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Rat-Man di Leo Ortolani
Avete mai visto questo personaggio?
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Si tratta di Rat-Man, un supereroe tutto speciale creato da un geniale autore italiano, Leonardo "Leo" Ortolani.
Alla nascita è un personaggio comico (e fa davvero morire dal ridere: chi lo conosce sa bene di che parlo), ma dimostra presto di avere le potenzialità per diventare una figura a tutto tondo del panorama fumettistico.
Che ne pensate di lui, dell'autore e delle storie - anche incentrate su altri personaggi, come l'Aldo di Venerdì 12 - che ogni due mesi compaiono in edicola e in fumetteria?
Avete una storia, una battuta o un personaggio preferito? Che ne pensate dello sviluppo di "Ratty", specie negli ultimi tempi?
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Ritorno brevemente a parlare di Rat-Man e del suo creatore, Leo Ortolani, in occasione dell'uscita in edicole e fumetterie del numero 70 di Rat-Man Collection, la testata Panini che ospita le storie inedite del super-eroe.
Il titolo dell'albo è "Ratto", una parodia di Rambo che Ortolani aveva meditato di creare da molto tempo (l'altra in ballo era quella di Alien, ma è stata rimandata a data da destinarsi), che si è tuttavia definita con l'uscita dell'ultimo sequel della storia di John Rambo, il super-soldato americano.
Si tratta della prima parte di una storia divisa in due - quasi un "ridimensionamento", se si pensa agli ultimi cicli di racconti, addirittura in sei numeri.
Ancora una volta, ritroviamo in queste pagine la comicità purissima cui Ortolani ci ha abituato: si va dalla scenetta slapstick con sapore demenziale alla sottile allusione sarcastica, dal delirio surreale alla citazione colta.
Si percepisce, tuttavia, che qualcosa è ormai cambiato: le storie di Rat-Man sono sempre più profonde, complesse e incisive, non hanno più paura di confrontarsi con il mondo reale e i suoi orrori - qui, la guerra.
Nella sempre impeccabile trama comica del fumetto si annidano allora spunti epici, tragici, satirici di qualità straordinaria, che colpiscono il lettore più di certe invenzioni divertenti e lo costringono a riflettere.
Ortolani se la prende stavolta con la religione, la spettacolarizzazione dei conflitti, le pulsioni di morte dell'Uomo, lo sciacallaggio del mondo "civile" nei confronti di quello considerato "arretrato", scaricando anche tanta indignazione tra una battuta e l'altra.
Non viene mai meno l'equilibrio sapientissimo del fumetto e il ritmo della narrazione, ma è tutto più articolato, più importante, più profondo.
Leo Ortolani cresce, così come il suo personaggio e i suoi lettori: egli ha già dimostrato di saper interpretare l'epica del fumetto classico americano Marvel e DC, ma adesso va oltre: punta - forse inconsciamente - alla "letteratura disegnata" come la intendeva Will Eisner, padre nobile delle graphic novel.
Dove ci porterà da qui al 2014 (anno dell'annunciata chiusura della serie, con il numero 100) lo sa solo lui; nel frattempo, i fan seguono con estasiata ammirazione la crescita del suo mondo interiore e della sua arte.
E voi che ne dite? Avete letto "Ratto"? Volete parlare di altre storie o cicli di Ortolani?
Ogni opinione - critiche comprese - è la beventuta.
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Nuovo avviso per i fan del "Ratto" di Ortolani!
[Spero che i forumisti non me ne vogliano se ancora insisto con Rat-Man, ma i grandi amori sono anche delle piccole grandi ossessioni e si finisce per parlarne sempre, prima o poi. I fan di Ortolani mi capiranno.]
È da poco in edicola il numero 71 di Rat-Man Collection (edizioni Panini Comics), che ospita la conclusione della già citata parodia di Rambo - intitolata non a caso Ratto 2 (la Vendetta) - nella quale, come è ormai suo costume, Leo Ortolani spinge ancora più in alto l'asticella della qualità.
Un finale pirotecnico, potente, epico, con un impensabile (ma non paradossale, sebbene fuori da ogni logica) colpo di scena conclusivo che mette Rat-Man di fronte a sé stesso e tutti noi di fronte ad una nuova emozione.
