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- Il Mercato SEO: l'Italia come l'India
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penso che andate a spiegare a 100 clienti cos'è un SEO , l'80% manco sa cosa sia. Non si paga per qualcosa di cui si ignora l'importanza se non addirittura l'esistenza..
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IO ho lasciato la mia agency per fare il freelance proprio la scorsa settimana
Scelta giusta? Lo scopriremo solo vivendo
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@yesWEBcan said:
IO ho lasciato la mia agency per fare il freelance proprio la scorsa settimana
Scelta giusta? Lo scopriremo solo vivendoImmagino che tu abbia già i tuoi contatti e la tua fama anche oltre il web, quindi potrebbe essere una buona strada.
Ma perché dire freelance e non "libero professionista" io credo che sia più corretto e psicologicamente rende meglio l'idea della professionalità.Io non so bene come potermi proporre al mercato dato che il mercato Palermitano è un po' scarso anche a livello di agenzie
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Sinceramente oltre il web ho scoperto di avere fama e contatti da una settimana
Non credevo che fornitori e clienti avessero questa reazione saputa la notiziaIn realtà il mercato anche qui non è dei migliori, ma ho dovuto forzare la mano perche la situazione non era delle migliori.
Speriamo bene, ma ti ripeto per ora le premesse sono niente male
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Ciao a tutti,
penso che quei dati, che magari alla fine possono rispecchiare anche la verità, siamo molto storpiati.
Come giustamente ho letto a parità anche di prezzi non si può neanche paragonare la vita in Italia da quella dell'India.
Quello della retribuzione di un SEO è un capitolo sempre aperto e tante ma proprio tante ne ho sentito dire.
Sicuramente i freelance (meglio "liberi professionisti") sono in ascesa ma anche qui a mio avviso va fatta una doverosa considerazione: quante aziende medio/grosse si affiderebbero ad un freelance?... a mio avviso (e per la mia esperienza) poche... pochissime.Un azienda grossa, sempre in base alla mia esperienza, difficilmente vuole rischiare di affidarsi ad un freelance che magari dopo un po di tempo abbandona. Che sia la realizzazioen di un sito web o un posizionamento sui motori di ricerca conta poco.... clienti di un certo tipo chiedono continuità e professionalità.
Naturalmente una webagency ha dei costi maggiori e quindi ci sta che faccia dei prezzi superiori anche se io ho sempre pensato che all'avere "giacca e cravatta" contano più i risultati.... :D.
L'ideale è avere un "giacca e cravatta" con i risultati e con i prezzi interessanti... :D.Interessante sarebbe capire a distanza di quasi 4 anni quale sia la situazione oggi nel mondo e in Italia in ambio SEO e retribuzioni.
Resta tuttavia sempre il problema della veridificità dei dati proprio per la mole di freelance a 360°.@micheleska said:
Immagino che tu abbia già i tuoi contatti e la tua fama anche oltre il web, quindi potrebbe essere una buona strada.
Ma perché dire freelance e non "libero professionista" io credo che sia più corretto e psicologicamente rende meglio l'idea della professionalità.Io non so bene come potermi proporre al mercato dato che il mercato Palermitano è un po' scarso anche a livello di agenzie
Ciao micheleska,
ma sei proprio sicuro "che il mercato Palermitano è un po' scarso anche a livello di agenzie" ?. Secondo me c'è ne stanno tante (... cosa diversa dire invece agenzie organizzate, professionali e serie... :D).
Purtroppo a Palermo è difficile lavorare per il semplice fatto che non c'è cultura in materia... figurati a parlare di SEO!....Ciao Seocolli.
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Io penso che in Italia all'università si studi poca ricerca operativa e poca semantica e che ci siano un sacco di persone che parlano di SEO e si credono espertoni senza capire cosa sia una matrice semantica o l'indice di leggibilità di una pagina.
Il SEO è una disciplina presa troppo alla leggera purtroppo e c'è carenza di persone pronte a capire che è necessario un approccio analitico alla questione e che non esistono bacchette magiche.
Vedo troppe aziende che fanno il loro business perchè hanno basato la loro strategia sull'exact match del nome di dominio, il che vuol dire sostanzialmente che non c'è un effettiva competizione e che è un territorio vergine per coloro che vogliono dedicarsi a questa disciplina con rigore e passione.
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Ciao carmichael84, in alcune parti potrei anche essere d'accordo con te, tuttavia io non capisco (e non mi vergogno a dirlo) cosa sia sia una matrice semantica o l'indice di leggibilità di una pagina eppure riesco a dare ai miei clienti dei buoni risultati da 16 anni.
Il seo è una disciplina che molti, non tanti per fortuna, prendono nel modo sbagliato, ovvero solo dal punto di vista tecnico o dal punto di vista informatico o analitico inteso come studio matematico degli algoritmi.Occorre invece smettere di pensare in questi termini, smettere di pensare all'utente (che non esiste più da anni) e iniziare a pensare a ciò che conta davvero, ovvero il pubblico (senza dimenticare gli aspetti tecnici, informatici, e matematici però).
