• User Attivo

    Salve abel76,

    Io farei parlare i numeri prima che il senso delle estensioni ...

    Domini .IT registrati ad oggi :
    ** 1,462,668 **
    numero domini presenti nel
    database alle ore 10:00 del 26/11/2007

    Vediamo un pò cosa succede per le estensioni principali :

    Changes are being tracked for (.COM, .NET, .ORG, .INFO, .BIZ, .US)
    Today's Date 11/26/2007 1:21 AM PST
    Status of domains on 11/25/2007
    71,126,233 .COM
    10,471,090 .NET
    6,325,121 .ORG
    4,913,356 .INFO
    1,890,277 .BIZ
    1,360,904 .US

    96,249,090 Total Domains

    Se si parla di valore di una estensione, si deve tenere in considerazione la difficoltà nel registrare un dominio data la presenza di milioni di nomi presenti nel database.
    I com sono diventati una rarità, rimangono solo nomi composti da più parole e termini fantasiosi ed inventati, tutto il resto è preso e ripreso.
    Volendo dare un valore alla estensione .it rispetto al .com diciamo che si potrebbe dividere il valore di un com per 71 milioni moltiplicarlo per 1,5 milioni e dividere il risultato per 5 (più o meno l' .it è al 5/6 posto in quella scala), e questo solo se il .it fosse gradito in ambito internazionale.
    Questo ragionamento non è mio ma di un amico domainer statunitense.
    Saluti
    Luca


  • User Attivo

    @abel76 said:

    Un'altra domanda. E' vero che molti investitori americani si stanno affacciando ora sui domini .it perchè unendo una parola inglese + .it sembra un imperativo? (es: buy.it) E quindi riescono ad usare il sito come uno slogan? Non era già successo con il suffisso delle Western Samoa che molti hanno trasformato in Web Site?

    Questo é un aspetto interessante. Bisogna informarsi di più al riguardo


  • User Attivo

    @business said:

    Questo é un aspetto interessante. Bisogna informarsi di più al riguardo

    L' it non è particolarmente interessante da usare come "domain hack".
    Un pò di storia...
    Tutto nasce con la popolarità di "de .li. cio .us" diciamo che lo spunto per molti sviluppatori nasce dalla possibilità di creare domini multipli sfruttando l'estensione.
    Questo ragionamento segue la logica del "Ext must fit the name" nel senso che :
    Com = commercial
    Net = network
    Org = organization
    e via dicendo ... il domain hacking reinterpreta questo concetto applicandolo sul significato del dominio compresa l'estensione.
    Ci sono vari domain hack con siti di successo sviluppati, cito un paio di esempi "who.is" e "whois.sc", e poi ancora unlock.it, e tanti altri.
    Dal punto di vista del traffico naturale è pressochè zero.
    Per quanto riguarda l'indicizzabilità, sono dei normali domini che seguono la logica dei contenuti di un eventuale sito.
    Sono facili da ricordare e sono brandizzabili, questo è il loro valore aggiunto.
    Per unlock.it c'e' da dire che il termini è molto di moda con riferimento allo sblocco dei telefonini, quindi come tale nicchia e non fà testo.
    Ma veniamo all'utilizzo dell' it come imperativo...
    siamo sicuri che sia interessante in via generale ?
    quanti utenti e aziende di lingua inglese apprezzerebbero domini come questi ?
    ci sono aziende Italiane che investirebbero su questo ?
    Agli americani interessano gli .it con traffico e nome in Italiano, poco importa del significato dell'hack.
    I .ws seguono la stessa logica, e così tutte le altre alternative, tutti i domini creati con estensioni minori sono buoni se di senso compiuto e con forte richiesta del mercato per quelle determinate keywords.
    Postate pure le vostre impressioni 🙂
    Saluti
    Luca:ciauz:


  • User

    @voidcomputer said:

    L' it non è particolarmente interessante da usare come "domain hack".
    Un pò di storia...
    Tutto nasce con la popolarità di "de .li. cio .us" diciamo che lo spunto per molti sviluppatori nasce dalla possibilità di creare domini multipli sfruttando l'estensione.
    Questo ragionamento segue la logica del "Ext must fit the name" nel senso che :
    Com = commercial
    Net = network
    Org = organization
    e via dicendo ... il domain hacking reinterpreta questo concetto applicandolo sul significato del dominio compresa l'estensione.
    Ci sono vari domain hack con siti di successo sviluppati, cito un paio di esempi "who.is" e "whois.sc", e poi ancora unlock.it, e tanti altri.
    Dal punto di vista del traffico naturale è pressochè zero.
    Per quanto riguarda l'indicizzabilità, sono dei normali domini che seguono la logica dei contenuti di un eventuale sito.
    Sono facili da ricordare e sono brandizzabili, questo è il loro valore aggiunto.
    Per unlock.it c'e' da dire che il termini è molto di moda con riferimento allo sblocco dei telefonini, quindi come tale nicchia e non fà testo.
    Ma veniamo all'utilizzo dell' it come imperativo...
    siamo sicuri che sia interessante in via generale ?
    quanti utenti e aziende di lingua inglese apprezzerebbero domini come questi ?
    ci sono aziende Italiane che investirebbero su questo ?
    Agli americani interessano gli .it con traffico e nome in Italiano, poco importa del significato dell'hack.
    I .ws seguono la stessa logica, e così tutte le altre alternative, tutti i domini creati con estensioni minori sono buoni se di senso compiuto e con forte richiesta del mercato per quelle determinate keywords.
    Postate pure le vostre impressioni 🙂
    Saluti
    Luca:ciauz:

    Proprio per questo mi era venuto in mente buy.it che mi sembra sia allo stesso livello di unlock.it...
    Certo è che bisogna trovare delle parole, o delle frasi americane usate moltissimo da loro è che si leghino bene con l'imperativo.
    Non me ne vengono in mente molte: find.it , search.it , delivery.it , play.it ma tutte queste sono già prese. Secondo voi sono state prese con questo intento o solo per il puro nome?


  • User Attivo

    @abel76 said:

    Secondo voi sono state prese con questo intento o solo per il puro nome?

    beh... legando bene con l'imperativo fa si che diventino più curiosi e di conseguenza più facili da ricordare... ed appetibile al pubblico straniero.
    Considerando poi che col tempo l'inglese non sarà più una lingua "per pochi", basti vedere l'utilizzo che già se ne fa nelle scuole elementari, per capire che domani un play.it avrà un valore sicuramente maggiore di gioca.it ...

    🙂

    psssss: io ne ho qualcuno ... e molti li ho persi in gara :fumato:
    vedi fuc*.it


  • User Attivo

    @abel76 said:

    ma vienna non si dice così solo in alcuni paesi? rispetto a madagascar che è uguale in tutte le lingue, non è peggio?

    Cioè tra vienna.net a 12.000 dollari e madagascar.it , forse mi sbaglio ma vale di più il secondo...

    Un'altra domanda. E' vero che molti investitori americani si stanno affacciando ora sui domini .it perchè unendo una parola inglese + .it sembra un imperativo? (es: buy.it) E quindi riescono ad usare il sito come uno slogan? Non era già successo con il suffisso delle Western Samoa che molti hanno trasformato in Web Site?

    no, madagascar.it è solo per chi cerca madagascar dall'italia (posto che dall'estero si va a navigare su suffissi nazionali o sui generici com net e info o mobi), cioè 56 mln persone e 24 mln navigatori.
    Vienna.net è per chi cerca vienna in inglese, italiano e altre lingue, cioè circa 600 mln di persone


  • User Attivo

    @Crazy said:

    beh... legando bene con l'imperativo fa si che diventino più curiosi e di conseguenza più facili da ricordare... ed appetibile al pubblico straniero.
    Considerando poi che col tempo l'inglese non sarà più una lingua "per pochi", basti vedere l'utilizzo che già se ne fa nelle scuole elementari, per capire che domani un play.it avrà un valore sicuramente maggiore di gioca.it ...

    🙂

    psssss: io ne ho qualcuno ... e molti li ho persi in gara :fumato:
    vedi fuc*.it

    Teoricamente sì, il ragionamento fila, però solo a condizione che una volta passati ad un sistema sincrono, si elimini le restrictions per l'intestazione dei domini .it, c'e' inoltre da dire che il prezzo sale con la "rarità" e quindi per diffusione del TLD.
    Saluti
    Luca:ciauz:


  • User

    @voidcomputer said:

    Teoricamente sì, il ragionamento fila, però solo a condizione che una volta passati ad un sistema sincrono, si elimini le restrictions per l'intestazione dei domini .it, c'e' inoltre da dire che il prezzo sale con la "rarità" e quindi per diffusione del TLD.
    Saluti
    Luca:ciauz:

    Si però solo col .it si può simulare l'imperativo.
    Quindi credo che rispetto alle altre estensioni "localizzate" sia più "brandizzabile". Quindi nell'ordine, prima vengono com net org info biz (anche se questi ultimi due mi lasciano qualche perplessità) e subito dopo .it.
    Questo sempre per quanto riguarda parole inglesi che siano del tipo "verbo all'infinito senza il to" es: play.
    Cosa ne pensate?

    Per quanto riguarda il fatto del sincrono che permetta di creare società fantoccio (sullo stile di OVIDIO per quanto riguarda .eu), sicuramente sarà così. Ma sarà veramente meglio? Io non ne sono sicuro.


  • Super User

    io ho provato a registrare qualche .it con davanti un verbo inglese, secondo me il "gioco" linguistico può starci benone...
    immaginate un "find. it" per un motore di ricerca...o "buy. it" per e-commerce---e molto altro ancora...

    il problema è uno solo....che sono TUTTI già presi!!!
    sfido a trovare un verbo (sensato) libero....;)


  • User

    @autodafe said:

    io ho provato a registrare qualche .it con davanti un verbo inglese, secondo me il "gioco" linguistico può starci benone...
    immaginate un "find. it" per un motore di ricerca...o "buy. it" per e-commerce---e molto altro ancora...

    il problema è uno solo....che sono TUTTI già presi!!!
    sfido a trovare un verbo (sensato) libero....;)

    Questo testimonia il fatto che la cosa funzioni.... 😉
    o no?