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Il libro al tempo dell'iPad: una presentazione poco ortodossa
Vi segnalo con piacere un'interessante iniziativa scoperta per caso tramite il mio streaming di Facebook.
Si tratta di un breve video in cui il presentatore ? un affabile e simpatico spagnolo con l'aria da nerd molto evoluto ? introduce al pubblico un nuovo mirabolante apparecchio destinato a rivoluzionare il concetto di produzione, trasporto, diffusione e conservazione della conoscenza: il libro!
Avete dei dubbi? Guardate di seguito (ci sono dei comodi sottotitoli in Italiano) e capirete...
Secondo me è geniale.
Ora domando a voi del Forum: che ne pensate dell'iniziativa? E che dite del taglio scelto per spiegare a chi è nato nell'era dell'iPad i vantaggi di possedere e usare un libro?
Avreste messo in luce altri aspetti della questione? E con quali similitudini, metafore, paragoni e invenzioni linguistiche?
Come insomma avreste reso appetibile, nella civiltà che vive davanti a uno schermo, un prodotto fatto di carta (riciclata, ovvio: siamo sensibili alle tematiche ambientali, qui)?
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Eh eh vero... Ci affidiamo troppo alla tecnologia ormai...
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E con piacere guardo il video che ci proponi.
Permettimi di esprimere le mie pacate, ma forti critiche, ma solo nei confronti del video e non a a te.
Innanzitutto tutto l'ambientazione futuristica ai tempi dell'x-pad (Ipad + Kindle + Samsung Galaxy Pad + Google Pad + cloni cinesi) mi sembra quantomeno esagerata e calcata; siamo agli albori di una nuova era, un nuovo modo di fruire in mobilità tante cose stupide e sciocche, ma anche tante cose belle e utili. Deridere, anche se in modo elegante, non posso negarlo, sarebbe come prendersi burla di un bambino piccolo.
I bambini vanno incoraggiati, non derisi.Fosse solo una casa costruttrice a proporre e imporre con la sua forza di persuasione potrei anche pensare ad un'infatuazione tecnologica, ma qui stiamo parlando di un fenomeno che coinvolge milioni e milioni di persone in tutto il mondo su più prodotti;
non mi sembra corretto sminuire le loro scelte di una così vasta popolazione.
(alcune fonti: dicembre 2009 Kindle è il device elettronico più venduto in tutti gli Usa, luglio 2010 Amazon annuncia il sorpasso delle vendite digitali su quelle cartacee).Tutte le critiche al libro digitale mi sembrano tanto le osservazioni che gli anziani, a causa della loro età, rivolgono a ciò che è più giovane e che non capiscono.
Se avessimo la macchina del tempo e potessimo tornare indietro fino alla metà del 1400, sono sicuro che avremmo potuto assistere a simili obiezioni.Usiamo ancora la nostra macchina del tempo e andiamo solo un po' più indietro, diciamo 1100 quando fu introdotta la carta. Cosa avremmo potuto ascoltare?
E così via, all'introduzione dei rotoli di papiro, alle tavole di cera, alle tavole in legno, alle lastre in bronzo ecc. ecc. Ogni passaggio tecnologico ha sempre suscitato paure e diffidenza.
Il libro non ha mai avuto lo stesso supporto, il libro sono le idee, i pensieri i sentimenti che l'autore vuole trasmettere, non l'insieme dei fogli di carta.
Le aziende stanno proponendo un modo diverso di venire a contatto con quelle idee e con quei pensieri. E' dura e difficile per chi è abituato a leggere e pensare su carta leggere su uno schermo, ma questo solo perché siamo schiavi del nostro tempo, almeno è difficile per me.
Per ogni problema esposto nel video, ci sono altrettanti e indubbi vantaggi, forse tra i maggiori, la possibilità di avere a disposizione una quantità immensa di libri, tutti dietro con se, la possibilità di trovare il libro che si sta cercando, sfogliarlo in anteprima per capire se è quello che vogliamo leggere, comprarlo e poterlo leggere nel giro di 10 minuti, comodamente seduti in un giardino, o al mare o in uno chalet con intorno la propria famiglia.
Come potrebbe il nerd ispanico portarsi dietro tutti i suoi libri di programmazione?Infine l'ultima critica va al nerd, nulla di personale, ma non mi piacciono i nerd.
Il vero problema secondo me, libro digitale o libro in carta, sono i libri, cioè proprio i titoli, le idee, i contenuti.
