• User Newbie

    Somministrazione di bevande e alimenti o vendita al dettaglio?

    Salve,
    seguo quest'utilissimo forum da tempo e finalmente ho deciso di farne parte.

    Dopo anni di riflessione e di delusioni lavorative ho deciso di provare ad intraprendere un'attività online.

    Voglio vendere al dettaglio - online- prodotti come cioccolata, tè e similia,
    ma non mi è chiaro l'iter burocratico da seguire:

    ho trovato online varie normative per quanto riguarda la "somministrazione di bevande ed alimenti" , ma non credo sia il mio caso, in quanto mi limiterei solamente a vendere i miei prodotti al dettaglio.

    Non mi è chiaro quindi quale normative seguire per la vendita al dettaglio di alimenti come caffè, tè etc...

    Altra domanda:
    ho deciso di provare ad accostarmi a questo tipo di attività con mio padre,
    che è commerciante e rivenditore da decenni,
    la sua attività non comprende la vendita di prodotti alimentari, come fare per aggiungere tale categoria?

    Per il momento è tutto,
    ringrazio per l'attenzione e in attesa delle vostre risposte continueròa documentarmi per vederci chiaro.
    Grazie,
    Vera


  • User Newbie

    Mi unisco alla tua domanda, anziché aprire un nuovo post, sperando in questo modo di ottenere più visibilità ed ottenere una risposta più rapidamente, spero non ti dispiaccia 😉
    Infatti, ho lo stesso identico problema, con la differenza che nel mio caso si tratterebbe di vini (se questo può fare qualche differenza), acquistati direttamente dalle aziende produttrici quindi già "sigillati", per così dire, e non di mia produzione: io mi limiterei ad acquistarli e rivenderli senza alterare in alcun modo il prodotto.
    Volevo sapere, come te credo, quali sono gli adempimenti da seguire non per tutta la procedura di apertura dell'attività, ma specificamnte per il fatto di essere prodotto "alimentare", e se nel mio caso il vino debba essere considerato prodotto alimentare, perché per quanto sia "ovvio" che lo sia, io lo prenderei così com'è dalle aziende e lo rivenderi allo stesso modo, facendo solo un passaggio: non spetta in questo senso all'azienda produttrice garantire ad esempio che il contenuto risponda a certi criteri sanitari o simili?
    Ho notato che alcuni negozi online, citando un obbligo di legge non meglio pecisato, riportano una dicitura del tipo "le bottiglie qi vendute sono da considerarsi solo per collezione" (anche per vini chiaramente non da collezione), salvo poi dire che sono bevibili e che in realtà lo scrivono solo perché devono: è un modo tutto italiano per aggirare qualche norma?
    Grazie, e scusa ancora l'intrusione, spero di non aver con questo violato qualche norma 🙂
    Aiutateci! :giggle:

    Piero


  • User

    Premessa: quello che scriverò di seguito è frutto di un'esperienza vissuta 6 anni fà. Considerando che, il paese Italia, brilla per virtuosismo con cui cambia o propone leggi ogni due per tre, vi consiglio di interpellare qualche associazione di settore come ad esempio Ascom.

    Credo che il commercio online sia regolamentato dalla stessa normativa che vige nel commercio reale. Quindi bisogna aprire P.IVA, iscriversi alla CCIAA ed esplicare tutte le altre scartoffie ai fini fiscali.
    Infine comunicare al comune di residenza l'apertura dell'attività di commercio online.


  • User Newbie

    Quello che dici è giustissimo e risulta anche dalle mie informazioni 😄
    Però (almeno per me) il problema forse era un po' più ristretto e riguardava appunto eventuali oneri addizionali dovuti al fatto di vendere prodotti alimentari(nel mio caso bottiglie di vino): sono sicuramente previsti per bar e ristoranti, ad esempio, non so se anche per chi commerci online prodotti che non sono di sua produzione ma che semplicemente si limita ad acquistare dal produttore e rivendere al dettaglio, il tutto in confezioni sigillate dal produttore stesso e che tali rimangono...E qui scatta il dubbio che ci aiuterete a risolvere, vero? :vai:


  • User Newbie

    Mi sono andato un po' a informare, ancorché rapidamente:

    **"AUTORIZZAZIONE SANITARIA VENDITA ALIMENTI (Legge 283/62; D.P.R. 327/80; D.Lgs. 123/93) **(alimen02)
    Soggetti interessati:
    Chiunque intende produrre, preparare, confezionare alimenti o bevande destinate a vendita, esportazione, somministrazione a propri dipendenti, consumo in loco. "

    A leggere questo brevissimo estratto, pare riguardi solo chi intenda produrre o confezionare qualcosa, non solo chi si limiti alla vendita, chi può darmi conferma o smentita?


  • User

    Mi sembra di capire che vorresti fare solo una vendita al dettaglio di prodotti alimentari confezionati. Quindi REC (somministrazione cibi) HCCP e/o altro potrebbero non essere cose che rientrano nella tua categoria di servizio.
    Tu vendi solo articoli prodotti e confezionati da altri.


  • User Newbie

    Esattamente, è proprio questo il punto ed è proprio di questo che cercavo eventualmente conferma...


  • User

    Ciao a tutti,

    anch'io ho lo stesso problema.
    Vorrei vendere on line prodotti tipici della mia zona compresi alimenti.
    Non farei nessun magazzino, io ricevo gli ordini ed i pagamenti i miei fornitori spediscono direttamente al cliente.
    è necessario avere l'autorizzazione come se avessi un negozio di alimentari?
    grazie in anticipo


  • User Attivo

    Su Aicel trovate diverse discussioni al riguardo

    I prodotti alimentari scontano qualche restrizione anche per l'eventuale esportazione. Non tutti i paesi accettano l'importazione di tutti i prodotti.

    E poi c'è la normativa sanitaria da rispettare per lo stoccaggio in magazzino.