Anche il filone parodistico della produzione ortolaniana si sta trasformando: da occasionale inserto macchiettistico per stemperare la tensione tra una grande storia e l'altra, è diventato passo dopo passo un mezzo espressivo del tutto inedito, che lascia all'autore maggiore libertà e gli consente, pur nella continuità, una rottura decisiva della trama ed un più agile cambio del ritmo.
Dopo la coppia "299 + 1", magistrale, grandioso omaggio a Frank Miller e riflessione pensosa sul significato dell'eroismo, ecco dunque arrivare la citazione di John Rambo, in cui il cinema blockbuster, muscolare e senza troppa autocritica dell'era Reagan viene trasformato in un crepuscolare, struggente e delirante affresco del mondo in guerra e della follia che esso genera.
Un capitolo imperdibile per i "Rat-fan" e un ulteriore passo verso nuovi, inesplorati orizzonti.
Alla prossima.
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Non sapevo fosse già fuori, lo prendo subito, spero solo sia meglio del primo che, devo dirlo, mi ha lasciato un po cosi cosi. Per fortuna che ho venerdi 12 omnibus e mi sono rifatto.
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Wow! Un secondo lettore di Rat-Man e prodotti affini qui su GT.
Sono commosso e felice... [A volte basta solo aspettare.]
Grazie di aver arricchito la discussione con una ventata d'aria nuova, eleclipse. Credo tu abbia ragione quando dici che, in effetti, l'ultima storia del Ratto è decisamente spiazzante e potrebbe non incontrare i gusti di tutti i lettori (a me è piaciuta molto, ma credo si sia capito dai post precedenti :D).
Concordo invece in pieno con te su un punto: l'eccezionale qualità di Venerdì 12, ciclo di storie andato avanti per anni in coda alle vicende di Rat-Man, cioè il filone principale della testata. L'edizione Omnibus, poi, elegante e completa nella sua straordinaria copertina, permette di apprezzare il progresso dell'autore nel corso del tempo e la maturazione di sceneggiature, trovate e spessore psicologico dei protagonisti.
Ho amato dalla prima all'ultima vignetta il personaggio di Aldo e le sue sfortune clamorose, l'umorismo assurdo del fido servitore Giuda, l'irraggiungibile sogno romantico Bedèlia e le molte creature più o meno bizzarre incontrate lungo il cammino (la dolce Stella, le orrende Ciurga e Flonza...).
Ora, però, aspetto nuovi commenti. Potrei scommettere che qui in GT noi due non siamo i soli a leggere - magari apprezzando - quello che esce dalla penna di Leo Ortolani.
Fatevi avanti, forumisti e forumiste!
Quanto a me, vi lascio alla lettura della conclusione di "Ratto". Alla prossima.
Rat-saluti a tutti (fletto i muscoli e sono nel vuoto).
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Letto ieri l'ultimo numero (ci ho messo un pò ma ho poco tempo per queste cose ultimamente), devo dire che mi è piaciuto più del precedente. Ma ho tanta nostalgia del "passato" mi piacerebbe ora un bel volume di quelli come quello (quelli come quello, ma che grana scrivere) di "matrix", bellissimo.
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Caro Eleclipse,
innanzitutto sono lieto che la mini-saga creata per parodiare Rambo abbia incontrato, almeno sul finire, il tuo favore. Anch'io ho trovato la conclusione superiore all'inizio, con punte di vera grandezza e un umorismo che mi lascia ogni volta di sasso per la straordinaria qualità.
A proposito di sassi, anzi, di faffi, come diceva la donna bruna in Rat-Max...
Ogni tanto anch'io ripenso al passato di Rat-Man, a certe storie della prima fase, in cui predominavano altri temi, altri spessori e perfino una comicità leggermente diversa.
Il citato Rat-Max è stato un numero straordinario ("Prendi una fedia e fiediti", "In Molise!" e soprattutto la vignetta con la battuta "Don Paolo!", che mi ha fatto sganasciare per giorni), ma proprio il numero successivo, Camera 9, ha segnato secondo me uno spartiacque fondamentale, con la storia del Sig. Guglielmo che mi ha commosso fino alle lacrime, struggente e dolente.
