- Home
- Categorie
- Impresa, Fisco e Leggi
- Consulenza Legale e Professioni Web
- Brevetti e marchi registrati per nomi comuni di cose
-
Le leggi sui marchi almeno in Italia continuo a non capirle.
Leggendo in giro sembra che non si possa registrare presso l'ufficio brevetti un nome comune.
Però facendo un rapido controllo sul sito dell'UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) si scopre l'esatto opposto.Per esempio se si cerca la parola "chat" si scoprono 58 occorrenze (e non solo con la parola chat composta ad altre ma anche presa singolarmente)
Stessa cosa per "apple" 142 occorrenze.La contraddizione è nel fatto che sono nomi comuni in teoria usabili in un dominio e che dovrebbero essere vietati come marchio ma allo stesso tempo sembrano essere dei marchi registrati e quindi non usabili in un dominio.
-
E' quello che penso anche io e da cui nasce questa discussione.
Come è possibile che nomi comuni di cosa possano essere registrati come marchi?
-
Il concetto di marchio è legato a diversi elementi.
Uno è il territorio, uno è il tempo e uno è l'effettivo ambito di utilizzo.
Ovvero se provo a registrare un prodotto specifico con il suo nome specifico, ad esempio il cacciavite "Cacciavite", questo mi verrà rifiutato. Ma se il cacciavite lo voglio chiamare "Svitato" nessuno mi farà opposizione.
Se io volessi realizzare un kit Ikeae lo chiamassi "Svitato", visto che l'ambito di utilizzo è diverso, nessuno mi verrebbe a dire nulla, ma se realizzassi una chiave torsiometrica e la volessi chiamare "svitato", probabilmente avrei problemi.
Ma penso che il punto della discussione sia altro.
Ovvero, può un cittadino registrare un nome comune e riterlo proprio a pieno titolo?
Il quid è nella parola "titolo". Ovvero se ho titolo, è mio.
Il titolo nello specifico è una ragione valida per cui io debba utilizzarlo.
Ad esempio il mio cognome è apple, ho una ditta che si chiama applicazioni lente (app.le), oppure un altro titolo valido qualunque.
Se l'ho registrato perchè mi piaceva, ma non ho nulla a che spartire con il nome, potrò solo vedermelo riassegnato.D'altra parte è come se qualcuno aprisse una società che si chiama Berlusconi e lui non ha nessun motivo per farlo. Chiaro che rischia. Se invece di cognome fa Berlus e vende coni
-
@redsector said:
Se l'ho registrato perchè mi piaceva, ma non ho nulla a che spartire con il nome, potrò solo vedermelo riassegnato.
In teoria non ci vuole niente per avere a che fare con un marchio. Nel senso che per creare un qualcosa intorno ad un marchio non ci vuole poi così tanto.
Ma il senso del mio discorso era un altro, comunque: dalla parte di chi vuole usare nome domini nello specifico con nomi di cosa comune che però sono anche marchi registrati.
Il tuo intervento mi è molto utile per capire la relatività di un marchio rispetto al territorio, al tempo e alla fetta di mercato o azione.
-
Ho capito finalmente perchè esistono nomi comuni registrati come marchi, ma non si è capito come si dovrebbe procedere per la registrazione di un dominio e per essere sicuri di non commettere degli illeciti.
Come deve fare un privato cittadino che vuole registrane un dominio costituito da termini comuni solo perché gli piace e non ha titoli?
Per esempio restando sull'esempio di svitato, un comune cittadino potrebbe registrare il dominio "svitato" punto qualcosa senza che l'azienda che detiene il marchio "svitato" per i cacciavite lo porti in tribunale?
Potrei capire che non possa registrare il dominio "cacciavitesvitato" ma non che la stessa azienda blocchi di fatto qualsiasi uso di un nome comune (tipo "blogsvitato", "svitatochat", ecc )
Notare che poi le aziende sono più di una quindi per restare nell'esempio chi registra il dominio "svitato" viene portato in tribunale da ogni azienda che lo usa come marchio per ogni settore?Poi per finire non conta anche la data di registrazione del dominio? Tipo se io ho registrato cacciavitesvitato come sito per l'hobby del bricolage nel 2000 e nel 2010 un'azienda registra svitato come marchio per i cacciavite, non dovrei essere tutelato?
-
Esatto, vorrei avere una risposta sicura proprio a questo, con il richiamo alla legge.
Tornando al caso pratico della apple che trovo emblematico.
Io vorrei registrare un giorno una estensione nuova (appena esce) tipo apple.xxx e averne il pieno diritto.
Posso farlo dato che che si tratta di una parola presente nel dizionario come nome comune di cosa? E se no, in base a quale articolo legale?
