• User Newbie

    Architetto-lavoratore dipendente-partita iva

    Salve!
    La mia situazione è questa: io sono architetto iscritto all'albo e lavoro presso un'azienda con un contratto di lavoro dipendente. Finora ho appunto svolto la mia attività di architetto solo per l'azienda per cui lavoro e ho una normale gestione inps come lavoratrice dipendente.
    Ora avrei la possibilità di incrementare un po' le mie entrate prestando qualche consulenza esternamente alla mia azienda, ma si parla di entrate limitate, sicuramente meno di 5000 euro l'anno.
    Come devo fare? sono obbligata ad aprire una partita iva? e posso continuare a mantenere il tipo di contratto che ho con l'azienda? mi conviene aprire una partita iva? e soprattutto, finora ho fatto tutto in maniera regolare? scusate se lo chiedo, ma quando il commercialista mi ha detto che potevo registrare queste secondo possibile entrate come prestazione occasionale ho cominciato ad avere qualche dubbio su di lui!

    Vi sarei grata se foste così gentili da illuminarmi sulla situazione!


  • Bannato User Attivo

    Vista la situazione prospettata potresti pensare al REGIME DEI MINIMI. Devi solo verificare eventuali problematiche conflittuali tra la posizione da dipendente e quella dell'INARCASSA ai fini previdenziali.

    Per il regime dei minimi contatta un commercialista. Ti saprà dare tutte le indicazioni necessarie.


  • User Attivo

    Sono d'accordo con il tuo commercialista.
    Se le entrate sono < a € 5.000 puoi dichiararle così come stai facendo.
    Se apri partita iva, dovrai pagare i contributi, non penso ti convenga.


  • Bannato User Attivo

    Ciao amico [...] simpaticamente.
    Il professionista che pone in essere attività che riguardano la propria professione non "fa" prestazioni occasionali.


  • Consiglio Direttivo

    Concordo con Cont@bile per quanto riguarda la non possibilità da parte dei professionisti iscritti agli albi di eseguire prestazioni occasionali. Aggiungo che in presenza di lavoro dipendente non si hanno i requisiti per l'iscrizione ad inarcassa. Per il lavoro effettuato con partita iva sarà quindi necessaria l'iscrizione alla gestione separata inps;
    visto lo status di non-iscritto ad inarcassa dovrà inserire il 2% di contributo integrativo in fattura e presentare la dichiarazione annuale. 🙂


  • User Attivo

    Chiedo scusa. Ha ragione l'amico simpatico.
    Quindi ti tocca aprire partita iva.


  • User Newbie

    Intanto ringrazio tutti per le risposte...avevo cominciato a perdere le speranze!
    Allora se siete tutti allineati cerco di informarmi su come funziona questo regime dei minimi e soprattutto valutare se mi conviene, o se mi conviene lasciar stare ogni tipo di lavoro diverso dal lavoro dipendente.
    Ma per delle entrate pari a 5000 euro voi la consigliereste l'apertura della partita iva? O andrei a spendere più di quanto potrei guadagnare?
    Scusatemi se magari faccio domande che possono essere stupide, ma sono estremamente ignorante in materia fiscale e ho bisogno di capirci qualcosa...

    Grazie


  • Consiglio Direttivo

    Ciao sdallara.
    Il fatto di essere lavoratore dipendente, e quindi di non poterti iscrivere ad inarcassa, da una parte ti si rivela utile: infatti, a differenza dell'inarcassa che prevede la corresponsione di contributi minimi, con la gestione separata pagherai i contributi in percentuale al tuo reddito (quest'anno il 25,62%). Quindi non avrai pericoli di fare "salti nel buio" ma saprai di dover pagare il 20% di imposta sostitutiva e il 25,62 di contributi previdenziali. 🙂


  • Bannato User Attivo

    Non è il 25,62% (in realtà l'aliquota corretta sarebbe 25,72%) bensì il 17% in quanto iscritto ad altra forma di previdenza.


  • Consiglio Direttivo

    Giusto! 😉


  • User Newbie

    quindi supponendo di avere entrate pari ai soliti 5000 euro, 850 andrebbero in contributi previdenziali e 1000 in imposta aggiunta? fine? in definitiva nelle mie tasche rimarebbero 3150 euro? è corretto?