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Con il regime dei minimi si paga un imposta fissa del 20%, calcolata sulla differenza tra ricavi e costi.
Per quando riguarda l'inps, dipende dalla tua attività:- se ti iscrivi come impresa (artigiano o commerciante) si pagano circa € 2.850,00 di contributi fissi, in 4 rate annue, più una percentuale del 20% circa calcolata sui redditi superiori ad € 14.000 circa.
- se la tua attività richiede l'iscrizione alla gestione separata si paga il 25,72% sull'utile.
Emetterai fatture senza iva.
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Quindi vediamo partendo dall'ipotesi di aver incassato 20'000? (iva esclusa) e aver speso 5000? (iva inclusa)
P.s. dovrei essere artigiano.
Le mie spese saranno le seguenti:
IMPOSTA FISSA:
20% su netto: 3000?INPS:
2850? contributi fissi
6000?*20% = 1200 contributi per redditi superiori a 14000?totale 7050? tasse.
Non devo pagare altro? tipo irpef ecc?
Secondo il tuo ragionamento alla fine dell'anno dovrei quindi trovarmi con in mano 7950? puliti... giusto?edito aggiungendo:
forse per iniziare e' meglio aprire la partita iva agevolata anzikè ai regimi dei minimi? (ma cosa cambia? sinceramente non ho capito la differenza...)
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Se ipotizziamo un reddito di 15000 euro il contributo a percentuale non è di 1200 euro, ma inferiore.
Credo che per effettuare il calcolo hai preso in considerazione il volume d'affari, ma è errato, il calcolo devi basarlo sul REDDITO.Altra considerazione: dal secondo anno, ai fini dell'imposta sostitutiva potrai dedurre i contributi previdenziali sostenuti in corso d'anno e quindi essere assoggettato ad una minore imposta sostitutiva.
Il regime dei minimi ha il limite dei 30.000 euro annui di volume d'affari,superata tale soglia l'anno successivo si rientra nel regime ordinario con applicazione dell'iva in fattura.
studio commerciale e tributario
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Fantastico... non ci sto sempre capendo nulla...
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Una domanda, forse OT: qual'è la motivazione logico/pratica per cui nella gestione commercianti/artigiani c'è un minimale di 2.800 € ? di contributi fissi ?
Chi ha un volume d'affari minore, è destinato a rimetterci ?
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Esatto. in quanto si "crede" che un artigiano che fatturi meno di 14240?/anno, lavori in nero...
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Beh, non è esattamente così... non si tratta di tasse ma di contributi previdenziali.
Un minimo va versato sempre per avere la pensione a suo tempo. Niente contributi = niente pensione.
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Esattamente, considerando il sistema contributivo è proprio corretta l'equazione di OEJ.
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@OEJ said:
Beh, non è esattamente così... non si tratta di tasse ma di contributi previdenziali.
Un minimo va versato sempre per avere la pensione a suo tempo. Niente contributi = niente pensione.Indubbiamente è corretto.
Ma valutando un caso reale, chi ha una piccola attività, un volume ridotto (3000-4000 ?), ma vuole comunque fare tutto nella legalità è costretto praticamente a rimetterci. Ergo: c'è un sistema fiscale incapace di fare emergere il "piccolo nero" e metterlo in condizioni di operare in legalità.
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Sotto i 5000? esiste la ritenuta d'acconto...
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E sopra ?
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Apri partita iva
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Ciao Aximili e mapomac e benvenuti nel Forum GT.
Attenzione! Dire che sotto i 5000 euro si può tranquillamente lavorare "con ritenuta d'acconto" non è assolutamente vero.
Si lavora con ritenuta d'acconto solo in caso di prestazioni occasionali; se una prestazione è continuativa, anche se con minime entrate, o professionale (iscritti ad un albo) la partita iva è obbligatoria.
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Quindi, non per sembrare insolente, ma dai ancora più forza alla mia affermazione.
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In un certo senso sì, mapomac.
Aggiungerei però che se si intende intraprendere un'attività lavorativa che rende 3000-4000 euro l'anno, forse c'è qualcosa che non va nell'idea generale di business, che quindi andrebbe rivista.
Se parliamo di "lavoretti", giusto per pagarsi gli studi all'università, e via dicendo, forse è il caso di puntare su lavori a progetto, o altri lavori che non impongono la partita iva.
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Mi trovo d'accordo su ogni punto. Infatti hai proprio fatto un'esempio dei più classici, ma altrettanto significativo.