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Lettera con o senza calunnia
Mi sono iscritto a questo forum per sottoporvi una lettera che intendo inviare al mio ex datore di lavoro dal quale sono stato licenziato in maniera illegittima. I fatti, le motivazioni, e quant'altro di torbido si sia verificato nel mio posto di lavoro, la cui natura consisteva nella riabilitazione di pazienti psichiatrici, li ho tralasciati. Quello che vorrei chiedere a coloro che partecipano al forum è se questa lettera che vado a scrivere contiene reati relativi alla calunnia o a quant'altro possiate rilevare da questo mio scritto. Ovvio che pur non essendo un legale credo che qualsiasi persona munita di un buon conto in banca può comunque tentare qualsiasi tipo di azione legale. A voi chiedo se vi sono OGGETTIVAMENTE gli estremi per essere querelato. Infinite grazie. x
Caro V...,
è trascorso un po? di tempo da quando quel 23 settembre mi hai convocato nel tuo ufficio per propormi le mie dimissioni. Da allora ho riflettuto su quanto avrei potuto dirti, ma che l?emozione mi ha impedito di fare, strozzandomi in gola le parole che ti dico ora.
All?inizio di questo rapporto di lavoro ho veramente pensato a quello che potevo rappresentare all?interno di un gruppo di psicologi e quant?altro serve per alleviare le sofferenze dei residenti, il contatto con la realtà, l?entità democratica che manca, colui che faceva da legame nelle varie situazioni fuori dalla psicoanalisi, vedi la cura dei denti di S..., l?uscita ingloriosa di P... e il viaggio verso le Puglie, la ricerca di un lavoro per L..., tutto il lavoro teso a creare una rete con il territorio che poi ho trasmesso all?assistente sociale, l?insegnamento a C... e a chi non riusciva ad esprimersi, l?umanità dimostrata senza giudizio né competizione. La mia nicchia.
Poi, piano piano, la cooperativa della quale sei il presidente si è rivelata con tutta la sua tenace crudeltà, opportunismo, razzismo di categoria, e lì si che mi sono venute in mente le tue parole: ?la malattia mentale aumenterà per mancanza di etica?, questo tu lo sai bene perché ne rappresenti tutta l?efficacia. Ci ho messo un po? di tempo a capirlo, è vero, tenuto conto che per me è stato difficile comprendere tutta la tua inautenticità, senso di appropriazione dell?altro, teso all?uso dell?altra persona, al suo svuotamento sino a gettarla via. Per te questo dovrebbe essere un complimento visto che dal crogiolo del disastro umano in generale, tu e i tuoi accoliti, ne traete un beneficio economico non indifferente, che non condividi con nessuno. Anzi lo usi come mezzo di frustrazione per umiliare i tuoi collaboratori e renderli servili come degli zombi inebetiti.
Sono queste le persone di cui hai bisogno per poi privartene e assumerne altre, creando un circolo virtuoso che produce altra ricchezza, abbattendo i costi dei turni e procrastinando i pagamenti ai nuovi che vedranno i primi soldi solo tra molti e molti mesi. Forse è proprio qui che vive e si alimenta il tuo disturbo di personalità non altrimenti specificato, tra le pieghe di quell?apnea notturna, perché anche te, per sopportarti devi tapparti il naso e la bocca, per non sentire quanto puzza il tuo agito e non sentire l?altrettanto tanfo che le tue azioni emanano. Quelle stesse azioni che deleghi con tanta premura ad A... (?il braccio armato, violento e operativo nel suo porsi in essere? della cooperativa, quello stesso braccio che sapientemente ti ha messo da parte nella comunità di P..., pensa che il tipo che conosci bene e che forse devi ringraziare per qualche tua disavventura giudiziaria, non mi ha concesso di separarmi dai veri danneggiati delle vostre azioni, i pazienti) e a tua moglie (degna bottegaia di paese, mediocrità fattasi donna con quattro soldi stretti tra le dita e i cordoni della borsa annodati solo quando le veniva richiesto il giusto, ma non certo per viaggiare su grossi Suv, perché è giusto che gente come te debba essere protetta anche sulle strade).
Voglio regalarti un po? della mia sensibilità, quella che ho apprezzato in un uomo che ancora non conoscevo che mi ha abbracciato quando ha saputo della morte di mio padre. Lo stesso uomo che pronto ad assumermi si cautelava fino all?inverosimile, mandandomi a Via Cesare De Lollis per firmare un atto di conciliazione a lite, lì dove la lite non esisteva, ma c?erano solo i miei soldi, frutto di mesi di lavoro, c?erano le mie non richieste per un tendine rotto, e per i due mesi di dura convalescenza ai quali non sono seguite richieste economiche. E? lì che il bivio doveva dirmi in che direzione andare, lì avrei dovuto ?rassegnare? le dimissioni anche se non mi avevi ancora mai assunto. E tutto a fronte di una raccomandata della quale i servi che hai al seguito mi hanno dato la responsabilità, ma quanto ti sbagli non lo saprai mai. Così come tu, così preparato, così professionale, così teso a capire chi ti è di fronte, non saprai mai l?entità del danno che mi hai inferto, togliendomi il lavoro a cinquant?anni, un lavoro che svolgevo con passione e che mi piaceva, ma soprattutto che pensavo durasse per sempre. Sicuramente mai avrei pensato finisse con l?umiliazione con la quale mi hai voluto offendere. Eppure umiliazioni, un processo arbitrario, un capo d?accusa, l?essere buttato fuori da ?qualcosa?? lo hai passato anche tu, a torto o a ragione (tu dici a torto) ma chissà che qualcuno non ci avesse visto lungo.