Solo in Italia, il 60% all'anno di tutti i titoli nuovi rimane invenduto. Va bene che noi italiani non siamo un popolo abituato a leggere, ma sotto c'è qualcosa in più tra libri inutili e sciocchi e libri pubblicati per motivi diversi dalla vendita e dal dover soddisfare un pubblico.Per scusarmi della mia durezza, come segno di pace, offro a tutti da bere al Fetish Café e vi auguro di leggere un buon libro, in carta o digitale, ma basta che sia un buon libro.
Valerio Notarfrancesco
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Devo ammettere che i nuovi "e-readers" hanno numerosi vantaggi rispetto ai libri tradizionali. Costi più bassi, disponibilità del materiale immediata ed illimitata, la possibilità di portarsi appresso tutta la propria libreria, meno consumo di carta. La mia unica riserva rimane sui display, non credo di poter passare ore con lo sguardo concentrato su un testo virtuale... Ma l'avvento dell'e-ink sembra avere risolto anche questo problema.
Per ora resto ancora attaccato ai libri tradizionali, ma semplicemente perché l'offerta di testi in lingua Italiana in versione digitale è ancora molto ridotta.
Una mia riflessione personale... In questi prodotti vedo molto potenziale, ma temo anche che non stia venendo sfruttato appieno. Credo che sarebbero strumenti molto utili per portare libri (E non solo alcuni libri, ma tutti i libri!) anche nei paesi in via di sviluppo. Un carico di Amazon Kindle rimpiazzerebbe e supererebbe migliaia di carichi di libri normali. Se limitati al mercato dei paesi più sviluppati temo che non avrà un grandissimo impatto.
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Volevo rispondere già da un po' al thread, ma la giornata è stata densa di eventi (e di materiale scrittorio da produrre), così arrivo solo ora e comincio ad abbozzare una replica.
La discussione ha virato decisamente verso una direzione non prevista, dacché l'intento iniziale era ben altro, almeno da parte mia: ciò che mi ha sorpreso nel video ? credo di aver provato a sottolinearlo in coda al post, ma temo di aver fallito ? era il fatto che si potesse spiegare cos'è un libro ribaltando i termini della questione e pubblicizzandolo come un'innovazione rispetto ai computer, non viceversa come si faceva fino a qualche anno fa (quando qualcuno diceva "un computer è un po' come un libro, ma è molto di più perché è anche interattivo...").
Mi affascinava insomma lo stile espositivo del video, non il suo contenuto, dichiaratamente surreale.
Colpa mia.
Ora che sono in ballo, però, è il caso che non mi sottragga al dibattito.
Per cominciare, due osservazioni di commento a quanto scritto da Valerio, che a parer mio ha sostenuto argomentazioni ragionevoli e condivisibili (anche nella fase di critica al video e al suo messaggio):
- La frase «Il libro non ha mai avuto lo stesso supporto, il libro sono le idee, i pensieri i sentimenti che l'autore vuole trasmettere, non l'insieme dei fogli di carta.» è vera solo parzialmente: sono sì cambiati i supporti (dalla cartapecora alla carta straccia, a quella pressata, a quella riciclata; le copertine da quelle cartonate e inchiavardate a quelle spillate e morbide) e i formati (da quello "atlantico" dei grandi messali miniati alla taglia "pocket" lanciata dalla Penguin Books nel '900), ma il libro è rimasto sostanzialmente lo stesso e si è affermato come standard di insuperata ? finora, almeno ? efficacia.
Di più: il libro ha modellato gran parte della nostra civiltà e della nostra storia culturale occidentale, diventando un simbolo fisico prima e più che immateriale proprio come la carta di riso in forma di rotoli simil-papiracei ha segnato la storia dell'Oriente.
Se da un lato si può essere d'accordo sul primato delle idee e delle emozioni rispetto al foglio rilegato che li ospita (su questo mi trovo d'accordo), non si può ignorare il fatto che quel foglio inquadra intuizioni e sensazioni in una storia comune ? quella del Libro, cioè di tutti i libri ? che influenza in maniera più o meno indiretta, graficamente o contenutisticamente, stilisticamente o sintatticamente, il contenuto medesimo delle pagine.
Propongo questa similitudine: tra tutte le modalità espressive atte a fissare nel tempo le nostre idee e sensazioni, il libro ha vinto la battaglia della "selezione naturale" (nel senso più complesso che si può attribuire a quanto ho scritto tra virgolette) e si è dimostrato durevole, tenace, universale e utile più di altri supporti al punto di influenzare radicalmente l'ambiente circostante, proprio come un predatore molto efficace ? il coccodrillo è un buon esempio ? finisce col sagomare in parte l'ecosistema del fiume in cui esso ha dato prova di essere il campione tra i carnivori.