Lì ho capito che era in atto un grande cambiamento, che presto le cose si sarebbero trasformate in un modo imprevisto (e poco dopo è arrivato l'episodio "La storia finita", meta-narrativo e assoluto, con la vignetta tutta nera ripetuta per ben due volte come solo un grande può osare).
Credo, senza mezzi termini, che Rat-Man stia crescendo - la testata, il personaggio, l'autore, tutto - proprio come accade a un essere umano in carne ed ossa: si lasciano alle spalle le piccole grandi emozioni della fanciullezza, si abbandonano certe goliardate della giovinezza e si diventa adulti. Non adulti pesanti e seriosi, ma responsabili, divertenti e consapevoli.
Questa, però, è solo un'opinione. Magari Ortolani ci smentirà entrambi fra breve con una storia "vecchio stile", o cambierà di nuovo pelle. Chissà.
Una cosa la so, però: per quel che mi riguarda, sarò sempre lì ad aspettarlo e a leggerlo.
P.S.: Sembra - e sottolineo: sembra; finchè non lo vedo non ci credo - che l'Immenso possa trovarsi a Napoli durante il periodo del Comicon (24-25-26 Aprile 2009), per un incontro con il pubblico ed un paio di sessioni di autografi, oltre che per inaugurare la mostra antologica dedicata al Ratto e ospitata nei saloni del Castel S. Elmo fino al 1 Giugno.
Che dire? Sono già in fila.
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@Leonov said:
P.S.: Sembra - e sottolineo: sembra; finchè non lo vedo non ci credo - che l'Immenso possa trovarsi a Napoli durante il periodo del Comicon (24-25-26 Aprile 2009), per un incontro con il pubblico ed un paio di sessioni di autografi, oltre che per inaugurare la mostra antologica dedicata al Ratto e ospitata nei saloni del Castel S. Elmo fino al 1 Giugno.
Che dire? Sono già in fila.
Fare una lunga fila ha pagato.
Dal Comicon torno carico di meraviglie: vari fumetti assortiti, il catalogo della mostra dedicata al Ratto ("Rat-Man: Vent'anni senza condizionale") e il numero #1 di Tutto Rat-Man, l'unico che mi mancava.
Soprattutto, ho riportato a casa poi uno splendido autografo con dedica fatto da Lui - Leo - in persona su una pagina del calendario 2008 del Ratto. Gli ho stretto la mano, l'ho salutato, gli ho parlato (ha una voce così fine e pacata...)
All'incontro con i fan, corredato da un sontuoso dibattito, ho anche potuto fare un paio di domande sul futuro e sul passato di questo anomalo personaggio e del suo mondo.
Poi è uscito, pochi giorni fa, Rat-Man #72, che ospita la prima parte di una bizzarra trilogia meta-fumettistica in cui Ortolani sta iniziando a saccheggiare il mondo dei manga giapponesi in stile shojo: in questa prima parte abbiamo conosciuto la dinamica coppia di ragazze formata da Rumiko Yotta e Nana Komori, che entrano a piedi uniti nell'universo del Ratto e gli rubano il cuore, a danno dell'ormai depressa e sconsolata Cinzia Otherside.
Come andrà a finire, stavolta?
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Leonov, e io che speravo di beccarti al gt day di riccione, invece eri a sollazzarti nei fumetti .
Comunque ho letto anche io il nuovo rat-man, proprio mentre scendevo a riccione, e sono rimasto piacevolmente sopreso, Ortolani è stato veramente bravo ad ad adattare il suo stile a quello manga.
Già che ci sono ti chiedo, siccome sei stato al Comicoon, che ne dici di scrivermi una recensione, mi piacerebbe postarla sul mio blog sui fumetti.
Ciao!
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Aggiornamento.
Si è da poco conclusa, con l'arrivo in edicola del numero #74 di Rat-Man Collection, una nuova trilogia del personaggio inventato da Leo Ortolani: iniziata nel #72 e proseguita nel #73, trova oggi la sua naturale fine - naturale ma non scontata.
