• User

    Ciao Nico9, per quello che la mia modesta "inesperienza" mi concede il tuo calcolo è corretto..

    anzi, complimenti per l'esposizione chiara e concisa e sopratutto auguri per il tuo aumento!! 🙂


  • User

    @nico9 said:

    secondo questi calcoli:

    **A - ****LORDO: **1830 ?
    B - INPS (gestione separata, 24,72% di A): 452,376 ?
    C - Imponibile (A ? B): 1377,624 ?
    D - Imposta sostitutiva (20% di C): 275,5248 ?
    **E - ****NETTO (A-B-D): **1102,0992 ?

    premettendo che è una vergogna che sei un piva ed invece sei un finto dipendente, premettendo che aprendo piva puoi aderire per i primi tre anni al regime delle nuove attività imprenditoriali quindi versando solio il 10% di tasse

    Sei sicuro che te non sia soggetta anche alla Ritenuta di acconto?

    In ogni modo il totale da pagare è 1646.31

    ma devi articolare così

    imponibile 1100
    rivalsa 271.92
    totale fattura 1371.92
    spese in nome e per conto del cliente (fc ex artt dpr 72) 274.39
    totale da pagare 1646.31

    in tal modo i soldi di tasse non ti fanno reddito


  • User Attivo

    Non mi sembra che i discorsi e calcoli fatti siano giusti.
    I contributi previdenziali non possono essere trattati come spese sostenute in nome e per conto del cliente.
    Ritornerò appena posso sull'argomento.:ciauz:


  • User Attivo

    Non sono completamente d'accordo con quando postato in questa discussione.
    Per quanto riguarda i contributi previdenziali, in caso di soggetto con partita iva, sono a carico dello stesso e non si ha l'obbligo di rivalsa nei confronti del committente.
    Si ha solo la ***facoltà ***di rivalersi per un 4% (del compenso). Tra l'altro questa rivalsa (essendo una facoltà e non un obbligo) è considerata dal fisco compenso vero e proprio e, quindi, da assoggettare anche a ritenuta fiscale, oltre che (per i contribuenti in iva ordinaria) ad IVA.

    Veniamo al discorso del lordo e del netto.

    L'amico, con contratto a progetto, percepiva ?. 1.100 netti (ossia al netto di contributi previdenziali e ritenute fiscali).
    Il suo datore, provvedeva a versare i contributi (anche quelli a suo carico: 2/3) e le ritenute fiscali. Supponendo che il datore gli abbia fatto tutte le ritenute fiscali giuste, il co.co.pro. fiscalmente sarebbe a posto.
    Rapportandolo ai 12 mesi dell'anno, il netto che si è ritrovato Nico9 è stato di ?. 13.200.

    Considerando che Nico9 agisce con il nuovo regime dei minimi, per semplicità supponiamo che non abbia nessuna spesa da dedurre,
    secondo me, si possono seguire diverse strade e diverse opzioni (sostanzialmente 3, dipende dall'accettazione da parte del datore) per ottenere sempre 1.100 netti all'anno come lavoratore autonomo con partita iva e non più come co.co.pro.

    Con la prima opzione si ottengono teoricamente ?. 1.100 netti, ma in realtà ed effettivamente se ne ottengono di più.
    Essa consiste nella possibilità di far gravare il contributo previdenziale del 24,72% completamente sul committente.
    In tale modo, poichè sul lordo fatturato (al committente) Nico9 deve versare il 20% di ritenuta di acconto e il 24,72% di contributi previdenziali (in tutto il 44,72%), gli resta il 55,28% del lordo. Pertanto, con le opportune operazioni matematiche, egli dovrebbe fatturare (moltiplicando il netto in questione ?.1.100 per il coefficiente 1,8089725) ?. 1.989,87 al mese.
    Su questi andrà a versare il 20% (o niente se il committente gli trattiene la ritenuta di acconto del 20%) per imposta sostitutiva, ?. 397,97, e il 24,72% per contributi, ?. 491,90, con un residuo netto di ?. 1.100.

