• Consiglio Direttivo

    Ciao Pennywise83.
    Purtroppo non ci sono altre scappatoie.
    Dovrai aprire partita iva + camera di commercio + inps.
    Infatti la tua attività non è inquadrabile come professionale, ma come impresa.

    Ciao :ciauz:


  • User Attivo

    È possibile che non ci siano altre "scappatoie"? A me sembra assurdo che la mia attività venga inquadrata tra quelle dei commercianti e gli artigiani...

    Eventualmente non si potrebbe inquadrare l'attività come webmaster che andrebbe nella gestione separata (e non nella gestione commercianti)?


  • Consiglio Direttivo

    Ciao Pennywise83
    Puoi inquadrarti come webmaster o webdesigner o disegnatore, ma dovrai limitare in tal caso la tua attività; il percepire introiti per la vendita di spazi pubblicitari per esempio come professionista non è possibile...

    Altre scappatoie non ne vedo 🙂


  • User Attivo

    Questa mattina ho chiamato l'INPS per avere delucidazioni. La responsabile dell'ufficio Gestione Separata è stata gentilissima e chiarissima. Riassumo quello che mi ha detto.

    1. Io, essendo webmaster, non vendo beni ma servizi. Dunque non sono commerciante né tantomeno artigiano
    2. Non avendo un albo professionale ed essendo la mia una di quelle che la legge chiama "nuove figure professionali", ha detto che "c'è spazio per me nella Gestione Separata" e, inoltre, che sono TENUTO ad iscrivermi.
    3. Il mio mestiere è libero professionista, non commerciante.
    4. Il codice ATECO al quale devo dichiararmi è "altri servizi alle imprese" (questo me l'ha detto ma io non ho idea di cosa sia)
    5. Quello che conta è che io mi inquadri come "webmaster", ossia come gestore di un sito internet che offre servizi. E tra questi servizi vi è fornire visibilità ad altre aziende mediante la REALIZZAZIONE (è questo l'inghippo) di campagne pubblicitarie. Se io classificassi come un muro su cui attaccare banner allora sarei commerciante. Se mi classificassi come un'azienda che REALIZZA servizi di visibilità per le aziende avrei risolto il problema.
    6. Ha controllato e quello che faccio non rientra nella lista degli esclusi alla gestione separata. Quindi, ribadisce, c'è spazio per me.
    7. Pagherei il 24,78% di tasse su tutti gli introiti.

    La confusione aumenta :S


  • User

    24,78% di inps...
    poi entra in gioco l'irpef e l'irap...
    informati bene, con le tasse son dolori :eheh:


  • User Attivo

    Non sono un esperto in materia, ma ti dico la mia:

    1. Competente su questi ambiti penso sia l'Agenzia delle Entrate piuttosto che l'INPS.
    2. Non mi risulta che vendere servizi invece che beni ti allontani dall'attività commerciale.
    3. Mi tornerebbe l'impostazione di realizzatore di campagne pubblicitarie, solo però se questo avvenisse sul sito del cliente e non sul tuo: in quel caso saresti un consulente di web marketing.

    :ciauz:


  • User

    @Pennywise83 said:

    Questa mattina ho chiamato l'INPS per avere delucidazioni. La responsabile dell'ufficio Gestione Separata è stata gentilissima e chiarissima. Riassumo quello che mi ha detto.

