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Società snc
ciao.
Sottopongo una riflessione
Immaginiamo una società di persone costiuita da x soggetti che siano tutti lavoratori con quote di conferimento/partecipazione equipartite. Immaginiamo poi che uno dei soci si svincoli dalla società e decida di non lavorarvi e di non contribuirvi più con propri capitali: fermi restanti i patti sociali in atto e in misura della quota spettantegli, egli dovrebbe ancora potere partecipare degli utili , giusto? a questo punto faccio una riflessione: visto che quegli utili che potranno generarsi saranno frutto non solo del lavoro dei soci restanti ma anche di reinvestimento dei guadagni da quel lavoro derivanti, sarebbe opportuno (ovviamente dico solo in linea di proncipio) muovere qualche "appunto" alle richieste del socio in questione?
sperando di essere stato chiaro
ringrazio in anticipo
saluti
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Non ho capito cosa vuol dire svincolarsi. Perchè se si tratta di recesso dalla sociatà, una volta liquidata la quota, l'ormai ex socio non ha più diritto a niente.
Se invece si tratta di un socio come gli altri, slavo il fatto di non lavorare più nella società, avrà diritto a qualunque utile quale che sia la provenienza, ovviamente in proporzione alla propria quota, a meno che lo statuto non preveda altrimenti, con il limite del patto leonino.
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ciao,
con svincolarsi intendo dire che il soggetto in questione non da più il proprio contributo ne in forma lavorativa ne in forma economica.
Quello che vorrei capire è se , da un punto di vista squisitamente pratico (ed anche dal punto di vista dei soci rimanenti), è opinabile che un soggetto (seppur ancora figurante nello statuto come socio) che , ex abrupto , abbia deciso di mollare (perchè ad esempio ha trovato altro da fare e da lavorare), possa partecipare, poi, degi utili della società per la cui generazione egli non abbia contribuito ne con il proprio lavoro ne con propri "dinneri".
Spero essere stato chiaro
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Una volta che sia stato indicato come socio, allora il diritto alla divisione degli utili rimane. Così come, vista la forma societaria, il rischio per le perdite.
Il conferimento è iniziale, non è obbligatorio anno per anno, nè, se non è stabilito da statuto, un conferimento d'opera continuativo.
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Direi che sarebbe opportuno "far capire al socio" che dovrebbe, per correttezza, cedere le quote.
Si potrebbe altrimenti ipotizzare di stabilire un compenso per "l'attività operativa" degli altri soci (stile compenso amministratori) che di fatto riduca l'utile cui partecipa anche il socio nullafacente.
Paolo
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grazie ragazzi,
i2m4y,perdonami, quale iter è previsto per la cessione delle quote?