• User Newbie

    Seconda attività

    Buongiorno,

    scrivo per fare una domanda che spesso riguarda anche molti colleghi iscritti all'albo:

    Sono ingegnere dipendente a tempo indeterminato e ho, senza alcun problema di conflitti con la mia azienda, la possibilità di fare consulenze ad altre entità (studi professionali, aziende eccetera).

    Il volume d'affari, essendo un'attività secondaria, non sarebbe sicuramente rilevante (o comunque non il principale) ma non avrebbe i connotati del lavoro occasionale (potrebbero essere negli anni più lavori per la stessa entità o compensi maggiori di 5k euro).

    Da diverse discussioni lette qui e fatte con diversi colleghi in posizioni analoghe alla mia mi pare di aver capito che l'unica soluzione sembrerebbe aprire una partita iva per poi però andare incontro alla giungla degli studi di settore.

    Anche essendo nel giusto e con una contabilità immacolata è logico, avendo un volume d'affari autonomo, iniziare con la consapevolezza di andare incontro a simili problemi? (Ho letto di persone che si sono trovate a pagare tasse su redditi presunti, con cifre anche importanti, perfino aumentate o diminuite un pò a piacere dal funzionario di turno).

    La mia domanda è: la partita iva è l'unica formula che ci rimane oppure c'è qualche altro modo? (esiste una sorta di contrattualità a progetto che sia compatibile con un altro lavoro di tipo dipendente? Fino a che punto è logico e lecito fatturare lavori occasionali? Esistono forme applicabili, magari in ritenuta d'acconto?)

    Grazie per la vostra consulenza.

    Renato


  • User

    Si è l'unica formula.

    Cmq il primo anno sei esentato dagli studi di settore.

    Se poi hai i requisiti per il regime de minimi allora sei esentato finchè dura questo regime.

    Se hai i requisiti potresti aprire la tua partita iva con le agevolazioni delle nuove iniziative (forfettino...leggi forum).

    Ricorda che in ogni caso sei soggetto all'iscrizione alla gestione separata inps con versamento del 17% del tuo reddito lordo (cui puoi chiedere una rivalsa del 4% al tuo committente) e sei soggetto al contributo integrativo incarcassa del 2%.


  • User Newbie

    Scusate l'ignoranza, cosa è il regime dei minimi?

    Ciao

    Raikko


  • User Newbie

    Chiedo venia, lurkando ho trovato un pò di notizie tipo contabilità semplificata, non assoggettabilità IVA ecc ecc a patto di essere sotto i 30K euro e altre voci.

    Ma detti 30K sono riferiti al volume d'affari della partita iva o al cumulativo lavoro dipendente + partita iva? (A senso si dovrebbe dire solo la prima).

    Se sì, in pratica se si lavora da soli, senza associazionismo, sotto i 30k euro ecc ecc si è fuori dagli studi di settore?

    Ho interpretato correttamente?

    Il 17% alla gestione separata immagino sia sul lordo della p.iva
    Del 2% inarcassa sono a conoscenza (va a perdere, in pratica).

    A questo punto, con il regime dei minimi se io quadagno 1000 (semplifico) di lavoro dip. e 200 di lavoro con p.iva come funziona?

    Tassazione del reddito da lavoro dipendente come adesso e regime dei minimi su p.iva con conseguente tassazione a due aliquote separate?

    Somma dei redditi su 740 e conseguente aliquota?

    Di quei 200 il 17% va in Inps separata, il 2% all'inarcassa, il 4% torna come rivalsa e i 200 stessi vengono tassati all'aliquota del reddito lordo da piva sommato a quello dipendente?

    Argh...