• User

    Provare una attivitá in internet senza avere fondi per iniziare

    Salve a tutti.

    Con un amico, vorremmo tentare un esperimento in rete, che in pratica ci qualificherebbe come rivenditori.
    Troveremmo accordi coi produttori dei beni, li metteremmo a disposizione sul nostro sito e, in caso di vendita, gireremmo l'ordine al produttore trattenendo la nostra percentuale.
    Detta cosí sembra una normale attivitá di rivendita, ma le cose saranno un pochino diverse.

    Il metodo che proveremo é decisamente sperimentale, e potrebbe anche non portare a nulla (piú semplicemente, nessun guadagno).
    Purtroppo nessuno di noi ha capitali da investire (quello che faremo tramite internet richiederá solo il nostro tempo e impegno fisici), ma saremmo be lieti di foraggiare le casse dello stato... se prima riuscissimo a foraggiare le nostre un minimo.

    Esiste un qualche modo di poter agire da rivenditori senza avere spese consistenti, almeno finché non saremo in grado di verificare se l'idea funziona? Allo stato attuale, anche i 2700 e rotti Euro che se ne andrebbero per quell'ente disutile che é l'INPS in caso di apertura di partita iva per noi sarebbero un problema non di poco conto.

    Dal punto di vista tecnico, il problema sarebbero i rapporti coi possibili clenti e i fornitori. Immagino che tutti loro vorrebbero una fattura, ma per fatturare serve partita IVA comprensiva di succhiata di sangue via INPS...

    Qualche possibile idea/suggerimento?
    Ritenute o cose simili potrebbero essere applicabili in una prima fase di una attivitá di rivendita?

    Grazie in anticipo


  • Super User

    Ciao e benvenuto.

    Quella che tu indichi non pare una attività di rivendita, ma semmai una attività di procacciamento d'affari pagata a provvigione sulle vendite, se non un vero e proprio contratto di agenzia.

    L'esercizio di tale attività in due richiede la costituzione di almeno una società... con costi "inenarrabili" e superiori a quanto pensi e/o hai scritto.

    L'esercizio non occasionale di tale attività da solo richiede partita Iva ecc. indipendentemente dai guadagni.... potrebbero esserci anche solo grosse perdite.

    L'esercizio occasionale di tale attività (procacciatore d'affari), da solo, invece non richiederebbe la partita Iva.... ma parrebbe in contrasto con l'organizzazione che creeresti.... sito web, software, hardware ecc.
    Forse comunque è in quast'ultimo quadro che potresti trovare qualche spiraglio. Un commercialista sarebbe da interpellare.

    Paolo


  • User

    Grazie per la risposta.

    Metter su una societá in effetti non puó nemmeno essere preso in considerazione, i costi sarebbero veramente troppo alti.

    Vedró se esiste un modo per, inizialmente, sfruttare il fatto che l'esercizio sia occasionale: in fondo nei primi tempi é lecito aspettarsi poco o nulla, in termini di movimenti.

    Credo proprio tu abbia ragione, in effetti, stó anche provando a sentire qualche commercialista.
    Teniamo le dita incrociate, grazie ancora!


  • User

    l'unica via possibile è appoggiarti ad una società gia esistente , successivamente se vale la pena deciderai cosa fare....


  • User Attivo

    E' una attività ad alto rischio potenziale (le denuncie in rete partono come se piovesse), come diceva Paolo la tua non è rivendita. Perchè non iniziate offrendo il vostro servizio grauitamente al solo fine di generare utenti e popolarità e una volta avviato il sistema potreste richiedere una percentuale sul venduto.

    Se invece voi acquistate la merce e poi la rivendete siete dei commercianti e in quanto tali dovete essere in regola con lo stato italiano.


  • User

    Noi non acquisteremmo merce preventivamente, ma chiederemmo quello che serve solo quando serve. Quindi penso che non saremmo commercianti.