Per quanto riguarda il dominio exact match con la query, pur non piacendomi come strategia e preferendone delle altre, visto che ancora funziona per alcune nicchie non vedo perché demonizzarla, non considerarla e non proporla se è il caso ai clienti.
Ricordiamoci sempre che dietro un sito ci sono delle persone, questi hanno una moglie o un marito, possono avere dei figli, poi ci sono gli impiegati, collaboratori e dipendenti con le loro famiglie, tutte persone che devono mangiare.Ora, se delle famiglie e dei ragazzini possono mangiare grazie a un dominio exact match, io non me la sento proprio di andare a togliere loro il cibo dalla bocca per fare una guerra santa contro questi domini.
Si può lavorare sul brand anche con questo tipo di domini.Valerio Notarfrancesco
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Ciò che dici è vero, è il motivo per cui i motori di ricerca negli aggiornamenti dei loro algoritmi non stanno ancora rivalutando in maniera significativa il valore di un nome di dominio basto sulle keyword, non vogliono far perdere il business a chi si è creato mercato anche, e ribadisco non solo, grazie a un fortunato tempismo.
Ma c'è da dire che cominceranno a farlo e una strategia oculata per il futuro penso sia un qualcosa di cui tenere conto se si tiene al cliente anche perchè se la situazione restasse tale si salverebbero alcune di queste realtà che basano la loro forza sull'exact match ma a molte, moltissime altre, forse anche più meritevoli, perchè forniscono contenuti migliori, non risulterebbe facile emergere.
(Anche se bisogna notare che da un punto di vista economico probabilmente le prime spenderanno anche un discreto budget in campagne pubblicitare e per i motori sarebbe controproducente perderle ).Secondo me ci sono due aspetti fondamentali cui un motore di ricerca, qualunque esso sia, non tascurerà mai: la facilità di lettura dei documenti parte di un agente non umano e il peso della pagina entrambi dovuti a limiti fisici degli spider che si occupano della scansione\classificazione.
Quindi secondo me un certo tecnicismo nell'ottimizzazione è necessario, come ad esempio saper anche individuare se una pagina è lenta o possa essere percepita come tale da un motore ( spesso le cose non coincidono ), iniziare a utilizzare markup semantico (p.o.s.h.), o aggiugnere i microformats per dare enfasi allo specchietto all'interno della pagina dei risultati o ancora l'uso corretto dei redirect e del tag link.Riguardo l'approccio a una disciplina ciascuno ha il suo, di suo il SEO non ha regole definibili in quanto abbiamo a che fare con enti privati che possono fare più o meno il bello o il cattivo tempo, quindi è molto importante avere un feeling anche di tipo non matematico\algoritmico come tu giustamente hai fatto notare.
Da un punto di vista commerciale, sull'immediato questo tipo di approccio rende e permette alle famiglie di mangiare come dici te e io non mi sento affatto di criticarlo.
Però la ricerca semantica è quello che ci da i motori di ricerca, grazie ai quali mangiamo noi e i nostri clienti quindi non mi sentirei nemmeno di criticare chi la usa per trarre conclusioni sul funzionamento dei search engine.Secondo me più di far trascendere questa discussione in un flame, si potrebbe pensare a come unire "the best of both worlds".
Michele
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Hai ragione carmichael84, il tecnicismo ci vuole ed essendo i motori di ricerca fatti da pezzi di ferro e software sarà sempre una componente necessaria.
Non abbiamo a che fare con il giudizio di persone che valutano i siti insomma.
Per quanto riguarda microformats e strutture semantiche, schema.org ma anche html5 semantico, ne sono un fervente sostenitore.Per quanto riguarda la ricerca semantica, per me è una chimera di cui sento parlare dall'epoca di Altavista; ogni 3 mesi viene fuori un post, una dichiarazione o un thread su questo argomento che è secondo solo all'altro grosso tormentone della seo: la sua morte.
Valerio Notarfrancesco
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Concordo quasi su tutto, ma non credo che l'ottimizzazione semantica sia la morte del SEO, semmai qualcos'altro di cui tener conto.
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No, non intendevo dire questo, ma solo che la notizia dell'avvento della ricerca semantico è così ricorrente quasi quanto la notizia della morte della Seo.
Valerio Notarfrancesco
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Scusami pero' non riesco a capirti.
Tutti i motori di ricerca per catalogare le pagine fanno ricorso ai loro spazi semantici.
Poi ce ne sono di più avanzati come Volumnia e Wolfram che sono più spinti su quello che riguarda la fase di apprendimento e instradamento delle ricerche.
Non capisco perchè parli di avvento quando quella che ci circonda è l'effettività di meccanismi basati sullo studio semantico, che in ogni caso ha le sue regole e i suoi limiti computazionali.
Quando parlo di ottimizzazione semantica di una pagina intendo dire che un buon presupposto è cercare di intuire il funzionamento dei motori, intuendone limiti e condizionamenti.
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Quando gli fai capire che un SEO gli fa arrivare i clienti ad un costo ridicolo non si dimenticherà mai più la key word SEO.
Cmq siamo in Italia ed il merito non è insito nella cultura, il tempo per valorizzare la figura del SEO e' ancora lontano.