Se dunque scherzare sulle novità è segno di miopia (e sono d'accordo che Kindle, iPad e soci abbiano un futuro di tutto rispetto davanti a loro su cui non c'è molto da fare battute), dimenticarsi di colpo del migliore strumento che siamo stati in grado di inventare per diffondere la conoscenza in modo economico, capillare e universale è altrettanto pericoloso.
Di passaggio, e solo per citare un puro dato di fatto facilmente verificabile: oggi siamo perfettamente in grado di leggere un codice miniato del 1100 o un dizionario del 1500 o un trattato del 1900 (al netto delle difficoltà interpretative); basta aprire la copertina e girare le pagine, cosa che possono fare tutti senza difficoltà.
Allo stesso tempo, quanti tra di noi potrebbero accedere con altrettanta facilità al contenuto di un floppy disc da otto pollici, o di una videocassetta Betamax, o di una cartuccia per console Magnavox? Eppure questi ultimi sono stati prodotti tutti molto ma molto dopo quei libri...
Il problema del formato dei dati digitali, della loro conservazione e del recupero è gigantesco e molto sottostimato: esploderà prima o poi, ma non credo che sarà nell'arco della mia vita. I miei nipoti, forse i loro figli, dovranno comunque prima o poi fare i conti con un inferno di illeggibili chiavette USB, cd-rom, dvd, blu-ray, mini-disc, iPad di generazioni precedenti, cartucce e 33 giri (mentre in biblioteca li aspetteranno pazienti e sornioni i vecchi libri, da aprire e stop).
- Un altro punto che mi preme chiarire è questo; muove dalla frase «Per ogni problema esposto nel video, ci sono altrettanti e indubbi vantaggi, forse tra i maggiori, la possibilità di avere a disposizione una quantità immensa di libri, tutti dietro con sé», ma qui si passa alle singole storie personali e non me la sento di parlare in tutta generalità, quindi mi limito al mio caso specifico.
Nella mia libreria ho uno scaffale dedicato unicamente a Meccanica Classica e Relatività Generale; conta in tutto circa quindici volumi (una media di 250 pagine a volume, formato B5) e una trentina di articoli di riviste (una media di 8 pagine per articolo, formato A4). Quei libri, che ho acquistato o fotocopiato o chiesto in prestito, li conosco abbastanza bene per averli aperti a più riprese, consumati con gli occhi e "vissuti" (chi più, chi meno).
Nel mio hard disk possiedo circa 300 libri digitalizzati e 500 articoli con le medesime caratteristiche dei precedenti: alcuni li ho letti e riletti (molti meno di quelli che possiedo "a scaffale"), ma ci sono comunque dei seri problemi di gestione dei testi digitalizzati, almeno per me; ne elenco i più seri:
? In uno schermo da 15'' prendono posto al massimo due finestre per consultare libri con dimensioni del font accettabili; su una scrivania di medie dimensioni posso ospitare dieci o più volumi aperti, tutti simultaneamente davanti agli occhi e non sovrapposti, tra i quali saltare.
? Pochissimi testi sono in un formato che consente l'indicizzazione delle singole parole, così perdo un tempo infinito a scorrere su e giù senza poter mettere segnalibri e fissare i punti salienti (con cinque dita posso tenere fermi sette passaggi salienti sullo stesso tomo; se uso strisce di carta o le vituperate "orecchie" si salta di due ordini di grandezza).
? Con il sistema precedente delle dita tra le pagine passo dall'indice di un libro (che blocco col pollice) alle pagine in pochi istanti; con lo schermo non ho controllo sulle pagine (spesso sono numerate senza tener conto dei frontespizi e primi fascicoli in numeri romani, così per ogni volume devo conoscere quanto aggiungere al contatore elettronico per trovare la pagina "vera").
? Quando vado avanti con un libro, il "monte-pagine" a destra diminuisce e quello a sinistra cresce, segnando il progresso: sull'iPad si hanno sempre le "ombre" di sei pagine da un lato e sei dall'altro: non so mai "dove sono" nella storia, che potrebbe finire da un momento all'altro o continuare per settimane. Molto snervante.
? Lo stile tipografico di un volume lo contraddistingue come un'impronta digitale; molto si perde col passaggio agli standard per schermi.