    Adesso, come suggeriva Paolo, ho contattato un commercialista e stiamo valutando cosa si puó fare. Vi faró sapere cosa ci si inventa, intanto grazie a tutti per le risposte. Ogni post mi dá sempre nuovi e interessanti spunti!


  • User Attivo

    P.S. Nel caso in cui il "cliente" non fosse contento della merce chi è il responsabile? a chi restituirebbe la merce? Abrebbe una ricevuta? emessa da chi?
    Nelle vendite a distanza i clienti potebbero non sempre essere accondicendenti ... un mio caro amico ha denunciato un venditore della "baia" alla guardia di finanza, per il prodotto non conforme agli standard europei e perchè era un venditore abituale e non aveva rilasciato una ricevuta, questo solo per 30 euro di merce e una forte incazzatura verso il rivenditore. Per questo ti dico di fare attenzione a questo tipo di guadagno in rete. Ed è sempre per questo motivo che ti dico che è una attività ad alto rischio.

    Il commercio si ha quando compri un bene ad un prezzo e lo rivendi ad un altro e ottieni un margine. Si è procacciatori quando si mette in contatto il cliente ed il venditore e ne ottiene una percentuale prestabilita.
    Nel primo caso sei tu a vendere direttamente un bene, nel secondo caso e il venditore che vende il bene e visto che gli hai fatto concludere un affare ti riconosce una percentuale.


  • User

    Avevo considrato questa cosa della responsabilitá, anche a fronte di un esempio assai piú pesante del tuo (si parlava di un errore di fabbricazione che ha portato quasi 5 milioni di euro di danni!)

    Dato che noi si metterebbe la faccia, oltre ad alcune altre cose volte principalmente alla personalizzazione grafica del prodotto, vá da se che sará nostra cura quella di scegliere con la massima attenzione tanto i prodotti, quanto i produttori.

    Comunque é mia intenzione fare tutto in regola, proprio perché in rete ci puoi trovare qualsiasi tipo di clientela, buona o cattiva, Dal mio punto di vista non sará tanto importante se il cliente possa fare "causa" a me o al produttre fisico: le cose possono funzionare solo se mi garantisco che sará comunque soddisfatto. Sono tutte cose che, nello specifico, dovranno essere nero su bianco su un agreement che farei con ogni singolo produttore.


  • User

    Al di là che come correttamente suggerito, prima di tutto bisogna chiarire l'inquadramento giuridico dell'attività, i soggetti che svolgono attività per le quali è previsto l'obbligo di iscrizione alla Gestione Commercianti dell'INPS, possono chiedere la cancellazione da quest'ultima nel caso in cui la loro attività d'impresa non sia prevalente rispetto ad un'esistente attività di lavoratore dipendente.

    In questo caso non pagheresti i "famigerati" 2700 euro...


  • User

    Si, avevo letto di questa cosa.
    Purtroppo peró un'esistente altra attivitá prevalente non ce l'ho...


  • User

    e allora ti vedo male... 😄


  • User

    E io per dispetto mi trasferisco in America a fare soldi per Obama! :figo2:

    Scherzi a parte... faró sapere come vá a finire. Adesso ho gli elementi, sono in fase di studio.


  • User Attivo

    "Attenzione agli accordi internazionali" non sempre basta nero su bianco a volte la differenza la fa lo stato in cui viene siglato un accordo. Un accordo fatto in germania deve essere diverso da uno fatto con l'uk, legislazioni diverse e tipologi di diritto diverso, a volte non basta scrivere che il foro competente è in italia, perchè alcuni stati la considerano come clausola che no ha alcuna rilevanza. Negli accordi internazionali fatti aiutare da un professionista specializzato in diritto internazionale.


  • User

    In effetti, inizialmente cercherei solo produttori italiani, peró l'idea di cercare anche esteri c'é, nell'aria. Ne terró conto, grazie per il suggerimento!