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- Il ritorno della legge antiweb
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Pare che Levi ci abbia ripensato
Via gli articoli che riguardano internet, scompariranno dal testo già presentato. ?Nessuna limitazione alla libertà della rete?. Lo ha dichiarato stasera Ricky Levi, deputato del Pd e portavoce del governo ombra, ma soprattutto autore della proposta di legge presentata in novembre in settima commissione della Camera, testo che riguarda una più ampia sistemazione dei media ma che conteneva una formulazione che aveva fatto gridare da più parti alla volontà di censura.
Il testo integrale su [url=http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2008/11/18/levi-amazzablog-niente-di-piu-infondato/]Repubblica.it
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Guardate che non è finita. Andate a cercare sul sito Punto Informatico e anche sul blog di Grillo (il post del 21 Novembre); se Levi ha ritirato la proposta è solo per passare il testimone al collega Roberto Cassinelli del Pdl...
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Io ho firmato la petizione,
il problema è che qui gira e volta c'è sempre qualcuno che ci prova a trasformare qualsiasi innovazione tecnologica in un mondo di monopoli e oligopoli,con la scusa che "bisogna fare ordine nel Far West".
E' successo con le TV private,con Mediaset passata dal ruolo di contestatore del monopolio Rai a monopolista della tv d'intrattenimento;vedrete che un giorno anche i siti Internet in Italia saranno gestiti per metà da Mediaset-Publitalia e per l'altra metà da Repubblica-Kataweb,gli unici che possono permettersi gli alti costi dell'iscrizione al ROC.Già l'Italia è uno dei pochi paesi a imporre l'obbligo della famigerata Lettera di Assunzione di Responsabilità da inviare al CNR per l'accettazione della netiquette all'atto di registrazione dei domini;mancava solo questa stupida e inutile legge antiblog per soffocare quel tanto d'innovazione che prova a farsi strada nel nostro paese.Sembra che piuttosto che sforzarci di progredire,ci piaccia tanto farci del male.
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E se uno trasferisse il dominio all'estero?Sarebbe ugualmente soggetto alla legislazione?
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Io personalmente mi sto gia attivando per portare i miei domini all'estero.
Per quanto sene possa dire questa legge è stata voluta dal governo prodi prima, e da quello di Berlusconi dopo.
Entrambi hanno cercato di approvare la legge nel silenzio generale, e sempre questo sig. Levi, come si sollevano le proteste si preoccupa di rassicurare tutti.
Io personalmente credo a quello che dicono i politici, altrimenti a quest'ora avremmo meno tasse e piu lavoro!
QUindi sto guardando su hosting americani o cmq esteri.
Ho la "fortuna" di vivere all'estero, quindi personalmente una volta trasferiti i server non ho piu nessun problema, credo che il discors invece potrebbe essere diverso invece per chi risiede in Italia, anche avendo il sito all'estero, credo che comunque risulti sotto la legislazione italiana.
Firmare la petizione è inutile, se vogliono la legge passa e basta, si tratta di una di quelle leggi che generalmente mette d'accordo governo e opposizione, come quando si aumentano gli stipendi o i privilegi.
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Sono sempre i soliti attaccati al potere... -__-
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Berlusconi ha detto che al prossimo G8 metterà in evidenzia il fatto che internet deve essere riformato a livello mondiale
La gente non credo rimarrà a bocca aperta a guardare che succede... Stanno giocando troppo con la pazienza del popolo e sarebbe meglio per loro non farlo incavolare troppo...
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@kaisersose said:
Ho la "fortuna" di vivere all'estero, quindi personalmente una volta trasferiti i server non ho piu nessun problema, credo che il discors invece potrebbe essere diverso invece per chi risiede in Italia, anche avendo il sito all'estero, credo che comunque risulti sotto la legislazione italiana.
Qual è l'iter per ottenere la residenza in Spagna (a parte,ovviamente,trasferirsi in Spagna)?Si potrebbe magari costituire una società lì e usarla come intestataria del dominio?
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Per avere la residenza in spagna devi avere una casa con un regolare contratto di affitto e iscriverti all'aire, ass italiana residenti all'estero.
Per il lavoro invece servono NIE e Seguridad Social, due documenti il nie e un numero di identificazione per gli stranieri la seguridad social corrisponde un po alla nostra inps.
Per quanto riguarda aprire una attivita non saprei dirti esattamente, so che qua un autonomo paga circa 200 euro al mese di tasse.
IN linea di massima credo che le tasse siano molto meno basse che in Italia.
Berlusconi ormai e in un delirio di onnipotenza senza limiti, crede di essere il nuovo salvatore del mondo, ma non credo che al G8 gli danno retta, tutti stanno capendo con che razza di persona abbiamo a che fare.
Mahh speriamo bene.
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La legge Levi, poi ritirata, sembra essere l'ennesimo tentativo di far passare una sorta di controllo sui blogger. Ovviamente il riferimento non è tanto ai piccoli blog, ma a quei blog di controinformazione che hanno migliaia di contatti al giorno e denunciano gli abusi del potere.
Pare (opinione mia personale, sia chiaro) che attualmente se si vogliono avere informazioni concrete e precise sui fatti di cronaca e non solo, l'unico posto dove ottenerle è in rete. La televisione non da più notizie (a parte il grande fratello e co.), i giornali vanno a rimorchio della televisione.
