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La scuola in ospedale, grazie all'aiuto della tecnologia
Nella valutazione dei pro e contro della tecnologia nell'ambito scolastico e pedagogico, penso sia fondamentale provare a calarsi in realtà a cui non vorremmo nemmeno pensare, come appunto la realtà ospedaliera dei reparti pediatrici.
La tecnologia in questi ambiti -attraverso l'aiuto di personale specializzato- può svolgere un ruolo fondamentale sulla qualità della degenza, qualunque percorso o lunghezza ed esito avrà quest'ultima (mi scuso in partenza per l'esposizione di questo post, poichè da mamma l'emozione e il pudore che comporta questo tema mi impedisce una piena e completa lucidità e/o razionalità).
[LEFT]Questi bambini infatti, non potendo -per periodi più o meno lunghi- prendere parte ad un normale percorso formativo rischiano anche di compromettere la propria crescita culturale e psicologica.[/LEFT]
In rete, ho trovato due interessanti iniziative a proposito:
Il Progetto Edelweiss: progetto di ricerca dell'Istituto Tecnologie e Didattiche (ITD) del CNR di Genova che ha lo scopo, appunto di esplorare le potenzialità delle tecnologie informatiche e della comunicazione a supporto della scuola in ospedale. Realizzato all?Ospedale Pediatrico G. Gaslini di Genova.
E il Progetto BAMB.I. (bambini insieme) realizzato presso l'ospedale "Silvestrini" di Perugia.Entrambi i progetti si muovono dalla convinzione del grande beneficio per il bambino nel poter mantenere un ponte con l'esterno e quindi una normalità che è altrimenti solo stravolta e condizionata dall'ambiente non familiare, dai ritmi di cura e dalle limitazioni imposte dalla malattia.
Logicamente si tratta di una scuola (com'è spiegato dettagliatamente nel progetto edelweiss) per molti versi speciale, che per forza di cose si adatta al contesto; dove sono gli insegnanti a recarsi dai bambini e dove la tecnologia può in parte sopperire alla mancanza del contesto relazionale e sociale del gruppo classe (fondamentale per lo sviluppo di abilità sia cognitive che socio-affettive).
Concludendo con parole tratte dalle conclusioni del progetto bambini insieme: La ricchezza e la potenzialità della tecnologia possono aiutare molto un bambino malato, ma queste risorse da sole non bastano. Occorre sviluppare, accanto alle risorse tecniche, un adeguato metodo di lavoro, un progetto elaborato in équipe, dei sistemi di verifica e monitoraggio efficienti. Solo così si potrà essere certi che le risorse verranno usate correttamente.
I iferimenti in internet a questi progetti sono piuttosto datati e non so quindi dare certezze sul loro seguito e sviluppo.
Non mancherò di aggiornare la discussione se reperirò altri dati.
Spero molto nel vostro aiuto con commenti o indicazioni.Come ho detto all'inizio, comprendo la difficoltà ed intimità del tema appena sfiorato, però se la tecnologia servisse ad un solo momento di sorriso in più, anche in uno solo di questi casi, allora vale sicuramente la pena di approfondire insieme.
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Considero iniziative come questa assolutamente meritorie; andrebbero adeguatamente sovvenzionate, pianificate e diffuse su tutto il territorio nazionale, a beneficio tanto dei lungodegenti quanto dei ricoverati per brevi periodi.
Poi non è mica detto che occorrano fondi cospicui: a volte basta un po' di inventiva. Ricordo un servizio televisivo dedicato alla questione in cui una maestra aveva scoperto un metodo semplicissimo ma fortemente produttivo per fare lezione ai bambini allettati o costretti a stare supini dai trattamenti: bastava usare una lavagna luminosa e proiettare sul soffitto bianco i lucidi con il materiale didattico. Un puntatore laser da pochi spiccioli completava il set.
Banale ma efficacissimo.
Per chi è malato, le periodiche "iniezioni di normalità" sono un vero toccasana: si partecipa allo scorrere del tempo secondo i ritmi di tutti gli altri, si ha l'impressione di poter fare quello che ogni coetaneo fa, ci si sente insomma ancora parte del tessuto sociale e pienamente inseriti nella propria fascia d'età.
