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Dubbi sui contratti a progetto
Salve,
segui il vostro forum da tempo anche se mi ci sono iscritto solo ora perchè avrei bisogno di un'informazione.
Da un po' di tempo, assieme a due amici, avevamo intenzione di avviare un'attività nel campo del marketing non convenzionale. Dopo innumerevoli colloqui con commercialisti, camera del lavoro, agenzia dell'entrate etc..., scoraggiati dai costi proibitivi, specie per dei laureandi, che deve sostenere chi vuole aprire una società, oppure chi vuole iniziare a lavorare come libero professionista (specie per quanto riguarda i contributi INPS che, ci è stato detto, ammontano ad oltre 2000? fissi all'anno, o si lavora o no) abbiamo preso in considerazione l'ipotesi, almeno per i primi tempi, al fine di sondare il mercato, di proporci alle eventuali aziende-clienti con un contratto di collaborazione a progetto.
E' una strada percorribile?
Siamo tra l'altro andati a chiedere informazioni a questo riguardo alla Camera del Lavoro dove ci hanno risposto che anche per il contratto a progetto è necessaria la partita IVA, cosa che a me suona molto strana. Sapreste dirmi qualcosa in merito?Nel caso questa strada sia percorribile...
- possiamo proporci noi alle aziende? Possiamo proporci tutti e tre contemporaneamente o questo è vietato e saremmo quindi costretti ad aprire una società, se vogliamo lavorare in gruppo?
- Possiamo pubblicizzare la nostra iniziativa (ovvero il fatto che noi ci occupiamo di marketing non convenzionale e che chiunque abbia bisogno di una campagna del genere può assumerci con un contratto a progetto)?
- Cosa ci serve per iniziare a lavorare, oltre l'iscrizione alla gestione separata dell'INPS? Per quanto riguarda l'INPS, ci sono costi fissi o, come ho potuto leggere in giro su internet, si paga una percentuale? In tal caso, la percentuale che dovremmo pagare noi (e non quella che paga già il datore di lavoro) come e quando va pagata?
- Quali documenti deve rilasciarci il datore di lavoro perchè noi si possa poi pagare le tasse su ciò che abbiamo guadagnato?
- Rientrando noi nello stato di famiglia dei nostri genitori, dobbiamo distaccarcene o saranno loro ad inserire anche i nostri redditi nella loro dichiarazione?
Scusate per la grande quantità di domande, spero di non abusare della vostra disponibilità ma siamo tutti disperati, abbiamo provato ad informarci dappertutto... commercialisti, informa giovani, camera del lavoro, agenzia delle entrate... sembra che nessuno sappia dirci nulla.
Nel caso non vi vada di rispondere, quindi, potreste almeno consigliarmi qualche figura/ente alla quale rivolgermi per ottenere queste informazioni? Grazie.
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Buondì Maurizio_f,
sicuramente potete proporvi alle aziende in quanto persone, poi saranno loro a scegliere se mettervi sotto contratto a progetto, che può benissimo venire preparato sul semplice codice fiscale.
Penso anche che la pubblicità possa venire fatta, senza però indicare i dettagli del contratto a progetto, quelli sono sempre a discrezione dell'azienza che può anche scegliere altre formule.
Col contratto a progetto riceverete il netto e i documenti per presentare la dichiarazione dei vostri redditi (siete maggiorenni?), ma non avrete altre imposte da pagare, le detrae dal compenso per voi la società committente.Prendi questo col beneficio del dubbio.
Secondo me potete "sondare" il mercato per valutare la risposta dei clienti senza "agire" o "eseguire" lavori, solo sulla carta.
Questo senza prospettare il contratto a progetto, ma ipotizzando una formula societaria in cui siete tutti soci e nessuno percepisce uno stipendio.
Al termine avrete un utile e pagherete le tasse solo su quello che deciderete di dichiarare come utile (oltre alle tasse della società).
Non appena il giro d'affari lo permetterà, potrete pensare a una formula di pagamento personale diversa dall'utile.
Chiaramente non avrete redditi per il primo anno, ma può valerne la pena per capire se è un'idea redditizia o meno.
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Innanzitutto grazie per la risposta.
Quali sarebbero le altre forme che potrebbero scegliere le aziende? Da ciò che ho capito decidendo di farci pubblicità non potremmo più ricadere nella "collaborazione occasionale".Sulla carta la nostra idea funziona ma, in un realtà come quella del sud, non possiamo avere dati certi sulla risposta del mercato alla nostra attività senza aver prima lanciato una campagna pubblicitaria.
Per quanto riguarda la società che lei propone, servirebbe comunque l'atto pubblico con firma del notaio? I contributi INPS andrebbero versati comunque?Il nostro problema è che, attualmente, siamo senza una lira ...
In ogni caso, ancora mille grazie.
M.
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Ciao Maurizio_f,
Quto quanto detto da redsector, in particolare:
@redsector said:... sicuramente potete proporvi alle aziende in quanto persone, poi saranno loro a scegliere se mettervi sotto contratto a progetto
Proporsi come lavoratori autonomi (o soci di un'attività) oppure proporsi per svolgere un lavoro con contratto a progetto sono due cose totalmente differenti e penso che si possa creare un po' di confusione agli occhi di un'azienda, almeno per me è così.La prima strada è l'inizio di una carriera autonoma, la seconda dovrebbe portare ad un'assunzione a tempo indeterminato; è l'azienda, che, se ha bisogno, sceglie il progetto.
Da quello che hai scritto all'inizio, invece, la vostra è un'iniziativa imprenditoriale e ci sono altre strade economiche per iniziare.
@redsector said:Secondo me potete "sondare" il mercato per valutare la risposta dei clienti senza "agire" o "eseguire" lavori, solo sulla carta.
Questo senza prospettare il contratto a progetto [...] Non appena il giro d'affari lo permetterà
Potete seguire il consiglio di redsector di sondare il mercato, valutare la risposta dei clienti, prendere i primi lavori magari come prestazioni occasionali svolte da singoli. Tutto questo è economico e non dovete pagare nessuna tassa fissa; l'imposizione è proporzionale al compenso pattuito.Non appena il giro d'affari vi obbligherà, per sopraggiunti limiti oltre i quali non si può più applicare una ricevuta da prestazione occasionale, potete scegliere una forma societaria consona.
Valerio Notarfrancesco