Quindi, la mia impressione è che ci sia l'intenzione di porre sotto controllo le voci dissonanti, fuori dal coro, come quell'interessantissimo blog che ci informa tutte le settimane di come la stampa estera parla dell'Italia (indovinate se bene o male !!!!).All'epoca della prima presentazione della legge, ricordo bene che la stampa estera rise della proposta di legge, ed un noto giornale straniero intitolò "assalto geriatrico ai blogger italiani" un suo articolo. Il testo Levi sostanzialmente prevedeva che ogni sito o blog venisse equiparato ad un prodotto editoriale se pubblicava dei banner da quali si ricavano soldi (senza alcuna indicazione di minimi, quindi anche 10 euro l'anno in teoria faceva rientrare il sito/blog nella categoria prodotto editoriale, come ha specificato anche l'Agenzia delle Entrate). In assenza di registrazione al ROC il sito/blog diventava automaticamente stampa clandestina con applicazione della normativa penale.
Ovviamente si tratta sempre di interpretazioni di una legge di la da venire. Ma sarebbe utile che il legislatore capisse una volta per tutte che le leggi devono essere chiare e comprensibili, e non dare adito ad equivoci, o ad interpretazioni variabili, che poi si giunge facilmente ad errori o addirittura ad abusi.
All?epoca della prima stesura l?ALCEI fu decisamente molto critica verso la legge e le sua intenzione sottesa, sostenendo apertamente che il testo era volutamente ambiguo proprio per permettere di mascherare una possibile censura di Stato.Attualmente la proposta Levi è stata ritirata, ma è allo studio un'altra proposta da parte dell'onorevole Cassinelli, il quale ha il merito di discutere con i blogger (sul suo blog) e di "tarare" la sua proposta sulla base dei feedback ricevuti. Si spera che con questo metodo la legge "riesca meglio" !
Nello specifico segnalo che l'ultima stesura ( www . robertocassinelli . it / pdl%20blog%20def . pdf )prevede un tetto minimo di euro 50.000 annui al di sotto dei quali gli incassi non fanno scattare automaticamente l'obbligo di registrazione.
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Ricordiamoci che a volte le cose (Leggi) vengono fatte per diversi motivi.
Leggo in questi giorni che l'editoria è in crisi. Ma non solo in USA.
Ci sono aziende che sono piene di debiti. La pubblicità diminuisce nel cartaceo ed in alcuni casi sceglie altre strade (WEB)
Le testate cartacee faticano a stare in piedi se la struttura finanziaria è gracile.Ad esempio, sembra che RCS debba fare i conti con un’attività in declino e in più deve vedersela con la gracilità della sua struttura finanziaria. Per effetto delle acquisizioni,** l’indebitamento a fine 2007 è schizzato a quasi un miliardo di euro**; a fine anno, secondo Deutsche Bank, dovrebbe essere pari a 1,12 miliardi di euro, poco meno del valore del patrimonio (1,28 miliardi di euro).
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Ma il ddl Cassinelli riguarderebbe solo i blog o tutti i tipi di siti?
Io personalmente non sono un blogger,ma ho in mente di avviare un'attività di commercio elettronico di prodotti digitali (video,ebook).
Vale anche in questo caso l'equiparazione alla testata giornalistica?
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No, che c'entra ? Una testata giornalistica si occupa di notizie e commenti all'attualità. La questione dei banner e della pubblicità riguarda blog che si occupano di notizie ma che non svolgono un ruolo tipo giornale, semplicemente è un blogger che dice la sua sugli argomenti del giorno, che il governo vorrebbe equiparare ai periodici, solo perchè guadagna qualche euro con adsense.
Un portale di ecommerce non c'entra nulla.Per quanto riguarda l'editoria in crisi, è vero. Negli USA infatti i giornali si stanno spostando su internet (la differenza è data dalla pubblicità che nei paesi più sviluppati ormai è quasi tutta su internet). E' vero che c'è crisi anche per le testate giornalistiche in rete, ma non le migliori. Diciamo che si sente la concorrenza di siti che fanno informazione in maniera più precisa e meno asservita al potere, cosa che comunque accade raramente negli altri paesi.
In Italia, invece, la crisi è totale, ma i giornali non la sentono solo perchè finanziati pesantemente dallo Stato (tutti indistintamente, dal Corriere e La Repubblica, fino a minuscoli giornali da una pagina). Leggevo qualche giorno fa un dibattito nel quale la conclusione era che i giornali (quelli cartacei) dovevano essere difesi da internet (!?!?!?). Cosa che mi sembra anacronistica e la dice lunga sulla capacità dei nostri politici di comprendere dove sta andando il mondo. Loro sono arroccati sulle loro posizioni privilegiate, e i giornali (che grazie ai finanziamenti pubblici si reggono) non fanno molto per farli dispiacere. Ecco perchè, sempre a parere mio, i politici italiani invece di prendere atto del fatto che internet regge lo sviluppo mondiale, addirittura il 50% della crescita europea è lagata ad internet (fonte Viviane Reading, commissario europeo), vedono la rete come il fumo neglio occhi, consci che essendo un luogo sostanzialmente libero e difficilmente controllabile, è solo da lì che può venire la svolta per eliminare i privilegi della politica.
L'Italia è molto indietro, addirittura è l'unico paese dove la percentuale di persone connesse alla rete è diminuito (43% nel 2007, 42% nel 2008), mentre in altri paesi raddoppia.