Aggiungo una playlist di youtube con cinque video sull'argomento (si riferiscono a progetti nel reparto di Ematologia Pediatrica del Policlinico "Umberto I" di Roma).
[La Scuola in Ospedale](http://www.youtube.com/view_play_list?p=5090827B5E4BBAA6&search_query=scuola ospedale).
Di nuovo va osservato che queste operazioni sono sempre affidate alla buona volontà di singoli primari, presidi, docenti e strutture, mentre manca un piano nazionale. Un peccato: cose come la scuola o la sanità non dovrebbero essere lasciate al "volontariato" o alle iniziative locali, ma curate dal governo centrale con la massima perizia e attenzione possibili, garantendo standard minimi a tutti e ovunque..
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Ciao Leonov, grazie per la segnalazione video, oltretutto era proprio quello che cercavo (e che stamattina non ero riuscita a trovare) :).
Gia nel primo dei video si capisce quanto tutto questo impegno in ospedale abbia dato vita ad una scuola migliore di quella in classe, più personalizzata, più attenta e più moderna.
Una scuola che, quindi, potrebbe e dovrebbe essere considerata un modello per il futuro di tutta la scuola.Sono molto grata ai singoli di cui parli ma come te auspico un intervento governativo in merito.
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Aggiorno il thread con la notizia, apparsa oggi, sull'inaugurazione a Roma del progetto "Smart Inclusion"
(Da Repubblica.it di oggi) "... Si tratta della prima iniziativa in Italia che integra su un'unica piattaforma tecnologica servizi di teledidattica, intrattenimento e gestione dei dati clinici, consentendo ai bambini lungodegenti di partecipare alla vita sociale collegandosi con il mondo esterno in maniera semplice ed immediata e, al personale sanitario, di disporre di strumenti evoluti a supporto dei processi di cura dei piccoli pazienti"
L'interesse per questa tematica e gli interventi in merito si stanno, dunque, allargando come promesso.
Il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, infatti, ha già stanziato dei fondi per estendere Smart Inclusion a livello nazionale su 6 ospedali nel 2009 e su altri 12 nel 2010.Smart inclusion -per non interferire con le apparecchiature elettro medicali, utilizza tecnologie di trasmissione ad Onde convogliate e tramite fibre ottiche.
Per quanto riguarda strettamente il lato didattico:"Nella classe una lavagna interattiva con tecnologia Smart school integrata nella rete scolastica permette di condividere lezioni registrate su un server mentre nella cameretta d'ospedale il piccolo paziente avrà un monitor interattivo touch screen con tecnologia Smart hospital, videocamera e microfono, da dove potrà seguire la lezione in videoconferenza diretta. Potrà vedere i compagni e l'insegnante, fare i compiti e verificare l?apprendimento dei contenuti delle lezioni" (Fonte: Minori.it 25 Agosto 2009](http://www.minori.it/?q=node/1164)*).*
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Ho letto con attenzione i post precedenti, ringraziando gli autori per le informazioni che hanno posto all'attenzione del forum.
Io posso fare qualche considerazione personale.
Il successo di una terapia medica dipende, non soltanto, dalle operazioni chirurgiche o terapie con farmaci prescritte dai medici, quanto dalle condizioni di spirito delle persone ricoverate in un ospedale.
Per cui prestare aspetto anche agli aspetti relativi alla qualita' del tempo trascorso in ospedale dalla persona per il particolare tipo di terapia che deve seguire e', imho, fondamentale, per la riuscita della di quest'ultima, a parte i risvolti psicologici relativi all'umore della persona.
Se poi si tratta di bambini questa importanza e' ancora piu' rilevante.
Quindi guardo con estremo favore a tutti i supporti tecnologici che possano rendere meno pesante possibile la degenza in ospedale di tutte le persone, in particolare dei bambini, i quali potrebbero vivere questo come un normale periodo della loro vita, per quanto particolare, e non come un qualcosa di traumatico che ne potrebbe pergiudicare l'esistenza futura.