Questa terna di storie è subito diventata nota tra gli appassionati come "Trilogia Manga", dal momento che in essa si è verificata una speciale e diffusa contaminazione (anche a livello stilistico) con la tradizione fumettistica del mondo giapponese.
Ovviamente, anche la definizione di "Trilogia Manga" è terribilmente riduttiva, sebbene assai diffusa: nelle tre storie intitolate "E adesso sposami", "Rat-Girl" e "Yellow", quel genio assoluto di Ortolani ha fatto confluire di tutto, riuscendo a far entrare nella stessa pagina realtà e finzione, tradizione italiana e mondo asiatico, riflessioni meta-narrative e colpi di scena, sorrisi e lacrime.
All'inizio smbrava un omaggio filologico ma inequivocabilmente parodistico agli shojo manga (parodia piena d'amore per l'originale, dunque il tipo migliore), con il personaggio di Rumiko Yotta e le sue surreali avventure da liceale innamorata dell'Amore.
Poi sono arrivati i flashback su Brick Tempesta, "il Migliore" (e sembrava di esser finiti in una pubblicazione degli anni Trenta su Mandrake o Phantom, con i disegni puliti e netti e le storie di una linearità spiazzante). Abbiamo visto un'eco splendida delle "storie nelle storie" - come all'epoca del Grande Nascondini - che Ortolani sa narrare come pochi altri autori.
Poi il colpo di genio: lo sfociare in una storia in cui Rat-Man non è più personaggio di fantasia, ma autore / sceneggiatore di sé stesso, aiutato dal più improbabile dei team creativi (Jordan, Brakko, Valker, Tamara, Plazzi e Cinzia Otherside), che riflette sull'editoria a fumetti come farebbe ognuno di noi ed ogni redattore che si rispetti.
I disegni irrompono nel reale e vivono le vite di ogni altro essere umano, con la donna innamorata - Cinzia - che fa la leoparda e il creativo stanco - Jordan - che prova a riproporre la stessa gag in tutte le salse.
Alla fine, Hellzapoppin' totale: i piani di realtà si mescolano, le emozioni crescono e si gonfiano, le figure di carta si riempiono di un'umanità, una consapevolezza ed una potenza viste davvero di rado nel panorama fumettistico.
I drammi di una donna innamorata - Cinzia Otherside / Jinzua Otesade, personaggio che a tratti ruba la scena perfino al Ratto - riescono ad evocare dimensioni parallele come nel più struggente degli incantesimi; la disperata immaginazione di Rat-Man e delle sue "saghe stellari" apre la porta su un mondo strampalato che ammicca a Capitan Harlock e Galaxy Express 999; l'Enciclopedia del Fumetto si fa luogo fisico, in cui i vecchi super-eroi dimenticati e un po' svaniti languiscono come in una placida casa di riposo.
C'è così tanto, in queste tre storie, che non basterebbero trattati su trattati per esaurire le sfumature di ogni vignetta, lo stemperarsi armonioso di stili lontanissimi e il comporsi di contrasti apparentemente insanabili.
Un prezioso indicatore della grandezza di un Genio è proprio lo scarto tra la semplicità con cui egli fa certe cose e la fatica che occorre per analizzarle in dettaglio e spiegarle; in tal senso, Ortolani sta decollando ormai da anni verso un empireo fumettistico di assoluta perfezione.
A ciò si aggiunga il fatto che egli si misura costantemente non solo e non in maggioranza con il genere drammatico, più facile da maneggiare, ma con i difficilissimi meccanismi del comico, di cui ormai è un maestro inarrivabile.
Basta citare a tale proposito la Promessa Solenne fatta dal Messiè Parblè e dalla Ciuffa, il morso alla cintura di Ermes Chiarogalli, le battute su Trapani e Bellano Centrale, le repliche surreali di Tamara versione manga, Smeralda e le donne-pianta con la loro musica dolce e triste ("o quella, o Radio Maria") e via discorrendo.
