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da CZ a IT tramite DE
Ciao,
volevo sapere se effetivamente si é esenti da qualunque normativa Italiana, aprendo una attivitá di ecommerce a nome di un residente in Germania (DE) che vende prodotti in Italia (IT) spediti dalla Repubblica Ceca (CZ).- Il residente in Germania fattura al cliente italiano.
- Il fornitore Ceco fattura al residente in Germania.
Il residente tedesco emette fattura al cliente italiano a proprio nome con il proprio numero fiscale tedesco
Quindi tasse, iva, burocrazia tutto in Germania ... Giusto?!
grazie
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@centix said:
Ciao,
volevo sapere se effetivamente si é esenti da qualunque normativa Italiana, aprendo una attivitá di ecommerce a nome di un residente in Germania (DE) che vende prodotti in Italia (IT) spediti dalla Repubblica Ceca (CZ).- Il residente in Germania fattura al cliente italiano.
- Il fornitore Ceco fattura al residente in Germania.
Il residente tedesco emette fattura al cliente italiano a proprio nome con il proprio numero fiscale tedesco
Quindi tasse, iva, burocrazia tutto in Germania ... Giusto?!
grazie
non potrebbe essere altrimenti essendo il cedente cittadino estero
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ottimo!
sopratutto considerando il fatto che in Germania é sufficiente aprire l'equivalente della partita IVA pagando un'una tantum irrisoria e iscrivendo i profitti delle vendite dell'ecommerce nella propria dichiarazione dei redditi.
Insomma da quanto ho capito burocrazia ridotta al minimo spese fisse ridotte al minimo.
Una situazione ideale per iniziare un'attivitá di commercio elettronico senza pretese e senza rischi particolari.Ciao
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@centix said:
ottimo!
sopratutto considerando il fatto che in Germania é sufficiente aprire l'equivalente della partita IVA pagando un'una tantum irrisoria e iscrivendo i profitti delle vendite dell'ecommerce nella propria dichiarazione dei redditi.
Insomma da quanto ho capito burocrazia ridotta al minimo spese fisse ridotte al minimo.
Una situazione ideale per iniziare un'attivitá di commercio elettronico senza pretese e senza rischi particolari.Ciao
rimane solo da chiedersi perchè i 4 mila merchant italiani (fessi) continuano a svolgere la loro attività dal suolo nazionale....
Non è tutto oro quello che luccica e nell'unione europea le miniere sono molto rare!
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@aicel said:
rimane solo da chiedersi perchè i 4 mila merchant italiani (fessi) continuano a svolgere la loro attività dal suolo nazionale....
Non è tutto oro quello che luccica e nell'unione europea le miniere sono molto rare!
quando fosse per quello io mi sono sempre chiesto coma fa un'azienda italiana che paga il 65% di imposte a competere nel mercato mondiale con imprese di paesi civilizzati che pagano un onesto 20%.
Ma questo evidentemente non fa notizia...è normale routine, però ci scandaliziamo se uno cerca non di essere "furbo" ma di essere messo nelle stesse condizioni di un imprenditore irlandese, inglese, spagnolo... devo continuare?
questo dovrebbe farti scandalizzare
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@centix said:
ottimo!
Una situazione ideale per iniziare un'attivitá di commercio elettronico senza pretese e senza rischi particolari.
Ciao**Aicel **io ho specificato il caso particolare di chi voglia provare senza rischi e pretese particolari. In Italia data la burocrazia e i costi fissi minimi della stessa chi vuole solo "provare" o cmq avere un'attivitá senza pretese é disincentivato.
Ma questo sarebbe un altro thread che appartiene anche ad un'altra categoria del forum
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Bisogna solo intenderci sul "provarci", sui "rischi" e sulle "pretese"
Che la pressione fiscale, la burocrazia, i regolamenti e quant'altro siano un disincentivo all'apertura di nuove attività imprenditoriali non c'è alcun dubbio.
Nel caso dell'e-commerce, dove i costi di avviamento sono oggettivamente bassi se paragonati ad altri settori, non possono essere qualche migliaio di euro di costi fissi annuali di burocrazia a fare da discriminante.
Aprire un'attività di e-commerce costa davvero poco sia in termini di piattaforma che di burocrazia. I veri 'costi' sono quelli di 'avviamento', di comunicazione, di posizionamento, di logistica, etc etc
Non ha senso iniziare una attività imprenditoriale 'senza pretese' considerato comunque il 'rischio' di impresa.
L'e-commerce è una attività seria e non un gioco e giocarci si rischia di farsi (e farci) solo del male.Avete un'idea? un progetto? credete nella vostra formula imprenditoriale? Investiteci sopra e vedrete che sicuramente l'e-commerce sarà un ottimo canale di vendita. Se volete 'provarci', se non volete assumervi alcun rischio, significa che in fondo non ci credete neanche voi....
Nessuno prova a fare il l'impresario edile solo perché da piccolo ha giocato a Monopoli e riusciva a mettere gli alberghi rossi... perché tutti vogliono provare a fare i merchant?
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@aicel said:
Avete un'idea? un progetto? credete nella vostra formula imprenditoriale? Investiteci sopra e vedrete che sicuramente l'e-commerce sarà un ottimo canale di vendita. Se volete 'provarci', se non volete assumervi alcun rischio, significa che in fondo non ci credete neanche voi....
Credo che affermazioni del genere fatte da parte di un'associazione di categoria siano da apprezzare.
In un mondo pieno di faciloneria (e di persone senza scrupoli pronte ad approfittarsene) un'atteggiamento del genere è estremamente corretto, tanto per ribadire: non si può affrontare un'attività partendo dal presupposto "posso farlo a costi minimi", è un errore e lo si pagherà caro. Che poi l'e-commerce abbia (forse) costi di start-up inferiori ad altre attività può anche essere a volte vero ma questo non deve essere mai motivo di scelte strategiche.
Che poi in Italia le cose siano più complicate che altrove.. è vero, ma non sono gli aspetti burocratici il problema fondamentale dell'e-commerce italiano.
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