi per gran parte sono a carico del datore di lavoro. Con la partita iva sono tutti a carico del professionista. In tal caso Emanuela dovrebbe richiedere dei compensi più alti per avere assicurata la copertura dei versamenti previdenziali ed un minimo rimborso spese garantito. Altrimenti ci va di sana perdita!


  • User Attivo

    Questo è ovvio.
    ma per il datore di lavoro pagare:

    • 1200 fatturati nel regime dei minimi
    • oppure 1000 (al netto dei contributi INPS, da versare a parte) come COCOPRO
      è assolutamente identico: sempre di (circa) 1200 euro si tratta.

    Solo che i 1200 incassati dal professionista nel regime dei minimi finiscono per avere un'imposizione sia fiscale sia contributiva più bassa rispetto al cocopro.


  • User Attivo

    Per importi di quel genere se possibile eviterei l'apertura della partita iva. Non credo che sia comunque possibile iscriversi alla cassa forense da praticante. Anche se non corretto spesso in qeusti casi si fa fare una ricevuta per prestazione occasionale, ma sarebbe meglio e soprattutto corretto fiscalmente fare come indicato da lorenzo, anche perchè dubito che sarà possibile riaddebitare allo studio i contributi previdenziali. Saluti


  • Super User

    L'iscrizione alla cassa forense è possibile anche per i praticanti abilitati al patrocinio. Per i primi anni ci sono delle riduzioni sui versamenti minimi se non ricordo male.
    In alternativa, per i tirocinanti è possibile l'iscrizione alla gestione separata inps, il vantaggio sta nella possibilità eventuale di compensare i contributi in f24.