? Avere 500 libri digitali o 20 fisici (ma vale anche l'inverso) non garantisce in nessun caso di avere anche il tempo e la voglia di leggerli; però è più facile che si riesca a racimolare il tempo per consumare dieci opere rispetto a cento, o mille, o diecimila - anche solo per trovare, tra 10 o 100 o 1000 o 10000, un libro che valga la pena di esser letto.So bene che a molti di questi problemi si potrà senz'altro trovare rimedio ? a parte forse l'eccesso di disponibilità di titoli e lo spazio risicato sullo schermo (ma magari con un paio di occhiali 3D questo secondo aspetto si sistemerà) ? ma nel frattempo confesso il mio disagio di fronte a una tecnologia che ha tantissimi vantaggi di cui non fatico a individuare la presenza e che accolgo con gioia, ma anche una serie di problemi non da poco, davanti ai quali voltarmi dall'altra parte non mi aiuterà.
Ho ancora voglia di riflettere a lungo sull'argomento (e penso che chi ha scritto prima di me vorrà giustamente ribattere al mio ultimo "sproloquio"), ma l'ora è tarda, la vista cala e il pollice mi duole.
Riprendiamo domani, che ne dite? Magari la notte sarà foriera di altre considerazioni utili alla discussione. Ho già in mente alcune idee...
E poi c'è da tornare sull'aspetto retorico del video, ma a quello dedichiamo spazio in area "Semantica", ché è meglio.
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Ciao Leonov,
grazie per questa pillola. Davvero eccezionale.
Che dire ... All'epoca della stampa a caratteri mobili il duca di Urbino guardava quasi con disprezzo i libri stampati emergenti, dicendo che mai li avrebbe voluti nel suo studiolo (ricco di preziosissimi codici miniati manoscritti). Poi sappiamo com'è andata a finire...
La stessa storia un pò si è ripetuta tutte le volte che si è aggiunto un nuovo media...
Pensa che stavo pensando di comprare proprio in questi giorni un iPad perché mi sono abbastanza stancato di leggere le ultime news dal web sul letto usando iPod Touch e iPhone.
Non che non funzionino, ma quando hai bisogno di appuntarti rapidamente qualcosa una tastiera più grande, anche se virtuale, è comoda.
Per tutti gli amici del Forum che si occupano di web marketing la presentazione è eccezionale anche da questo punto di vista e rispetta la sequenza delle migliori televendite.
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Ciao Jinx.
Grazie a te per essere passato di qua.
In effetti, gli aspetti interessanti del video sono tanti, anche dal punto di vista del marketing e della potenziale caratteristica virale dell'idea.
Appena ho un minuto diffondo la cosa un po' "più su" di quest'area, a vantaggio di sezioni in cui si discute più specificamente di campagne pubblicitarie.
Prima o poi, soldi permettendo, cederò sicuramente alla tentazione di comprare un iPad: provarlo nei negozi è una cosa, possederlo e "viverlo" come faccio con i libri è tutt'altra questione.
Penso semplicemente che non si possa prescindere dal confrontarsi con questo specifico oggetto, nel nostro tempo; poi sarà bello poter dire fra qualche anno «io c'ero quando l'hanno presentato al mondo».
Sono abbastanza certo che diventerà un compagno fedele e uno strumento fondamentale, al pari dei miei libri e sotto certi punti di vista anche di più, senza per questo dimenticare alcuni degli aspetti irrisolti cui facevo cenno poco sopra.
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@Leonov said:
penso che chi ha scritto prima di me vorrà giustamente ribattere al mio ultimo "sproloquio"), ma l'ora è tarda, la vista cala e il pollice mi duole.
Ribattere? e perché mai.
Hai esposto critiche reali che condivido una per una.
Sono Io che sono stato eccessivamente duro e chiedo scusa, non avevo capito quello che avevi sottolineato in chiusura del tuo post; sto combattendo una guerra contro gli sprechi delle risorse e contro le cose inutili e e il fronte dei libri (book et e-book) è una mia battaglia, solo.Vorrei approfittare della pausa caffè per condividere qualche pensiero.
E' vero che dal punto di vista del marketing è fatto bene, ma penso solo perché è copiato bene da uno dei più grandi esperti di comunicazione del pianeta. Vi consiglio il libro di Carmine Gallo "The presentation secrets of Steve Jobs", una delle mie letture preferite che rileggo e rileggo sempre. Tra un mese esce anche il seguito.
Il discorso tecnico, invece, mi interessa meno, con questo non voglio sminuire la tecnologia e-ink o chi la predilige, ma è un bene che sul mercato ci siano prodotti diversi in modo da soddisfare esigenze, anche fisiche, diverse.