    Questo strada fa gravare completamente il contributo previdenziale al committente, ma non tiene conto del fatto che Nico9 dovrà pagare l'imposta sostitutiva del 20% non su 1.989,87, ma su questi dedotti i contributi previdenziali, quindi su ?. 1.497,97, avendo così un'imposta di ?. 299,59, con un ulteriore guadagno mensile di ?. (397,97 - 299,59) = 98,38.

    La seconda strada è proprio quella di rendere neutro quest'ultimo guadagno.
    Tralasciando i calcoli, si avrà ?. 1.110 x 1,660467587 (nuovo coefficiente neutro) = ?. 1.826,51 (lordo da fatturare).
    Avremo:

    • contributi (1.826,51 x 24,72%) = ?. 451,51;
    • imposta sostitutiva (1.826,51 - 451,51) x 20% = ?. 275
    • netto ?. 1.826,51 - 451,51 - 275 = ?. 1.100.

    Altra strada è quella di rendere ancora più equa la ripartizione del contributo, ossia considerando che con il co.co.pro. 1/3 era a carico del collaboratore e 2/3 a carico del committente.
    In questo modo, per avere il lordo da fatturare, non si dovrà più considerare il 24,72% ma il 16,48% (quota posta a carico del committente).

    Chiaramente, l'una o le altre strade dipenderà dalla forza contrattuale delle parti.:ciauz:


  • User

    Ottima esposizione FedClaud, dovvero chiara..
    Mi trovo completamente d'accordo..

    Posso avere un tuo parere sul topic "ditta individuale/regime minimi"?

    Davvero Grazie


  • User

    @fedclaud said:

    Non mi sembra che i discorsi e calcoli fatti siano giusti.
    I contributi previdenziali non possono essere trattati come spese sostenute in nome e per conto del cliente.

    A mio avviso è un discorso discorso diverso è molto più semplice, si fa dare il 20% su quello che paga di tasse senza incrementare ulteriormente il suo reddito


  • User

    @fedclaud said:

    Non mi sembra che i discorsi e calcoli fatti siano giusti.
    I contributi previdenziali non possono essere trattati come spese sostenute in nome e per conto del cliente.
    Ritornerò appena posso sull'argomento.:ciauz:

    E perchè no? In situazioni lavorative "normali", è il datore a versare il 100% dei contributi, consegnando poi al dipendente solo il netto.
    Nel caso in esame, il datore chiede al dipendente di aprire partita iva perchè non può/vuole assumerlo.
    Già la cifra che gli passava con contratto a progetto (1.100 euro) è una vergogna, dato che il lavoratore co.co.pro. non ha diritto a ferie, a giorni di malattia pagati, nè a tredicesima, quattordicesima e tfr.
    Considerando tutto ciò, trovo più che giusto che tutti i contributi previdenziali gravino sul datore/cliente! Almeno quello!!!
    Non vedo proprio perchè il nostro amico dovrebbe cedere, sul suo già esiguo reddito, anche un ulteriore 20%.


  • User Attivo

    Nei post precedenti non volevo dare nessun giudizio sul fatto che i contributi li paghi il committente piuttosto che il collaboratore.
    Dipende sempre dalla forza contrattuale delle parti e dalla convenienza di ciascun.

    Quando dicevo che i contributi previdenziali non possono essere trattati come spese sostenute in nome e per conto del committente, non intendevo certo dire che non bisogna farli gravare su quest'ultimo.
    Il mio era un discorso basato su norme di legge (iva) in relazione a quando postato da altro utente che trattava tali oneri in quel modo. Punto e basta.

    Tanto è vero che io ho palesato varie ipotesi e soluzioni per arrivare al lordo da fatturare, facendo gravare tutto o parzialmente i contributi sul committente.

    Non dico che quanto da me scritto e calcolato sia oro colato, ma i calcoli prospettati dagli amici non mi sembravano giusti considerando anche la normativa fiscale e previdenziale.

    Poi è normale che ognuno fa come vuole e come .... può.

    Il mio contributo (non previdenziale) penso di averlo dato e spero che serva a qualcuno.:ciauz:


  • User

    Innanzitutto grazie mille per le risposte e per la competenza.
    Quanto all'INPS, è vero che con contratto a progetto 1/3 spettava a me, ma mi era trattenuto in busta, quindi i famosi 1.100 erano netti nel vero senso della parola (cioè non dovevo pagare più nulla di inps). Intestandomi 1/3 dell'inps con p.iva andrei a guadagnare meno di prima con una forma contrattutale che mi conviene molto meno (praticamente cornuta e mazziata... infatti io personalmente non ho alcun interesse ad aprire la p.iva ma mi è stato imposto, potrei amichevolmente definirlo "ricatto" :smile5:). Anche il discorso sull'equità, giustissimo in linea legale e di principio, perde senso in un contesto come questo, dove il datore di lavoro per primo se ne frega dell'equità e il lavoratore è obbligato a comportarsi da dipendente senza averne le tutele e le minime garanzie, come molti di voi giustamente notano (n.b.: l'ho fatto presente al datore il quale ha risposto che ragiono "come 20 anni fa"). Quindi opterò per la prima ipotesi proposta da fedclaud, gli chiedo 2000 euro lordi al mese, se gli sta bene ok, altrimenti arriverderci, e vediamo che dice... è vero che il potere contrattuale dei lavoratori è sempre più basso, ma è vero anche che un datore senza dipendenti (o collaboratori che dir si voglia) può pure chiudere bottega... vi aggiornerò :wink3:
    Grazie ancora.


  • User Attivo

    Ti auguro che il tuo committente accetti la proposta.:ciauz:


  • User Newbie

    Anzitutto ciao a tutti. Ho letto regolamento e fatto ricerche sul forum e credo che questa sia la sezione adatta per porre questa domanda

    mi chiedevo se qualcuno conosce la formula per arrivare alla base imponibile da un totale onde poi effettuare gli scorpori e raggiungere il giusto importo da fatturare;

    mi spiego meglio: eseguendo un lavoro per un condominio si riceve un bonifico di acconto di 5000 €; è ovvio che detto importo è comprensivo di IVA 10% ed è già stata detratta la ritenuta del 4%

    facendo diversi calcoli trovo che la base imponibile è pari a 4717,00 ma mi chiedevo se ci sia una formula per calcolare la base imponibile senza dover fare diversi tentativi con la calcolatrice

    Grazie


  • User Attivo

    Dipende da caso a caso. Non esiste una formula univoca.
    Nel tuo caso:
    N = netto percepito
    C = compenso lordo
    x = aliquota iva
    y = aliquota ritenuta

    la formula per conoscere C sarà:

    C = N / (1 + x - y)

    applicando i tuoi dati si avrà

    C = 5.000 / 1,06 = 4.716,98.

    da cui
    4.716,98+ iva 10% = 5.188,68
    ritenuta 4% di 4.716,98 = 188,68
    N = 5.188,68 - 188,68 = 5.000.:ciauz:


  • User Newbie

    Perfetto

    Grazie 5000 fedclaud la formula è perfetta 🙂


  • User Newbie

    (moltiplicando il netto in questione ?.1.100 per il coefficiente 1,8089725) ?. 1.989,87 al mese.

    La seconda strada è proprio quella di rendere neutro quest'ultimo guadagno.
    Tralasciando i calcoli, si avrà ?. 1.110 x 1**,660467587** (nuovo coefficiente neutro) = ?. 1.826,51 (lordo da fatturare).

    FEDCLAU puoi spiegarmi come ti derivi i due coefficienti?
    Complimenti per la preparazione,,,,,,,e cmq st'ITALIA e'sempre piu una vergogna!


  • User Attivo

    @Hippos said:

    (moltiplicando il netto in questione ?.1.100 per il coefficiente 1,8089725) ?. 1.989,87 al mese.

    La seconda strada è proprio quella di rendere neutro quest'ultimo guadagno.
    Tralasciando i calcoli, si avrà ?. 1.110 x 1**,660467587** (nuovo coefficiente neutro) = ?. 1.826,51 (lordo da fatturare).

    FEDCLAU puoi spiegarmi come ti derivi i due coefficienti?
    Complimenti per la preparazione,,,,,,,e cmq st'ITALIA e'sempre piu una vergogna!

    Premesso che non sono un matematico o figura similare e che mi risulta difficile a volte spiegare in parole semplici ciò che mi riesce di fare su di un foglio di carta, provo a rendere l'idea dei coefficienti.
    Cercherò di rendere l'idea con degli esempi teorici partendo dal lordo da fatturare, tralasciando il discorso della ritenuta di acconto (che nel caso fosse dovuta, è comunque una partita di giro), supponendo anche che non vi siano costi, per poi arrivare al coefficiente o moltiplicatore.
    E' ovvio che stavamo discutendo di un soggetto in regime dei minimi e che bisognava intendersi sul significato di netto.

    Vediamo il primo caso che ho esposto nel post dove si parla di ?. 1.100 netti.
    In questo, il netto lo chiameremo "teorico", poichè ho anche sottolineato che con il coefficiente 1,808972503 il netto effettivo è più alto.

    Supponiamo di dover fatturare ?. 1.000 e che il netto significhi ciò che alla fine mi deve restare in tasca.
    Fatturo 1.000 e ricevo 1.000
    imposta sostitutiva (20%) = 200
    Pago contributi per (24,72%) = 247,20
    Netto teorico = (1.000 - 200 - 247,20) = 552,80

    A quanto corrisponde il netto rispetto al lordo?
    1.000 : 552,80 = 1,808972503 (coefficiente per netto teorico),
    per cui il lordo è uguale a:
    1.000 = 552,80 x 1,808972503.

    Quindi, se il netto teorico che vogliamo percepire è ?. 1.100,
    facciamo:
    Lordo = 1.100 x 1,808972503 = 1.989,87.

    Come detto, il netto teorico non considera il fatto che l'imposta sostitutiva del 20% si calcola sui ricavi dedotti i contributi versati (di fatto non si verseranno ?.200, bensì ?. 150,56, con un ulteriore guadagno di ?. 49,44).

    Allora, calcoliamo il coefficiente per il "netto effettivo".

    Fatturo 1.000 e ricevo 1.000.
    Pago contributi per 247,20;
    Pago imposta per (1.000-247,20) x 20% = 150,56
    Netto effettivo = 1.000 - 247,20 - 150,56 = 602,24

    Anche in questo caso: a quanto corrisponde il netto rispetto al lordo?
    1.000 : 602,24 = 1,660467587 (coefficiente per netto effettivo),
    per cui il lordo è
    1000 = 602,24 x 1,660467587.

    Quindi, se il netto effettivo che vogliamo percepire è ?. 1.100,
    facciamo:
    Lordo = 1.100 x 1,660467587 = ?. 1.826,51 "Netto effettivo"

    Concludendo, se una determinata somma la intendiamo come netto "teorico" (nel senso spiegato sopra), essa contiene un ulteriore guadagno implicito, dato dalla differenza tra l'imposta teorica (senza la deduzione) e l'imposta effettiva (con deduzione dei contributi) da pagare.

    L'ultimo esempio che facevo nel post lo chiamerei "netto effettivo puro".

    Spero di essere stato chiaro e di non aver commesso errori (soprattutto di logica).:ciauz:


  • User Newbie

    Credo che il ragionamento sia lineare e lo condivido in pieno,,,,,,,chissa' se lo condivide pure l'azienda,,,,,!!!Grazie fedclaud