-
Ovviamente un cittandino può registrare un sito "svitato.nazione dove è registrato quel marchio peril cacciaveite" e se ci parla di una persona con le rotelle fuori posto, non ha commesso atti illeciti.
Questo però non lo salva dall'eventuale riassegnazione del dominio, qualora il titolare del marchio omonimo lo richieda (qui sarebbe difficile valutare la riassegnazione, ma penso sia probabile).Per intenderci non è illecito registrare (la legge non ha previsto neanche questa possibilità), ma lo sfruttare o il denigrare.
-
A proposito di quello che dice redsector, vorrei ricordare il famoso caso armani.it, certo che il primo registrante aveva i titoli per registrarlo, ma sappiamo come sono andate a finire le cose (non c'entra che era un nome proprio poteva anche essere maglioncino, il principio adottato fu un altro).
A quanto detto, aggiungo che si deve distinguere anche se il sito è hobbistico oppure a scopo di lucro, intendendo per questo non il guadagno effettivo conseguito ma l'impostazione e l'organizzazione per ospitare sul sito banner, ppc, messaggi pubblicitari e quant'altro possa generare reddito.
In questo caso, il titolare del marchio potrebbe richiedere il risarcimento per lo sfruttamento commerciale.Valerio Notarfrancesco
-
Quindi se faccio un sito hard con apple.xxx sono a posto o rischio che la Apple mi cita?
In caso di contestazione a riguardo la pena peggiore quale potrebbe essere?
Anche maxi multa o solo riassegnazione?Con tutte questi svitamenti di viti mi gira la testa e mi sembra anche di girare sempre intorno allo stesso concetto.
-
Sei apposto perché, per il momento, la Apple non esercita in quel settore nè ha interessi economici. Non vedo nemmeno come la notorietà del marchio nel suo settore, possa portare qualunque beneficio a un sito hard, almeno che il sito hard non lo sfrutti per attirare in modo fraudolento visitatori (le vecchie doorway page?)
Secondo me la pena peggiore può essere che il titolare del marchio ti citi in giudizio per ottenere l'assegnazione del dominio, e ti obblighi al risarcimento dei danni derivanti dall'uso illecito del suo marchio, che significa sia i danni all'immagine e alla reputazione sia per i guadagni ottenuti.
Dovessi fara una cosa del genere, ovvero registrare un dominio che contiene una parola riconducibile ad un brand molto forte, registrerei un mio marchio e se possibile costituirei anche una società.
Valerio Notarfrancesco
-
Ho capito, grazie Valerio e agli altri intervenuti.
Insomma mi sembra di capire che quello che più conta sia la potenza del marchio.
Pesce grande mangia pesce piccolo.
-
@marta_de_angelis said:
Pesce grande mangia pesce piccolo.
Beh, questo è sempre vero.
Ammesso anche di avere i diritti per registrare un dominio apple.xxx, io non rischierei mai una citazione in giudizio da parte della Apple... per cosa poi? Per un nome a dominio che ha poco senso in un altro ambito e non mi apporterebbe alcun vantaggio (perché se traessi vantaggio sarebbe facile dimostrare che sto sfruttando un marchio non mio).
E' vero tutto, ma a prescindere dall'ambito di registrazione e da qualsiasi altra cosa, credi che sia poi così difficile per la Apple dimostrare che in qualche modo hai danneggiato il loro brand? (un sito web hard con il loro nome poi...) E a quanto pensi che possa ammontare il risarcimento per aver danneggiato un brand come la Apple? E in un'eventuale battaglia legale con la schiera di avvocati che può permettersi la Apple, credi davvero di poter avere qualche speranza quando una causa non si basa su fatti, ma su interpretazioni soggettive?
Questi sono i motivi per i quali non rischierei, poi come dice Valerio se aprissi una società e registrassi il marchio in un ambito che non ha nulla a che vedere con la Apple Inc. allora potresti essere un po' più al sicuro... Ma anche lì i rischi ci sono lo stesso... Minori, ma non assenti.
-
Grazie LucaBartoli.
-
Direi che il caso apple in questione è veramente stupendo perchè l'azienda di Cupertino ha pagò circa 26 milioni di dollari alla Apple Corps (che la cui divisione principale è la Apple Records) per l'uso del nome e del marchio, ma ancora oggi le due aziende continuano ad andare in tribunale per ridefinire il contratto.
In questo caso si ha la Apple legata al mondo dell'elettronica/computer che paga i diritti ad una casa discofica da decenni, questo perchè Apple Records come Armani può essere classificato come grande marchio è estendere la protezione del suddetto anche ad altre aree in cui in futuro potrebbe essere interessata ad espendarsi.