    1. Io, essendo webmaster, non vendo beni ma servizi. Dunque non sono commerciante né tantomeno artigiano
    2. Non avendo un albo professionale ed essendo la mia una di quelle che la legge chiama "nuove figure professionali", ha detto che "c'è spazio per me nella Gestione Separata" e, inoltre, che sono TENUTO ad iscrivermi.
    3. Il mio mestiere è libero professionista, non commerciante.
    4. Il codice ATECO al quale devo dichiararmi è "altri servizi alle imprese" (questo me l'ha detto ma io non ho idea di cosa sia)
    5. Quello che conta è che io mi inquadri come "webmaster", ossia come gestore di un sito internet che offre servizi. E tra questi servizi vi è fornire visibilità ad altre aziende mediante la REALIZZAZIONE (è questo l'inghippo) di campagne pubblicitarie. Se io classificassi come un muro su cui attaccare banner allora sarei commerciante. Se mi classificassi come un'azienda che REALIZZA servizi di visibilità per le aziende avrei risolto il problema.
    6. Ha controllato e quello che faccio non rientra nella lista degli esclusi alla gestione separata. Quindi, ribadisce, c'è spazio per me.
    7. Pagherei il 24,78% di tasse su tutti gli introiti.

    La confusione aumenta :S

    Come dice rigby76 per essere sicuro purtroppo dovresti chiedere all'agenzia delle entrate e non all'imps, dico purtroppo perchè la risposta che riceverai molto probabilmente sarà diversa, un utente aveva già postato la risposta fornita dall'agenzia delle entrate ma ora non trovo la discussione :arrabbiato:


  • Moderatore

    Purtroppo la legge italiana tiene le mani legate.

    Sviluppare un sito internet in modo organizzato e percepire un guadagno tramite forme di pubblicità (vedi anche adsense) implica l'apertura di partita iva, con iscrizione alla camera di commercio e posizione inps.

    I costi sono consistenti e i siti che guadagnano piccole-medie cifre non consentono di mettersi in regola senza andare in rosso.

    Il consiglio è non pensare all'inizio ai guadagni e ad adsense, ma cercare di sviluppare il sito sempre con lo stesso impegno.

    Quando raggiungerai un numero consistente di visitatori allora potrai provare a fare il salto nel pieno delle regole fiscali. 🙂

    Anche mantenere gli annunci di adsense sul sito e non percepire materialmente l'assegno obbliga ad assolvere agli adempimenti fiscali, perchè comunque produci reddito.

    Questa è l'Italia. E queste sono le regole. 🙂


  • User Attivo

    @PsYCHo said:

    Il consiglio è non pensare all'inizio ai guadagni e ad adsense, ma cercare di sviluppare il sito sempre con lo stesso impegno.

    Quando raggiungerai un numero consistente di visitatori allora potrai provare a fare il salto nel pieno delle regole fiscali. 🙂

    Ti ringrazio per il consiglio, e ti dirò che è proprio in questo modo che sono andato avanti... dopo un anno di "spiccioli" finalmente sono arrivati inserzionisti privati e cominciano a vedersi soldi veri. Il problema è che non si può avere una sicurezza tale da poter lanciare un'attività partendo con un debito di quasi 3000?...


  • Moderatore

    L'unica "scappatoia" se così la si vuol chiamare è registrarsi come artigiano e non come impresa, con il vantaggio che non dovrai pagare 3000€ l'anno ma qualcosa di meno.

    Il fatto è che le leggi italiane (e non sò all'estero) non prevedono questa nuova forma di business.

    Il problema è che non si può avere una sicurezza tale da poter lanciare un'attività partendo con un debito di quasi 3000€...Beh non esiste fare impresa senza un minimo di rischio. Pensa al negoziante che oltre a quei 3.000€ deve pagare molte altre spese, e chi gli assicura che non solo riuscirà a pagarle ma anche guadagnerà?

    Che facciamo non apriamo più negozi?

    Purtroppo avere una rendita da un sito/blog è molto facile e farsi magari qualche illusione i primi tempi è molto semplice, come è altrettanto semplice rendersi conto che se si vuole fare le cose seriamente e trasformare una passione in lavoro ci vuole molto lavoro prima e forse un anno, nella maggior parte dei casi può non bastare.

    Se Google per creare un account di AdSense chiedesse la partita iva molte di queste discussioni nemmeno esisterebbero probabilmente.
    Ma dato che il fisco americano lascia un tantino più libere le imprese (loro l'iva non sanno manco cosa sia) non sono tenuti a chiedertela.