Non si sa bene cosa Ortolani abbia in mente per il futuro (si sa però che a breve potrebbe finalmente uscire la versione a colori e in formato panoramico / widescreen di "299+1"); so però cosa ci ha regalato fino ad ora: una delle migliori serie fumettistiche italiane di tutti i tempi, capace di gareggiare senza fatica con la più blasonata produzione planetaria.
Aspettando il prossimo colpo di genio, fletto i muscoli e sono nel vuoto.
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Ripasso per una segnalazione importante in questo thread.
È uscita da un po' di giorni, in edicola e in fumetteria, una sontuosa edizione di lusso della coppia di storie di Rat-Man intitolate rispettivamente 299 e +1, che insieme formano la parodia / versione ortolaniana di 300, capolavoro di Frank Miller.
Qualche coordinata: 300 - l'originale disegnato - è una interpretazione epica e possente dell'episodio della battaglia delle Termopili, che vide un manipolo di spartani comandati dal re Leonida - le fonti parlano di trecento soldati, più qualche sporadico rinforzo inviato da altre città-stato greche - opporsi all'esercito del re persiano Serse.
Gli spartani, inferiori per numero ma superiori per preparazione, sfruttarono a loro favore l'orografia del terreno di battaglia (una stretta gola che, grazie all'effetto "collo di bottiglia", minimizzava la differenza numerica e rendeva più equilibrato lo scontro).
Alla fine, dopo giorni di strenua resistenza, gli uomini comandati dal re Leonida persero e furono sterminati, ma l'eco della loro eroica impresa rianimò il fuoco del patriottismo greco e portò ateniesi, tebani e altri spartani a respingere Serse e a riaffermare la libertà del territorio ellenico sulle velleità di dominio degli invasori stranieri.
Leo Ortolani ha creato, qualche anno dopo, una geniale parodia alla sua maniera della storia magnificamente illustrata da Frank Miller (il papà di Robocop, Sin City e altre celeberrime serie) e colorata dalla brava Lynn Varley.
La storia è stata inizialmente pubblicata con grande successo all'interno della serie regolare "Rat-Man Collection", divisa in due parti intitolate rispettivamente 299 e +1, ma si è capito quasi subito che due aspetti erano stati sacrificati sull'altare dell'adeguamento allo standard del formato tipografico classico del fumetto Panini: colore e orientamento della tavola.
Tra gli aspetti che avevano portato i lettori a considerare "300" una grande novità c'era infatti un inedito uso della tavola, predisposta non nel classico allineamento verticale (con la rilegatura sul lato lungo del rettangolo che costituisce la pagina), ma in uno orizzontale definito dall'autore stesso widescreen ("schermo panoramico"), più adatto al respiro epico, potente e grandioso della vicenda narrata.
Ortolani, noto filologo puntigliosissimo e maniacalmente preciso nella ricostruzione dei dettagli delle storie originali (che poi "demolisce" senza problemi con la sua vena satirica implacabile e splendida), ha costruito il suo "299+1" adottando il medesimo sistema, ma poi è stato costretto a ripiegare sul classico stile Panini, facendo perdere qualcosa - appena un quid, ma decisivo - che invece la nuova versione ha pienamente recuperato.
La questione del colore, invece, è stata tutta un'altra storia.
L'edizione definitiva ora disponibile in edicola e in fumetteria è stata "portata alla vita cromatica" da Lorenzo Ortolani, fratello di Leo e autore ufficiale delle colorazioni delle copertine di Rat-Man.
Lorenzo, però, di comune accordo con Leonardo non ha seguito la via scelta da Lynn Varley, colorista originale - il cui stile per 300 prevedeva toni sfumati, ai limi dell'acquerello. L'artista si è invece interamente basato sulla visionaria scenografia dell'omonimo film diretto da Zack Snyder nel 2007, che presentava una nettezza, una potenza ed una pastosità materica delle masse cromatiche davvero impressionanti.
299+1 si trasforma così in una sintesi felicissima di tre anime: l'epica di Frank Miller, l'immaginazione visiva di Zack Snyder e il talento impareggiabile di Leonardo Ortolani. Miscela esplosiva che trova un miracoloso equilibrio ed un esito a dir poco strabiliante, destinato a durare nella storia del fumetto italiano.
Non lasciatevelo sfuggire.