Non pensavo avessi bisogno di costruire un castello di menzogne per mandarmi via. Hai strumentalizzato delle povere mentecatte per architettare una giusta causa (vecchia quanto il mondo) così da potermi licenziare. Hai creduto all?uno o all?altro a seconda di chi ti faceva più comodo e non ti è parso vero che qualcuno, ormai alla fine, ti servisse su un piatto d?argento un?altra testa, e non ti importava che quella testa appartenesse a un uomo. Non ti sei fatto scrupolo nemmeno di salvaguardare la tua coordinatrice che tanto aveva abbellito facendo veramente funzionare la tua comunità. In questo caso sei diventato addirittura il moralizzatore che non teme di poter intromettersi nella vita privata degli altri, di sgretolare amori pur di raggiungere i propri fini. Non credere di essere al di sopra delle parti, ti stai perdendo molto della tua vita dietro alle tue slite, di cui sei geloso e avido. Hai solo questo!
In due occasioni hai mostrato il tuo vero volto: negli ultimi tempi quando mi hai fatto i complimenti che ero un bravo educatore pur non avendo un titolo e ti sei meravigliato che il mio viso non accettasse il tuo complimento tant?è che hai dovuto ribadirlo anche attraverso un sms, sapevo che sei un bravo illusionista, meglio di qualsiasi prestigiatore, come lo sei stato nella grande inautenticità quando ti ho visto accogliere alcuni utenti.
Mi porterò in questo mio scritto ancora più avanti. E? vero, non ho avuto figli e questo desiderio per molti anni non mi ha sfiorato, non sai la mia storia, non sei curioso, non ti interessa nemmeno la tua, figuriamoci. Ma sono contento quando penso che non sarò un padre come te, così maledettamente assente, così maledettamente preso a creare disagio, a sconfinare nel concretizzare il dolore e la malattia nell?altro. Altro che curare!
Continua ad imbottire i desideri dei tuoi figli con tutto quello che sottrai a noi, a noi che abbiamo lavorato per te, gente meravigliosa che non avrai mai più. Un giorno non ti basterà tirare fuori le frasi che salvi sul tuo computer come quelle di G..., continuerai a regalargli questo e quell?altro mondo, perché la relazione di cui avrebbero bisogno gliel?hai già tolta.
I pazienti? ecco loro per ultimi, perché ultimi sono stati in questa storia, e in ogni loro storia singola, una mancanza di considerazione che hanno trovato anche in comunità, loro a cui hai imposto separazioni e perdite, loro abituati già a perdere, sono gli unici che mi hanno riconosciuto come persona, come uomo, come educatore, e non come loro amico, ma come la faccia umana della TUA comunità. Loro a cui ho voluto un bene autentico e in piena autonomia, lo hanno saputo riconoscere.
Il tempo che ti ho dedicato è finito ed è la prima volta e l?ultima che scrivo a un miserabile.
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Ciao.
Non direi che si tratti calunnia, bensì di diffamazione. Ne stralcerei circa metà. In particolare le parti con gli aggettivi e sostantivi rivolti all'ex datore di lavoro.
Mi spiace.
Ciao.
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Grazie Shapur per la pazienza nella lettura del mio scritto e sfogo, solo che provo un sentimento di imbottigliamento, tale che impreco per non essere un parlamentare, la verità ormai è legata a quanti denari hai per ingaggiare una battaglia legale nei confronti di chi ti ha affamato sino a ieri e che ti fa rimpiangere gli anni "sprecati" all'università! :bho:
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Ciao Murieta,
quoto Shapur al 100% e in più ritengo che ci sia anche l'ingiuria nei confronti del destinatario della lettera.
Se il destinatario è solo la metà di come tu lo descrivi, passati dieci minuti dalla lettura della lettera stessa si troverà già dal suo avvocato penalista a pagare l'anticipo per la denuncia-querela da sporgere nei tuoi confronti.
Posso immaginare di comprendere lo sfogo che vuoi attuare con la lettera, ma se la invii i rischi di essere querelato sono abbastanza elevati.
Ciao ciao
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Lo stesso ringraziamento che ho rivolto a shapur, lo inoltro anche a mcesetti, la rabbia anche se motivata e sotto forma di restituzione dei soprusi ricevuti non deve agire da sabotatore interno e voi mi avete reso noto che questa lettera mia avrebbe sabotato, senz'altro mi accontentero' della vertenza sindacale in atto e quando sarà tempo querela per calunnia e sapete pure perche'! Infinite grazie!
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Ciao Murieta e Benvenuto nel Forum GT.
Mi spiace per la tua situazione; mi accodo, anche non essendo avvocato, ai consigli di Shapur e Mcesetti.
Nel tuo interesse ho tolto i riferimenti a nomi e luoghi citati nella tua lettera.
Ciao
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Grazie Lorenzo74 oggi proprio non ti cautela nessuno .... ..... ......tu lo hai fatto cancellando le "tracce" della mia realtà che ho raccontato....:bho: