• Super User

    Festa della donna

    Premetto che non ho mai festeggiato la festa della donna: niente uscite libere con le amiche a base di striptease.
    Non ho mai considerato che la mia identità di donna meritasse di essere ricordata e (purtroppo) riconosciuta solo un giorno all'anno: la mia identità di donna e di essere umano è viva 365 giorni all'anno; ma quest'anno vorrei vivere diversamente la giornata: purtroppo leggendo i giornali, guardando i tg, ma anche solo camminando per strada, vivendo la realtà quotidiana, mi rendo conto che gli sforzi compiuti in passato dalle donne dei movimenti femministi, dalle persone che hanno lottato per avere la parità e per garantire alle donne gli stessi diritti degli uomini sembrano lontani migliaia di anni.
    Il 1978 è stato l'anno delle famosa legge 194, quella di cui oggi si parla tanto, forse troppo, e della quale voglio riportare alcuni passi:

    Legge 22 maggio 1978 n. 194

    [RIGHT]*(pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 22 maggio 1978) *[/RIGHT]

    NORME PER LA TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITA' E SULL'INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA GRAVIDANZA

    [CENTER]**Articolo 1 **[/CENTER]

    Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.

    L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.

    Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.

    [CENTER]**Articolo 4 **[/CENTER]

    Per l'interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico istituito ai sensi dell'articolo 2, lettera a), della legge 29 luglio 1975 numero 405, o a una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla regione, o a un medico di sua fiducia.

    [CENTER]**Articolo 5 **[/CENTER]

    Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.

    Quando la donna si rivolge al medico di sua fiducia questi compie gli accertamenti sanitari necessari, nel rispetto della dignità e della libertà della donna; valuta con la donna stessa e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, anche sulla base dell'esito degli accertamenti di cui sopra, le circostanze che la determinano a chiedere l'interruzione della gravidanza; la informa sui diritti a lei spettanti e sugli interventi di carattere sociale cui può fare ricorso, nonché sui consultori e le strutture socio-sanitarie. (fonte: http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/l194_78.html)

    Leggendo tutto il testo della legge ho notato che c'è un concetto piuttosto riccorrente: il concetto di dignità della donna. Questa legge è costata tanto alle donne che hanno lotatto per ottenerla, e nondimentichiamo che tante, troppe donne sono morte durante gli interventi clandestini che erano all'ordine del giorno prima che fosse promulgata la legge.
    Poi è arrivata finalmente, ma sembra che oggi, 30 anni dopo la sua promulgazione, il nostro paese sia tornato indietro e si sia nascosto nella nebbia dell'arretratezza morale.
    Lo scorso febbraio il giornalista Giuliano Ferrara ha propostouna moratoria e la creazione di un nuovo partito politico dal titolo Aborto? No grazie.
    Sono rimasta a dir poco basita.
    L'aborto è una decisione presa dalla donna nel pieno della dignità personale, e che riguarda la sua vita, il suo futuro, la sua felicità e la sua stabilità.
    100 anni fa 129 operaie morivano soffocate in una fabbrica, oggi, nel 2008 rischia di morire la libertà di tutte le donne.

    Non voglio dilungarmi oltre, tutto questo era solo per fare
    **un sincero augurio a tutte le donne **che credono nella propria libertà di scelta e nella propria dignità e che non intendono rinunciarvi.


  • Super User

    Prima ero convinta che non bisognava vivere alcune esperienze per poter capire come ci si sente, ultimamente però mi rendo conto che sbagliavo.
    Tutti quelli che vorrebbero decidere cosa fare del corpo delle donne e della propria vita dovrebbero ritrovarsi soli, senza soldi, con il pancione (che di certo non manca a qualcuno di già citato) e la consapevolezza di star per mettere al mondo un altro disperato. Non contando poi i figli degli stupri che invece di diminuire aumentano, adesso va anche di moda prelevarle dalla propria casa le vittime.

    Li voglio vedere lì quegli uomini e anche quelle donne, perchè a non volere l'aborto non sono solo maschietti ma ci sono anche molte donne, li voglio vedere lì a dover decidere se tenere il frutto del proprio dolore, guardare il proprio figlio e vedere nei suoi occhi gli stessi occhi del padre che non l' ha concepito con amore ma con violenza. Poi mi diranno che cosa farebbero loro, poi mi diranno come si sentono, poi mi diranno soprattutto perchè nel 2008 una donna deve sentire che a decidere di quello che lei farà è un uomo.

    E mi chiedo, se la cosa riguardasse la prostata lascerebbero che siano le donne a decidere? Io dico di no...

    Il giorno della donna non l'ho mai festeggiato consapevolmente, seguivo le amiche che uscivano a cena ma non ho mai infilato soldi nel tanga di qualche maschio superunto.

    Voglio solo poter decidere di girare per strada senza la paura che qualcuno possa portarmi via la libertà, voglio solo questo e niente altro, ma come ho detto, adesso è anche peggio di prima. Questa cosa mi fa una rabbia pazzesca perchè la cosa più bella che hanno gli uomini si trasforma nell'arma più orribile.

    Ma se consideriamo l'uomo come unico nemico sbagliamo, perchè la tragedia delle donne è spesso dettata da altre donne che competono, non aiutano le loro simili e questo gioca contro di noi sempre e comunque.
    La mimosa la lascio a quelle donne che accettano tutto in silenzio e credono di essere capite anche solo per un giorno.

    Un Augurio anche da parte mia.
    😉


  • Super User

    Gaetanuzza complimenti per l'apertura di questo topic, così importante e così delicato proprio in questa giornata.

    Io non ho mai festeggiato la Festa della Donna andando a cena con le amiche, ne lo ha mai fatto mia madre, l'abbiamo sempre passata con mio papà, magari andando in un localino o mangiando a casa e parlando fin da quando era bambina delle difficoltà femminili nella società.

    Credo che sia importante celebrare, più che festeggiare, questa giornata. Perchè fino a che ci sono luoghi in cui la donna è considerata meno di una bestia, fino a che ci sono luoghi dove il maschio ha diritto di vita e di morte sulla donna, fino a che ci suono luoghi dove nelle case si consumano stupri, violenze, abusi etc etc fino a che esisterà tutto ciò c'è drammaticamente bisogno di una giornata per ricordare che tutto ciò ESISTE. Per dare voce a donne meno fortunate che da sole non possono combattere. Mi fa tanta rabbia vedere ragazze della mia generazione (io ho quasi 29 anni) rinnegare il femminimismo, i movimenti di lotta delle donne. Fermo restando il diritto di ognuno di pensarla come vuole, credo che molte ragazze dovrebbero pensare che se almeno in Italia le donne possono votare, possono andare a scuola possono nella grande maggioranza decidere del proprio futuro e essere libere di vivere la loro vita lo si deve proprio a donne che anni fa hanno fatto tante battaglie, a noi è stato servito tutto su un piatto d'argento.

    Purtroppo questa storia dell'aborto secondo me è una mera operazione politica che però vorrebbe rimettere in discussione anni di lotte e conquiste delle donne. Ferrara ha più volte dichiarato che non intende abolire l'aborto così come è gestito in Italia, ma l'aborto selettivo per esempio ai danni proprio delle donne stesse, visto che in alcuni Paesi le bambini vengono abortite. Ma tutto ciò porta solo ed unicamente a riaccendere un dibattito sulla libertà femminile e niente altro secondo me. Per porre rimedio a ciò che dice Ferrara bisognerebbe agire in tutt'altro modo, perchè credo che qualsiasi donna trova inaccettabile che un'altra donna debba essere costretta ad abortire dallo Stato, è talmente lapalissiano.

    Aggiungo un ultima cosa, ogni uomo che abusa di una donna è figlio di una donna. Se le donne stesse, quelle che possono e sono libere, non fanno passi avanti nell'educazione dei propri figli, nella comunicazione con il partner, i padri, i fratelli etc etc nulla potrà mai cambiare.