Ad esempio a me gli e-reader con e-ink procuravano un eccessivo affaticamento della vista a causa principalmente del poco contrasto tra lo sfondo grigio e le lettere grigie. Quando ho preso l'Ipad è stato come sciacquarsi la faccia con l'acqua fresca e mi permettono una lettura facile e confortevole a due condizioni:- wireless disattivato perché se suono il campanello che segnala una nuova e-mail non riesco a non vedere chi ha scritto.
- deve essere un e-book (Kindle o Ibook) e non un pdf perché leggerli è una tortura mentale e fisica.
Il tempo del caffé è finito, e ci sarebbero tante altre cose che mi piacerebbe discutere, sia dal punto di vista tecnico sull'usabilità dei prodotti sia sugli aspetti del contenuto.
Facciamo più tardi.Valerio Notarfrancesco
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Ciao Leonov,
Ho letto con interesse il tuo post, e mi trovo d'accordo su molti punti. Su altri, però, ho ancora qualche perplessità...
Di più: il libro ha modellato gran parte della nostra civiltà e della nostra storia culturale occidentale, diventando un simbolo fisico prima e più che immateriale proprio come la carta di riso in forma di rotoli simil-papiracei ha segnato la storia dell'Oriente.
Probabilmente hai ragione. Personalmente io do molta più importanza ai contenuti del libro ed alle idee dell'autore, alla sua capacità di esprimerle, che al loro formato (tascabile, copertina rigida, versione economica... E-Book).
Il libro come lo conosciamo noi ha fatto la storia della nostra civiltà, non voglio assolutamente negarlo, e non credo che nessuno qui voglia sminuire o insabbiare la sua importanza storica e culturale, mi chiedo però se non stiano arrivando altri supporti che potrebbero affiancarvisi con altrettanta efficacia. Se mi permetti una teoria, e potrei benissimo stare sbagliando, credo che in passato non abbiano mai avuto la possibilità di scegliere fra "libri veri" e "libri virtuali", e che in un certo senso la scelta del libro fisico sia stata una mossa forzata, poiché rappresentava la scelta migliore possibile.
Il problema del formato dei dati digitali, della loro conservazione e del recupero è gigantesco e molto sottostimato: esploderà prima o poi, ma non credo che sarà nell'arco della mia vita. I miei nipoti, forse i loro figli, dovranno comunque prima o poi fare i conti con un inferno di illeggibili chiavette USB, cd-rom, dvd, blu-ray, mini-disc, iPad di generazioni precedenti, cartucce e 33 giri (mentre in biblioteca li aspetteranno pazienti e sornioni i vecchi libri, da aprire e stop).
Questo, a mio parere, è un errore nostro, non della tecnologia. Siamo stati noi a cambiare continuamente supporti rendendo quelli precedenti obsoleti e, più grave, incompatibili. I file di dieci anni fa, intesi come contenuto virtuale, potrebbero benissimo essere letti ancora oggi visto che molti programmi mantengono una retro-compatibilità con le versioni precedenti.
Forse i nostri nipoti non potranno leggere i floppy o i dvd, ma con l'avanzo di Internet credo che ci sarà sempre meno bisogno di supporti fisici individuali mentre molta dell'informazione sarà registrata su dispositivi remoti, eliminando quindi la necessità di lettori multipli e potenzialmente incompatibili. Speriamo che si arrivi a questo punto prima di assistere alla catastrofica "esplosione".
ma ci sono comunque dei seri problemi di gestione dei testi digitalizzati, almeno per me; ne elenco i più seri:
Molti dei difetti che hai elencato esistono e non vanno sottovalutati, tuttavia credo anche che molti di loro presentino un'altra faccia della medaglia.
Uno schermo ospita (nei casi più ottimisti), fino a due libri aperti contemporaneamente ed in primo piano sul desktop. Una scrivania può arrivare ad una ventina. Tuttavia un computer può aprire e chiudere libri molto velocemente e, altrettanto velocemente, trovare la pagina desiderata. Ci si troverebbe ad utilizzare un sistema molto simile a sistemi quali Wikipedia. Non posso dire se la soluzione cartacea o quella virtuale siano più efficaci, però mi sembra che entrambe abbiano potenziale.
Altri problemi che hai indicato sono dovuti a mancanze software o umane. La possibilità di aggiungere segnalibri o marcare singole parole/frasi è già presente in molti lettori, mentre il problema della differenza di numerazione fra pagine reali e virtuali può essere facilmente evitato con una maggiore cura in fase di virtualizzazione.
Una buona giornata a tutti, scappo al Fetish a prendermi una coca!