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Avvocato rispetta il D.Lgs.196/2003 (privacy)
Premessa:
per una questione veramente idiota ho ricevuto una lettera di un avvocato sollecitata da un condomino a causa di un camino rimosso. La questione era stata chiaramente esplicitata, discussa e deliberata in una riunione condominiale nel lontano 1996. Forse il condomino non lo ricordava o "voleva" non ricordare, per mettere a mio carico l'adeguamento della sua canna fumaria...
Domanda:
possono i miei dati personali essere divulgati ad uno studio legale in modo così idiota e quali azioni posso opporre allo studio legale per evitare la circolazione/diffusione dei miei dati personali?
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posso rispondere riferendomi all'art. 7 del D. Lgs. 196/2003?
Esempio:
qualora i miei dati personali siano presenti, anche se non ancora registrati, presso vs archivi, La prego di confermare:
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l'esistenza o meno dei miei dati personali, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
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Di inviare un riepilogo circa:
o l'origine dei dati personali;
o le finalità e modalità del trattamento;
o la logica applicata in caso di trattamento effettuato con l'ausilio di strumenti elettronici;
o i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i miei dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza -
la prego inoltre di
o provvedere a comunicarmi l'aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi abbia interesse, l'integrazione dei miei dati personali presso i vs archivi;
o la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati; -
infine la prego di considerare che fin da ora mi oppongo
o per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che mi riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della presente vicenda;
o al trattamento di dati personali che mi riguardano a fini di invio di ogni ulteriore comunicazione da parte del Suo studio; -
richiedo che
o Il trattamento dei miei dati personali abbia durata non superiore a quella necessaria allo scopo strettamente necessario per i quali i dati sono stati raccolti, la prego altresì che deve essere fatto salvo il mio diritto, di ottenerne ed essere informato, della cancellazione qualora non non appena non è più necessaria la conservazione, ai sensi dell'art. 7 D. Lgs. 196/2003.
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La legge sulla privacy esclude dalla tutela i dati relativi a procedimenti giudiziari.
Per cui, si può chiedere l'esistenza dei dati e la cancellazione di tutti quelli superflui.
Per il resto non si può fare nulla (qui siamo nel civile, ma pensiamo un po' a qualcuno che nel penale manda una comunicazione alla procura della repubblica per chiedere che i propri dati siano cancellati: i processi non esisterebbero più).
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1000 grazie a Giberavv per la risposta.
osservo che:
- il mio caso non è un procedimento giudiziario;
- la limitazione della scorretta e inopportuna detenzione di dati personali credo sia un obiettivo della norma richiamata;
- è il caso forse di rassegnarci a subire lettere e comunicazioni di vari "avvocatucoli" che campano anche con letterine per provare la disattenzione di poveri malcapitati o, addirittura, quella dei giudici se le cose degenerano;
- sarà la fretta di questi tempi, ma si riflette meno di quanto si "aggredisce" il prossimo e non sono pochi gli avvocati che ci provano;
- è possibile essere risarciti del tempo perso, del fastidio subito e, perchè no, del danno biologico conseguente?
- può un soggetto, sapendo di essere evidentemente nel torto, coinvolgere un altro soggetto in una questione legale, rischiando solo le spese del suo "avvocatucolo", senza correre il rischio di pagare realmente le conseguenze delle sue allusioni/errori/osservazioni? In questo caso si tratta di negare l'evidenza, fortunatamente per me, trascritta in modo cristallino su documenti controfirmati.
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La risposta giusta la ha data Giberavv.
Il diritto di difesa, essendo un diritto di rango costituzionale (art. 24 Cost.), prevale sul diritto alla privacy. Non può, inoltre, essere sottoposto a limitazioni, essendo posto nell?interesse pubblico, e la scelta dei modi attraverso i quali viene esercitato spetta al titolare del diritto, che lo esplica come necessario presupposto della difesa. L?utilizzo di dati personali è quindi sempre ammesso in sede giudiziaria e per la difesa dei propri diritti.
Nel caso in cui colui il quale intenti un procedimento dovesse perderlo, è ovvio che è possibile che il magistrato competente possa condannarlo al pagamento delle spese del giudizio. Nel nostro ordinamento, come qualsiasi legale potrà confermarle, esistono numerosi istituti che consentono di ottenere il risarcimento di danni di tipo morale, anche se dovuti a cause intentate in assenza dei presupposti necessari (lite temeraria, ecc...).
Per il resto invito caldamente a mantenere la discussiona sul piano generale e a mantenersi nell'ambito del regolamento dove si precisa che è fatto obbligo di rispettare le altre persone e evitare qualsiasi denigrazione di persone, aziende o istituzioni o categorie di persone.